Prima di partire per il Myanmar, avevo sentito dire da altri viaggiatori che Mingun, Sagaing, Inwa e Amarapura, ovvero le 4 capitali storiche della Birmania che si trovano nei dintorni di Mandalay, erano meglio di quest’ultima e più gettonata città (anch’essa una ex capitale, per la precisione l’ultima prima dell’occupazione britannica). Sarò sincera: venendo dalla tranquillità del lago Inle e delle colline intorno a Pindaya, Mandalay col suo traffico, il suo smog e la sua moderna impronta cinese, a pelle non mi ha entusiasmato molto. Così, avendo due giorni a disposizione, mi sono lasciata guidare dall’istinto e ho scelto di approfondire la conoscenza delle 4 capitali storiche nelle sue vicinanze. E, si sa, l’istinto è spesso una buona guida.
Il regno di Mandalay possedeva una caratteristica: i sovrani avevano la passione di spostare continuamente la capitale. Era un modo per lasciare la loro impronta duratura. Fatto sta che la campagna attorno a Mandalay visse secoli di febbrile attività. I palazzi dei sovrani scomparivano rapidamente, perchè costruiti di legno. Gli edifici religiosi invece, costruiti in pietra e mattoni, rimasero. Sagaing, Inwa, Mingun e Amarapura si contesero il primato per quattro secoli, finche’ gli inglesi posero fine alle lotte interne.
Fatto sta che a due passi da Mandalay ci sono dei veri spettacoli, avvolti in pascoli e campi di riso, tutti collegati dal fiume Irrawaddy. Raggiungibili in giornata in battello, con un’auto o prendendo un taxi-giornaliero. O per chi vuole una vera immersione local consiglio di provare il tuk-tuk, gli autobus birmani che sono delle semplici camionette con due assi di legno a mo’ di sedili, di solito stipate di genti e bagagli, tanto all’interno quanto di sopra e talvolta pure lungo i lati.
Mingun
Di mattina (max ore 9) si parte dal porto su un barcone a motore direzione Mingun. Le barche vengono ormeggiate tutte parallele alla riva, una appoggiata all’altra e per raggiungere la nostra le prue vengono collegate con assi di legno, un omino di qua e uno di là sorreggono una canna di bambù che funziona da corrimano, la navigazione dura 50 minuti. Il panorama è ultrapiatto, lo scorrere del fiume sembra lentissimo. Al molo dove sbarchiamo carri trainati da buoi e addobbati con tappeti floreali sono i taxi locali, ma andiamo a piedi, che qui in Myanmar è sempre un’esperienza.
Da lontano sembrava soltanto una ripida collina, invece da vicino è una enorme costruzione diroccata. E’ il tempio di Pahtodawgyi, opera mai completata e pesantemente danneggiata dal terremoto del 1839…guardo le giga-fessure passanti e penso che da noi in Europa ci sarebbero puntelli e transenne ovunque, invece qui i turisti salgono fino al punto più alto, saltellano tra i crepacci e ci si fanno pure i selfie. Mi convinco che in fondo questa è una mia malformazione professionale, scendo i gradoni ripidissimi e cerco di pensare ad altro.
Il tour a Mingun prosegue in un budello di bancarelle, tra prodotti artigianali, sigari e marionette fino alla pagoda di Hsinbyume, la più bianca, la più intonacata, la più fotografata in assoluto, il simbolo della devozione matrimoniale nei confronti della moglie (questa sconosciuta, ahahah). Una grande piana e una serie di terrazze concentriche, tutte ondeggianti, dalle quali si possono apprezzare le colline circostanti. Sette le onde di terrazze che rappresentano le sette catene montuose al centro dell’universo buddista. Saliamo lungo una ripida scalinata fino all’ultima terrazza, dove si bruciano bastoncini d’incenso e sventolano bandiere di preghiera colorate.
Sagaing
Te ne accorgi già da lontano, sul ponte Ava, che Sagaing non è un posto qualunque, una marea di stupa bianchi e oro spuntano dal verde della Sagaing Hill. Templi, pagode, monasteri a perdita d’occhio punteggiano il paesaggio e sono il segno tangibile della spiritualità che segna profondamente la cultura birmana. E’ incredibile qui la loro concentrazione 🙂 Questa collina ospita molti luoghi di ritiro spirituale nei quali i monaci/le monache vanno per lo studio e la meditazione, dividendosi in oltre 400 monasteri O_O Anche i laici persone possono unirsi alla vita dei monasteri come in un rifugio.
