15 domande ad uno Startupper: Andrea di Rolling Pandas

15 domande ad uno Startupper: Andrea di Rolling Pandas

Ciao, ci racconti un po’ di te? Ciao Monica, grazie per l’ospitalità 🙂  Da dove partire? Partiamo dal mio carattere: sono una persona estremamente curiosa, competitiva e riflessiva. Ho quella che, in psicologia, viene definita una fase esplorativa molto spiccata. Fase esplorativa che ha da sempre guidato le mie scelte e i miei viaggi, spingendomi a lasciare un contratto a tempo indeterminato, a dicembre 2016, con un biglietto di sola andata per il Nepal. Avevo bisogno di trovare me stesso, per quanto questo “obiettivo” fosse estremamente inflazionato ed astratto. Inizia un viaggio zaino in spalla che mi porta attraverso il Nepal e l’India, il tutto via terra. Rientrato in Italia, sento il bisogno di far provare le stesse esperienze ed emozioni che ho vissuto io alle persone che mi stanno intorno. Nasce quindi Rolling Pandas, la piattaforma digitale di viaggi organizzati dove gli utenti possono cercare, scegliere e prenotare il loro viaggio ideale direttamente online. A fianco di un’ampia scelta di viaggi in tutto il mondo, la possibilità di acquistare online in maniera sicura ed un customer dedicato (prima, durante e dopo il viaggio) sono gli elementi che rendono Rolling Pandas il sito ideale per tutti i travellers alla ricerca non soltanto di un viaggio, ma di una vera e propria esperienza. Cosa ti spinge a partire? Dove sei stato? Di solito quanto durano i tuoi viaggi? Il motore principale alla base dei miei viaggi è la curiosità, la scoperta del nuovo e del diverso. E’ una sensazione strana, che infiamma il petto e ti sussurra in testa: ‘Hey, Andrea, muoviti a preparare quello zaino e parti!”. Il mio...
Vivere in Nuova Zelanda: l’esperienza di Laura e Mattia

Vivere in Nuova Zelanda: l’esperienza di Laura e Mattia

E’ tempo di aggiornare la sezione I miei incontri, ogni tanto mi piace scovare e approfondire la storia di chi ha fatto scelte interessanti di vita e con un pizzico di incoscienza, una manciata di coraggio, e tanta voglia di fare ha deciso di partire, mettersi alla prova e fare  un’esperienza di vita e di lavoro altrove. Questa è la storia di Laura e Mattia, che hanno deciso di cogliere un’opportunità e vivere in Nuova Zelanda. Viaggiatori e nomadi per scelta. Lascio la parola a Laura, per conoscere meglio questa realtà attraverso i racconti di chi ci vive. Laura, raccontaci un po’ di voi due: quanti anni avete, di dove siete e da dove è nata la voglia di cambiamento? Ciao Monica, io Laura ho 28 anni e Mattia 30 e siamo di Brescia. Dopo aver visto che il lavoro in Italia non ci soddisfaceva e tantomeno ci sentivamo realizzati, abbiamo pensato di andare via per qualche tempo. La prima tappa fu l’India nel 2014 e da li nacque poi la conferma a tutti i nostrti dubbi: non eravamo fatti per un posto di lavoro fisso e senza piu’ stimoli e la disoccupazione che avanza e’ sempre piu’ palpabile. Prima della decisione definitiva di venire qui eravamo veramente combattuti, tante incertezze, tante paure, ma alla fine ha prevalso il nostro spirito nomade! Tre motivi per cui avete scelto di andarvene proprio in Nuova Zelanda e in quale città vivete oggi? La Nuova Zelanda e’ lontana da tutto…in tutti i sensi! Anche per quanto riguarda le opportunita’ di trovare lavoro, che sono molto piu’ facili, ovviamente se si ha un buon spirito di adattamento...
Cinque Terre: this land is my land, respect it

Cinque Terre: this land is my land, respect it

Parto da qui, da un cartello incrociato lungo uno dei tanti sentieri percorsi in questo weekend appena trascorso alle Cinque Terre. Il messaggio è forte e chiaro: “Questa terra è la mia terra, rispettatela”, è il 1940 e Woody Guthrie scrive una canzone folk che diventa una specie di inno patriottico, fatta di amore per il proprio paese e voglia di cambiamento. Con una serie di domande dentro: per chi è stata fatta questa terra? chi siamo, “you and me”, chi è il “we” del “we the people”? E questa terra che cosa vogliamo che diventi? Domande da cui mi piace partire per raccontarvi, a modo mio, questo tratto di Liguria. Le Cinque Terre sono uno degli angoli più suggestivi, intimi, fascinosi d’Italia, su di loro si è veramente detto e scritto tutto. Ma la loro bellezza, indiscutibile sotto ogni punto di vista, è solo la facciata. Le fondamenta e le radici sono le (poche) persone che ci abitano oggi, che le hanno scelte per viverci, che lavorano per renderle fruibili, che ci possono raccontare qualcosa di più delle solite guide e che vale sempre la pena ascoltare. Perché il rischio, oggi, col turismo massificato e sempre più mordi e fuggi, è proprio questo: vado-vedo-scatto-non capisco. E’ così che questo weekend, oltre ai borghi e ai trekking di cui vi parlerò nei prossimi post (oltre a un sacco di fotografie scattate), ho dato spazio in primis alle persone, ai racconti, alle micro interviste. Per provare a capire qualcosa di più di questa terra. E rispettarla. Ho pensato di scegliere tre storie da uno dei suoi borghi più conosciuti, Manarola, e attraverso le...
Carlo Venco e il suo giro del mondo in barca a vela

