Nuova Zelanda: quando i Maori ballano non è solo Haka

Nuova Zelanda: quando i Maori ballano non è solo Haka

Tutti oggi conosciamo la Ka Mate, l’ Haka tipica degli All Blacks, ripetuta ad ogni partita dalla nazionale di rugby neozelandese, dopo gli inni, per intimorire gli avversari. Ma cosa significa “haka”? un significato preciso, che va ricercato proprio nelle sue radici. La parola Haka deriva da Ha (“soffio”) e Ka (“infiammare”) e significa “accendere il respiro”. La danza Maori è spirito individuale, sentimenti, emozioni. L’Isola del Nord della Nuova Zelanda è l’incontro con la cultura Maori, un popolo estremamente fiero. Vi ho già parlato di Rotorua, dei suoi geyser e delle sue incredibili sculture. E’ qui, al Te Puia Maori Institute  che ho l’occasione giusta per capirci qualcosa in più sui Maori di origine polinesiana…che poi Maori è una parola che significa “normale”, in contrapposizione agli “invasori” inglesi definiti dagli autoctoni pakeha. Finito il tour guidato nel parco geotermale, tra pozze di fango in ebollizione e lo spettacolo del geyser Pohutu che ogni 15 minuti decide lui fino a che altezza sparare, l’attenzione è tutta per loro. Mani, piedi, spalle, gambe, occhi, lingua…tutti giocano la loro parte per esprimere una sfida, un benvenuto, l’esultanza o il disprezzo, la passione, il vigore, l’identità della razza. E’ un messaggio attraverso parole e atteggiamenti e un rituale di grande effetto: si roteano e si dilatano gli occhi, si digrignano i denti, si spalanca la lingua, ci si batte il petto e gli avambracci, espressioni facciali molto marcate. E’ l’esibizione pura del coraggio e della potenza, secondo lo spirito dei maori, per gli uomini. A parte la stazza, incutono timore solo a guardarli  😛 Le donne invece fanno danze energiche, con movimenti di bacino accompagnate da un sottofondo...
Nuova Zelanda: Queen Charlotte Drive

Nuova Zelanda: Queen Charlotte Drive

Continuo la risalita virtuale della Nuova Zelanda (qui trovate tutti i post precedenti). Questa volta lo faccio solo con una gallery fotografica, siamo sulla punta più a nord dell’isola del Sud, sulla Queen Charlotte Drive, in mezzo ai fiordi e agli infiniti celesti dei Marlborough Sounds. Un saliscendi di strade strette, un dedalo di insenature, una marea di curve dietro alle quali no, non puoi immaginare cosa ti aspetta. Un solo esempio, il Pelorus Sounds (uno dei tanti fiordi) è lungo 42 km e ne ha 380 di costa 🙂 per tutto il resto la gallery credo parli da sola. “Se vuoi sognare e hai bisogno di un tonico, rovescia la coppa del cielo e beviti l’azzurro!”...
Nuova Zelanda: Marlborough e il suo vino

Nuova Zelanda: Marlborough e il suo vino

No, onestamente non posso spacciarmi per quello che non sono. Di vini ne so ben poco. Però posso raccontarvi, senza pretese, una delle zone più affascinanti della Nuova Zelanda. Dove tra viti, qualità, competenza, accoglienza e degustazioni anche se non sei del mestiere o un appassionato, rischi di diventarlo 🙂 Certo a queste latitudini, con due ghiacciai e un tuffo in montagna nella stazione termale di Hanmer Springs fatti a poca distanza, una vallata di questo genere non te la aspetti proprio. Eppure la musica cambia veloce qui all’Isola del Sud! La Nuova Zelanda è un paese di estremi: dal tropico ai ghiacciai, il mare che s’impenna e diventa alpi, le stagioni anche se capovolte, qui rimangono quasi sempre quattro e non sorprende che, con tutta questa varietà, qualche vignaiolo coraggioso 200 anni fa sia riuscito a trovare degli angoli adatti per piantare i suoi vitigni. E piano piano farne dei vini riconosciuti a livello internazionale. Arriviamo a Wairau Valley e sono due le sensazioni che balzano in prima linea: Qui improvvisamente il clima è mite, venendo da Sud dopo giornate di Febbraio (la loro estate) fredde e ventose, non si sa bene quale arcano mistero fisico fa diventare questa valle irradiata dal sole, con giornate calde e notti fredde, l’influenza dell’oceano e il microclima umido. Condizioni perfette per un buon vino. Mi colpisce l’ordine, la cura certosina, la precisione e accurata numerazione dei filari, tutta la vallata è pettinata alla perfezione, no non siamo in Svizzera ma l’approccio meticoloso alle viti è quello. Metto qualche foto che rende bene l’idea. Qui ci sono una sessantina di produttori e nascono...
Nuova Zelanda: Kaikoura e le sue otarie

