Vivere in Thailandia: la Bangkok di Cecilia

Ma voi da gggggiovani non avete fatto le cose in grande? Quando si dice che la vita è fatta di stagioni diverse, che ognuna ha il suo colore, che la giovinezza assomiglia alla primavera…è vero eccome 🙂 Interessi, sentimenti, emozioni, strade da percorrere, luoghi del divertimento e dell’impegno, i primi lavoretti e tanta voglia di muoversi, di troncare col passato, di andare, di conoscere e misurarsi coll’ignoto. Gran bei tempi!!! Quelli senza vincoli se non gli esami universitari, senza famiglia, senza figli, senza genitori anziani, senza i casini del lavoro, senza conti da fare, senza nuvole all’orizzonte. Solo sana voglia di vivere.

Non che io sia bacucca, né 🙂 ma quando ho incrociato in rete questa ragazza e ne ho intuito la bravura e la stoffa… mi è tornato in mente quella “me” di qualche anno fa (non si dice quanti), con la mia carica da schiacciasassi e lo smalto che col tempo e le discrete facciate della vita hanno un pò portato via. Lei è Cecilia (nella foto sotto a sx con la famiglia), il suo blog si chiama Living Bangkok , a 20 anni dopo una settimana esatta dal suo compleanno sceglie di partire in direzione Thailandia, Bangkok appunto, grazie a uno scambio culturale, il Bilateral Agreement, a cui ha partecipato con l’università a Brunico. Catapultata lontano da casa, in un campus universitario, in una realtà e con una lingua ben distante dalla sua, “in un mondo culturale completamente diverso da quello in cui vivo ora e non voglio rischiare di dimenticarmi nemmeno un attimo”.

Bangkok Cecilia's family

pic credit @Living Bangkok

Facciamocelo raccontare da lei e proviamo a conoscere Bangkok da un punto di vista differente.

Partiamo dalla domanda più immediata: perchè la Thailandia? con quali aspirazioni e quali desideri sei partita per Bangkok?

Ho scelto la Thailandia perché era la meta più esotica e lontana da casa tra quelle proposte, e ai miei occhi occidentali sembrava la terra dei desideri, una sorta di “Isola che non c’è” davvero esistente. Sono partita senza aspettarmi niente: avevo letto parecchie guide turistiche, blog e articoli vari, ma nessuno di questi aveva saputo davvero spiegarmi cosa vuol dire vivere in Thailandia. Inoltre io non sarei stata nel centro di Bangkok, a Khao San Road, circondata più da turisti che da thailandesi, ma immersa nella realtà quotidiana thailandese, sapendo poco o niente di questa. Il mio desiderio più grande era quello di conoscere gente da tutto il mondo e di visitare da non-turista la Thailandia, le sue isole paradisiache, il nord e i parchi naturali.

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L’inizio di un’avventura è sempre complesso, ci racconti i primissimi tempi come è andata: problemi di lingua, cibo, abitudini?

All’inizio la mia fortuna è stata quella di aver come compagne di viaggio tre allegre ragazze (due italiane e una tedesca): senza di loro l’approccio sarebbe stato molto più traumatico. Il problema più grande nelle prime settimane era davvero la diversa cultura e le diverse aspettative: i nostri tutor dell’università ci facevano girovagare per centri commerciali e zone benestanti della città, non capendo che era quello da cui stavamo fuggendo. Mai una volta che ci abbiano portato ad un tempio spiegandoci davvero i riti, mai ci hanno parlato della storia della Thailandia o delle sue tradizioni. Questo, che poi si è rivelato essere un tratto basilare del loro carattere, all’inizio mi urtava, come mi urtava la loro lentezza esasperante, la loro testardaggine, il loro non voler capire e il loro essere troppo gentili. Ora, apprezzo ogni singolo aspetto del loro modus vivendi.

Il cibo e la lingua sono due problemi che vanno a braccetto: nessuna di noi mangiava piccante e nessuna di noi sapeva parlare thailandese. Accanto alla nostra università ci sono dei piccoli ristoranti, nei quali nessuno parla inglese e non esistono menù (se non quelli scritti in thai): le nostre prime cene consistevano nell’indicare i disegni che ci sembravano più “commestibili”, aggiungere “Mai Phed” (che significa “Non piccante”) e sperare. A volte eravamo piacevolmente sorprese, altre volte capitava di mangiare un “green curry” e non volersi avvicinare al cibo per qualche giorno. La lingua è tutt’ora un problema, benché sappiamo comunicare un pochino in thai, perché i thailandesi non parlano inglese e quindi le uniche conversazioni che si possono sostenere sono a livelli elementari. Tante volte vedo persone in università che sembrano interessanti e che vorrei conoscere, ma so che non mi sapranno dire altro che “What’s your name?” e “Where are you going?”. Peccato.

