Francia: la Borgogna che si specchia sul Canal du Nivernais

Francia: la Borgogna che si specchia sul Canal du Nivernais

“Buon giorno”, disse il piccolo principe. “Buon giorno”, disse il mercante. Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una a settimana e non si sentiva più il bisogno di bere. “Perché vendi questa roba?”, disse il piccolo principe. “E’ una grossa economia di tempo”, disse il mercante. “Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre minuti alla settimana”. “E che cosa se ne fa di questi cinquantatre minuti?” “Se ne fa quel che si vuole…” “Io”, disse il piccolo principe, “se avessi cinquantatre minuti da spendere, camminerei adagio, adagio verso una fontana….” (Antoine de Saint Exupery) All’acqua, ai suoi giochi di luce e agli specchi naturali che è capace di creare è dedicata questa mia gallery, una selezione di immagini scattate in Borgogna sul Canal du Nivernais. Se avete voglia di vederne altre questo è il link della pagina FB del blog dove ho messo un album dedicato e poi a breve concluderò la trilogia di post dedicati all’Houseboat con qualcosa di più pratico, diciamo un piccolo manuale per una Houseboat felice con tutte le dritte del caso 🙂 a modo mio, con un pizzico di ironia, come al solito….stay...
Francia: pensieri sparsi su una houseboat in Borgogna

Francia: pensieri sparsi su una houseboat in Borgogna

Eccomi di ritorno, si fa sempre fatica a switchare dalla modalità travel/vacanza/cazzeggio alla routine quotidiana e forse vi aspetterete come primo post dopo questa mia pausa estiva un vero itinerario di viaggio, con tutte le info del caso sui posticini appena visitati. Ecco, siete fuoristrada, forse lo sono pure io in questo momento 🙂 Mi lascio andare allora a pensieri sparsi, come corde ingarbugliate ancora da dipanare. E voglio iniziare dalla fine, dall’ultima parte di questo Agosto disordinato, dall’esperienza sulla Houseboat in Borgogna. I primi feedback di un’esperienza particolare, molto direi.  Su questo blog per scelta non vi parlo di tutti i viaggi che ho fatto per fare numero o gongolarmi, ma solo di quelli che mi hanno colpito, mi hanno raccontato e trasmesso qualcosa, che siano dietro casa o dall’altra parte del mondo. E questo ne è un caso esemplare. Ci sono viaggi dove macini chilometri, dove la strada e la fatica sono tante, gli input e i volti incontrati idem, dove le giornate sembrano non bastare mai e prevale la sensazione di tornare a casa avendo visto solo una piccola fetta, sempre troppo poco. Stavolta è stato l’opposto. E te ne puoi rendere conto solo quando ci sei sopra, perché la Houseboat è l’anti-itinerario per eccellenza. E’ bastato poco per accorgermi che Lei è slow, così slow, ma talmente slow che ti smonta ogni programma, ogni velleità di voler vedere tutto di una zona. E sei costretto a rallentare. E se non bastassero quegli 8-10 km all’ora con cui scivola sull’acqua pacifica, ci si mettono decine e decine di chiuse a rallentarne il percorso ( di cui...
Spagna: “Sevilla para vivir”, come visitare Siviglia in 3 giorni

Spagna: “Sevilla para vivir”, come visitare Siviglia in 3 giorni

Bastano pochi giorni, l’ideale sono tre giorni a Siviglia pieni per esserne folgorati. Una città che stuzzica i sensi, appassiona, trasmette energia ed è tremendamente bella da vedere. Già prima di partire avevo una gran voglia di conoscerla… da qui Colombo (o Colòn come dicono loro) partì per le Indie, qui la Carmen di Bizet seduce il suo torero, questa è la patria della Semana Santa pasquale e subito dopo della gioia e del folklore della Feria di April, qui nasce il flamenco e le sue melodie strappalacrime. E le mie aspettative non sono affatto deluse. Noi la giriamo con nostra figlia i primi di Maggio, stagione ideale perché si sta bene in maglietta, mentre d’estate le temperature arrivano come niente a 40 e passa gradi…quindi occhio! Anche perché a Siviglia c’è tantissimo da vedere e da camminare, che sia una passeggiata lungo il Rio Guadalquivir che taglia la città, o vi addentriate nelle viuzze dei Barrios centrali, o vi perdiate nei labirintici giardini dell’Alcàzar o nella Plaza de Espana o de America, o anche solo andiate “tapeando” come dei veri sivigliani… farete di sicuro parecchia strada! Provo a mettere a fuoco qui qualche istantanea.  I CLASSICI: CATTEDRALE, GIRALDA, ALCAZAR Sono loro tre le prime protagoniste dello spettacolo, è inevitabile. La cattedrale incute una certa soggezione, dicono sia una delle più grandi del mondo. Immensa, sproporzionata, pensata e costruita come “una casa di Dio, costruita da pazzi” e in effetti la mole la dice lunga. Varchi l’ingresso e resti appeso fino all’uscita, col naso all’insù tra l’infilata di cappelle gotiche, i capolavori di Murillo e Goya, pale d’altare, policromie, architravi scolpite...
Grecia: “A Zacinto” (ma anche “A Zante” va bene)

Grecia: “A Zacinto” (ma anche “A Zante” va bene)

