Curtatone (Mantova): il Santuario della Beata Vergine delle Grazie e i barcaioli del Mincio

Spezzo per un attimo la lunga fila dei miei ultimi post filo-americani per un angolino Local, spero il primo di una lunga serie. Eh sì, perché la vita da pochissimo mi ha portato a vivere in quel di Mantova e, finito di sistemare casa dopo i lavori e il trasloco, ho iniziato le mie micro-esplorazioni del territorio. Ogni angolo d’Italia ha il suo perché, nessuno escluso, come raccontai qualche tempo fa qui. E anche a questo giro ho scovato qualcosa di interessante…certo l’acqua calda per i mantovani che dal ‘300 venerano questo posto 🙂

Le Grazie Museo Madonnari

Ma se siete “foresti” e capitate da queste parti a pochi chilometri da Mantova c’è un angolo da non perdere, un santuario unico nel suo genere, col silenzio del verde e del lago che si insinuano tutt’intorno, con le grandi ninfee a fare da quinte, colle tracce dei madonnari ormai portate via dalla pioggia che ancora si intravedono nel piazzale di fronte, con i barcaioli che lenti attraversano il Mincio. Che siate qui per motivi religiosi, per scappar via dai ritmi frenetici, per meditare o pescare, per scoprire in estate la fioritura dei fiori di loto o semplicemente perché siete un po’ curiosi di vedere che sapore strano ha questo luogo, non rimarrete delusi.

Santuario Le Grazie Curtatone esterno

Santuario Le Grazie Curtatone navata

Iniziamo dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Curtatone… il protagonista di scene del film Novecento di Bertolucci? quello del coccodrillo (poi vi spiego)? quello che emerge dalle acque del lago tra i canneti delle valli del Mincio? quello dei madonnari provvenienti da tutto il mondo il 15 agosto di ogni anno? Esatto, proprio quello! Il santuario è gotico lombardo, ma la sua particolarità è tutta dentro.

Certo di primo acchitto può fare uno strano effetto, io mai avevo visto nulla del genere, un’unica grande navata dedicata gli ex-voto : seni, mani, cuori, organi interni del nostro corpo, bubboni pestiferi (a tal proposito si ricorda che la zona mantovana fu colpita più volte dalla peste di fine del 1300), occhi, puttini… ricoprono ogni spazio utile quasi a dare l’impressione di formare ghirlande decorative. Il materiale usato è la cera, modellata rozzamente e dipinta con colori vivaci. Tutto su legno colorato rosso pompeiano. Azz!

Santuario Le Grazie Curtatone interno

Ottanta nicchie e le statue di legno/cartapesta raccontano episodi popolari. Mi sembrano grossi pupazzi, un po’ goffi nelle sembianze e nelle espressioni ma sono i protagonisti di miracoli avvenuti nella vita rurale del luogo. Uomini impiccati, uno con la testa nel ceppo del patibolo, uno con una grossa pietra al collo in procinto di essere gettato in un pozzo, figure tra l’orrido e il sublime … malattie, scampati pericoli per intercessione della Vergine, incidenti derivanti dalla vita agricola come la caduta di alberi, l’uso delle falci per la mietitura del grano, o le cadute nei pozzi dell’acqua. Il senso della disgrazia evitata tradotto qui con una semplicità disarmante e il ringraziamento sentito e commosso di questa gente lo si legge come su un libro aperto.

Non bastasse c’è una presenza anomala … entri, alzi la testa e c’è un coccodrillo imbalsamato del ‘400 appeso al soffitto della navata 🙂 un barcaiolo mi dice che viene dal Nilo, ok che le vie del Signore sono infinite ma nei canali e nei laghi di Mantova è dura che lo abbiano preso! In realtà raffigura il male, simbolo del demonio che fugge davanti alla Madonna. Immagino solo l’impressione che nel Quattrocento doveva fare alla gente del posto.

Le Grazie coccodrillo

Suggestione, mistero, fantasia popolare, memoria di intercessioni, leggenda e storia. Tutto in questo piccolissimo fazzoletto d’Italia. Ma mica finisce qui!!!  Questa piccola comunità vive in simbiosi con la natura e il fiume. E offre tranquillità, semplicità, lentezza e le fioriture estive (io in Settembre ho visto solo le ultime) dei fiori di loto sul Mincio. Proprio dietro il santuario, 100 mt di discesa a piedi e siete sulle sponde del Lago Superiore di Mantova.

L’orizzonte piatto e vasto delle campagne mantovane; unico segno verticale il campanile del santuario. Distese di acqua, lunghissimi argini, boschi e soprattutto golene, paludi, ramificazioni del Mincio, barche a remi piatte, canneti.  Un territorio agricolo che si estende a perdita d’occhio, qualche corte isolata, cascinali, ruderi circondati dalle acque: elementi orizzontali che punteggiano un territorio altrettanto orizzontale. Io che sono ligure e vengo dal mare, dai monti alle spalle, dalle salite e discese, dai vicoli, dalle curve e strettoie…lo ammetto mi ci perdo un po’ 🙂

Fiore di loto Mincio

Per fortuna ci sono i Barcaioli del Mincio  , ci pensano loro a fare un itinerario sull’acqua e farmi capire meglio cosa succede qui. Dal pontile del porticciolo si sale su un barcone che silenzioso si inoltra tra i canneti. Tra un airone cinerino, cigni, germani, gallinelle e qualche altro incontro da birdwatching l’itinerario fluviale permette di avere la prospettiva giusta, navigare in mezzo a distese di foglie e le ultime fioriture dei fiori di loto (se volete vederle nel momento migliore dovete venire in Luglio/Agosto, la mattina è l’ideale).

Se viaggiate con bambini questo giro tra il naturalistico-didattico è godibilissimo, tra l’altro lo organizzano anche by night col plenilunio e all’ora del tramonto… ecco, per un attimo questa quiete e il paesaggio paludoso mi fanno pensare di essere catapultata in Birmania o in Vietnam (paesi annotati tra i #traveldreams) 🙂 poi guardo meglio, vedo lo skyline di Mantova e la cupola del S.Andrea e penso che è una gran fortuna avere un posto così a due passi da casa.

Qui una photogallery di una domenica qualunque:

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4 Comments

  1. Che bel posto! Non lo conoscevo proprio.
    Dato che non abito proprio lontano una puntata ce la farei volentieri, cercherò di convincere il pantofolaio (marito)
    Grazie
    Ciao
    Norma

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  2. beh, se capiti da queste parti fammi un fischio che almeno un caffè insieme non ce lo toglie nessuno 🙂

    Reply
  3. Veniamo dalla Germania (Colonia) per visitare Mantova, Ravenna e il Delta del Po e ho scoperto il tuo sito, i tuoi bellissimi racconti / resoconti su Mantova e sul Delta del Po e cosí oltre a “Morimondo” di Paolo Rumiz (lo conosci racconta la sua traversata in barca del Po) ho anche te come guida. Saremo a Mantova dal 14 al 16 agosto e mi piacerebbe incontrarti per un caffè.
    Agnese

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    • ciao Agnese, addirittura 🙂 ti scrivo mp sulla tua mail, siamo appena tornati dall’Islanda, scusa per il mega-ritardo della mia risposta, eravamo in viaggio.

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