I miei cortometraggi d’Egitto

I miei cortometraggi d’Egitto

“C’è chi ha girato il mondo, e lo descrive come fosse un vicolo. C’è chi conosce solo un vicolo, e lo descrive come fosse il mondo. Il mio vicolo è l’Egitto; e l’Egitto per me è il mondo” (Naghìb Mahfùz) Lo disse un uomo di veneranda età, per una vita intera un viaggiare simile al moto del pendolo tra Il Cairo ed Alessandria, e il meglio del suo tempo passato nel suo caffè preferito in un vicolo del Cairo. Lui è un premio Nobel per la Letteratura e mi piace partire dalle sue parole, da quel vicolo immagine ed espressione di un mondo intero. Effettivamente quale paese ha più diritto di rappresentare il Tutto se non l’Egitto? Cinque millenni di vita, di storia ininterrotta, di grandiosità faraonica e conoscenza dei misteri del cosmo, della divinazione, della magia, delle scienze occulte. Poi il Cristianesimo e l’Islam tollerante e aperto, lontano dai fanatismi o estremismi, quell’ islàm “abbandono attivo nelle mani di Dio”. Copti e musulmani, nubiani e arabi, un crogiolo di culture. Oggi un paese cambiato, pacifico per inclinazione (nonostante le cronache recenti), come placido scorre il suo Nilo che da sempre gli ha permesso di prosperare. Un paese che ho avuto modo di assaggiare in due tempi della mia vita, da ragazzina e da donna, e che spero di vedere ancora in futuro. Uno di quei paesi dove un viaggio non è mai abbastanza :-). I miei ricordi sono netti, non solo dei monumenti celebri dal Tempio di Luxor alle moschee di Al-Azhar e Ibn Tulùn al Cairo, delle antichità tra Giza e la Valle dei Re, ma anche dei...
I fiori e gli alberi dei miei viaggi: Zanzibar (Tanzania)

I fiori e gli alberi dei miei viaggi: Zanzibar (Tanzania)

http://www.youtube.com/watch?v=BLTcVNyOhUc Comincio così, con un video fuori programma della Mimosa Pudica, la mia partecipazione di questo mese all’iniziativa Senso dei Miei Viaggi . Le tre foto scelte ci portano in Africa a Zanzibar, al largo della Tanzania. E’ tra le piante più sorprendenti che abbia mai visto perché è una pianta animata, è sensibile al tatto, e se la sfiori una dopo l’altra chiude tutte le sue foglioline a pettine. Date un’occhiata al video e immaginatevi noi, accompagnati da una guida locale, in mezzo all’entroterra di Zanzibar… e la nana, allora quattrenne, che mette i piedi su questa pianta e comincia a divertirsi come una matta. Quando scopre il trucco, tutte le mimose pudiche della zona sono sue, ovviamente. La guida ci spiega che gli uomini la piantavano intorno alla casa…indovinate un po’…per tenere sotto controllo le mogli in loro assenza. Se al loro ritorno le foglie si erano chiuse, ohi ohi, qualcuno era venuto a trovare la signora 🙁 La seconda foto è Lui, quello che noi conosciamo come il Re delle pasticcerie, il cioccolato. Nella foto avevamo preso dall’albero del cacao uno dei suoi frutti, poi tagliato a metà e la nanetta lo stava scrutando perplessa…pensava di trovarci dei cioccolatini dentro, e invece scopre che quella specie di baccello ovoidale prima verde, poi giallo, poi rosso, poi porpora contiene file di semi avvolti in bozzoli bianchi. E dentro il prezioso contenuto, le fave di cacao. E qui a Zanzibar, facendo il giro delle piantagioni ci si può sbizzarrire nella conoscenza degli alberi da cui arrivano non solo le spezie, ma tanti altri prodotti che sono sulle nostre tavole...
Sudafrica: come fare un safari nel Kruger National Park