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E la loro filosofia di vita? Quali sono i pregi e i difetti del vivere a Bangkok…

L’ingrediente fondamentale per vivere a Bangkok è avere pazienza. Molta pazienza. I thailandesi sono lenti, ma ho imparato a non vederlo come un difetto. Il loro pregio più grande, oltre alla rinomata generosità orientale, è il “Mai Pen Rai”, frase utilizzatissima che letteralmente significa “Non è un problema” ma che, a parer mio, racchiude il loro modus vivendi: sono un popolo che vive alla giornata, che si accontenta di poco, che non aspira a tanto, che non ha grandi ideali, che sembra superficiale (e forse lo è). Le domande esistenziali che tanto turbano me a loro sembrano non interessare, e questo forse è un bene. Inoltre, non si chiedono mai il perché delle cose: le accettano e vanno avanti. Non è un problema.

Bangkok 1

Io ne ho un ricordo difficile: una metropoli, una giungla di cemento, grattacieli, trafficatissima e inquinatissima, e in mezzo tantaria, meravigliosi templi e pagode, mercati affollati, centri commerciali, food per tutti i gusti e le tasche. Ma io ero lì di passaggio. Tu come la vedi?

Purtroppo Bangkok è l’anticittà, soprattutto per chi è solo di passaggio. Non si può passeggiare sui marciapiedi: troppe bancarelle, l’attenzione da fare ai motorini è troppa e la fastidiosa insistenza dei tuk tuk driver è insopportabile. Non ha nemmeno un centro, un unico centro, o una piazza, le strade sono lunghe e non particolarmente affascinanti ed è parecchio sporca. Però mi piace, molto. L’ho riscoperta di recente, quando ho avuto l’occasione di girarla nuovamente con i miei genitori: la guardo con occhi diversi, le baracche mi sembrano belle, il traffico ordinato, le strade hanno un senso. Per non parlare dei mercati: all’inizio l’odore era insopportabile, ora è piacevole.

E’ una città affascinante, completamente diversa da quelle a cui siamo abituate, forse (e soprattutto) perché la Thailandia non è mai stata colonizzata, non ha mai avuto un ordine. Ora apprezzo i suoi templi dorati che sorgono in mezzo a case sporche e rotte, amo le luci dei grattacieli, amo il casino dei food market, amo i taxi colorati, le scolaresche in uniforme che mangiano spuntini in sacchetti di plastica, amo persino le vecchiette che lavano i piatti in mezzo alla strada con l’acqua sporca (e in cui io poi mangio ..).

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Una settimana a Bangkok: cosa mi porteresti assolutamente a vedere che non siano le classiche mete da guida?

Il mio quartiere preferito è quello vicino al porto Thewet, a nord di Khao San Road: lì si è circondati da studenti universitari, botteghe e mercati non turistici (bellissimo quello dei fiori). Da lì è comodo muoversi in barca, il mio mezzo di trasporto preferito, e, per gli amanti della barca, consiglio di fare il giro dei canali nel quartiere Thonburi, a ovest del Chaya praya river, il fiume di Bangkok. Lì si possono vedere scene meravigliose di vita quotidiana. Un giro a Chinatown è obbligatorio, ma la cosa migliore è imbucarsi nei vicoli più piccoli, dove si possono trovare dei cibi assurdi (e a noi sconosciuti).

Da percorrere è anche Silom Road, da est a ovest, per vedere la nuova Bangkok, fatta di malls, negozi, luci abbaglianti fino ad arrivare al porticello vicino al Mandarin Oriental Hotel: da lì la sera si gode una splendida vista sul fiume illuminato e ci si può concedere di salire allo SkyBar più famoso di Bangkok. Una zona viva è quella vicino a Ramklahem, zona universitaria vicino al quartiere Bang Kapi: locali e un ottimo mercato con street food a 10 baht. Per rilassarsi si può andare al Chatuchak Park, attaccato al Chatuchak Market, oppure fare una passeggiata lungo uno dei canali che percorrono la città. Per quanto riguarda i templi, andate nel primo che vedete: meno turisti ci sono meglio è, a me è capitato di assistere alla preghiera dei monaci ed è un momento indimenticabile.

