Giordania: Jerash, la Pompei d’Oriente

Giordania: Jerash, la Pompei d’Oriente

La Giordania non è solo Petra e il Wadi Rum, fantastici per carità, ma per chi non c’è stato e magari spera di andarci c’è a nord di Amman (40 km) un sito archeologico spettacolare, quello di Jerash. Paragonabile alla nostra Pompei o a Efeso in Turchia o a Cartagine in Tunisia sulle cui strade lastricate ho avuto la fortuna di camminare e a Leptis Magna in Libia che mi manca ancora all’appello….ma arriverà di sicuro 🙂 Arrivi e ti accoglie la porta di Adriano, l’arco trionfale voluto in onore dell’imperatore. Enorme, volutamente enorme. E’ una specie di annuncio della spettacolarità del sito: qui non si scherza ragazzi! Mica per niente i Romani la definivano la Pompei d’Oriente e il National Geographic nel 2013 ha inserito Jerash nella Top 20 delle mete da non perdere. Ora è Jerash, prima era Gerasa, prima ancora l’antica città semitica di Antiochia Crysoroas (fiume d’oro). Abitata da secoli. Attraverso l’arco con una punta di soggezione, e mi si apre uno scrigno di storia millenaria. Anche se oggi è uno scrigno di silenzio: i templi sono caduti, le case abbandonate, i pozzi inariditi, gli altari degli olocausti spogli. Le pietre e le rovine possono solo farci immaginare cos’era Gerasa una volta, ma vi garantisco che lo fanno in maniera indelebile. E’ tardo pomeriggio, c’è una luce calda e di fronte a me strade lastricate, colonnati, templi in cima ad alture, meravigliosi teatri (3), spaziose piazze pubbliche, bagni termali, fontane e mura interrotte da torri e porte cittadine: il mondo greco-romano e le tradizioni dell’oriente arabo si fondono, si sovrappongono, si leggono su queste pietre....
Tokyo: Do you want massage?

Tokyo: Do you want massage?

Oggi scherziamo un po’, ho bisogno di sdrammatizzare una serie di eventi che mi sono successi. Da tempo mi frullava in testa un’idea, dei racconti di viaggio aperti ad altri viaggiatori. Il primo a inauguraziore la sezione è di casa, io per lavoro ho sempre viaggiato poco o in un raggio d’azione limitato, i miei viaggi sono legati ai traslochi e al piacere, ma mio marito in tanti anni da manager è andato spessissimo all’estero per lavoro, dall’Europa alla Cina, dalla Russia al Giappone, dall’America all’Australia e gliene sono capitate di ogni… insomma c’è un repertorio di “micro-avventure” che merita davvero. Mica per niente da sempre sono i suoi cavalli di battaglia 😀 Avrei voluto che fosse lui a scrivere di suo pugno (anche perché scrive benissimo), ho provato a convincerlo ma si sa, i manager non hanno mai tempo, figuriamoci per un blog 🙂 allora è scattato il mio piano B, tu racconti a me e io scrivo. Niente nomi, ovviamente. Solo un breve racconto. Diciamolo, i viaggi di lavoro non sono solo meeting, alberghi e aeroporti, ritmi frenetici e distanza dalla famiglia. Tra uno stress e l’altro qualche spiraglio ogni tanto capita. Attraverso il lavoro, i colleghi, la loro ospitalità e collaborazione, si ha occasione di vedere un paese da una prospettiva differente, molto realistica. Lavorare con persone del luogo, capire la loro mentalità, il loro approccio, le loro reazioni e nei ritagli di tempo vedere come spendono il loro tempo libero, farsi portare nei posticini giusti, lasciarsi raccontare qualcosa di più. Anche questo è viaggiare. Apriamo le danze, il primo guest post arriva dal Giappone, da Tokyo. E’ un classico rivisitato….un flash...
Giava (Indonesia): i templi di Prambanan e Borobudur

Giava (Indonesia): i templi di Prambanan e Borobudur

Oggi voliamo virtualmente sull’isola di Giava in Indonesia…e devo fare un certo salto nei ricordi perché sono passati un po’ troppi annetti. Ma ho ancora ben impresso nella mente un viaggio notturno improvvisato di 10 ore su un autobus scassato, coi sedili piccoli e terribilmente scomodi, tutti gli zaini ammucchiati in fondo, lunghe soste per problemi tecnici , una mia amica con i piedi gonfi modello zampogna e l’altra febbricitante che dormiva sulla “mucchia” in fondo all’autobus pur di trovare un po’ di relax. Eravamo dirette da Banyuwangi sulla costa est dell’isola alla caotica Yogyakarta, punto di partenza per la visita al Prambanan e Borobudur, i due templi principali dell’isola, due complessi monumentali da vedere almeno una volta nella vita, due santuari immensi della religione induista e buddista, due meraviglie dell’archeologia in un’unica regione. Sono il grande santuario indù di Prambanan e il più antico e più grande tempio buddista al mondo, il Borobudur (e forse il più bello aggiungerei). Coi soliti mezzi di fortuna, tra un andong, tipico carretto trainato da cavalli, e un becak, una specie di bicicletta a tre ruote con un divanetto di ferro davanti e forza motrice ovviamente umana….arriviamo al Prambanan. É uno dei primi complessi induisti del Sud-est asiatico e il più grande dell’Indonesia, risalente al IX secolo d.C. Si compone di tre templi principali, dallo stile tipico induista, che si elevano in altezza, dedicati alle divinità di Brahma, il creatore, Shiva, il distruttore e Vishnu, il conservatore. E tutt’intorno tanti altri templi più piccoli rappresentati con il toro, il cigno e la Garuda, l’aquila simbolo del paese. Ricordo il contrasto forte tra...

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