Carlo Venco e il suo giro del mondo in barca a vela

Quello di oggi è un viaggio particolare. Complice la passione per il mare e la voglia di concedersi una pausa. Voglia di avventura. Voglia di libertà. Nella consapevolezza però che tutto ciò avrà un inizio, ma pure una fine. Una parentesi di quattro anni. Un periodo di tempo per immergersi in una nuova dimensione, e poi ritornare con i piedi a terra. In tutti i sensi. L’ho incrociato per caso Carlo Venco, velista di lungo corso, vicentino. Era un po’ di tempo che avevo messo da parte le interviste, poi ho sentito la sua incredibile storia e mi è venuta voglia di contattarlo. Ha appena ultimato un giro del mondo in barca a vela in solitaria durato 4 anni. Una di quelle storie sintetizzabili in poche righe, ma quelle righe racchiudono un’esperienza meravigliosa, uno di quei sogni realizzabili una sola volta nella vita e una scelta non comune. Lui con la massima semplicità la racconta così: “Sono partito dall’Italia (Trieste), ho disceso l’Adriatico e mi sono fermato alle Eolie. Dopo ho proseguito verso la Sardegna e, facendola breve, dopo le Baleari e la Spagna sono andato alle Canarie. Un bel salto di 20 giorni di traversata atlantica ed eccomi arrivato in Martinica. Tre mesi a spasso per le Piccole Antille, ripartenza verso il Venezuela, la Colombia… Isole San Blas, Cartagena, il Canale di Panama, le Galapagos, le Isole Marchesi nella Polinesia francese, le Tuamotu, Tahiti, le Isole della Società (Bora Bora e Raiatea ecc). Un altro bel salto in oceano pacifico verso un atollo disabitato delle Isole Cook: Suwarow. Dalle cook verso l’arcipelago delle Isole Tonga. Trascorsi 6 mesi in...
Vivere in Thailandia: la Bangkok di Cecilia

Vivere in Thailandia: la Bangkok di Cecilia

Ma voi da gggggiovani non avete fatto le cose in grande? Quando si dice che la vita è fatta di stagioni diverse, che ognuna ha il suo colore, che la giovinezza assomiglia alla primavera…è vero eccome 🙂 Interessi, sentimenti, emozioni, strade da percorrere, luoghi del divertimento e dell’impegno, i primi lavoretti e tanta voglia di muoversi, di troncare col passato, di andare, di conoscere e misurarsi coll’ignoto. Gran bei tempi!!! Quelli senza vincoli se non gli esami universitari, senza famiglia, senza figli, senza genitori anziani, senza i casini del lavoro, senza conti da fare, senza nuvole all’orizzonte. Solo sana voglia di vivere. Non che io sia bacucca, né 🙂 ma quando ho incrociato in rete questa ragazza e ne ho intuito la bravura e la stoffa… mi è tornato in mente quella “me” di qualche anno fa (non si dice quanti), con la mia carica da schiacciasassi e lo smalto che col tempo e le discrete facciate della vita hanno un pò portato via. Lei è Cecilia (nella foto sotto a sx con la famiglia), il suo blog si chiama Living Bangkok , a 20 anni dopo una settimana esatta dal suo compleanno sceglie di partire in direzione Thailandia, Bangkok appunto, grazie a uno scambio culturale, il Bilateral Agreement, a cui ha partecipato con l’università a Brunico. Catapultata lontano da casa, in un campus universitario, in una realtà e con una lingua ben distante dalla sua, “in un mondo culturale completamente diverso da quello in cui vivo ora e non voglio rischiare di dimenticarmi nemmeno un attimo”. pic credit @Living Bangkok Facciamocelo raccontare da lei e proviamo a conoscere...
La casa del viaggiatore doc

La casa del viaggiatore doc

E poi ci sono quelli (e sono i miei preferiti) che i viaggi non li raccontano ma li fanno e basta, e magari hanno passato una vita intera a viaggiare, visto mezzo mondo, fatto itinerari incredibili, incontrato popoli lontani e remoti in tempi non sospetti. E sono persone insospettabili. E quando hai la possibilità di scambiarci quattro chiacchiere e magari essere ospitato a casa loro, è come aprire una finestra incredibile di vita altrui. E scopri che la loro casa è lo specchio della loro passione. Così, in occasione di alcune recenti serate sul Tibet, ho conosciuto Giuseppe, ex-dirigente in pensione e viaggiatore da sempre. Ha iniziato a girare come appassionato di montagna, di sci-alpinismo, di trekking, socio Cai, scalatore, uno che con gli sci ai piedi ha raggiunto moltissime cime delle Alpi, dalle Dolomiti alle Alpi Occidentali, al monte Ararat e alle cime dell’ Atlante in Marocco. E già qui prometteva bene. Ha accompagnato gruppi in tutto il mondo, con trekking in Himalaya e in Sud America nelle Ande, ha scalato i vulcani Popocatepetl, ed Ixtaciuatl in Messico. Viaggiatore nelle Americhe: Stati Uniti, Messico, Guatemala, Bolivia, Perù. In Africa ha visitato: Ruanda, Kenia, Tanzania, Namibia, Mali, tutti i paesi del Nord Africa ed ha attraversato il deserto del Sahara. In Asia ha attraversato India, Indonesia, Tibet, Cina, Pakistan, Nuova Guinea, Borneo. Insomma uno forte 🙂 Senza parlare del suo archivio da mille e un notte, spaventoso per qualità/quantità e curatissimo (tra l’altro poteva non essere appassionato anche di fotografia?). Ma foto, diapositive, filmati e taccuini di viaggio sono solo il contorno. Il pezzo forte secondo me è la sua casa ed è su questa che voglio concentrarmi. Non...

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