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E i rapporti con i thailandesi come sono? Com’è il popolo thai visto da vicino?

La Thailandia è soprannominata “The Land of Smile”, ed è il soprannome più giusto. I thailandesi sorridono sempre, ma il vero problema è capire cosa c’è oltre quel sorriso e quella gentilezza che li contraddistingue. Nessun thailandese è stato mai irrispettoso nei miei confronti, nessuno mi ha mai giudicato o guardato male, non ho mai avuto niente da ridire con nessuno, ma questo non vuol dire tanto. Nessun “farang” (straniero) sarà mai thailandese, neppure se passa tutta la sua vita qua: loro ti continueranno a chiamare “farang” e a non considerarti uno di loro.

Questo, però, non vuol significare che sono chiusi e che non accettano le differenze: l’esempio più lampante sta nel vedere come i gay e i lady boy (di cui il paese è pieno) sono perfettamente integrati nella società. Sono, inoltre, totalmente affascinati dal mondo occidentale, il nostro mondo, e tendono a non dare valore al proprio essere thailandesi in vari aspetti: ragazze che indossano lenti colorate azzurre, che si cospargono di prodotti sbiancanti, ragazzi che vogliono rifarsi il naso. Non riescono ad apprezzarsi, a dare valore alla loro cultura.

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Che cosa ti affascina di più del tuo nuovo paese?

La cosa che più mi affascina è la natura: il verde, le palme, i fiori che circondano tutto mi rendono felice, come se fossi sempre in primavera. Mi sveglio la mattina, scendo in strada e vedo cielo azzurro, il giardino e le palme. Mi affascina anche la semplicità dei legami che sono riuscita a creare con certe persone, a volte solo grazie a un sorriso. E, ancora, la libertà che mi da questo paese: senza pregiudizio alcuno, senza dover niente a nessuno, sono stata più libera di lavorare su me stessa e di cercare di conoscermi di più. La Thailandia è un paese dalle mille sfaccettature e dai mille difetti, ma una volta conosciuti e accettati ci si innamora perdutamente.

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Pensi di fermarti in Thailandia o hai già altre mete in mente?

Purtroppo non posso e nemmeno voglio limitarmi solo alla Thailandia: è un paese meraviglioso, sicuramente tornerò, ma questa esperienza ha accresciuto la mia “sete di mondo”. Giorno dopo giorno mi sono resa conto di quanti paesi voglio visitare e di quanto non è impossibile viaggiare e, anzi, di quanto mi sia indispensabile. La prossima meta potrebbe essere l’Australia, ma i paesi che voglio visitare prossimamente sono: Russia, Portogallo, Sudafrica, Nepal e tutta l’america del sud .. pochi e fattibili!

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Ringrazio moltissimo Cecilia per la sua disponibilità e la voglia di condividere anche qui la sua esperienza di vita non comune. Le auguro di continuare nel suo percorso di crescita, culturale e personale, sempre con questa tempra e questa voglia incredibile di confrontarsi con l’altro. E tra le righe mi auguro che anche la mia piccolina (ho ancora margini :-)), quando crescerà, abbia la sua stessa forza e la sua stessa sete di mondo… perchè come diceva Sant’Agostino :

“Il mondo è un libro. Chi non viaggia ne legge una pagina soltanto”

24 Comments

  1. Che forza questa ragazza, esperienza che piacerebbe aver fatto anche a me (se ne avessi il coraggio). Ora vado a guardarmi il suo blog! Bella scoperta 🙂

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    • Verissimo Silvia, coraggio-forza-entusiasmo-energia…per andare a 20 anni a fare un campus a Bangkok ne servono a palate.

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    • Grazie mille e .. non è mai troppo tardi per niente!

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  2. In effetti anch’io ho avuto un pessimo impatto con Bangkok, aria irrespirabile, però’ forse vivendoci per un po’ la visione cambia.

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    • Non dirlo a me, ogni attraversamento di strada serviva la mascherina e la benedizione perchè non sapevi se saresti sopravvissuto. E’ anche per questo che mi ha incuriosito la sua storia e il suo punto di vista.

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    • Giuro che ora il cielo è azzurro e l’aria super respirabile!

