Marocco: visitare le Tanneries di Marrakech (e farsi alcune domande…)

Marocco: visitare le Tanneries di Marrakech (e farsi alcune domande…)

Altro angolo di Marrakech, altro pianeta. Rispetto al post precedente sui giardini Majorelle qui è un “filino” diverso. Perchè questa città e’ una scoperta continua, una storia ingarbugliata, una promessa non mantenuta, un labirinto senza uscita. Un velo che copre un viso e uno sguardo che non si dimentica. Il colore è alla base di tutto qui nel souq dei tintori e dei conciatori. Non si fa caso al passare del tempo perché si vive di cose semplici, di stoffe, spezie, pelli e polli. Di whisky berbero, di musiche dalle cadenze ripetitive e colori. Tantissimi colori. Sono tinte vive, accese, piene, come la gente che abita le vie di questo mondo che sembra non sia consapevole dell’esistenza di un universo al di fuori delle sue mura, un universo che fa il suo corso anche senza di lei. Mi guardo intorno e in effetti poche cose sembrano cambiate dal medioevo. La concia delle pelli è una tradizione millenaria, il lavoro si trasmette di padre in figlio, i conciatori organizzati in corporazioni, le pelli trasportate a dorso d’asino fino alle vasche di tintura, le condizioni lavorative igieniche e di sicurezza immutate e così pure i problemi di salute dei lavoratori. Ci vuole lo stomaco forte a entrare qui dentro, perché al di là del “pittoresco” che il turista ama molto, le domande iniziano a porsi. Chi lavora nella conceria, per lo più berberi, come lavora? è costretto a stare tutto il giorno immerso nelle sostanze chimiche coll’unica protezione di un paio di guanti e di stivaloni alti di gomma. E cosa utilizzano per la concia? Udite, udite, escrementi di piccione e...
Marocco: Jardin Majorelle, il giardino botanico di Marrakech

Marocco: Jardin Majorelle, il giardino botanico di Marrakech

“Quando si tratta di un paesaggio , io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso.” (Pierre Auguste Renoir) Questo definirlo giardino è davvero poco, riduttivo. E’ una specie di piccola opera d’arte dentro cui saltare e andarci a spasso… e se due artisti internazionali (il pittore paesaggista francese Jacques Majorelle e lo stilista Yves Saint Laurent)  gli hanno dedicato una fetta della loro vita ci sarà pure un perché! Un angolo di Marrakech che mi è strapiaciuto, un solo ettaro verde circondato da alte mura, un luogo che in realtà potrebbe essere ovunque, fatto di silenzio fresco, olivi, banani, limoni, cedri, lauri, felci, salici,  buganvillee, succulente, cactus, bambù, robinie, gelsomini. Un luogo di giochi d’acqua, uccelli che lo abitano, una villa Art-Decò a fare da sfondo, camminamenti rossi, gazebo saaditi e vasi policromi. Ma soprattutto accostamenti grafici degli elementi, quasi astratti, studiati a tavolino: basta un’agave, una fontanella nel punto giusto, il minimo comun denominatore del blue Majorelle, un giallo vivo, un verde veronese contro un muro, angolazioni e visuali ad hoc, per creare un’architettura del paesaggio unica. Poche cose, ma curatissime. Credo sia l’essenza di quest’oasi di pace. Un paesaggio è uno stato d’animo Henri Frédéric Amiel Questo il link del Jardin Majorelle, da non perdere se passate a Marrakech, e questa una breve nostra photogallery del giardino (ehm! dovrei dire sua perchè questa volta le foto sono tutte del marito 🙂 ), e come sempre vi consiglio di cliccarci su e farvi una carrellata di ingrandimenti...
Marocco: Marrakech, ombelico del mondo

Marocco: Marrakech, ombelico del mondo

L’hai immaginata, aspettata, voluta. E quando hai potuto prenotare un volo, non hai avuto nessun dubbio. Destinazione Marocco, Marrakech. Anche per poco, un solo long week-end (4gg-3notti), ma si sa, chi si accontenta  gode :-). Per poi scoprire che non avresti resistito un solo giorno di più … ma andiamo con ordine. Scordatevi la piantina, la guida, la mappa e preparate i cinque sensi ad essere travolti. Certo una mezza idea ce l’avevo eccome, ma non mi aspettavo un “buco nero”, dove tutto accade, tutto c’è, dove il ritmo è sopra le righe, dove le tue energie vengono risucchiate fino a spremerti come un limone. E’ un gran casino questa città, la sua medina tutta vicoli e sporcizia, tutta la merce del mondo sembra essersi data appuntamento qui, tutta la gente sembra muoversi giorno e notte senza sosta, tutti corrono, tutti si avvicinano, tutti chiamano, tutti “solo vedere, no comprare”, tutte le stranezze, colori, odori, caos senza filtri. Ha un non so che di primordiale questo angolo di mondo. All’improvviso tu occidentale abituato alla tua auto, ai tuoi sensi di marcia, ai tuoi parcheggi, ai tuoi spazi, al tuo ordine fisico e mentale, sei tra muli sferzati di continuo, tra motorini rumorosi che fanno zig-zag tra i passanti, tra carretti carichi, biciclette scassate, mercanzie appese o per terra di ogni gamma e colore, il sapore dei ceci e delle olive, l’odore degli incensi e del legno di sandalo, i saponi profumati all’ambra e al muschio bianco. Sei tra gatti di strada, spremitori di agrumi, la carne ammucchiata su una lastra e lasciata lì al sole, un barbiere improvvisato dentro...
Tunisia: una galleria fotografica del Sahara

