I 4 elementi d’Islanda: Terra

Dopo il post dedicato all’elemento islandese Acqua, ora parlerò della Terra. Qui c’è da sbizzarrirsi, perché in Islanda la terra è inquieta e assume davvero forme stranissime, con stravaganze a volte oniriche, da vedere al meno una volta nella vita. In Islanda il tempo non è legato all’Uomo, ma solo all’origine della Terra, alla geologia. Ogni cosa qui è primigenia, feroce, aspra e creatrice di contrasti. Il paesaggio islandese è mutevole e surreale, proprio come da bambina me lo ero sempre immaginata: sulle mappe l’Islanda era quella nazione indicata in un riquadro a parte, al di là dei bordi della cartina, remota e costellata da nomi affascinanti e impronunciabili.

Quando poi ci sono arrivata ho sentito la sincerità, la mancanza di vie di mezzo, di compromessi tra l’uomo e la natura, un luogo dove tutto ha un senso e niente è banale. Niente scappatoie, filtri, solo essenzialità nel bene e nel male. Bellezze infinite e minacce continue per la vita. Cosa intendo? Altopiani desolati, neri campi di lava, calotte glaciali, pozze di fango ribollenti, piscine termali, esplosioni vulcaniche ed elementi che lottano di continuo tra di loro. E’ un viaggio all’indietro nel tempo, che restituisce la consapevolezza del punto di partenza, dell’origine.

 

Iceland_Earth

 

Nel nostro periplo dell’isola vediamo marine, squarci collinari, ancora cascate, montagne dalle cime aguzze o morbide e ammantate di muschi, vette innevate, e subito dopo barche, scogli e isole all’orizzonte. Rallentiamo, ci fermiamo, respiriamo e scattiamo, ci godiamo quest’armonia dove ogni colore e linea e luce sono al posto giusto. Ma, partendo da Reykyavik e seguendo il Ring in senso antiorario, vediamo un po’ di punti imperdibili dove la terra d’Islanda dà il meglio di sé.

Parco Nazionale di Thingvellir (Þingvellir)

E’ la nostra prima tappa. Il sole splende e il Parco Nazionale di Thingvellir (in islandese Þingvellir) si presenta come un piccolo paradiso battuto dal vento: da una parte la quiete del lago, dall’altra i promontori e l’infinito tappeto di erba e muschio e qualche betulla nana. La vera attrazione del  è un’enorme spaccatura nel suolo che corrisponde al prolungamento di quella che viene chiamata la dorsale di Reykjanes: in questa spaccatura si è compiuto, milioni di anni fa, il distacco tra l’Eurasia e l’America. Sostanzialmente, a sinistra siamo sul continente nord-americano, a destra su quello euroasiatico. Ci camminiamo nel mezzo, su una passerella lignea, tra pareti scolpite dai secoli, senza renderci ancora bene conto di dove siamo finiti.

 

????????????????????????????????????

 

Mai vedremo America ed Europa così vicine. Eppure, pensiamo, lo sono state non solo milioni di anni fa, ma anche durante le scorribande vichinghe, che partivano dall’Islanda e arrivavano sulle coste canadesi e americane, in pochi giorni di navigazione. Allora il legame fra questi due continenti che prima si sono congiunti e poi si sono divisi era molto più forte di quanto possiamo pensare.

Qui fu fondato l’Althing (in islandese AlÞingi), il Parlamento d’Islanda, riunitosi per la prima volta nell’930 d.C. e che perciò è uno dei più antichi del mondo. Agli inizi era una sorta di riunione delle tribù istituita per dirimere varie questioni, dalla divisione e assegnazione delle terre, alle vendite di bestiame, alle questioni di vicinanza o di matrimonio. E tutt’oggi è il luogo simbolo dell’indipendenza del popolo islandese dalla Corona di Danimarca: una Repubblica proclamata qui, e non in qualche elegante palazzo della capitale, nel giugno del 1944. Un ponticello di legno, una bandiera, una chiesetta: tutto quello di cui ha bisogno questo popolo per identificarsi in qualcosa di importante. Il che la dice lunga.

 

Godaland e Thorsmork

Prima di raggiungere Skogar ci dirigiamo verso l’interno, direzione Thorsmork, una spettacolare riserva naturale che prende il nome dal Thor l‘antico dio del tuono. Preparatevi, qui inizia l’avventura nella Terra degli Dei (Godaland) e se non avete almeno un fuoristrada per affrontare i guadi vi sconsiglio di andare. Thorsmork è una stretta valle situata tra i ghiacciai Myrdals, Eyjafjalla e Tindafjallajokull. Circa 12.000 anni fa Thorsmork era un fiordo e i ghiacciai di sbocco avanzano lentamente giù per i calanchi. Lo scioglimento dei ghiacci forma numerosi corsi d’acqua, che devono essere tutti attraversati …quindi occhio ad avere il mezzo giusto! A volte la traversata può essere difficile: un innocuo ruscello può trasformarsi nel giro di poche ore, quando piove, in un fragoroso torrente. O avete una 4×4 e il meteo è decoroso, o meglio affidarsi agli autisti qualificati ed esperti di queste condizioni di guida per non finire nei guai.

 

????????????????????????????????????

 

Davanti un panorama di pietra e acqua: trote, anguille e salmoni nuotano dove una volta dominava la sterilità della lava. E più vi inoltrate nella valle, attraversando 10-15 guadi, più sarete in un set dal vivo de Game of Thrones. La lava recente è sterile: ma dopo migliaia o decine di migliaia di anni, il veleno del magma si attenua, si forma uno strato di terra, e la lava si copre di coltri foltissime e umide di muschio, come se il fuoco pietrificato fosse la vera sede per la nuova vita. Infatti qui vedi dovunque fiori alpini: il trionfo del rosso, del giallo, del viola, del celestino. Persino i licheni diventano fiori.