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  3. Cara Cecilia, ho letto con piacere la tua esperianza vissuta a Bangkok, città che conosco da tempo e nella quale sono ritornato e ritornerò sempre con piacere. Il tuo reportage corrisponde parola per parola a ciò che io ‘scoprì’ in questa affascinante metropoli, la prima volta che ci arrivai: sorpresa, sbigottimento, che alla fine furono sopraffatti dalla città, dal suo caos, che è il più accattivante, per me, del mondo con il suo balenare di colori, di suoni, di odori! Purtroppo le tinte vivaci con cui tu dipingi la città, rispetto a qualche anno fa, si sono molto attenuate. Scrivi che, ‘E’ una città affascinante, completamente diversa da quelle a cui siamo abituate, forse (e soprattutto) perché la Thailandia non è mai stata colonizzata, non ha mai avuto un ordine.’. In realtà non è così. Se è vero per ciò che riguarda un passato remoto, attualmente non è più così, da anni: la Thailandia ha subito un attacco violentissimo, un attacco che ha devastato il suo ordine tradizionale, la sua cultura, il turismo di massa, quello della peggiore tipologia. E’ questo l’invasore peggiore, il più pericoloso perchè subdolo ed inizialmente accattivante per la popolazione locale, ma in realtà foriero della più radicale iconoclastia culturale. Già Tiziano Terzani denunciava la distruzione dell’identità propria dei paesi del sud-est asiatico e lui lo faceva molti anni fa. Purtroppo questo paese, proprio perchè mai colonizzato in passato, non ha anticorpi autoctoni anti-sistema e quindo è destinato a cambiare profondamente, temo in peggio.

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    • Grazie 1000 Beppe per il contributo e la tua analisi, da conoscitore e da chi ha visto questa città cambiare negli anni. Spero che Cecilia legga la tua opinione e possa presto risponderti al riguardo.
      ps. felice che tu sia passato di qua 🙂

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    • Caro Beppe, hai pienamente ragione per quanto riguarda il turismo: io per prima ho avuto parecchie occasioni per trovarmi faccia a faccia con questo gran problema .. Io però vivo in una zona di Bangkok dove non si vedono occidentali, dove la gente mi urla “Farang!” mentre cammino, dove non parlano una parola di inglese. Questa forse era la bangkok di tanti anni fa, che per fortuna ho avuto il piacere di riscoprire. Per quanto riguarda il futuro della Thailandia, hai pienamente ragione .. sono la prima ad aver paura per loro per quello che diventerà il problema dell’inquinamento, del sovrapopolamento, della deturpazione della natura e delle tradizioni. Purtroppo non si riescono a rendere conto di quello che hanno e, per salvarsi economicamente, fanno quello che hanno fatto anche in passato per salvarsi dalla colonizzazione: si svendono, si “prostituiscono” agli stranieri, turisti, investitori, vecchi in cerca di sesso che siano. Chissà, magari un giorno capiranno e si pentiranno ..

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  4. Cara Cecilia, in cuor mio quasi quasi avrei voluto che mi contraddicessi! Ho amato molto la Thailandia, ma fin dalla prima volta ho capito che oramai essa era stata corrotta e che sarebbe stata solo questione di tempo. Il concetto di ‘prostituzione’ non esisteva in quel paese, dove le donne e gli uomini erano liberi di avere fra loro rapporti senza alcun divieto o vergogna. Adesso le prostitute esistono perchè noi, noi occidentali, abbiamo importato il concetto ‘pagando’ la compagnia delle donne thai o laotiane o birmane. Credo che il paese si stia avvicinando ad una resa dei conti molto grave che, conoscendo un poco la mentalità orientale, potrebbe esordire in una violenza inaudita, speriamo bene. Ma tu in che zona sei?

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    • Abito abbastanza vicino all’areoporto, tra Lad Krabang e Minburi, una zona tranquilla dove sostanzialmente non c’è niente. Purtroppo hai ragione, la prostituzione in questo paese mi ha spesso fatto rabbrividire ed arrabbiare (se dai un’occhiata al mio blog ho fatto spesso post in cui la raccontavo), ma è come se, avendo io conosciuto persone “pure” è come se quel mondo legato ai turisti mi sembri molto più lontano. Forse troppo ottimismo, effettivamente il paese ha parecchi problemi, ma quello che mi affascina è la loro positività e la loro noncuranza. Violenza? Ho passeggiato tranquillamente attraverso le manifestazioni politiche dell’ultimo mese che tutto il mondo definiva pericolose e non lo sono affatto.

