Marmirolo (Mantova): il Bosco della Fontana, microcosmo di pace

Avete bisogno di essere un attimo isolati dal mondo? Non è che serve sempre andare lontano, anzi questa domenica il posto giusto l’ho scoperto a due passi da casa… interrompo per un attimo la serie di post neozelandesi (noi travel blogger amiamo saltare di palo in frasca 🙂 ) e per la sezione Mantua Local mi baricentro sulla statale 236 in direzione Mantova, poco dopo il paese di Marmirolo un’indicazione segna la deviazione per “il Bosco della Fontana”…che già il nome ha un sapore antico e ti catapulta lontano da ogni tecnologia, corsa, obiettivo, dovere, responsabilità, scadenza.

Ci sono luoghi fermi nel tempo, magari abbandonati e lasciati pian piano diventare nei secoli un tutt’uno con la natura che li circonda. Io trovo che abbiano qualcosa di magico. Un misto di memoria, timore e fascino è ciò che li rende unici. Diventano sospesi, luoghi d’ispirazione e coinvolgono emotivamente chi ha la fortuna di incrociarli. Diventano potere evocativo. Ed è questa la loro forza. I mantovani lo sanno bene, ma gli altri? E allora provo a raccontarvelo.

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Quello che è stato

Il Bosco della Fontana, una manciata di ettari (in realtà 223) di foresta rimasti stranamente intatti qui in pianura, è stata per secoli la riserva di caccia dei Gonzaga, signori di Mantova. Lo testimonia quello che i nobili mantovani chiamavano il “capanno di caccia”, eh sì capanno per modo di dire! Vi metto due foto per farvi un’idea, in realtà il capanno è un piccolo castello al centro d’una radura nel cuore del parco, che non sfigurerebbe nemmeno nella valle della Loira 🙂 Un pò parco dei divertimenti, il principe ci organizzava battute di caccia e feste per le teste coronate d’Europa e personaggi illustri. Dall’Imperatore Carlo V ai delegati dell’Imperatore giapponese, fino all’Imperatrice Margherita d’Austria. Pare lo citi persino Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata!

Siamo in pieno Rinascimento, questo piccolo bosco viene trasformato in un microcosmo dove la natura è dominata e ridotta a forme conosciute, si aspira a una realtà ideale, che stupisce e ammalia. Metteteci un pizzico di alchimia, le novità botaniche venute dal Nuovo Mondo, pareti e quinte verdi, e il gioco è fatto…anzi i giochi. L’ architetto di corte aveva fabbricato un’ isola di legno che scendeva d’ improvviso in acqua, bagnando gli invitati. Scherzi, trovate, bizzarrie. Alcuni elementi mi fanno ricordare i giardini moreschi dell’Andalusia, l’Alhambra e il Generalife, i loro giochi d’acqua. Lo spazio qui è modellato, il bosco diventa una ragnatela di percorsi e teatro di incontri, una scenografia dove gestire i sentimenti all’aria aperta.

Quello che è oggi

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E poi? Poi i bei tempi sono finiti. E sono iniziate le servitù militari, le aggressioni, i tentativi di trasformazione, lo sfruttamento del legname e dei terreni agricoli, e la natura è tornata a fare il suo corso, ad essere padrona del labirinto di strade e stradine nel bosco. E poi piccoli grandi passi in avanti: nel 1914 la definizione di “Bosco demaniale inalienabile”, la dichiarazione di interesse monumentale della palazzina nel 1921, i lavori di restauro della palazzina, il vincolo paesaggistico sul bosco nel 1952 ed infine la creazione della riserva ambientale nel 1975, oggi indirizzata allo studio e alla preservazione della biodiversità.

Bosco della Fontana oggi è una riserva naturale a cinque chilometri a nord di Mantova ed è un’area severamente protetta. Anzi, per la precisione è Riserva Naturale Orientata Biogenetica di proprietà del Corpo Forestale dello Stato. Si continua a lavorare (molto è ancora da fare) per riequilibrare l’habitat, nell’ambito del progetto europeo Life Natura, per ripristinare le condizioni ideali perché uccelli, insetti e piccoli mammiferi ritrovino un ambiente protetto per riprodursi, eliminando la presenza di alberi esotici estranee al bosco di pianura o sradicandoli, per ridar vita al ciclo di vita agli alberi.

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Questo è un luogo per perdersi un po’ fra il fitto della vegetazione, nella rete di sentieri, sui ponti o affianco ai canali d’acqua. Dove il silenzio è rotto solo dallo scorrere dell’acqua, dallo scricchiolio delle foglie sotto i piedi e da qualche uccello…sì perché qui sotto le grandi querce e i frassini, può capitare di incrociare una volpe, una donnola, un germano reale, qualche rapace, una vipera e magari pure un cinghiale, una volta pare ce ne fossero per così 🙂 Siamo ancora in inverno, ci sono già i primi bucaneve e i campanellini bianchi con i puntini verdi, le foglie color cuoio del sottobosco, la scilla con i suoi fiorellini blu a sei petali, qualche viola. Poi più avanti, in aprile, arriveranno i tappeti di anemoni bianchi dove il bosco dirada, i muscari color indaco, i narcisi… mi viene voglia di tornare più avanti.

La soluzione migliore è raggiungere il bosco attraverso la ciclabile che da Mantova prosegue per il Parco delle Bertone di Goito e quindi per le colline e Peschiera, sul lago di Garda. E’ bello arrivarci in bicicletta, con la macchina fotografica a tracolla. Si attraversa un tratto di campagna e i prati popolati da stormi di garzette bianche. Si arriva a destinazione, si lega la bici al portabiciclette e un grande cancello dà il benvenuto a Bosco Fontana.

Garzetta

Poi una volta arrivati, il bello è proprio perdersi 🙂

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Info utili: La riserva naturale è divisa nettamente in due parti, una parte riserva integrale chiusa al pubblico e una parte visitabile. Dal 1 marzo al 31 ottobre, dalle 9.00 alle 19.00; dal 1 novembre al 28 febbraio dalle 9.00 alle 17.00. Nella stagione invernale(novembre/marzo) non si paga, negli altri periodi pagano i cittadini non residenti a Marmirolo e la visita costa 2,50 euro (gratuito per bambini sino a 10 anni e per over 65).

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