Nuova Zelanda: Kaikoura e le sue otarie

“Non viaggio mai senza il mio diario. Uno deve sempre avere qualcosa di sensazionale da leggere sul treno.” (Oscar Wilde) Ecco, se c’è qualcosa di sensazionale da annotare nel proprio diario neozelandese, questa è Kaikoura. O almeno per me lo è stata. Una piccola penisola sulla East coast, Isola del sud. Eppure un concentrato di bellezza naturale come se ne vedono pochi. Ci arrivi dopo chilometri di stradine tortuose, solitarie, distanze incredibili colme solo di silenzi, vento, luce australe. I roaring forties soffiano da ovest a est, incessanti e con loro arriviamo sull’oceano. Nau Mai Haere Mai Ki Kaikoura! Pare che voglia dire (ma non ci metterei la mano sul fuoco 🙂 ) benvenuti a Kaikoura! Un pezzo d’Islanda trapiantato nel sud del Mondo…ecco a dire il vero io l’Islanda non l’ho ancora vista, però me la immagino esattamente così, strapiombi di falesie su un mare selvaggio, montagne innevate e sotto spiagge scure, forza e bellezza insieme. La nuda roccia color grano a picco nel mare turchese. Gli antipodi che prendono forma. E la natura che urla. Un urlo liberatorio. Ok forse è una associazione di idee un po’ calcata, ma provate ad essere lì, poi mi direte 🙂 Di per sé la cittadina di Kaikoura, villaggio di ex pescatori di balene trasformato ultimamente in centro turistico eco-friendly, a parte qualche edificio non dice niente di speciale. Il suo nome maori significa “cibo di aragoste” ed infatti le vedi vendute ovunque, persino nei baracchini lungo la strada, con contorno di patatine fritte O_O E’ tutto quello che c’è intorno a Kaikoura ad essere un cinema. Pronti per la puntata di National Geographic?...
Nuova Zelanda: i ghiacciai Fox e Franz Josef

Nuova Zelanda: i ghiacciai Fox e Franz Josef

Isola del Sud, Nuova Zelanda. Dopo la Fiordland e la Southland, risalendo da Queenstown verso nord ci sono due primedonne, che proprio non è possibile ignorare. Sono due ghiacciai così vicini all’oceano della West Coast (12 km) da poter vedere il Mare di Tasmania dall’alto nelle giornate limpide, il Fox Glacier e il Franz Josef Glacier. Pensare che in questa terra abita l’1% dei neozelandesi ( che già sono quattro gatti 🙂 ) non è difficile: fai km e km e incroci se va bene un’anima, qualche alpaca e milioni di pecore ricciolute al pascolo. Finchè arrivi al Westland Tai Poutini National Park, zona piovosissima che già il nome è tutto un programma. Eh sì, un programma fatto di foreste pluviali, laghi, spiagge completamente deserte, cervi, otarie, strani pappagalli e un ecosistema unico al mondo. E non serve pagare nessun biglietto, qui è natura allo stato puro, basta girare e guardarsi attorno per beccare un Kakariki o un Takahè – uccello che non vola – perché in Nuova Zelanda ho scoperto che non ci sono mammiferi predatori e questa specie (in via d’estinzione) non usa le ali…gironzola per i prati zampettando 🙂 Ma veniamo al dunque, i due ghiacciai gemelli, le due primedonne. Vicini (20 km di distanza) e simili. Il Franz Josef dicono sia più imponente, mentre il trek a piedi per arrivare al Fox sulla carta è più breve e permette di avvicinarsi di più al fronte del ghiacciaio. Noi in Nuova Zelanda viaggiamo con la nanetta di quasi 4 anni e quindi tra i due puntiamo al Fox, poi è chiaro che uno dei due genitori dovrà...
Nuova Zelanda: visitare l’Isola del Sud, informazioni e consigli utili

Nuova Zelanda: visitare l’Isola del Sud, informazioni e consigli utili

Le ultime parole famose le avevo dette qui, appena aperto il blog nel marzo 2013…”il viaggio in Nuova Zelanda continuerà” 😛 poi dopo il primo post sulla Fiordland e Milford Sound ho scritto poco altro sui geyser  e postato una gallery sulle sculture maori  e mi sono resa conto che no, una meta favolosa come lei non poteva cadere così nel dimenticatoio! Quindi stavolta ci riprovo e visto che avete molto apprezzato i post, tappa per tappa, sui parchi dell’Ovest americani, riprendo in mano la Nuova Zelanda e provo a raccontarvela un po’ meglio risalendola da Sud a Nord: non si sa mai che il prossimo viaggio lo vogliate fare dall’altra parte del pianeta e downunder 🙂 Isola del Nord o Isola del Sud? Le due isole a mio parere vanno viste entrambe, perché sono completamente diverse, sono la primordialità (isola del Sud) e l’integrazione con la civiltà e la cultura Maori (isola del Nord). Impossibile scegliere e ingiusto farlo, perché attraversare tutte e due ti fa rendere conto di come doveva essere il pianeta Terra agli albori (Sud) e come la modernizzazione l’ha trasformato (Nord)…anche se per fortuna ancora poco! Quanto tempo Ma quanto tempo ci vuole? Tutto è relativo e plasmabile, ma col senno di poi una volta che si arriva fino lì, visti i panorami spettacolari, il minimo per vedere bene entrambe le isole senza sacrificare parti importanti del viaggio è secondo me 3 settimane. Anche perché la botta di fuso (+12 ore rispetto all’Italia) all’arrivo potrebbe dare qualche momento catatonico 🙂 e non si può partire dal primo istante a spron battuto… ve lo dico...

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