Giava (Indonesia): i templi di Prambanan e Borobudur

Oggi voliamo virtualmente sull’isola di Giava in Indonesia…e devo fare un certo salto nei ricordi perché sono passati un po’ troppi annetti. Ma ho ancora ben impresso nella mente un viaggio notturno improvvisato di 10 ore su un autobus scassato, coi sedili piccoli e terribilmente scomodi, tutti gli zaini ammucchiati in fondo, lunghe soste per problemi tecnici , una mia amica con i piedi gonfi modello zampogna e l’altra febbricitante che dormiva sulla “mucchia” in fondo all’autobus pur di trovare un po’ di relax.

Eravamo dirette da Banyuwangi sulla costa est dell’isola alla caotica Yogyakarta, punto di partenza per la visita al Prambanan e Borobudur, i due templi principali dell’isola, due complessi monumentali da vedere almeno una volta nella vita, due santuari immensi della religione induista e buddista, due meraviglie dell’archeologia in un’unica regione. Sono il grande santuario indù di Prambanan e il più antico e più grande tempio buddista al mondo, il Borobudur (e forse il più bello aggiungerei).

Prambanan Temple

Coi soliti mezzi di fortuna, tra un andong, tipico carretto trainato da cavalli, e un becak, una specie di bicicletta a tre ruote con un divanetto di ferro davanti e forza motrice ovviamente umana….arriviamo al Prambanan. É uno dei primi complessi induisti del Sud-est asiatico e il più grande dell’Indonesia, risalente al IX secolo d.C. Si compone di tre templi principali, dallo stile tipico induista, che si elevano in altezza, dedicati alle divinità di Brahma, il creatore, Shiva, il distruttore e Vishnu, il conservatore. E tutt’intorno tanti altri templi più piccoli rappresentati con il toro, il cigno e la Garuda, l’aquila simbolo del paese.

Ricordo il contrasto forte tra le grandi distese verdi dei prati e il grigio degli ammassi di pietre distrutte nei secoli dai terremoti  e poi prese per costruire case e strade. Eppure questi imponenti edifici, nel tempo coperti dalla vegetazione e riscoperti dai restauri solo nel XIX sec, conservano tutta la loro maestosità ed eleganza, i raffinati bassorilievi scolpiti nelle pareti del tempio, e basta chiudere gli occhi e usare l’immaginazione per pensare  a cosa doveva essere all’inizio questa valle con i suoi 232 tempi…qualcosa di paragonabile al solo Angkor Wat in Cambogia. Inutile dire che Prambanan è stato riconosciuto dall’UNESCO, come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Una parte è andata purtroppo distrutta nel terremoto del 2006 e alcuni templi mi risulta siano danneggiati, ma credo che questo pezzo di storia induista meriti sempre.

Borobudur Temple

Il secondo tempio ha uno sviluppo totalmente differente, se il Prambanan è tutto verticale, Il Borobudur  è un mandala architettonico orizzontale.

Un immenso mandala  (vi allego pianta sotto), una delle piu`impressionanti creazioni della civilta` umana. La riproduzione del cosmo, costruita nel IX secolo, molto prima delle grandi cattedrali europee, una base di 122 mq e un’altezza di 35 metri, 5 chilometri di bassorilievi e 500 statue di Buddha, il tutto poggia su un milione e seicentomila blocchi di pietra. Quando i numeri parlano da soli. Secoli sotto la vegetazione tropicale, una lunga campagna di restauri con chimici, geologi, biologi e archeologi di fama internazionale e anni di lavoro terminati nell’84.

borobudur_pianta_mandala

E’ uno shock, un’esperienza mistica, i vertici del sacro diventano forma e materia, saliamo una terrazza dopo l’altra, percorriamo il rosario di pietra dei pellegrini buddisti, accarezziamo i piedi dei tanti Buddha protetti dalle campane in pietra che dicono porti bene, restiamo impressionate da tanta grandezza e armonia. Borodudur, immerso nella natura rigogliosa e circondato dalle montagne, ha la vita che scorre nei rivoli delle sue sculture ed è un documento inestimabile di questa isola e della sua grande civiltà. Un “must see” del sud est asiatico, uno dei posti più affascinanti e mistici che io abbia mai visitato.

Il viaggio è poi proseguito per altre mete indonesiane ma di certo due giornate così non le dimenticherò facilmente 🙂

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6 Comments

  1. Ti lascio un apprezzamento per quello che stai postando su Racconti di Viaggio e quest’ultimo è veramente degno di grande considerazione,ma,in confidenza, lo scrivo qui perchè mi piacerebbe che le persone entrassero nelle pagine pubblicate e non si limitassero a mettere solo un asettico “mi piace”…

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    • grazie, è la speranza di tutti i blogger vedere i commenti direttamente sul blog… però io ho pazienza e poi sono appena partita, mi conoscono ancora in pochi.
      Grazie di essere passata di qua e buona giornata:-)

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  2. e allora, sai che faccio? Condivido con amici di amici…subito!

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    • non so come ringraziarti, un’entusiasmo contagioso

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  3. mi hai definitivamente convinta: questa tappa si ha da fare!

    PS: devo dire che non ci hai messo mica tanto, eh?!?!

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    • secondo me non era necessario neppure il post, sono famosissimi e secondo me il Borobudur number ONE

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