Si entra in un mondo parallelo, dove si vedono esclusivamente monaci, di tutte le età, da bambine vestite dei colori dell’alba, a monaci che chiedono le offerte in fila indiana, a piedi nudi, alcuni (pochissimi) in scooter, i più in infradito. Raggiungiamo in alto U Min Thonze Caves, fatto di terrazze panoramiche e l’emiciclo con 45 statue di Buddha identiche. Si aprono scorci sulla valle e sul fiume, molti sono i pellegrini locali che arrivano quassù a pregare per poi raggiungere, attraverso una serie di scale e percorsi coperti, la Soon U Ponya Shin Pagoda, il “santuario delle elemosine” dove le rane in bronzo servono da contenitori per raccogliere i denari offerti. Delle 4 capitali Sagaing è di sicuro quella che mi è rimasta più impressa.
Inwa (Ava)
Traghettiamo il fiume Myitnge su una longboat e arriviamo sull’isola di Ava o Inwa, all’arrivo pronti alla trattativa i calessi trainato da cavalli e, vista la piccola cifra richiesta, consiglio caldamente di salirci sopra: uno perché le strade sono sabbiose e i calessi colle ruote in legno sono un’ottima soluzione, due perché i proprietari vi porteranno direttamente loro nei siti imperdibili, tre perché c’è da divertirsi sul serio.
Si attraversano risaie, piantagioni di banane, palme altissime e rovine archeologiche sparse nella vegetazione, unite tra loro da una strada secondaria che segue i perimetri dei campi. Tra uno sballottamento e l’altro, ci teniamo a debita distanza dagli sputi rossastri di betel del cocchiere, visitiamo il tempio Me Nu Oka Kyaung che assomiglia vagamente a quelli buddhisti indonesiani, qualche stupa e qualche resto di paya che sembrano disegnati per convivere con la natura selvaggia intorno. I chiaroscuri, i calessi rumorosi e colorati, i campi verdi illuminati dal sole, tagliati da sentieri di terra rossa che portano in chissà quale villaggio in nascosto tra la boscaglia. In mezzo tante rovine lungo la strada, più o meno erose dal tempo.
Amarapura
La chicca finale, per chiudere la giornata in bellezza, è Amarapura. Capitale del Myanmar per poco tempo, soli 70 anni a partire dal 1783, in realtà è poco più di un sobborgo di Mandalay. Però ha un gioiellino, uno degli scorci più fotografati del Myanmar. E’ il Ponte U-Bein , 1,2 chilometri di lunghezza, che attraversa le acque del lago Taungthaman, collegando alla città alcuni villaggi in periferia. Il ponte è stato costruito durante la metà del IXX secolo ed è conosciuto come il più vecchio e più lungo ponte in legno di teak al mondo (molti dei piloni laterali sono ancora originali).
Obbligatorio (scherzo, ma straconsigliato nonostante l’affollamento!) arrivarci all’alba o all’ora del tramonto, hai corso avanti e indietro, visitato pagode monasteri e mercati, passato il tempo in taxi calessi bici e a contrattare. Poi arriva la sera e il mondo si ferma qui. Un ponte, solo un ponte. Il sole comincia a tramontare e con lui tutta la frenesia intorno, le canoe sull’acqua si fermano, i rumori lasciano spazio allo scricchiolio delle assi, gli ultimi raggi colorano di magia. E tutto è come dovrebbe essere.
Consigli utili per visitare le 4 capitali storiche della Birmania
- Per visitare Sagaing, Inwa e Amarapura basta una giornata e la soluzione più rapida è prendere un taxi giornaliero, prenotabile presso qualunque hotel, altrimenti per risparmiare ci sono i taxi collettivi o i pick-up che offrono servizio a domicilio.
- Per visitare Mingun tenetevi liberi una mezza giornata, perché da Mandalay serve 1 h di battello verso nord, due ore almeno per il giro completo, e 45 min per il ritorno.
- Da Mandalay a Sagaing ci vuole 1 h di spostamento, potete usare Mandalay come base vista l’ampia offerta di hotel disponibili e da lì organizzare le escursioni in giornata.
Ciao scusa sto organizzando il mio viaggio in Birmania.. Io avrei 1 giornata e mezza da stare a mandalay secondo riesco a fare le 4 capitali che hai appena descritto in 1 giorno e mezzo? Fai conto che arriverò a mandalay alle 12.30 di mattina, il pomeriggio mi consigli di andare dove? Grazie
Avrei la stessa domanda da porre….. qUALCUNO PUO’ AIUTARMI?