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  5. “Ho passeggiato tranquillamente attraverso le manifestazioni politiche dell’ultimo mese che tutto il mondo definiva pericolose e non lo sono affatto.”
    ………………………..non possiamo,non possiamo,NON POSSIAMO dire ste cose cazzo!
    Sono state lanciate granate a frammentazione………..bombe artigianali esplose e non…….cecchini fotografati e ripresi mentre sparavano alla cazzo………….gente pestata fino alla morte………….ambasciate che diramano messaggi di stare lontani dagli assembramenti dei manifestanti………………governo thai che rilascia comunicati dove si dice che gli stranieri presi a partecipare alle manifestazioni possono essere deportati…………………..
    Cazzo!!! Leggo gente che scrive ste cose e allora penso:
    ” no…no…tutto tranquillo…..allora con mia moglie in cinta e mia figlia di 20 mesi mi vado a fare un giretto dove ci sono i manifestanti……tanto ci sono le bancarelle, ballano,cantano…….ooohhhhhh proprio come alle feste paesane………..”
    Già………..poi se magari in mezzo ai pacifici manifestanti capita che si sparino o lancino una bombettina………ma dovrà mica succedere proprio dove sono io vero?
    E poi dai………anche se succede………MAI PEN RAI…….no?

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    • Già già, infatti se certa gente conosce tanto bene da non rendersi conto che la prostituzione principale è per i thai e ad opera dei thai ed è ancora convinta che sia stata importata dagli occidentali, ci sarebbe da essere imbarazzati a scrivere cose del genere senza sapere di cosa si parla.

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      • Quotone per Gianni 😉
        Nella foga di scrivere il mio commento mi sono dimenticato di inserire la parte dove dicevo che la prostituzione nel paese è legata ad un 2-3% la parte che riguarda gli stranieri…………il resto è roba “interna”………….

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      • Sarò ben lieta di conoscere i thailandesi che vanno a prostitute, mi spiace non averli mai incontrati in tutti i go go bars, locali a luci rosse, ping pong shows e club in cui sono andata!
        La prostituzione thailandese è a opera di thai per gli stranieri, nel senso che le prostitute sono thailandesi, i gestori pure – nella maggior parte dei casi – e i clienti stranieri.

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      • Forse perche’ non ha mai girato i Karaoke, i bars con lucine di natale i Grandi body massage solo per Thai, le ville e simili che sono ovunque e in cui la maggioranza sono minorenni ;). Fa’ la viaggiatrice ma va’ solo nei posti frequentati da stranieri ritenedoli ” la Thaiandia” ? Strano…dovrebbe seguire un certo @RichardBarrow su twitter…non si preoccupi lo ha citato anche la CNN come miglior blogger sulla Thailandia in assoluto.

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    • Inizio (ri)precisando che IO ho passeggiato tranquillamente tra le manifestazioni, e con ciò non intendo né dire che a tutti è capitato lo stesso – sono ovviamente a conoscenza degli accaduti – né consigliare a potenziali turisti di andare – presumo che tutti abbiano il buonsenso e la ragionevolezza necessaria per interpretare le situazioni, pertanto non capisco la ragion d’essere del tuo commento: Bangkok non è una città pericolosa e, anzi, è molto più sicura di molte città italiane e se non ti sembra così evidentemente abbiamo avuto esperienze diverse nel paese – e ti inviterò calorosamente a raccontarmi le tue, di esperienze.
      A me questo è capitato, ho raccontato la mia esperienza perchè, appunto, il post si chiama “La Bangkok di Cecilia” e non “La Bangkok di tutti i turisti”, e mi spiace che tu non possa avere la stessa mia visione della città, ma Mai Pen Rai!

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  6. Salve. Lavorando con la polizia Thailandese, nonostante apprezzi la bella descrizione, vorrei ricordare a lei e chiunque che con effetto immediato qualunque cittadino straniero venga fermato o anche solo partecipi, si fermi o cammini nelle aree ove avvengono manifestazioni verra’ arrestato e deportato immediatamente. Rimane che i recenti episodi di violenza scoppiati nel giro di pochi minuti che portano a conseguenze anche serie sconsigliano di recarcisi.

    Per quanto sia solo responsabilta’ sua e scelta sua rischiare le sua vita le ricordo che dare indicazioni che portino altri a rischiarla inconsapevolmente sia deplorevole.

