Vivere in Nuova Zelanda: l’esperienza di Laura e Mattia

Vivere in Nuova Zelanda: l’esperienza di Laura e Mattia

E’ tempo di aggiornare la sezione I miei incontri, ogni tanto mi piace scovare e approfondire la storia di chi ha fatto scelte interessanti di vita e con un pizzico di incoscienza, una manciata di coraggio, e tanta voglia di fare ha deciso di partire, mettersi alla prova e fare  un’esperienza di vita e di lavoro altrove. Questa è la storia di Laura e Mattia, che hanno deciso di cogliere un’opportunità e vivere in Nuova Zelanda. Viaggiatori e nomadi per scelta. Lascio la parola a Laura, per conoscere meglio questa realtà attraverso i racconti di chi ci vive. Laura, raccontaci un po’ di voi due: quanti anni avete, di dove siete e da dove è nata la voglia di cambiamento? Ciao Monica, io Laura ho 28 anni e Mattia 30 e siamo di Brescia. Dopo aver visto che il lavoro in Italia non ci soddisfaceva e tantomeno ci sentivamo realizzati, abbiamo pensato di andare via per qualche tempo. La prima tappa fu l’India nel 2014 e da li nacque poi la conferma a tutti i nostrti dubbi: non eravamo fatti per un posto di lavoro fisso e senza piu’ stimoli e la disoccupazione che avanza e’ sempre piu’ palpabile. Prima della decisione definitiva di venire qui eravamo veramente combattuti, tante incertezze, tante paure, ma alla fine ha prevalso il nostro spirito nomade! Tre motivi per cui avete scelto di andarvene proprio in Nuova Zelanda e in quale città vivete oggi? La Nuova Zelanda e’ lontana da tutto…in tutti i sensi! Anche per quanto riguarda le opportunita’ di trovare lavoro, che sono molto piu’ facili, ovviamente se si ha un buon spirito di adattamento...
Nuova Zelanda: quando i Maori ballano non è solo Haka

Nuova Zelanda: quando i Maori ballano non è solo Haka

Tutti oggi conosciamo la Ka Mate, l’ Haka tipica degli All Blacks, ripetuta ad ogni partita dalla nazionale di rugby neozelandese, dopo gli inni, per intimorire gli avversari. Ma cosa significa “haka”? un significato preciso, che va ricercato proprio nelle sue radici. La parola Haka deriva da Ha (“soffio”) e Ka (“infiammare”) e significa “accendere il respiro”. La danza Maori è spirito individuale, sentimenti, emozioni. L’Isola del Nord della Nuova Zelanda è l’incontro con la cultura Maori, un popolo estremamente fiero. Vi ho già parlato di Rotorua, dei suoi geyser e delle sue incredibili sculture. E’ qui, al Te Puia Maori Institute  che ho l’occasione giusta per capirci qualcosa in più sui Maori di origine polinesiana…che poi Maori è una parola che significa “normale”, in contrapposizione agli “invasori” inglesi definiti dagli autoctoni pakeha. Finito il tour guidato nel parco geotermale, tra pozze di fango in ebollizione e lo spettacolo del geyser Pohutu che ogni 15 minuti decide lui fino a che altezza sparare, l’attenzione è tutta per loro. Mani, piedi, spalle, gambe, occhi, lingua…tutti giocano la loro parte per esprimere una sfida, un benvenuto, l’esultanza o il disprezzo, la passione, il vigore, l’identità della razza. E’ un messaggio attraverso parole e atteggiamenti e un rituale di grande effetto: si roteano e si dilatano gli occhi, si digrignano i denti, si spalanca la lingua, ci si batte il petto e gli avambracci, espressioni facciali molto marcate. E’ l’esibizione pura del coraggio e della potenza, secondo lo spirito dei maori, per gli uomini. A parte la stazza, incutono timore solo a guardarli  😛 Le donne invece fanno danze energiche, con movimenti di bacino accompagnate da un sottofondo...
Nuova Zelanda: Queen Charlotte Drive