Ogni isola greca ha la sua personalità, è innegabile. C’è quella più mondana e movimentata, c’è quella paesaggisticamente imperdibile, c’è quella da girare, ci sono quelle più defilate e tranquille, penisole, promontori, baie, calette e spiagge per tutti i gusti. Qualche anno fa, alla fine di un’esperienza lavorativa intensa, finito il preavviso, ho preso al volo l’invito di un’amica che da anni frequentava quest’isola. Era Giugno, con un low-cost davvero a buon mercato arrivo a Zakynthos, prendo possesso di un appartamentino basic affittato in paese e uno scooter a noleggio. E si parte alla scoperta dell’isola. Zante è Mediterraneo puro, fa parte delle isole Ionie, tutta vigneti, frutteti, uliveti e foreste di pini. Andateci in bassa stagione, quando le orde di turisti (inglesi e slavi per lo più) sono ancora lontane, quando basta uno scooter per fare il bagno ogni giorno in un angolo diverso dell’isola e godersela appieno, nella sua lentezza, nella sua pace, nella sua semplicità. Scoprirete un’isola easy ancora poco battuta, forse meno corrispondente all’ideale greco, ma proprio per questo più interessante. Provo a trasmettervi qualche flashback di quel periodo…mi sentivo libera, indipendente, finalmente senza catene e con una gran voglia di gironzolare, così senza fretta, senza appuntamenti, solo per il piacere dell’incontro e per la gioia della scoperta. Bei tempi! Uno stato d’animo perfetto per viaggiare e una partenza inaspettata. E Zante non mi ha delusa. E’ un’isola dalla doppia faccia, nord e sud sono pianeti diversi. Natura selvaggia, rocce aguzze e pareti a strapiombo, mare cristallino, solitudine e silenzio condite da qualche suggestione ellenica ad Agios Nikolaos, Tsivili, Navagio, Porto Vromi, Alikes. Al contrario...
Spagna: arcobaleno di aquiloni a Tarifa

Spagna: arcobaleno di aquiloni a Tarifa

Provo a per mettere nero su bianco una giornata nella punta meridionale della Spagna, sulla costa de la Luz, un pò prima di Gibilterra. Siamo nella ventosa Tarifa. Una piccola città vecchia fatta di stradine strette e case imbiancate a calce proprio di fronte alla costa marocchina, sembra quasi di toccarla e verrebbe una gran voglia di salire su uno dei tanti aliscafi e andarci (ma i giorni sono sempre troppo pochi!). Il bello di Tarifa, dopo la full immersion nella storia di Granada-Cordoba-Siviglia, è essere al mare…e lungo la strada iniziamo a vedere centinaia di colori, sembrano aquiloni, la curiosità ci fa sterzare per una stradina sterrata verso la spiaggia, piena di buche, di tori neri al pascolo, in una valle circondata da crinali e tantissime pale eoliche. Siamo a Valdevaqueros, dove i prati sconfinano nelle grandi dune di sabbia e le dune in mare. Già il paesaggio da solo basterebbe. Una lunghissima  spiaggia di sabbia fine, acqua limpida, un sole fantastico, le montagne alle spalle e a 15 km il Marocco. Già tanto… Togliersi le scarpe e fiondarsi giù dalle dune è un attimo (nana in primis!). La spiaggia è un’esplosione di colori, centinaia di kitesurfers e windsurfers all’opera, un tripudio cromatico che tramette allegria e si staglia dallo sfondo bianco tipico dell’architettura andalusa. Ce n’è per tutti i gusti, quelli imbranati alle prime armi colla tavola ai piedi, quelli supertecnici alle prese col montaggio della vela, noi seguiamo le loro diagonali e le loro danze portate dal vento. Onde, onde, onde e il vento, la tua vela e la tua tavola, sembrava non ci fosse niente...
Spagna: la voce dell’Alhambra di Granada

Spagna: la voce dell’Alhambra di Granada

Ho letto che Jorge Luis Borges, poeta e scrittore argentino, si recò ormai cieco all’Alhambra, e ascoltando la voce dell’acqua e il profumo del gelsomino, vide l’Alhambra in tutta la sua bellezza. Voglio prendere spunto da qui per iniziare a scrivere di quello che rappresenta il fil rouge di questo incanto moresco circondato dalla Sierra Nevada. L’Alhambra di Granada è sicuramente una di quelle destinazioni su cui troverete in rete fiumi di parole, di informazioni, di dati storici e leggende, di descrizioni dettagliate sala per sala, di palazzi e giardini, viali alberati e cortili da mille e una notte. Non ha alcun senso scrivere su questo blog descrizioni dette e ridette in molte salse. Provo a raccontarvi la mia Alhambra, coi miei occhi, coi miei sensi, con quello che mi ha colpito e mi è rimasto dentro. E’ una città in miniatura che aspira alla perfezione, progettata come la più bella delle città, 2 km di mura e 30 torri abbracciano i palazzi reali nasdiri, in un esempio di architettura islamica dove poesia, immaginazione e ornamento dominano un belvedere a 360 gradi sul paesaggio andaluso… e nomi evocativi come l’Alcazaba, il Mexuar, il Comares, il Generalife non sono altro che l’idea musulmana del paradiso del sultano, realizzata in marmo d’Almeria, finestre gotiche, ciottoli bianchi e neri, soffitti lignei, piastrellature colorate, capitelli dagli intagli raffinati e incredibili decorazioni in stucco simili a merletti. Tutto secondo canoni di armonia, proporzione e semplicità. Spazi legati al numero, alla simmetria, alla forma geometrica e soprattutto alla presenza dell’elemento acqua. Eccolo il tema di questo post, la voce dell’acqua, la voce dell’Alhambra. Fonte di vita, l’acqua...

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