Sicilia Orientale: il borgo marinaro di Marzamemi, un set cinematografico

Un borgo che sa di dominazione araba, di Mediterraneo, di reti per la pesca dei tonni, di luci d’estate, di un quaderno per scrivere all’ombra pur di starsene tutta la vita qui. Fa un effetto strano questo posticino così piccolo, così umile e così incantato. Sembra di entrare in una diapositiva dove la Sicilia e l’Africa si guardano, nella scena di un film, d’altronde qui, dai fratelli Taviani, a Salvatores, a Tornatore, a Montalbano – solo per citarne alcuni – i grandi registi e i set cinematografici non sono mancati. E’ una scenografia perfetta. Andiamo a Marzamemi, un piccolo borgo marinaro della Sicilia Orientale che è un sole, un fermo immagine, una vera cartolina del siracusano, Domenico Modugno lo descriverebbe così..

Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito

Oggi si chiama Marzamemi, ma prima fu Marsà al hamemRada delle tortore – presenti qui soprattutto in primavera. Gli elementi dell’immaginario ci sono tutti: l’immancabile tonnara, la casa padronale, la vita dei pescatori, le bouganville e i pergolati, le giare dipinte e le sedie azzurre, le tovaglie di pizzo al vento stese sui tavoli delle trattorie all’aperto e lei, al centro dell’attenzione, la Piazza Regina Margherita. Grande e sproporzionata rispetto al borgo, eppure più bella che mai. D’altronde è lei il cuore di tutto. Soleggiata, colorata, d’impatto, uno arriva qui e non si aspetta tanta bellezza tutta in una volta.

Il borgo e le casette dei pescatori

Dalla piazza centrale partono diversi vicoli: passo attraverso le vecchie “casuzze” dei pescatori, è tutto pedonale quindi è d’obbligo inoltrarcisi a piedi, si arriva sempre al mare, il mare qui è la meta, l’orizzonte, la ragione di vita. Le casette dei pescatori risalgono al 1600, periodo in cui fu costruita la tonnara. Oggi sono quasi tutte disabitate, logorate dal tempo e dalla salsedine. Tutte in blocchi di arenaria, forma a cortile e tetto a spiovente. La più caratteristica, al numero civico 7, è la “casa del forno”, chiamata così perché provvista all’interno di un grandissimo forno in muratura che una volta forniva il pane a tutti gli abitanti.

La tonnara di Marzamemi

L’atmosfera è quasi irreale in una giornata di fine Dicembre silenziosa e con pochissima gente in giro, in fondo nessuna foto può rendere giustizia, neanche le parole.  L’odore del mare è pungente e in piazza domina il baglio della tonnara, fa una certa impressione sapere che la sua storia va dall’anno 1000 agli anni ’50 quando fu dismessa. Fu la seconda tonnara più importante della Sicilia, seconda solo a quella di Favignana. Ancora questo minuscolo borgo che sorprende. Io purtroppo capito in un orario di chiusura, ma l’interno è visitabile e gli “scieri” dove una volta venivano ricoverate le barche da pesca, adesso sono stati trasformati nella ”loggia”, una grande sala dove vedere conservate le antiche arcate i tufo e ospitare eventi. Mi consolo con una tappa inevitabile al punto vendita: nella struttura della tonnara c’è un magazzino gigante, è il negozio Campisi dove il re è sempre lui, il tonno, ma in realtà qualunque prodotto,  conserve, spezie, ogni ben di Dio è memorabile (se non passate da qui potete provare la spedizione on-line)

La Balata, il porticciolo

La Balata, dall’arabo “balad” (in riferimento alle lastre di pietra della pavimentazione), è il porticciolo di Marzamemi: tavolini all’aperto, leggera brezza, fritturina di pesce, l’inverno sembra lontanissimo. Alle mie spalle la “Vecchia Fabbrica” dove si produceva il ghiaccio, e la “Casa Cappuccio” con tre facciate su quattro fronte mare, davanti solo azzurro e barche  provate dal mare, scrostate dalla fatica e dalle intemperie. Trasudano storie da ascoltare, mentre si ha la sensazione di non essere sulla terra ferma, ma quasi di galleggiare sull’acqua perché il pavimento degrada fino al pelo della superficie del mare e quelle barche colorate sembrano voler salire sul selciato.

