Itinerario sul Delta del Po: da Comacchio (Ferrara) a Pila (Rovigo)

Ritmi lentissimi, spazi infiniti ed equilibri precari. Se avete una giornata piena (viaggio per arrivarci escluso) o meglio ancora un weekend e volete scoprire “la nostra Camargue”, una terra strappata al mare, a portata di famiglia, di bicicletta, di turismo slow vi propongo l’itinerario che ho fatto questa domenica. Un itinerario, fattibile sia in auto che in bici, che apre le porte a percorsi sugli argini, aree protette, ponti di barche, foci, aironi, sacche, fari e casoni di pescatori, in una specie di limbo un po’ rarefatto in mezzo ai silenzi, ai colori tenui e a gente ruspante. Siamo nel Parco del Delta del Po.

Itinerario Delta del Po

Prima tappa: Comacchio

Come porta di ingresso arrivate a Comacchio, piccola, genuina e imperdibile. Una micro-Venezia tascabile, nata dall’unione di vari isolotti sulla foce del Po, prima piena di canali che poi col tempo sono stati interrati per far posto alle strade e oggi quelli rimasti sono ancora navigabili. E’ la terza volta che capito da queste parti, sempre in primavera.

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Un anziano signore in piazzetta della Pescheria, vedendomi fotografare, inizia a parlarmi dell’oro di Comacchio…all’inizio non capisco molto…poi metto a fuoco (trattenendo una smorfia), sono le anguille! Mi racconta una storia, che non sapevo. Pare che ogni anguilla faccia un luuuungo viaggio per riprodursi, arrivano tutte dal Mar dei Sargassi oltre le Azzorre nell’Atlantico, impiegano due anni per fare 5000 km di mare e ad arrivare da noi in Europa, poi però per deporre le uova tornano a casa loro e appena deposte gli adulti muoiono. Cambio opinione su di loro, inizio a pensare che meritano più rispetto 🙂

Poi arrivi ai Trepponti o “Pentarco”, un ponte unico in Italia nel suo genere, in cotto e pietra d’Ischia, 5 archi e scalinate, 2 torri di guardia e 6 pilastrini. Era un sacco di cose insieme: una specie di piazzetta soprelevata, un po’ punto di vedetta sopra, un po’ darsena per le barche sotto…punto d’incrocio di 5 canali e porta fortificata della città, opera di ingegneria idraulica che portava “l’acqua viva e i legni di mare”, oltre che esteticamente bella.

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Seconda tappa: Boscone della Mesola

30 km direzione nord e siete a Mesola al Castello Estense, questa signora e imponente residenza di caccia fortificata del duca d’Este è il punto di partenza di un giro che si può fare anche solo in bicicletta (noi abbiamo fatto pezzi in auto e pezzi noleggiando la bici). Qui trovate tutti i dettagli se vorrete approfittarne per visitarlo. Pochissima strada e siete all’ingresso del Boscone della Mesola, in pratica quel che resta della foresta che centinaia di anni fa copriva la zona costiera, comprese specie autoctone, cervi e daini.

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E’ un’oasi protetta di 1058 ettari dal Corpo Forestale dello Stato, una parte visitabile da soli a piedi o in bici, un’altra parte solo con escursioni guidate. L’ingresso a persona è 1€ e qui vicino noleggiano per 2€/ora le biciclette. Occhio ai tempi perché qui due orette volano via 🙂 Alcune aree sono lasciate appositamente incontaminate dall’uomo per seguire l’evoluzione naturale dell’ambiente boschivo: fa una certa impressione, non viene toccato nulla, nemmeno i tronchi caduti o gli alberi abbattuti dal vento. Può sembrare un abbandono ma così non è. E’ equilibrio, è fusione di pini marittimi, di sabbia e canali, di uccelli e animali vari selvatici, di odore del mare.

