(Quasi) 50 Paesi: ma qual è il mio viaggio preferito?

Giorni fa, sapendo che si avvicina la partenza per il mio 50° Paese visitato/vissuto/amato (ebbene si, per una volta festeggio le nozze d’oro!) mi è stata posta da Valeria questa domanda: Wow quanti! Quale paese hai preferito?” Domanda da un milione di dollari che, lì per lì, mi ha fatto spaziare su un mappamondo ideale, attraverso 25 anni di viaggi (eh si, il mio vagabondare è una storia molto lunga, iniziata da ragazzina e continuata con costanza e determinazione), di esperienze, di luoghi attraversati. In pochi minuti, una specie di rush impazzito. Aiuto!

Allora mi è tornato alla mente un libro letto all’università, Le città Invisibili di Italo Calvino e una citazione che, traslata, potrebbe essere una risposta perfetta a questa domanda:


aforismi-duna-città-non-godi-le-sette-meraviglie-italo-calvino

 

Ed è proprio questa l’unica risposta che credo abbia un senso, ogni paese che in quel preciso momento ha saputo rispondere a una mia domanda, che fosse il desiderio di libertà, di divertimento, di affermazione professionale, di profondità, di amore, di natura o di mare, di voglia di provarci e mettersi in gioco, di confronto. Ogni meta ha senso solo quando non ci passi attraverso, ma ti regala qualcosa, ti cambia un po’ e grazie alla sua gente, ai suoi panorami, alla sua realtà sa rispondere a un tuo preciso bisogno/richiesta…poi sì, se volessi essere più banale forse io un debole per l’Australia l’ho sempre avuto, perchè mi ha fatto stare tremendamente bene e risponde a tante mie domande insieme, ma ho imparato a sapere che oggi dico così, magari tra 5 anni le condizioni al contorno cambiano tutto 🙂

E allora, ripercorrendo gli anni e i paesi, ho provato a fare un’associazione paese/domanda, assolutamente personale e senza nessuna velleità, solo mia perché alcuni paesi hanno rappresentato per me una risposta netta e ancora adesso questo legame mi è chiaro, come se il viaggio fosse un fil rouge che mi ha sempre accompagnato. So che adesso va molto di moda, ma non esistono per me elenchi dei 10 paesi migliori, le 5 città top, le 20 esperienze imperdibili. Tutto troppo soggettivo. Vi racconto invece alcune mie associazioni, scegliendo nel mucchio quelle più importanti:

Le crociere e l’antitesi del mio modo di viaggiare

Forse tutto è cominciato da lì, con un modo di viaggiare che amavano tanto i miei genitori, le navi-palazzo, le comodità, le serate di gala, il boa di struzzo rosa, le abbuffate, la pista da ballo, le escursioni in giornata, ogni giorno una città, un’isola, un’esperienza diversa. Tutto sfavillante e molto comodo. Peccato per un dettaglio, io da ragazzina soffrivo “abbbestia” il mal di mare, che fosse l’Achille Lauro o una Grimaldi nel Mediterraneo, la Carla Costa nel Mar dei Caraibi poco importava, appena il mare ci dava dentro la spada di Damocle scendeva inesorabile e l’unica soluzione era rimanere orizzontale. L’abboffata di crociere, per quanto sia stata un’iniziazione al mondo esterno, mi ha fatto capire un’unica cosa: non era proprio il mio genere. E infatti non ne ho più fatte altre (e non ho più il mal di mare).

La Scandinavia e il low-cost

 Finito il periodo “dorato” c’è stato uno switch, ho preso in mano le redini della situazione e la parola d’ordine è diventata l’opposto: on the road!!! Erano gli anni della maturità, della voglia di lanciarsi, di scoprire, di andare…con 4 soldini in tasca racimolati durante l’anno con un lavoretto della domenica. Quindi si crea un gruppo di amici colla stessa voglia di viaggiare, chissenefrega degli spazi stretti, della coabitazione forzata, del mangiare scatolette di tonno a iosa e banane, l’amicizia vien prima e con lei il noleggio di un camper a Moncalieri…tutti dentro e bussola puntata verso Nord, si gira tutta la Scandinavia salendo dalla Danimarca fino in Norvegia, Bergen, Isole Lofoten, Capo Nord, Finlandia e Svezia, 10.000 km che più low-cost non si può.

La Thailandia e la sperimentazione

All’università c’è bisogno di sperimentare, si prendono due amicone, un biglietto aereo, uno zaino gigante sulle spalle e si va a provare una sensazione di libertà assoluta, zero programmi precisi, zero prenotazioni. Si, avevamo una vaga idea che ci sarebbe piaciuto girare il Triangolo D’Oro, peccato che poi appena arrivate a Bangkok due americani ci avvertono colle foto in gigantografia sul giornale, che il monsone ha allagato mezzo paese e l’unica soluzione è prendere lo zaino e andarsene a Sud, a fare il giro delle isole partendo da Phuket, Phi Phi, Krabi a Koh Samui, Koh Phangan, Koh Thao. Tra incontri casuali, passaggi in pick-up, gite in barca, bagni paradisiaci, una marea di risate e il divertimento randagio allo stato puro, talmente forte che lo respiriamo a pieni polmoni, combinandone chi più chi meno peggio di Bertoldo. Uno stato di ebbrezza e di “andare oltre” che non tornerà più, mai più.

