Brasile: Belo Monte e i diritti degli Indios in Amazzonia

Brasile: Belo Monte e i diritti degli Indios in Amazzonia

Oggi questo blog affronta un tema differente, perché il viaggio non sia solo un passare attraverso ma aprire gli occhi su realtà che ci circondano, e non sempre realtà positive. Leggevo in questi giorni questa frase: “Fili invisibili, potenti come catene, legano gli abitanti di un punto cardinale a quelli di un altro. E spesso li trascinano non verso l’alto, ma verso il fondo. La conoscenza della realtà può aiutarci a spezzarle e a salvarci tutti. Ecco perché interessarci gli uni agli altri. Un dovere, oltre che un godimento dello spirito e degli occhi.” (Poliscritture). E allora partiamo da qui. Con grande piacere ospito sul blog GM, un caro amico, la sua storia e la sua intervista che ci porta dritti dritti in Amazzonia. Leggetela tutta se potete, è fatta col cuore da chi ci crede e si adopera giorno dopo giorno per il riconoscimento dei diritti di un popolo e la salvaguardia di un intero eco-sistema. Grazie a GM fin d’ora! Come è iniziato il tuo coinvolgimento nella causa per i diritti degli indios brasiliani? Tutto è iniziato nel 2007, per caso, come molte cose nella vita. Vivevo a Sao Paulo  in Brasile e al tempo giravo sempre con la camera digitale e uno dei miei scatti è finito in un concorso fotografico, vincendo un premio in denaro. Ai vincitori veniva offerta l’opzione di donare la vincita a varie associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro. Scelsi un’associazione a caso che si occupava delle popolazioni indigene in Amazonas. Dopo qualche tempo, ricevetti un invito a visitare una tribù indigena di etnia Dessana, nei pressi di Manaus, Amazonas. Dopo...
Bermuda: tutto il rosa dell’Atlantico

Bermuda: tutto il rosa dell’Atlantico

testo e immagini di Cristina Crovetto Ripensando ad un viaggio fatto anni fa, oggi vi porto a Bermuda. Una valigia con dentro l’essenziale, il passaporto, una partenza assolutamente non programmata, è nato così il mio viaggio a Bermuda. Si atterra all’aeroporto di Hamilton, capoluogo dell’arcipelago sull’isola di Grand Bermuda,  una cena davanti ad un tramonto mozzafiato, il cielo sull’oceano, la sintesi e l’essenza di Bermuda, esclusivo e sofisticato angolo di sabbia rosa sull’Atlantico. PERFEZIONE ESTETICA E NATURA SELVAGGIA Se decidete di partire, la stagione migliore va da maggio ad ottobre, se non amate essere circondati da italiani chiassosi e riuscite ad adattarvi un pochino alle formalità e alla cucina anglosassoni, l’unico vero ostacolo che dovrete considerare è il fatto che Bermuda è un paradiso destinato a pochi e purtroppo non è una destinazione a buon mercato ma vi garantisco che saprà ripagarvi della spesa. L’arcipelago è composto da 180 isolotti uniti da ponti e suddivisi in nove caratteristici quartieri detti parish. Ognuna di queste isole è caratterizzata da spiagge spettacolari e selvagge e da una vegetazione punteggiata da eleganti ville e cottages dove nulla è lasciato al caso, dall’architettura alle strade, dai prati ai numerosi campi da golf, tutto è avvolto da una perfezione estetica che sembra irreale, ma Bermuda è un paradiso che esiste davvero! Qui la definirò al singolare come piace ai suoi abitanti che la chiamano “la nostra isola”. Le spiagge di Bermuda offrono qualsiasi sfumatura di colore ma prevale il rosa. Tra le più note: Horseshoe Bay, Jobson’s Cove, Tobacco Bay, Warwick Long Bay, West Whale Bay. Per una sensazione di libertà assoluta è possibile...

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