Australia: cose che capitano alle Whitsundays

Parlare d’Australia mi mette allegria, è un’associazione di ricordi fantastici, e così dopo Sydney, Heron Island, la Great Ocean Road, e Kangaroo Island proseguo la mia carrellata di post ripescando nel giga-archivio delle diapositive di casa…quello ormai dismesso e che piano piano vorrei digitalizzare tutto (ma che lavoraccio!). Questa volta si va in una delle destinazioni top australiane, parere personale visto ci sono stata due volte ma mi servono almeno altri 3 viaggetti downunder per vederla tutta (di un mese ciascuno eh!!!) 🙂

whitsunday_map

Sono loro, le Whitsundays Islands, a metà strada tra Cairns e Gladstone, di fronte alla East Coast del Queensland. Un arcipelago di quelli che no, non se ne vedono molti al mondo. #Tantaroba avrebbe potuto essere l’hashtag adatto, peccato twitter abbia iniziato a usarlo circa 12 anni dopo 🙂 In realtà come al solito non era una tappa prevista, a Sydney siamo entrati in un’agenzia viaggi, gli abbiamo chiesto una destinazione da honeymoon (perché in effetti lo eravamo) e voilà la tipa ci propone di fare base a Hamilton Island per poi girare in barca le isole intorno. Non è servito molto, una carrellata di immagini e una congrua strisciata di carta di credito…perché queste isole non scherzano affatto e onestamente richiedono un budget alto (non so se negli ultimi anni l’offerta è cambiata)… e la mattina dopo eravamo sul volo interno. Tra le nuvole e l’oceano australiano dall’oblò.

Ma cosa vi può capitare mettendo piede su questa specie di paradiso terrestre? Ve lo racconto con qualche episodio semiserio, tipo pillole omeopatiche.

1. Un face to face con uno dei tanti pappagallini e cacatua dell’isola

Cacactua_1

Provate a immaginare la colazione su un’ampia terrazza, pavimento in legno, vista sulla baia all’ombra delle grandi foglie di palma, tutti i tavoli all’aperto, e ogni posto a sedere con un mega-coprivivande colorato sopra a semisfera. Inizi a chiederti il perché e da lì a breve ti sarà tutto chiaro. Intorno è tutto un vociare e un planare di pappagalli, e poi ogni tanto appare una cresta gialla di cacatua, un ciuffo erettile su un profilo bianchissimo, occhi intelligenti e un gran vocione. Quale è il loro obiettivo numero uno? Le colazioni ovviamente…e così ogni volta che alzi il coprivivande devi stare all’occhio, che un cacatua coi suoi 40-50 cm d’altezza non scelga proprio il tuo piatto per farsi avanti 🙂

2. Finire in mezzo ai fisicati canoisti di qualche competizione sportiva

Hamilton Island Cup_1

La spiaggia non è detto che sia sinonimo solo di sea-life e tintarella, il primo giorno a noi è capitato di trovarci nel bel mezzo dell’Hamilton Island Cup, evento canoistico tra i principali d’Australia dove le canoe circumnavigano l’isola e l’atmosfera è fatta di fisici statuari (che proprio schifo non fa), gare continue, grande partecipazione e lunghissime canoe che solcano il mare. Una piccola isola diventa per un giorno un grande happening colorato tra pagaie, kayak e bicipiti d’acciaio. Uno spaccato di vita sportiva con gente proveniente da tutta l’Australia, dalla Nuova Zelanda, dalle Hawaii e oltre. Un’occasione d’oro.

3. Portare a casa una boccetta di puro silicio da Whitehaven Beach

Whitehaven Beach_1

Questo, tra tanti mari visti, devo ammettere che è sul podio degli indimenticabili. Il nome la dice tutta e per chi è un collezionista di sabbie del mondo (lo so che siete parecchi 🙂 ) c’è una particolarità da non sottovalutare. Questa spiaggia, considerata tra le 10 più belle al mondo, è di puro silicio bianchissimo, un borotalco soffice che non scotta mai, un miraggio lungo 7 km, un abbraccio di luce all’orizzonte raggiungibile solo in barca. E’ parco nazionale, nessuno può dormirci, si può solo scendere a piedi nudi, camminare, nuotare, restarne abbagliati per un tempo limitato e poi andarsene. Come dopo aver visto un miraggio, come un fuori scala, come quando l’incredibile ti entra dentro e non ti lascia più. Pensavo di no, ma il paradiso esiste 😛

