California e Nevada: è la Luna o è la Death Valley?

E’ un paesaggio estremo la Death Valley, sole che spacca la testa, aria che manca, temperatura modello forno e un nastro nero d’asfalto che corre. Crateri di vulcani estinti, vallate lunari, canyon scolpiti dall’acqua, cactus, joshua trees, cespugli rotolanti e miraggi di oasi. Potrebbe essere il set di un film di fantascienza, oppure l’immagine rubata da un’astronave su Venere, Marte, pianeti ancora da scoprire. Eppure è il nostro pianeta, quella Terra che non smette mai di sorprendermi e mostrarmi volti nuovi.

Death_Valley1

No, nella depressione della Valle della Morte (86 mt sotto l.m.) non puoi entrarci impreparato, decisamente. Niente acqua potabile, una sola stazione di rifornimento per fare benzina, un calore boia (d’estate tra i 45° e i 55°). Quindi ti devi attrezzare a puntino prima di metterci piede! Che poi già il nome mette in guardia da “the hottest, the driest and the lowest “ il più caldo, il più secco e il più basso punto d’America. Le sensazioni che provi mentre attraversi la Death Valley sono un misto di suggestione, meraviglia e….. cosa c**o faccio se mi si ferma la macchina??!!

Death Valley 2

Superata l’ansia, la US Route 190 estrae i suoi assi nella manica. E’ incredibile pensare che siamo relativamente vicini alle grandi spiagge sul Pacifico o alle foreste della Sierra Nevada (tra cui lo Yosemite) eppure dietro l’angolo c’è la Death Valley. E lo capisci subito che non è solo arido deserto. Gli occhi spaziano, le distanze non hanno limiti, antichi laghi evaporati lasciano tracce di sale iridescenti, montagne dai disegni ondulati, strane conformazioni rocciose. I colori sono estremi come questa terra, a partire da quell’azzurro del cielo così intenso ai ventagli di sfumature dovuti alla ricchezza di minerali.

Death Valley 1

E poi il bello è che ti sembra di essere solo nel mondo. Neppure un’anima all’orizzonte, zero auto, zero presenza umana, solo un eccesso di natura. Spaventosa e incantevole. Il luogo perfetto per meditare (se non fosse per il forno acceso :-D). Mi sento un po’ come un funambolo, da una parte devi avere fiducia e procedere, dall’altra ti vedi il baratro sotto. La Death Valley ti fa entrare in una dimensione spazio-tempo tutta sua: il calore infuoca la strada, avvampa superfici sconfinate e risalta le scenografie. Lo spazio cielo terra si riduce.

Mezquite Flat

Detto così può far figo, ma tenete presente alcune conseguenze:

  1. a meno che non dormiate all’interno del parco (ma devi sigillarti in hotel a Furnace Creek) è molto facile che arriviate nelle ore centrali, col sole micidiale;
  2. la sopravvivenza è garantita solo coi finestrini tirati su e aria condizionata ben funzionante in auto, altrimenti non avventuratevi, e con taaaaanta acqua;
  3. se come noi viaggiate con bambini … vi dico già che abbiamo fatto scendere la nanetta una sola volta a Zabriskie Point , dopo 20 mt visti i 46 gradi ha puntato ignara una panchina, ha provato a sedersi e… rovente …ha voluto tornare a bomba in auto. Quindi i bambini è consigliabile farli uscire solo mattina e sera.
  4. il calore e quella specie di phon puntato costantemente addosso ti danno un tempo max di 10 minuti per vedere ogni cosa, quindi meravigliosi alcuni view-point ma vi verrà voglia di vederli tipo guinness dei primati: scendo dalla macchina, arrivo svelto al punto X, ingurgito mezzo litro di acqua, foto di rito, giro i tacchi e risalto sulla macchina ringraziando il cielo di andare oltre. Alla faccia del viaggiatore slow.

Badwater Basin

Ahimè, niente roadrunner, il mitico bip bip dei cartoni animati, però vedo un sacco di cani della prateria che sbucano di qua e di là dalla strada come fulmini…e mi chiedo come resistano da queste parti 🙂 Intanto il saliscendi dell’asfalto ci  fa raggiungere i punti più conosciuti di questa terra che le tribù pellerossa Shoshone e Panamint chiamarono Tomesha, “il paese dove la terra va a fuoco”. Ed eccoli i gioielli delle badlands: le onde pietrificate di Zabriskie point, il bianco candido della distesa di Badwater molto al di sotto del livello del mare, il panorama immenso dal Dante’s View, i colori dell’ Artist drive e del Golden Canyon, le dune di sabbia finissima e rovente di Mezquite Flat.

Fiumi di parole sono state già scritte su ciascuno di questi angoli di desolazione assoluta, di inferno climatico, eppure di bellezza cruda e primordiale. Posso solo aggiungere alle parole qualche immagine che rende l’idea meglio di qualunque altra cosa.

Quindi spazio alla photogallery, che poi la strada scivola inevitabilmente verso lo stato più arido, più giocherellone, più peccaminoso, e forse anche un pelino più squallido dell’Ovest…il Nevada e Las Vegas sono qui a due passi 🙂 alla prossima puntata!

Zabrieskie Point 2

Dante's View

Death Valley 3

Death_Valley2

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4 Comments

  1. Waw! Che bello!
    Mi ha lasciata senza parole.
    Non ci sono mai stata ma mi ha sempre attirato moltissimo.
    E poi sono una che regge molto bene il caldo, in Messico con 45° e umidità a palla stavo benissimo mentre mio marito e mio figlio erano degli stracci.
    Certo che bisogna attrezzarsi bene per una passeggiata così.
    Sai che mi sta venendo una voglia matta l’anno prossimo di fare un giro tipo il tuo al posto delle 2 vacanze che faccio di solito.
    Devo fare un paio di conticini.
    Magari ti chiedo consigli ed indirizzi.
    Ciao
    Norma

    Reply
    • Sono qui, quando vuoi sai dove trovarmi 😛 Però prima di decidere il giro aspetta i prossimi post per avere un quadro completo e scegliere le tue tappe. Alla prossima.

      Reply
  2. che strade infinite…la nostra europa è cosi piccola e stretta in confronto!

    Reply
    • eh già, ma la nostra Europa ha altri assi nella manica che negli States si sognano 🙂

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