Marocco: visitare le Tanneries di Marrakech (e farsi alcune domande…)

Altro angolo di Marrakech, altro pianeta. Rispetto al post precedente sui giardini Majorelle qui è un “filino” diverso. Perchè questa città e’ una scoperta continua, una storia ingarbugliata, una promessa non mantenuta, un labirinto senza uscita. Un velo che copre un viso e uno sguardo che non si dimentica.

Le Tanneries 4

Il colore è alla base di tutto qui nel souq dei tintori e dei conciatori. Non si fa caso al passare del tempo perché si vive di cose semplici, di stoffe, spezie, pelli e polli. Di whisky berbero, di musiche dalle cadenze ripetitive e colori. Tantissimi colori. Sono tinte vive, accese, piene, come la gente che abita le vie di questo mondo che sembra non sia consapevole dell’esistenza di un universo al di fuori delle sue mura, un universo che fa il suo corso anche senza di lei.

Le Tanneries 5

Mi guardo intorno e in effetti poche cose sembrano cambiate dal medioevo. La concia delle pelli è una tradizione millenaria, il lavoro si trasmette di padre in figlio, i conciatori organizzati in corporazioni, le pelli trasportate a dorso d’asino fino alle vasche di tintura, le condizioni lavorative igieniche e di sicurezza immutate e così pure i problemi di salute dei lavoratori. Ci vuole lo stomaco forte a entrare qui dentro, perché al di là del “pittoresco” che il turista ama molto, le domande iniziano a porsi.

Chi lavora nella conceria, per lo più berberi, come lavora? è costretto a stare tutto il giorno immerso nelle sostanze chimiche coll’unica protezione di un paio di guanti e di stivaloni alti di gomma. E cosa utilizzano per la concia? Udite, udite, escrementi di piccione e urina di vacca mescolati con la cenere, e poi indaco, zafferano e papavero, come coloranti. Il procedimento? Prima si immergono le pelli (capra, pecora e cammello) per ammorbidirle, poi a mano si raschiano via i peli, vari ammolli per renderle più sottili, più lisce e duttili prima di essere stese al sole e asciugate per la colorazione. Tutela sanitaria?  una parola grossa.

Le Tanenries 3

Le concerie sono nascoste alla vista, occupano grandi cortili, con file di vasche a forma i losanga o circolari. Le guardo bene e queste pozze assomigliano un po’ a fosse biologiche. Operai stanno in ammollo nei liquidi tossici fino a metà coscia e travasano le pelli da un pozzo all’altro. Le guide offrono rametti di menta da tenere sotto il naso…chissà perché 🙂 fa parte del gioco. No, non per stomaci deboli. Poi dalle terrazze potrete ammirare il girone dantesco dall’alto e nei negozi i frutti della lavorazione, le comode babouche gialle, lo stock di pouf sgargianti, i borsoni eleganti e resistentissimi di cammello… con tutta probabilità preferirete squagliarvela e buttarvi nell’hammam più vicino.

Questa tavolozza di colori ha il fascino dell’inquietudine. Una zona  di Marrakech ancestrale.

Le Tanneries 1

E poi di sicuro incontrerete una guida improvvisata, vi dirà che siete fortunatissimi perchè oggi alle Tanneries è “la festa dei colori” o che il mercato c’è “solo oggi e poi basta”.. comunque, verrete affidati ad un’altra guida che ti porge un rametto di menta per aiutarti a sopportare la puzza.. inizia il micro-tour dove capirete ben poco, per poi essere obbligati ad entrare in un negozietto dove inizierà la televendita di tappeti&company… avete presente Vanna Marchi? ecco una principiante, questi sono dei maestri 🙂 c’è un però (e solo a posteriori, a casa, leggendo recensioni ho capito che noi eravamo solo uno dei tanti).

Le Tanneries 2

Era tardo pomeriggio, dopo una giornata di contrattazioni e finte guide, come dire ne hai un po’ “le balle piene”…all’uscita del negozio, dopo un’occhiata veloce e ringraziando diciamo di no, che non siamo interessati ad acquistare niente. Il venditore insiste dicendoci che il negozio è aperto solo oggi, che domani i berberi vanno sulle montagne (come no!). Usciamo dalla porta e fuori ahimè ritroviamo un compare che ci attende e dice “ok adesso paga per la visita..100 dirham a testa..tot 200 dirham” (20 euro, eccerrrrto). Arriva dietro un amico che invece dice..no 100, 200 dirham a testa..” la truffa era evidente, mio marito inizia a scaldarsi, non se ne parla proprio, io provo a fare l’ammortizzatore. Ne veniamo via senza dargli una lira tra i gestacci. La summa è evidente: o compri o paghi la tassa a posteriori, e pure in malo modo. E purtroppo è capitato a moltissimi. Quindi occhio!

Ci rassereniamo tra le matasse di lana dipinta del souq Sebbaghine: indaco, rosa, rosso vermiglio e giallo zafferano, giganteschi paioli e braccia nude che ci affondano, la lana stesa al sole ad asciugare, l’odore della tinta dappertutto. I coloranti chimici moderni se le sognano certe sfumature e certe intensità. E’ un calderone di destini, mestieri, credenze e speranze.

Le Tanneries 6

La povertà e il degrado restano, l’impatto forte altrettanto, e pure l’idea che fosse vero quel:

E’ speziato… troppo speziato…

Abatantuono in “Marrakesh Express”

eppure anche questo angolo di Marrakech è unico e va visto, per essere consapevoli forse anche del peggio.

Per arrivare alle Tanneries: fatevi accompagnare da uno di loro, direi che è l’unico modo 🙂

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3 Comments

  1. Uhmmmm, ricapitolando… consigli di trovare una guida prima di arrivare alle concerie?

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    • ciao, no intendevo che l’accompagnatore è inevitabile (si offriranno in 200) perchè con una mappa o una guida da soli arrivare la vedo dura. Poi all’ingresso chi ti ha accompagnato ti affida a un altro, pseudo-guida, che ti da il rametto il menta, ti fa fare un giro e ti spiega l’abc della conceria. Lì funziona così.

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