Guest post di Cristina Crovetto
pic credit @uniterinsieme
Liguria, il mio primo pensiero va ai banchi di scuola, quando Padre Carlo al Collegio Emiliani di Nervi ci fece studiare una poesia di Eugenio Montale:
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi …
L’estate in Liguria è proprio così, infiammata. Ricordo dei pomeriggi estivi della mia infanzia caldi e assolati in cui tutto pareva immobile e sospeso, per effetto della calura e della luce accecante la vita sembrava fermarsi, tutto si muoveva a fatica, lentamente. Ci sono pomeriggi in Liguria in cui il sole è una luce fortissima, abbagliante e non ti permette di vedere nulla e il caldo è umido e soffocante come in Africa. Quella che Paolo Conte canta usando il termine genovese di macaia. Come molte parole del dialetto ligure ha probabilmente origine araba e indica le giornate di scirocco, quando il cielo è coperto e il tasso di umidità è altissimo. Il termine ha assunto nel tempo un significato metaforico indicando uno stato d’animo melanconico e cupo.
…Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa,
sonno, nausea, fantasia.
La terra aspra, selvaggia, spettinata dal vento, è così il paesaggio Ligure, dalle Cinque Terre a Ventimiglia, si estende arido e scarno, imprigionato tra le colline e il mare. E’ un paesaggio che non comunica con l’uomo, non è fatto per l’uomo, ricorda l’indole dei liguri: introversi, schivi, gente di mare, di poche parole, che con fatica hanno saputo lavorare quelle terre difficili e scoscese in terrazze di uliveti e vigneti. L’olio di oliva di Diano Marina, spremuta di olive taggiasche della Riviera di Ponente e il vino Sciacchetrà delle Cinque Terre all’opposto confine con la Toscana, sono solo due esempi del risultato del duro lavoro che i liguri hanno saputo fare per plasmare la loro terra rendendola fertile e generosa e facendo della cucina ligure un capolavoro di semplicità, intelligente e attenta, capace di sfruttare ogni elemento che la terra, il mare e il lavoro dell’uomo producono.
pic credit @pitturiamo Creuza, autore: Mimmo Mazza
Villaggi come piccoli presepi si trovano arroccati su montagne e colline di un territorio che non concede spazio alla pianura ed ha favorito la creazione di borghi isolati e fortificati. Molti li troviamo nell’entroterra della Riviera di Ponente sulle pendici delle Alpi Marittime al confine con la Francia: Dolceacqua, Apricale e Triora. Muovendoci lungo la riviera dei fiori verso Genova, subito dopo Imperia la costa svela i gioielli di Cervo e Laigueglia. La riviera di ponente continua a stupire con i borghi che si ergono nei pressi di Finale Ligure: Borgio Verezzi, Finalborgo e Noli meritano una visita attenta e magari un weekend trascorso tra mare e gastronomia.
Da ragazzini ci arrampicavamo per quelle terre in salita lamentandoci sottovoce per la fatica ma ricordo ancora, una volta raggiunta la meta, lo stupore e la bellezza di quei paesaggi, dall’alto delle fasce, si vedeva laggiù, lontano e silenzioso, il mare.
….Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
Il mare da lassù nelle giornate di vento sembra ricoperto di scaglie bianche, quelle che i lupi di mare come mio nonno, chiamano “le pecorelle”. II mare, per i liguri resta un avversario da temere e rispettare, e da cui non ci si può aspettare niente di buono: «Mìga pe ninte u ciaman ma», dice il proverbio (non per nulla, lo chiamano mare). Il frignire instancabile delle cicale. E’ esattamente così la mia Liguria, anche il poeta Cardarelli, ne seppe sintetizzare l’essenza in poche righe:
È la Liguria terra leggiadra.
Il sasso ardente, l’argilla pulita,
s’avvivano di pampini al sole.
È gigante l’ulivo. A primavera
appar dovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s’alternano
per quelle fondi valli
che si celano al mare,
per le vie lastricate
che vanno in su, fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell’arida terra il sole striscia
Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
pic credit @ioarte San Fruttuoso di Camogli, autore: Enrico Merli
Il paesaggio ligure è lo specchio del carattere e della personalità dei suoi abitanti, è selvatico.
