Visitare Londra a piedi – Parte 3: dalla City al Borough Market

Terzo giro di giostra londinese e terzo itinerario a piedi attraverso le mille facce di Londra, sempre per chi la approccia per la prima volta e deve destreggiarsi tra i tantissimi “imperdibili” della città. Qui trovate il primo coi grandi classici e la zona di South Bank, qui il secondo con la zona di Kensington e i suoi tesori. Questo terzo itinerario invece attraversa lo Square Mile della City, il cuore finanziario di Londra, per arrivare al di là del Tamigi al palcoscenico gastronomico del Borough Market. Un itinerario che è bel mix di modernità, epoca vittoriana, icone londinesi e cibo di qualità.

Perché il vero sapore di Londra, per quello che ho potuto capire, è proprio nel suo evolversi, nel non rinunciare mai alla diversità, una città dove le tracce e i sapori si mischiano, dall’angolino incredibilmente bohémien ti giri e puoi trovarti all’ombra del grattacielo dell’ultima archistar, sempre in mezzo a un mare di culture, sempre nella corrente. E c’è spazio per tutti, puoi sentirti accolto, c’è talmente tanto mondo a Londra che ti può solo trascinare via. Poi certo ti risucchia ogni energia, di te resterà ben poco, qualche granello. Un miscuglio di razze, etnie, facce che si incontrano mantenendo ognuna la propria identità. Ogni quartiere ha il suo cibo, i suoi vestiti, i suoi negozi, la sua gente. Una città dove ogni programma rischia di essere scardinato perché troppo incompleto.

ITINERARIO3

E allora via a un nuovo percorso da fare a piedi, partendo dal presupposto che tutto a Londra è impossibile vederlo (a meno che non prendiate la residenza 😛 ) :

La City

Il punto di partenza è sempre lei, la famigerata Tube che sotto la City è una specie di ragnatela labirintica, ma una volta usciti dai tornelli e rivista la luce (vi consiglio di sbucare a Barbican o giù di lì) siete, more or less, nel cuore della finanza planetaria e un certo effetto lo fa. Qui la Londra cosmopolita diventa sede di “addetti ai lavori” con giacca e cravatta d’ordinanza, le facce appese di chi ha appena saputo di una perdita record della Royal Bank o quelle soddisfatte di chi gestisce le redini di qualche lontano paradiso fiscale. Pare che lo Square Mile sia un mini-stato, una città nella città, una Corporation per dirla tutta con un suo sindaco, un organo consiliare, una sua magistratura e polizia… uno strano retaggio che assomiglia più alle chiese dell’illustre Sir Wren che all’avvenieristico palazzo dei Lloyd’s e ai tanti grattacieli futuristici che sono stati costruiti intorno.

City London_9

Ma occhio, la City è sì il nucleo finanziario di Londra, ma anche tanto altro: è il cuore antico della città, dove si accamparono nel 200 d.C. i Romani, è la sede del governo, qui c’è la Borsa, la Banca di Londra, il municipio. Ma anche la più alta concentrazione di chiese della città. E’ sicuramente una parte della città da vedere, ma passeggiando per le strade, mi rendo conto che la vita cittadina si svolge altrove: qui risiedono meno di diecimila persone, che arrivano a trecentomila negli orari di apertura degli uffici. La presenza di uffici ha fatto salire i prezzi alle stelle, e dopo le sette di sera diventa il deserto dei tartari 🙁

Io ho le mie deformazioni e mi sono persa dietro alle soluzioni architettoniche e le linee fantastiche di alcuni grattacieli, e non parlo solo di 30 St.Mary Axe, noto a tutti come Gherkin, il Cetriolo, per via dell’inconfondibile sagoma, firmato da sir Norman Foster o dello Shard di Renzo Piano, il più alto d’Europa, ma di tantissime altre costruzioni avvenieristiche: io ho adorato le forme sinuose del Walkie Talkie in 20 di Fenchurch Street, dell’architetto uruguaiano Rafael Vinoly, da sotto noti tutte le linee della facciata concava che tendono ad aprirsi verso l’alto come un ventaglio, una genialata 🙂

 

