Brasile: visitare São Luís, tra azulejos, street art e decadenza

Dopo tutti i precedenti post sul Nord-Est del Brasile, concludo la carrellata sul Maranhão con la tappa che ha rappresentato la fine del mio viaggio brasiliano. São Luís è una piccola capitale e dopo tanti giorni di natura, deserto, vento e silenzi, la musica cambia. Da un lato ne senti il bisogno, dall’altro il ritorno alla civiltà stona e ti ci devi abituare. Ma quest’isola (la città è posta su un’isola alla confluenza di tre fiumi Itapacurù, Grajão e Pindarè) sospesa tra antico e moderno, tra fama e inerzia di un destino che ne ha salvato il centro storico, ha qualcosa di speciale. Il turismo di massa non e’ ancora del tutto arrivato, a mala pena si intravede qualche europeo curioso per i vicoli di questo incanto.

Dimenticate i ritmi delle piu’ note e battute localita’ brasiliane come Fortaleza, Natal, Bahia, qualche giorno a São Luís significa un tuffo nell’ultimo avamposto, a due passi dall’equatore, prima dello stato del Pará e della Foresta Amazzonica.  Siamo  sulla Baia di Sao Marcos, nella città più lusitana del paese e lo spirito di Lisbona è imprigionato nelle strade in ciotoli e nelle ceramiche azulejos delle facciate, nel fado che abita i becos (le viuzze che scavalcano la città antica), nel portoghese simile a quello che si parla sulle rive del Douro. Balconi in ferro battuto, terrazze, gallerie con persiane e belvedere, tegole rosse e ricordi gloriosi di un passato fatto di caffè, di zucchero, di cotone, di baroni portoghesi, di quando nell’800 alloggiava almeno mezza dozzina di poeti e per questo era stata battezzata “l’Atene brasiliana“.

Aggiungeteci (a parte qualche quartiere meno raccomandabile, informatevi bene prima) un’aria di grande calma e il fatto che il tempo sembra essersi fermato: le ragazze si mettono lo smalto davanti il portone di casa, i pensionati bevono birra senza fretta e una specie di cachaca chiamata tiquira, i venditori del mercato offrono gamberetti secchi, anacardi, frutta tropicale e la specialità locale, la geléia de pimentao, una gelatina di peperoncino che si usa per condire diversi piatti. Ecco, ora siete entrati nello spirito giusto di questa città.

Azulejos

Con circa 4000 edifici storici risalenti al XVIII secolo e interamente rivestiti dalle caratteristiche piastrelle di maiolica dipinte a mano (azulejos), l’Unesco ha concesso alla città nel 1997 il titolo di Patrimonio Culturale dell’Umanità. Le case del centro storico sono in puro stile portoghese-coloniale, ci sono circa 3500 edifici tutelati. I sobrados e le case portas e janelas, chiamate così perché a un piano solo, sono state progettate combinando schemi barocchi alle esigenze di vita di un paese tropicale e sono spesso arricchite con decorazioni in azulejos. Si tratta del più omogeneo agglomerato architettonico del mondo latino-americano di questo tipo.

Il quartiere di Praia Grande era l’antica area commerciale, con residenze coperte da lastre in ceramica di vari colori e formati, e stradine lastricate di cantaria, ed è oggi il cuore del centro storico. Da qui le vie più interessanti sono la Rua Portugal, la Rua do Trapiche, dove si apre il Sobradao da Praia Grande, rivestito di azulejos, la Rua do Giz con scalinate e ladeiras e Praca do Comercio. In Avenida Dom Pedro II troviamo il Palacio La Ravardiere, omaggio al fondatore francese della città, oggi sede comunale. In Rua Jacinto Maia 43, troviamo l’antico mercato degli schiavi. In Rua do Sol 302, si trova il Museu de Artes Visuais. In Rua do Trapiche si trova la Casa do Maranhão, dove sono esposti costumi e oggetti legati alle danze popolari come il Bumba-meu-Boi. Rua do Sol 180 si trova il Teatro Artur Aazvedo, risale al 1815, è uno dei più belli del Brasile ed è stato ottimamente restaurato. E poi l’immancabile bianco Palacio dos Leões (Palazzo del Governo), visitabile all’interno accompagnati da una guida. I francesi volevano fare a São Luís una piccola Versailles equatoriale, ma son durati tre anni prima di esser gentilmente invitati a spostarsi in Guyana.