Liccamuciula, un mondo a parte

Liccamuciula è in dialetto una bimba golosa! Questo non è di certo il solito bar ma un dolcetto per la mente oltre che per i sensi. All’interno c’è un mondo a parte, una libro-terapia (una sezione di libri scelti apposta dalla proprietaria del locale), una sezione di gioielli ricavati con i detriti del mare, vestiti con materiale riciclato, pezzi di artigianato e design, libri per bambini sull’ecologia e sull’importanza delle differenze, saponette fatte a mano con cioccolata, limone, oli essenziali, papillon per i più piccini sempre prodotti da un artigiano, coppole per i grandi, sezione di vini siciliani, sezione di creme spalmabili al pistacchio, caffè, cioccolata di modica, marmellate e tè marocchini. Una creatività contaminata, aperta, “nella convinzione – come dicono loro – che un buon bicchiere di vino, una bella cosa fatta a mano, o un sapore autentico, stiano dalla parte della poesia e possano renderci un pò più felici“. Verissimo.

Villadorata, il Palazzo del Principe

Un grande arco in arenaria, un portone in legno, e al centro lo stemma di famiglia.  Si accede così al  Palazzo del Principe, tutto il borgo fu ampliato nel ‘600 dalla famiglia Villadorata, il Principe di Villadorata era il proprietario di tutto il centro storico di Marzamemi : ricco di mobili, quadri, argenteria, oggetti preziosi fu purtroppo saccheggiato, durante l’ultima guerra mondiale. Un ampio cortile centrale e una scala di pietra portano nell’appartamento del principe. Da qui si accede a una terrazza, da una parte le feritoie servivano a sparare contro i pirati, dall’altra il principe si affacciava, per controllare il lavoro dei pescatori nel magazzino. Era chiamato “Camperia”: dentro le barche usate per la pesca dei tonni, lo “scieri” le “chatte”, gli uncini per tirare su il pesce e le reti. Persino un ufficio dove avveniva la registrazione e la pesatura dei tonni. Per i curiosi di sicuro è un piccolo gioiello.

La Diga e lo street food

In fondo al Corso Regina Elena, c’è una piazzetta e un muro sul lungomare, costruito una quarantina d’anni fa per proteggere le case dalle mareggiate, da tutti chiamata un po’ pomposamente “‘a diga“. Di giorno è silenziosa, quasi meditativa, un unico chiosco a ravvivarla. La sera invece questo posto si accende per ospitare camion di street food in stile siculo: dai panini al kebab, dal cuoppo di fritti all’hamburger con carne di cavallo,  la gente va e viene. In realtà da questo borgo mi aspetto a ogni passo di incontrare qualche vecchio intento a tessere le reti, o di incrociare un pescatore che venda ai passanti il frutto di una notte di fatica. Invece nulla di tutto questo,  Marzamemi pullula oggi di negozietti chic e ristoranti abbastanza cari, e questo street food che va tanto di moda. L’umile Marzamemi si è un po’ allontanata, forse il camioncino siculo per la “cena di strada” è l’unico con  un’umanità adatta a questo luogo. Soltanto vent’anni fa qui c’erano ancora locali alla buona e le strade profumavano di pesce e semplicità.

Consigli utili e informazioni

 

EVENTI
Festival del Pesce azzurro
– A fine Giugno due giorni dedicati al pesce azzurro, ai prodotti della piccola pesca ed a tutte le attività ad essa connesse.

Festival Internazionale del Cinema di Frontiera – a fine Luglio XVI Edizione Festival Internazionale del Cinema di Frontiera, a Marzamemi. Rassegna di cinema indipendente, attento ai temi delle frontiere geografiche, artistiche e culturali.

Festa del Pomodoro di Pachino IGP – Ad Agosto Manifestazione dedicata prodotto di punta del territorio, l’“oro rosso”. Tornei, spettacoli, estemporanea, degustazioni.

 

COME ARRIVARE
Marzamemi è raggiungibile in aereo atterrando all’aeroporto di Catania Fontanarossa, o approdando nei porti di Catania o Palermo, se con auto al seguito o noleggiata in loco. In treno la stazione più vicina a Marzamemi è quella di Siracusa, a 60 Km a nord. In auto, invece, si percorre l’autostrada Siracusa-Gela fino all’uscita di Noto e con la SP19 si giunge prima a Pachino e poi dopo 4 km a Marzamemi. L’intero borgo è pedonale.

 

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2 Comments

  1. Ma che meraviglia, bellissimo. Sono senza parole 🙂

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    • Grazie Giulia, bellissimo e italianissimo. Buona giornata 🙂

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