    Da quello che ha scritto ritengo sia una persona intelligente e sono sicuro che rettifichera’ la parte dove scrive che le manifestazioni sono pacifiche o che quantomeno si penda la responsabilita’ di eventuali persone si trovino sotto fuoco di armi pesante e siamo coinvolte

    Roberto Manzoni
    Royal Thai Police Assistant
    https://www.facebook.com/Thaisicura

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    • Apprezzo i suoi consigli, ma non ritengo di aver dato indicazioni ad altri di fare lo stesso, ho semplicemente raccontato la mia esperienza e la mia opinione. Presumo che i lettori di questo blog abbiano il buonsenso necessario per capire quanto rischiosa possa essere la situazione, e non ho la benchè minima intenzione di prendermi la responsabilità di persone che per una frase letta in un commento ad un post di un blog si uniscano alle manifestazioni e restino coinvolte. Ognuno ha la sua testa, io non consiglio nessuno, ma sta di fatto che io sono capitata per caso più volte e non mi è capitato niente. Fortuna? Forse, ma così è.

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      • Forse non ha capito, i miei non sono consigli ne opinioni, il divieto assoluto di recarsi per qualunque motivo nelle zone delle manifestazioni e’ stato dato dall’ immigrazione Thailandese. Io dubito le possa essersi ritrovata varie volte ” per caso” essendoci stati cordoni di sicurezza ed essendo stati divulgati ampiamente ogni giorno i percorsi, acnhe in Italiano ;), con tanto di mappe su google aggiornate i movimenti dei manifestanti.

        Lei se ne prende la responsabilita’ nel momento in cui definisce sicura o tranquilla una zona o una situazione pubblicamente e ripetendolo.

        Se non ritiene che le persone non debbano seguire i suoi esempi o non vuole che interpretino quello che le accade come fatti reali che sono simili anche per loro semplicemente o non lo scrive e divulga o aggiunge ” non fatelo a casa :).

        Lei ha chiaramente scritto:
        “Violenza? Ho passeggiato tranquillamente attraverso le manifestazioni politiche dell’ultimo mese che tutto il mondo definiva pericolose e non lo sono affatto.”

        Quindi ha definito chiramente non pericolose delle manifestazioni ove vi sono stati 6 morti e piu” di 100 feriti, non credo di dover star qui’ a riportarle articoli, foto e video spero ma comunque

        http://thaisicura.it/live-stream/726-team-ts/videos/video/173-raw-violence-in-bangkok-on-eve-of-elections

        http://thaisicura.it/live-stream/726-team-ts/videos/video/172-

        http://thaisicura.it/live-stream/726-team-ts/videos/video/171-sparatoria-durante-confronto-tra-manifestanti

        Posso riportarle almeno altri 50 video e almeno un migliao di foto. Le queste manifestazioni le ritiene non affato violente o pericolose?

        Vede una cosa che lei deve capire e’ che nel momento in cui scrive un articolo o un commento le ne e’ responsabile, che lo voglia o no.

        Le risparmio i video di quelli con le mani fatte o le gambe a pezzi da granate e altro e sparate vicino a luoghi frequentati dai turisti.

        Faccia come crede. Auguri.

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  7. Ringrazio Mirko, Gianni e Oceano per i rispettivi interventi, ma pregherei tutti di esporre le proprie opinioni sempre nel rispetto della netiquette. E’ passato qualche giorno dalla pubblicazione del post, provvedo ad avvertire la diretta interessata dei nuovi commenti e spero vi risponda al più presto. monica

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  8. Ripeto che le mie non sono opinioni ma divieti emati dall’ immigrazione Thailandese con tanto di sanzione e deportazione immediata, giusto per essere chiari. Forse troppi pensano che scherzi quando dico quello che faccio in Thailandia…finche’ non hanno bisogno di un italiano in divisa che li aiuti.

    Auguri anche a lei.

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  9. Pacifismo thai all’opera, i filmati sono di oggi, i 4 morti anche…purtroppo le granate non avvisano in anticipo dove e quando esplodono e la gente poi si “arrabbia” col primo manifestante che si trova davanti, certo è che quando esplodono non fanno distinzione tra bianco o marrone, indigeno o turista. A vostro rischio e pericolo…

    https://www.facebook.com/photo.php?v=427449917389694&set=vb.172753116192710&type=2&theater

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