Sudafrica: come fare un safari nel Kruger National Park

Ci sono luoghi immediatamente associati a un certo tipo di esperienza di viaggio, il Kruger National Park in Sudafrica è uno di questi, così come lo sono il Masai Mara in Kenya, il Serengeti e Ngorongoro in Tanzania, il Delta dell’Okavango in Botswana. Ricordo bene l’arrivo a Johannesburg, il noleggio del pulmino che doveva portarci in quasi un mese fino a Cape Town, l’ingresso al Kruger da Numbi Gate dopo 40 km di strada nella boscaglia fitta. E soprattutto l’attesa, l’inconsapevolezza per quello che avremmo incontrato, la voglia di vedere più “bestie” possibile libere nel loro habitat naturale e per qualche giorno essere lì con loro. Eravamo pronti, un pò a tutto 🙂 Il Kruger è la più grande riserva faunistica sudafricana (più o meno come la Lombardia!). Il periodo in cui arriviamo è l’inverno (Luglio-Agosto per noi), dicono la stagione ideale per avvistare animali perché gli alberi sono per lo più privi di foglie e gli avvistamenti facilitati. La scarsità di cibo e acqua spinge gli animali a uscire allo scoperto. Le nostre “armi” sono la curiosità, le macchine fotografiche dotate di zoom, qualche binocolo e via, si parte per una 5 giorni che ci porterà alla scoperta del territorio. Certo un safari in Sudafrica può assumere molte forme. Da una fuga nel bush più remoto con campeggio spartano sotto le stelle fino a un idillio nel lusso compreso safari fotografico in 4×4 con i ranger. Noi abbiamo optato per girare il parco in autonomia col nostro veicolo e dormire nei bungalows dei restcamp, situati all’interno del parco, sobri ma confortevoli senza eccedere. Tra acacie, mopani e baobab attraversiamo valli...
Tanzania: i dhow di Zanzibar

Tanzania: i dhow di Zanzibar

In attesa di acquistare un marchingegno che trasformi le nostre amate diapo in digitale, ho selezionato un po’ di immagini fatte a Zanzibar l’anno scorso. Foto di dhow, barche da carico, in legno e con una grande vela triangolare, realizzate con i tronchi di casuarine e studiate per navigare sempre col vento dalla stessa parte, asimmetriche. Foto di spiagge soggette a continue maree, dove in secca puoi trovare di tutto, dalle stelle marine, ai molluschi, alle alghe, a centinaia di piroghe a bilanciere arenate. Foto di pescatori, indaffarati, di donne immerse a tirare le reti e bimbi fin da piccolissimi intenti a collaborare. I dhow e la vita dei pescatori sono parte integrante di Zanzibar. Qui la mia...
Miraggio a Zanzibar

Miraggio a Zanzibar

Rompo il ghiaccio iniziando da qui, solo perché è l’ultima destinazione visitata. Provati dall’ennesimo trasloco, decidiamo all’ultimo secondo di partire per una boccata d’ossigeno. Fuori giornate di grigio e pioggia, l’autunno avanza, e il sito di Yalla-Yalla da giorni mi fa l’occhiolino dal pc. Non resistiamo, e 48 ore prima della partenza scegliamo come nostra destinazione Zanzibar, dal persiano zang-i bar,”terra dei neri”. Come sempre noi tre, nanetta quattrenne al seguito. Il charter Blue Panorama non è certo dei più confortevoli (un eufemismo), spazi minimi, pulizia pochina, servizio low-cost e low-level… dopo 8.30 h di volo scendiamo all’aeroporto dove ci accoglie la calura zanzibarina e un bancone di verifica documenti da film, ritirano insieme tutti i passaporti e le tasse di ingresso, e poi un poliziotto espone sul vetro a caso, uno alla volta, i passaporti per il ritiro con la foto in bellavista, tu vedi se è la tua faccia e lo prendi…in un bordello generale di incredulità. Direi che ora capiamo di essere in Africa  Non è una settimana di puro viaggio perché il nostro obiettivo è il riposo, sole, mare, nuvole, cielo, niente scarpe, niente televisione, niente internet, niente cellulare… anche se io mi conosco e so che qualche giretto lo faremo, ma non pretendo di essere esaustiva su questo arcipelago, è solo una breve finestra. La nostra direzione è il nord, in un’oretta di pulmino si raggiunge Nungwi dove tra strade asfaltate e strade scassattissime arriviamo al resort che ci ospiterà. E qui la boccata di ossigeno ha inizio, un gran bell’inizio. Chiudete gli occhi e immaginate un miraggio, calette di sabbia finissima e...

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