Si sta bene qui, un profondo senso di pace avvolge tutto. Ce lo racconta il silenzio pieno di suoni naturali, qualche testuggine scura appollaiata lungo i canali e i tanti uccelli che ci abitano. Per l’avvistamento dei cervi bisogna invece addentrarsi con le guide forestali. La primavera coi suoi pollini volanti e le esplosioni di piccoli fiori fanno il resto. Una tappa breve ma piacevolissima 🙂

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Terza tappa: da Goro alla spiaggia di Boccasette

La terra e il verde si diradano, lasciano spazio all’acqua, ai grandi argini, ad un paesaggio sempre più piatto, la luce cambia, orizzonte e nuvole diventano unici punti di riferimento. Goro e Gorino sono paesi di pescatori, le reti ammassate sui moli vicino alle barche parlano di pesca alla vongola. Scatto qualche foto, i soggetti non mancano, il porto, le chiatte, i ponti di barche…eh si la carreggiata è sostenuta da grosse barche e il rumore delle assi di legno passandoci su fa sempre un certo effetto.

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Isola d’Arino, Isola della Donzella, già i nomi non mi sanno di stabilità e queste terre sospese a pelo dell’acqua ancora meno. Comunque si va. Qui la bici è d’obbligo,  è una realtà culturale prima che sportiva, un mezzo di lavoro degli artigiani, un mezzo di trasporto per le famiglie e i lavoratori delle cooperative agricole dei braccianti. La bici è amore per le due ruote e per la natura e, a dirla tutta, questo è IL posto ideale per il cicloturismo. Piccoli sentieri tra l’erba, i canneti, le acque dolci e salate che si mischiano. Per scoprire un vecchio faro, una sacca, una golena, un trabucco per pescare…anche i bambini hanno modo di imparare un mondo nuovo 🙂

Si prosegue lungo la costa fino alla Sacca degli Scardovari, è un po’ il cuore del Delta, fondali bassi, isole di canneti e spazio al birdwatching…sono molte qui le oasi come quella di Cà Mello che fanno da punto di sosta per uccelli migratori.  Appositi sentieri natura dotati di capanni, nidi artificiali, mangiatoie e pannelli didattici spiegano gli “abitanti” di queste aree e tra falchi pellegrini, aironi, garzette, niticcore, cormorani e barbagianni e altre specie rare anche gli appassionati in materia avranno pane per i loro denti.

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Ancora verso Est tra una cavana e l’altra (ricoveri attrezzi e barche) si può raggiungere Pila, non aspettatevi il classico villaggio di pescatori da cartolina, qui più che altro ci si rivolge ai pescatori che ritornano dalla giornata di pesca per acquistare cozze, vongole, alici, sarde, seppie, cannocchie e calamaretti. Roba buona insomma 🙂 Un luogo semplice, autentico, affatto turistico, un po’ disordinato e un po’ stile “fin do mundo”.

Io mi fermo qui, per un itinerario in giornata inframezzato da qualche pedalata è già tanto, però l’idea iniziale che avevo era quella di raggiungere come ultima meta la spiaggia di Boccasette nell’isola di Ca venier, una piccola frazione di Porto Tolle con la sua chiesina e la lunga spiaggia sabbiosa. Idealmente la degna conclusione di fronte al mare di questa giornata di pace, dove in fondo qui siamo noi gli intrusi che non devono disturbare.

 

Ps. Info utile

L’alternativa alla bici è una: la motonave, sono tante le compagnie che organizzano escursioni in barche più o meno grandi, potete prenderle da Comacchio, da Gorino, da Porto Tolle o dove vi verrà più comodo rispetto al tempo che avrete a disposizione e all’itinerario seguito. Next time!

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4 Comments

  1. qui vicino a me… sai se organizzano battute fotografiche sugli aironi?

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    • mi chiedi troppo 🙂 in effetti un photo-bird-watching qui ci starebbe tutto, ma mi sa che sei troppo avanti tu…ciao Simone

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    • ciao cara, l’importante è monitorare il meteo e se è clemente vai, vai, vale il motto “poca spesa tanta resa” nel senso che è vicino, raggiungibile, economico, basta solo 1-2 gg e ti sembra di essere per un attimo proprio fuori dal mondo. Rigenerante.

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