Nuova Zelanda: Queen Charlotte Drive

Continuo la risalita virtuale della Nuova Zelanda (qui trovate tutti i post precedenti). Questa volta lo faccio solo con una gallery fotografica, siamo sulla punta più a nord dell’isola del Sud, sulla Queen Charlotte Drive, in mezzo ai fiordi e agli infiniti celesti dei Marlborough Sounds. Un saliscendi di strade strette, un dedalo di insenature, una marea di curve dietro alle quali no, non puoi immaginare cosa ti aspetta. Un solo esempio, il Pelorus Sounds (uno dei tanti fiordi) è lungo 42 km e ne ha 380 di costa 🙂 per tutto il resto la gallery credo parli da sola. “Se vuoi sognare e hai bisogno di un tonico, rovescia la coppa del cielo e beviti l’azzurro!”...
Nuova Zelanda: Marlborough e il suo vino

Nuova Zelanda: Marlborough e il suo vino

No, onestamente non posso spacciarmi per quello che non sono. Di vini ne so ben poco. Però posso raccontarvi, senza pretese, una delle zone più affascinanti della Nuova Zelanda. Dove tra viti, qualità, competenza, accoglienza e degustazioni anche se non sei del mestiere o un appassionato, rischi di diventarlo 🙂 Certo a queste latitudini, con due ghiacciai e un tuffo in montagna nella stazione termale di Hanmer Springs fatti a poca distanza, una vallata di questo genere non te la aspetti proprio. Eppure la musica cambia veloce qui all’Isola del Sud! La Nuova Zelanda è un paese di estremi: dal tropico ai ghiacciai, il mare che s’impenna e diventa alpi, le stagioni anche se capovolte, qui rimangono quasi sempre quattro e non sorprende che, con tutta questa varietà, qualche vignaiolo coraggioso 200 anni fa sia riuscito a trovare degli angoli adatti per piantare i suoi vitigni. E piano piano farne dei vini riconosciuti a livello internazionale. Arriviamo a Wairau Valley e sono due le sensazioni che balzano in prima linea: Qui improvvisamente il clima è mite, venendo da Sud dopo giornate di Febbraio (la loro estate) fredde e ventose, non si sa bene quale arcano mistero fisico fa diventare questa valle irradiata dal sole, con giornate calde e notti fredde, l’influenza dell’oceano e il microclima umido. Condizioni perfette per un buon vino. Mi colpisce l’ordine, la cura certosina, la precisione e accurata numerazione dei filari, tutta la vallata è pettinata alla perfezione, no non siamo in Svizzera ma l’approccio meticoloso alle viti è quello. Metto qualche foto che rende bene l’idea. Qui ci sono una sessantina di produttori e nascono...
Nuova Zelanda: Kaikoura e le sue otarie

Nuova Zelanda: Kaikoura e le sue otarie

“Non viaggio mai senza il mio diario. Uno deve sempre avere qualcosa di sensazionale da leggere sul treno.” (Oscar Wilde) Ecco, se c’è qualcosa di sensazionale da annotare nel proprio diario neozelandese, questa è Kaikoura. O almeno per me lo è stata. Una piccola penisola sulla East coast, Isola del sud. Eppure un concentrato di bellezza naturale come se ne vedono pochi. Ci arrivi dopo chilometri di stradine tortuose, solitarie, distanze incredibili colme solo di silenzi, vento, luce australe. I roaring forties soffiano da ovest a est, incessanti e con loro arriviamo sull’oceano. Nau Mai Haere Mai Ki Kaikoura! Pare che voglia dire (ma non ci metterei la mano sul fuoco 🙂 ) benvenuti a Kaikoura! Un pezzo d’Islanda trapiantato nel sud del Mondo…ecco a dire il vero io l’Islanda non l’ho ancora vista, però me la immagino esattamente così, strapiombi di falesie su un mare selvaggio, montagne innevate e sotto spiagge scure, forza e bellezza insieme. La nuda roccia color grano a picco nel mare turchese. Gli antipodi che prendono forma. E la natura che urla. Un urlo liberatorio. Ok forse è una associazione di idee un po’ calcata, ma provate ad essere lì, poi mi direte 🙂 Di per sé la cittadina di Kaikoura, villaggio di ex pescatori di balene trasformato ultimamente in centro turistico eco-friendly, a parte qualche edificio non dice niente di speciale. Il suo nome maori significa “cibo di aragoste” ed infatti le vedi vendute ovunque, persino nei baracchini lungo la strada, con contorno di patatine fritte O_O E’ tutto quello che c’è intorno a Kaikoura ad essere un cinema. Pronti per la puntata di National Geographic?...

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