4. Godersi un tramonto di cinquanta sfumature di arancio

Whitsunday sunset

Certo il tramonto è democratico, ne puoi godere ovunque. Qui però l’intensità cambia (sarà psicologico?). Ok l’honeymoon, ok sei in Australia, nel Queensland, alle Whitsundays, però manca la ciliegia e a fine giornata questo immenso parco (perché le isole al 70% sono esclusivamente natura) trovi la stradina che ti porta in cima a una collina, lì uno spiazzo, un gazebo semplicissimo e una panchina per godersi lo spettacolo del sole che tramonta. Quello che ti serve per essere felice. Con le sue sfumature sempre più arancio, i profili delle isole che si rincorrono, quell’attimo dove tutto si ferma, il ciclo si chiude pronto per rinnovarsi domani. E tutto ha un senso.

5. Aprire la finestra al mattino ed esclamare: “grazie Signore!!!”

Whitsundays_7

Una volta nella vita una finestra così bisogna concedersela…me la ricordo bene ancora adesso a distanza di anni, ti alzi la mattina e lì davanti hai un quadro di cui non cambieresti una virgola. Da lì si parte alla scoperta delle isolette vicine, perché in fondo siamo a un tiro di schioppo da Hook Island, Border Island e dalla barriera corallina e immergersi per rendersi conto è d’obbligo… ti danno tutto il necessario per fare snorkelling e volendo anche diving. L’acqua è fredda, ma mentre nuoti sei circondato da parrot fish, pesci stranissimi, razze, e qualche tartaruga o squali di barriera, solitamente innocui per l’ uomo. Unico neo sono in alcuni periodi dell’anno le jellyfish, le temute meduse dai tentacoli urticanti, l’ideale sarebbe indossare una muta integrale!

6. Girare l’isola con una golf cart e inchiodare per far attraversare un wallaby

Wallaby

Alle Whitsundays niente di più usuale che girare con una golf cart, si possono noleggiare a meno che non le metta a disposizione l’hotel dove soggiornate. L’intera isola ne è piena, non ci sono altri mezzi a motore che girano al di fuori degli shuttles gratuiti. Un pomeriggio ne noleggiamo una e ….tak….dietro una curva ecco sbucare uno dei tanti abitanti dell’isola, neanche troppo infastidito dalla nostra presenza. E’ una specie di piccolo canguro, un wallaby e l’inchiodata è d’obbigo. Lunga coda nera, parecchia agilità e poi tranquillo come se fosse addomesticato (magari lo mettono lì apposta). Un altro regalo di queste isole.

Poi potrei raccontarvi altro e ammorbarvi di foto, ma sapete che vi dico? Qui c’è sito Queensland e qui quello delle Whitsundays con tutte le info del caso se volete andarci… io spero solo di aver stuzzicato la vostra curiosità!

Perdonatemi se ultimamente scrivo meno…c’è un perchè  e spero di raccontarvelo quanto prima 🙂

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2 Comments

  1. Io in Australia ci sono stata una volta sola, ed infatti come dici tu non si può vederla tutta, le Whitsundays (tanto desiderate) le ho dovute lasciare per la prossima, ma, come si dice, ora ho una scusa per tornare 🙂
    bellissime foto e post 🙂

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    • ciao Pam, l’Australia è un continente ed è come pensare di vedere gli Stati Uniti in un viaggio solo, impossibile. Poi per carità c’è anche chi va e sceglie di volare tipo rimpallino da una parte all’altra dell’Australia coi voli interni e in 3 settimane ritiene di aver visto tutto, però è un pò come fare il giro del mondo in 10 tappe: bello, ma hai visto molto velocemente quelle 10 tappe, non il mondo 🙂 io ho fatto una volta il Sud e una volta l’Est e già delle scelte sono state inevitabili, prima o poi tornerò per godermi il resto…alla prossima 🙂

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