Piazza Armerina: visitare Villa romana del Casale e i suoi incredibili mosaici

Piazza Armerina: visitare Villa romana del Casale e i suoi incredibili mosaici

Oggi porto sul blog un tesoro della Sicilia Orientale a 30 km da Enna tra i Monti Erei, tanto prezioso quanto ostico da affrontare, perché parlare di archeologia, di una villa suburbana, di mosaici pavimentali, di una Sicilia interna più difficile da raggiungere ma letteralmente sorprendente, senza cadere nella noia delle descrizioni da guida cartacea o rispettando la sintesi e il ritmo di un post adatto a un travel blog, non è sfida semplice. Comunque ci provo, Piazza Armerina e Villa romana del Casale lo meritano di sicuro. Avevo letto qualcosa di questo tesoro prima di partire: la più grande costruzione romana superstite della Sicilia Orientale, dal 1997 ha inserita dall’UNESCO nella World Heritage List, 48 ambienti icredibili, tutti decorati e ricoperti di mosaici. Risalente al 320-350 d.C. la villa sarebbe appartenuta ad un governatore di Roma (Praefectus Urbi); abitata dopo i romani, dai bizantini e dagli arabi, poi dai normanni, nel XII secolo venne sommersa dai detriti di una grande alluvione e solo a metà Novecento ritornò alla luce dopo una lunga campagna di scavi. 3500 metri quadrati di complesso abitativo, terme, basilica, pavimentazione a mosaico, oltre a colonne, statue, capitelli e monete. Ma la realtà supera di gran lunga qualunque guida, sito, immagine, restituzione virtuale, fantasia. Se pensate che l’archeologia sia roba da “cultori della materia” o solo per appassionati del genere, vi sbagliate. Villa Romana del Casale è qualcosa di spettacolare per tutti. I mosaici e la cronaca per immagini dell’epoca Per iniziare punto subito dritta al cuore di questo parco archeologico, al motivo che lo rende unico in Sicilia e nel mondo. Sono i preziosi mosaici che raffigurano,...
Sicilia Orientale: visitare Ragusa Ibla, l’isola nell’isola

Sicilia Orientale: visitare Ragusa Ibla, l’isola nell’isola

Tom Hall, editor di Lonely Planet, parla della Sicilia come “una terra che non si finisce mai di scoprire“, in questo viaggio ne ho avuto l’ennesima conferma e vi porto in un altro angolo meraviglioso di Sicilia Orientale: Ragusa Ibla. Sali, lasci alle spalle il mare, così come devi lasciare gli stereotipi. Lasci il labirinto di muretti a secco che disegna la campagna, qui si coltiva la terra e si valorizzano i prodotti locali. Infatti tutto ha inizio con il mito di Hybla, divinità della fertilità, protettrice dei campi, e termina con uno degli ultimi baluardi di italianità sulle tracce del barocco. È la Sicilia “babba” perché qui perché i contadini hanno sempre lavorato la terra, è la Sicilia immaginaria diventata oggi di Montalbano, è la Sicilia dei palazzi nobiliari settecenteschi, è la Sicilia degli Mpanatigghi. Ragusa Ibla sorprende il viaggiatore, soprattutto chi non ne sa nulla e all’improvviso scende dall’alto di Ragusa Superiore – la parte nuova della città, più moderna, organizzata e commerciale, con vie più larghe e simmetriche – per una stradina tortuosa e si trova davanti la cornice dei Monti Iblei e al centro un promontorio con Ragusa Ibla, una città-presepe. Per me è stato un colpo d’occhio fantastico, grappoli di case arroccati su speroni rocciosi, un presepe pensato da un maestro, forse dall’aspetto un pò decadente ma anche quello fa parte del suo fascino, racconta il suo vissuto. D’altronde qui prima dei gialli e dei misteri del commissario Montalbano son passati “solo” i greci, i romani, i bizantini, gli arabi e gli spagnoli. Poi certo Camilleri e la fiction televisiva hanno rilanciato l’iconografia cinematografica. Ed è...

Contact Us