 

Landmannalaugar e Laugavegur

Dal Thorsmork inizia uno dei sentieri di trekking più famosi di tutta l’Islanda è il Laugavegurinn (il cammino delle sorgenti calde) che in 4-5 giorni di cammino porta a Landmannalaugar o viceversa, a seconda di come uno preferisce, attraversando giochi della natura unici al mondo, colline color caramello e sfumature create dalla riolite.

Noi avevamo una sola giornata di cammino a disposizione e ne abbiamo fatto solo un pezzetto, ma, per chi fosse uno sportivo e volesse cimentarsi in questo trekking, provo a darvi qualche indicazione pratica. Dovete considerare i pochi rifugi lungo la strada, il percorso non è particolarmente difficile quindi in teoria basterebbero solo gambe sufficientemente allenate e determinazione, ma il problema sono le condizioni atmosferiche che possono cambiare velocemente e diventare proibitive (pioggia vento nebbia neve gelo) durante tutto il percorso.

Prima tappa: Landmannalaugar – Hrafntinnusker (12 km, 4-5 ore)

Seconda tappa: Hrafntinnusker – Álftavatn (12 km , 4-5 ore)

Terza tappa: Álftavatn – Emstrum (16 km , 6-7 ore)

Quarta tappa: Emstrum – Þórsmörk (15 km , 6-7 ore)

Sicuramente impegnativo, una specie di viaggio nel viaggio.

 

Myvatn

Siamo a Nord, e un’altra zona ultraterrena appare all’orizzonte; dopo altopiani deserti dove la terra prende forme fantasy (bugne, punte, sfumature, per tutti i gusti) arriviamo al Lago Mývatn, terra che deriva il suo nome da mosche e dai moscerini…potete immaginare il perchè 🙂 Intorno ci sono vulcani attivissimi, laghi nei crateri, solfatare colorate, magma recentissimo che avvolge da ogni parte una chiesa di lava: fumi escono dalle spaccature, la terra romba di continuo. Il lago, che comprende cinquanta isole e isolotti, per lo più pseudocrateri, è molto spesso avvolto dalla nebbia e dal silenzio…e noi non facciamo eccezione: tutto è grigio, opaco, immobile; eppure questa specie di Ade islandese non allontana la vita, la attrae; centinaia di uccelli, migliaia di trote e di salmoni nuotano verso questo regno, dove a maggio e giugno si schiudono i ditteri.

Visto il grigiume e la scarsa qualità delle nostre foto a Myvatn dato il maltempo, vi metto qualche immagine presa dal web che rende meglio l’idea del luogo. Un vero peccato, tant’è che avevamo pensato di partire da Myvatn per un’escursione in direzione Askja, ma tre giorni di maltempo a manetta ci hanno fatto desistere. D’altronde viaggiare è anche questo, mica può andare sempre tutto dritto.

 

Westfjords

A loro dedicherò più avanti un post a parte, ma di certo andrebbero inseriti sia nell’elemento Acqua che Terra, perché ogni singolo centimetro dei fiordi dell’Ovest è una composizione bellissima di questi due soli elementi. Una delle zone più selvagge dell’Islanda, poche strade asfaltate e tante in terra battuta, che regalano scorci di rara bellezza. E poi incredibili storie di uomini in contatto con elfi, troll ed altri esseri e ancora oggi la gente del nord-ovest è ritenuta la più strana del paese. Sicuramente uno dei punti più affascinanti di tutta l’Islanda. Ora lascio parlare la photogallery, poi presto arriverà anche il resto.

 

Snaefellness Peninsula

Un piccolo compendio di tutto quello che potrete trovare girando l’intera isola, lo potete vedere nella Penisola di Snaefellness, una lingua di terra nell’Islanda occidentale tutta da esplorare. Fatta di campi di lava, vulcani all’orizzonte e oceano dall’altra, e grandi centri di energia. Qui ci sono montagne sacre al popolo islandese, si parla di Chakra della Terra, d’altronde non credo sia un caso se Jules Verne abbia ambientato qui il suo Viaggio al centro della Terra. I chakra della Terra sono come organi del corpo umano vitali per la salute del mondo e per tutti gli esseri viventi. C’è un chakra della Terra situato in ogni continente.

 

 

Ormai sono tornata a casa da più di un mese, ma l’impressione è che l’Islanda sia veramente un viaggio fuori dal comune. Lei diventa un pensiero costante, un ricordo vivo, una tavolozza di silenzi pieni di cose da dire, un racconto di opposti che sembrano inconciliabili, eppure stanno alla grande insieme. Un viaggio dei sensi che lascia un segno netto, un’energia che si coglie nel tempo. E anche una discreta voglia prima o poi di tornare.

 

Iceland

 

Potrebbero interessarti anche...

Trackbacks/Pingbacks

  1. I 4 elementi d'Islanda: Aria | Alla ricerca di shambala - […] e poco altro è fatto un viaggio in Islanda (a parte qualche eccezione). Dopo i post Acqua e Terra con…
  2. viaggio in Islanda - […] amalgamati, questa Islanda da cui sono tornata. E dopo avervi raccontato di Acqua, Terra, Aria resta l’ultimo, l’elemento Fuoco.…
  3. I 4 elementi d'Islanda: Fuoco | Alla Ricerca Di Shambala - […] amalgamati, questa Islanda da cui sono tornata da poco. E dopo avervi raccontato di Acqua, Terra, Aria resta l’ultimo…

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contact Us