Street art

Ognuno la pensi come vuole, ma non si può negare che anche i graffiti e i murales spesso presenti sui muri cittadini, le stazioni e i treni possano essere considerati opere d’arte (non a caso parliamo di street art), se realizzati da chi davvero ci sa fare e riesce a produrre qualcosa di oggettivamente artistico, che può far cambiare totalmente aspetto a un muro scrostato, a una lamiera di metallo arrugginita, al vagone di un treno. Qui si parla di arte, non di vandalismo. E i viaggiatori amanti della street art a São Luís troveranno pane per i loro denti.

In Brasile i murales artistici della street art sono diventati ufficialmente legali nel 2009 (è sempre necessaria l’accettazione dei proprietari dei muri dipinti). Si sperimentano modelli di libertà artistica e di espressione con l’obiettivo di ridurre le tag sui muri – che qui si chiamano pichação – per fare spazio ad un’arte che ha ormai preso piede in tutto il mondo. Partita dalle periferie delle grandi città, l’arte di dipingere i muri è diventata una vera e propria attrazione turistica per moltissime destinazioni urbane e non solo. I temi dei murales spaziano dalla famiglia, al folklore locale, a temi sociali o politici riguardanti la situazione brasiliana.  Graffiti e dipinti coloratissimi e onirici rivelano al tempo stesso caratteristiche della tradizione brasiliana e della cultura indigena.

Decadenza

Inutile nasconderlo, se São Luís è piena di tesori architettonici, l’affanno del suo centro coloniale si percepisce. Sono stati spesi milioni di dollari per recuperarlo, ma molti ancora se ne dovranno spendere. Duecento edifici sono stati restaurati nel quadro del progetto “Revivir“, servito da modello al recente restauro del quartiere storico di Salvador de Bahia. Restano però da salvare ancora milleduecento edifici, molti sono in stato d’abbandono, magari si è restaurata la facciata ma il resto cade a pezzi. Nel quartiere di Praia Grande, attorno al mercato, la città di porcellana offre il suo migliore profilo, ma i fasti di ieri oggi sono dissolvenza; a partire dalla fine del XIX secolo con il declino del settore tessile, la città ha perso progressivamente d’importanza e gli edifici iniziarono ad essere abbandonati. Molti degli edifici storici non sono stati distrutti e restano in qualità di testimonianze storiche di valore, che contribuiscono a rendere la città un buon esempio di città coloniale portoghese. Però il lavoro di conservazione da fare è ancora immenso.

Di sicuro São Luís è oggi molto meno di quello che potrebbe essere…

Eu jamais esquecerei São Luís do Maranhão” – Mai scordero’ São Luís do Maranhão

Ilha Magnética – Cesar Nascimento

baia-di-sao-marcos

 

Consigli utili 

Pernottamento: se volete soggiornare in centro storico vi consiglio due posticini doc

Casa Lavinia

Una meravigliosa casa colonica restaurata con tutti i crismi in pieno centro storico

Rua Vinte e Oito de Julho – São Luís

www.casalavinia.com

Pousada Portas da Amazonia

Dimora storica di fascino con bellissimi spazi comuni in pieno centro storico

Rua do Giz 129 – Praia Grande – São Luís
www.portasdaamazonia.com.br

In loco: se volete appoggiarvi in loco a qualcuno di serio che da anni risiede a São Luís, è guida turistica della città e può aiutarvi a conoscere al meglio la città e tutta l’area del Nord-Est, contattate Luca. In questo post-intervista  di qualche tempo fa trovate anche la sua storia.

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4 Comments

  1. Che belli gli azulejos. Mi ricordano molto quelli che ho visto in Portogallo. Mi piacerebbe molto visitare il Brasile e sto raccogliendo informazioni su luoghi meno turistici rispetto a Rio o Bahia. Grazie per avermi fatto scoprire São Luís. 🙂

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    • Ciao Roberta, in effetti São Luís è stata una gran bella scoperta anche per me, se ne parla poco ma credo sia una tappa da non perdere. Grazie a te per essere passata di qua e per il tuo commento 🙂

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  2. Pagina interessante e utile. Mi recherò a Sâo Luis e trova qui ottime indicazioni. Complimenti.

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