Il Sudafrica e il colpo di fulmine

Ti sei appena laureata, sei l’ombra di te stessa, avresti solo bisogno di una spa e taaanto relax…e invece tu che fai? Pochi giorni dopo la laurea scegli il tuo regalo e parti per un viaggio rigorosamente on the road di 23 gg in Sudafrica! C’è un gruppo, c’è un piano di battaglia che da Johannesburg va a Pretoria, al Kruger NP a tutta la costa fino a Città del Capo, c’è una sveglia fissa tra le 5 e le 6 del mattino… che in vacanza no, quando sei ai minimi termini è proprio una crudeltà! Eppure la bici te la sei cercata, adori viaggiare e quel Sudafrica, oltre a essere un paese meraviglioso e molto meno “africano” per certi aspetti di quanto immaginassi, ha in serbo per te un asso nella manica. Tutta la storia l’avevo già raccontata qui, quindi non sto a ripeterla, fatto sta che quel viaggio sudafricano mi ha fatto conoscere il mio futuro compagno di vita, mio marito Giuseppe. E quindi è stato tutto sopra le righe, avete presente quando è un insieme di movimento nello stomaco, di sorrisi stampati, un’avventura colla A maiuscola? Ecco, è allora probabile che vi siate innamorati!

La Repubblica Ceca e un’opportunità professionale

Anche questa è bella e significativa. Mio marito ha una super-offerta lavorativa in Repubblica Ceca, io ho parecchie perplessità perché temo lì di non riuscire a lavorare, alla fine metto da parte le mie paturnie e accetto di trasferirmi qualche anno, a condizione mentre lui lavora durante la settimana al confine tra CZ e Germania, di prender casa a Praga e cercar lavoro lì. Il destino è sornione, vado solo per seguire lui senza niente sulla carta e, se non il primo, il secondo giorno a Praga, con una “botta di culo” –passatemi il termine – sullo sfacciato andante mi viene servito su un vassoio d’argento un ottimo lavoro, che in Italia di sicuro avrei avuto grande difficoltà ad avere, con la possibilità di lavorare in pieno centro storico, sotto un soffitto affrescato e su cantieri di rilievo, opportunità che a neanche 30 anni nessuno in Italia mi avrebbe dato. In quella precisa fase della mia vita la ricerca di affermazione e di autonomia doveva passare da Praga, credo. E infatti ci sono rimasta 4 anni.

L’Australia, la Nuova Zelanda e il family-friendly

L’ultima associazione viaggio/domanda è stata rappresentata da un’esperienza down under durata 40 giorni, l’impensabile che all’improvviso diventa realtà. Trovare una parentesi di vita, le coordinate giuste, l’incastro perfetto, prendere tua figlia di tre anni e mezzo e tante tratte aeree, un’auto a noleggio, un camper a noleggio, tantissimi km percorsi, tantissimi panorami, facce, parlate, punti di riferimento che si muovono e realizzare un altro sogno. E comprendere, come mai avevi fatto prima, portandola su un battello sul Paramatta River a Sidney, di fronte alle foche a Kaikoura o cogli occhi sgranati di fronte ai geyser di Rotorua in Nuova Zelanda quanto è impensabile mettere da parte questa ricchezza che si chiama viaggio perché si diventa genitori, e quanto è semplice alla fine continuare a farlo in tre ovunque si vuole, condividerla con i figli e trasmettergli l’amore per il mondo. Non è stato immediato, ci ho messo un po’ a capirlo e forse dovevo andare con mia figlia piccolina dall’altra parte del mappamondo per crederci.

 

chi torna da un viaggio

Potrebbero interessarti anche...

  • I ponti dei miei viaggiSettembre 26, 2014 I ponti dei miei viaggi Partecipo sempre volentieri al #sensomieiviaggi, una delle poche inizative in rete senza nessuno spirito competitivo, che prende spunto da […]
  • Vacanze in camper? Anche no, grazie!Luglio 8, 2013 Vacanze in camper? Anche no, grazie! Ok, sto per attirarmi le ire funeste di tutti coloro che hanno fatto delle vacanze in camper una vera filosofia di vita, ma è giusto […]
  • Gli animali dei miei viaggi in AustraliaMaggio 22, 2013 Gli animali dei miei viaggi in Australia Questo mese il Senso dei miei Viaggi mi entusiama con un tema che calza a pennello, gli Animali dei miei Viaggi…chi mi conosce sa che c’è […]
  • Great Ocean Road: la regina delle strade d’AustraliaGiugno 12, 2018 Great Ocean Road: la regina delle strade d’Australia Ogni tanto mi accorgo di grandi vuoti da colmare in questo blog, perchè in fondo è solo pochi anni che lui esiste contro 25 anni di […]

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contact Us