Tunisia: una galleria fotografica del Sahara

“Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio…” (Antoine de Saint-Exupèry) un consiglio spassionato: se qualcuna vi piace, cliccateci su e guardatevela ingrandita…tutta un’altra storia e il deserto merita...
Sulle piste berbere della Tunisia

Sulle piste berbere della Tunisia

Dico Tunisia e voi viaggiatori storcete il naso? avete in mente un turismo mordi e fuggi? la sagra dei villaggi mai all’altezza e dei pacchetti all-inclusive a Djerba? gli autobus pieni di turisti dei 5 minuti che arrivano in un bel posto, scendono, giro d’ordinanza tra i negozi di souvenir, scattano 4 foto al volo e via ripartono per la prossima meta perchè il tempo che hanno a disposizione per veder tutto è poco? Ok, tasto RESET. La Tunisia è altro. L’ho capito qualche anno fa, quando in compagnia di un amico appassionatissimo di Africa, di outdoor e di fuoristrada siamo partiti caricando la sua LandRover, attrezzata di tutto punto per il deserto, sul traghetto Genova-Tunisi e ci siamo girati per bene questo paese da nord a sud. E’ così che ogni luogo comune è stato sfatato e ho avuto la percezione di cosa offra realmente questo paese. Una Tunisia varia, sfaccettata, ricca di alternative. Una Tunisia dove puoi perderti nelle medine e lasciarti investire dai loro colori e odori di spezie, pepe e zafferano mescolati a gelsomino e tè verde. Una Tunisia dove godere della solitudine e degli insegnamenti del deserto. Una Tunisia dove tornare indietro nel tempo nei villaggi berberi e nelle zone più impervie. Dove l’aroma di menta si gusta a piccoli sorsi, dove puoi assaggiare i grappoli di datteri zuccherosi, dove l’alba è fredda (d’altronde io ci sono stata in Gennaio), il tè bollente ed il pane appena cotto sotto la sabbia. Da girare on e soprattutto off-road 🙂 Ed è nel Sud della Tunisia, che vorrei portarvi oggi: da Tozeur a Tatauoine passando per...
La mia lista dei desideri: un viaggio in Uganda e Ruanda

La mia lista dei desideri: un viaggio in Uganda e Ruanda

Dopo tanti post su viaggi realmente fatti ho pensato che sotto l’albero di Natale mi piacerebbe trovare due biglietti per un’esperienza che sogno da anni. Lo so, la mia wishlist è immensa al pari di qualunque viaggiatore-sognatore, ma sicuramente un viaggio in Uguanda è tra i primissimi posti. Oh, premesso che ognuno ha le sue turbe e che la mia adorazione per gli animali è di lunga data e forse troppi documentari nell’infanzia mi hanno traviato, ho però un’immagine stampata chiara nella testa. Una domenica passata nello zoo di Praga, quando vivevo lì qualche anno fa. Non amo gli zoo, decisamente. Ma quello di Praga è grandissimo, ettari e ettari di spazio vicino al castello di Troja, ci si arriva facilmente colla linea rossa della metro Nadrazi Holesovice, è poco frequentato da turisti ma ci vanno soprattutto le famiglie locali. Una grossa fetta dello zoo è dedicata all’Africa. E quel giorno di primavera mi colpì la riproduzione della giungla equatoriale in un’enorme serra. All’improvviso venimmo catapultati in uno scenario di liane, macachi, mangrovie, rettili con un discreto tasso di umidità e poi al di là del vetro lui, e due occhi neri piantati dritti verso i visitatori. Pic credit: Micheal Nichols ph. Mr Gorilla in persona, nero come l’inchiostro, 250 kg di pelo, una montagna che non ti aspetti e soprattutto uno sguardo che ti parla, due occhioni di un’intelligenza spiccata, ci vidi dentro umanità e un velo di perenne tristezza, o almeno questa fu la sensazione. All’improvviso ti senti un po’ come nel libro di Dian Fossey o nella sua trasposizione cinematografica “Gorilla nella nebbia” (o almeno vorresti esserci)....

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