St.Paul’s Cathedral

St. Paul's Cathedral_cupola

Altro must to do londinese per chi la visita per la prima volta è la cattedrale di St. Paul, pare che se Westminster è la chiesa degli inglesi, St.Paul lo sia dei londinesi. Esatto, la scalinata davanti è proprio quella della scena di Mary Poppins in cui la vecchietta vende mangime per gli uccelli e “er cupolone” è liberamente ispirato al nostro San Pietro, 111 metri di sobrietà riconoscibili da tutto il Tamigi. Personalmente non amo gli interni troppo classicheggianti o barocchi delle chiese (e qui ci sono entrambi), datemi una pieve romanica nuda e cruda e mi farete felice 😛 quindi ho apprezzato moltissimo la vista dall’esterno di St.Paul’s e della sua cupola, elemento forte di riconoscibilità, dal Millenium Bridge soprattutto, ma appena ho messo il naso dentro non c’è stato molto feeling. Per quanto imponente e impressionante e da vedere, no, non mi ha conquistato. Ma ripeto, è solo questione di gusti, senza nulla togliere a una signora cattedrale come questa.

St. Paul's facciata

Tower of London

Lungo Cannon St da St. Paul’s arrivate diretti a un altro pezzo di storia londinese: la Torre di Londra è stata fortezza, palazzo reale, armeria, prigione ed il luogo dove sono custoditi oggi i Gioielli della Corona. Come dire, taaaaanta roba 🙂 Noi ci capitiamo di pomeriggio (e la visita richiede 2-3 ore), con una giornata di sole che fa venir voglia di tutto tranne che imbucarsi in una fila infinita per vedere il Koh-i-Noor della regina madre, quindi sarà per un’altra volta. Anche perché a dirla tutta, ogni tanto cedo alle tentazioni da turista nazional-popolare e ci tenevo a vedere gli Yeoman Warders, i guardiani della torre con le divise rosso/nere che per svolgere questo incarico devono aver prestato almeno 22 anni nelle Forze Armate britanniche. Una volta dovevano tenere a bada i prigionieri illustri, oggi invece le orde di turisti curiosi. Vorrà dire che sarà un arrivederci 🙂

Yeoman_warders

Tower Bridge

A un tiro di schioppo dalla Torre di Londra, seguendo il path che costeggia il Tamigi, c’è un’altra icona londinese: il Tower Bridge, il suo ponte levatoio in stile neogotico. Scheletro d’acciaio rivestito di granito della Cornovaglia, chissà che spettacolo doveva essere quando le carrozze e i cavalli lo attraversavano, prima dell’assalto di veicoli a motore. E’ ancora funzionante grazie ad un meccanismo elettrico, ma un tempo il ponte era comandato da un ingegnoso motore a vapore rimasto in funzione fino al 1976. Se siete appassionati di sale macchine, nella Tower Bridge Exhibition potete vedere quelle vittoriane con gli originali motori a vapore.

Vista la giornata di sole seguo i suoi cavi portanti azzurri e ce lo godiamo tutto, da ogni angolo, da ogni prospettiva facendo un numero indecifrato di foto tutti e tre, ognuno dotato della sua macchina fotografica, anche la piccoletta colla sua Nikon compatta (lo so, stiamo crescendo un mostro :-)).  Qui alla voce Bridge Lift Times è possibile sapere gli orari di sollevamento e abbassamento del ponte.

Tower Bridge_6

Borough Market

Dulcis in fundo, attraversato il Tamigi basta tornare verso il London Bridge che vi aspetta una sorpresina niente male. Una Londra più verace, più rionale, più mangereccia. Sotto una struttura in ghisa e vetro, 70 banchi offrono il meglio dei prodotti tipi regionali britannici: si va dal pane fatto a mano col sidro, al cumbrian bacon pancetta trattata con sale e spezie, alle ostriche e capesante di Colchester, alla cacciagione con pernici e piccioni selvatici scozzesi, al merluzzo affumicato, ai formaggi inglesi, all’agnello di razza vettelapesca. Di tutto di più.

Borough Market_1

Anche questa è cultura, e un giro al Borough Market tra produttori, allevatori, pescatori e gente che si accalca non solo per comprare, ma soprattutto gustare i tanti angolini di street food da tutto il mondo, dal cupcake alla paella al cibo veg thailandese. In fondo questo mercato riesce ad esprimere con il cibo, gli odori e i sapori, quelle che sono le unicità di Londra: eclettismo, multiculturalità, tradizione. Una tappa per chiudere in bellezza sensoriale questo terzo itinerario 🙂

Alla prossima puntata da Londra, stay tuned!

Umbrella

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