… Eppur parenti siamo un po’
di quella gente che c’è lì
che in fondo in fondo è come noi selvatica
Il ligure è introverso, tormentato, fugge per poi tornare in preda alla nostalgia in quei luoghi aspri e non sa nemmeno lui dove sia lo spartiacque tra amore e odio per quella terra. Il ligure è come il gabbiano, non si sa dove abbia il nido e dove trovi pace, è sempre in volo.
…La vita la sfioro com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
Per chi parte, la Liguria, così silenziosa e riservata, così poco incline al clamore e all’innovazione, rappresenta il luogo in cui tornare, in cui trovare pace e tranquillità. Il luogo in cui godersi in compagnia degli amici il calare della sera che
lenta e rosata sale su dal mare e s’accendon le finestre ad una ad una
come tanti teatri.
Sepolto nella bruma il mare odora.
Le chiese sulla riva paion navi
che stanno per salpare.
I tramonti liguri che tingono di rosso la sera così nostalgici per un passato fatto di sentimenti e di cose. Le luci alle finestre fanno da contrappunto alla foschia sul mare, che contribuisce, col suo profumo, a tratteggiare i caratteri del paesaggio ligure sul far della sera e richiama al viaggio, caratteristica peculiare dell’uomo e condizione essenziale del ligure, navigatore per eccellenza.
pic credit @ioarte Facciate di Liguria, autore: Enrico Merli
Uno dei luoghi più romantici e suggestivi della Riviera di Levante è sicuramente Camogli. La cittadina dei Mille Bianchi Velieri si affaccia sul promontorio del monte di Portofino, qui la vegetazione lussureggiante è interrotta da lunghe scogliere che si affacciano su un mare blu intenso. Lord Byron la scelse come luogo di meditazione:
“Vi è un incanto nei boschi senza sentiero ed è un’estasi sulla spiaggia solitaria, vi è un rifugio dove nessun importuno penetra. Accanto alla profondità del mare ed alla musica del suo frangersi riesco ad amare più la natura di quanto ami l’uomo”
(Lord Byron, 1821)
Un tempo città di mare e di grandi velieri, oggi uno dei luoghi più suggestivi della Liguria. Le case alte e coloratissime, costruite per difendersi dalle incursioni dei pirati, si accendono la sera come un presepe, le stradine e le trattorie si animano, uno scorcio romantico affacciato sul mare che di notte si illumina alla luce delle lampare dei pescatori.
Tra ulivi e pini marittimi, ecco svelarsi l’anfiteatro naturale del monte di Portofino con sentieri che si snodano da San Rocco fino a San Fruttuoso, una baia incantevole dove l’Abbazia dei Doria e la Torre dominano il mare. La punta rocciosa più sporgente del monte è Punta Chiappa e si affaccia sul mare blu cobalto. Per gli appassionati di snorkeling e immersioni questa è una delle tappe più belle dove poter ammirare la moltitudine di pesci che abita questo angolo di mare, oasi protetta e dichiarata patrimonio naturale dell’Umanità dall’Unesco.
Liguria, terra di gente randagia “circospetti ci muoviamo, un po’ randagi ci sentiamo noi” canta Paolo Conte e con Fabrizio De André siamo “emigranti du rìe cu’i cioi ‘nt’i euggi” (emigranti della risata con i chiodi negli occhi) finche’
u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na creuza de mä
il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d’acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare
Finche’ … prima o poi si torna sempre!
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Fonti:
Meriggiare pallido e assorto (E. Montale),
Genova per noi (P. Conte),
Liguria (V. Cardarelli),
Gabbiani (V. Cardarelli),
Sere di Liguria (V. Cardarelli),
Crëuza de mä (F. De André).
Bel post, complimenti! Sono stata qualche giorno in Liguria due anni fa: Cinque Terre, Portofino, San Fruttuoso e Porto Venere…che dire: meravigliosa! (Ristoratori un po’ ladri, però…)
Gazie Annalisa…mica solo quelli, ma d’altronde si sa che i liguri ci tengono alle “palanche” 🙂
vai di nostalgia!!!!! bella la nostra Terra !!!!
Evvai di lacrima Vero!