(guest post di Cristina Crovetto)
Paesaggi rarefatti, profumo di fiori nell’aria, pace e silenzio: questi sono i Mari del Sud. La seconda tappa del nostro viaggio di nozze (qui trovate la prima) prevedeva un volo Air Tahiti Nui da Honolulu a Papeete, per poi ripartire il giorno dopo dopo una piccola sosta. Seguendo idealmente la rotta del Capitano Cook in Oceania eravamo diretti a Moorea, meravigliosa isola della Polinesia Francese il cui nome significa Ramarro Giallo. Questo arcipelago è un territorio francese d’oltremare e fa parte delle cosiddette Isole della Società.
Arrivati a Papeete dopo un volo di 6 ore, decidiamo di fare due passi nel giardino dell’hotel che ci ospitava in questa notte di passaggio. Il cielo era illuminato dalla luna e si sentiva il fragore delle onde in lontananza. All’alba del giorno dopo ci si offrì uno spettacolo incredibile: un’immensa piscina che diventava un tutt’uno con l’Oceano Pacifico, una grande distesa di acqua immobile, uno specchio infinito, un paesaggio rarefatto. All’orizzonte si stagliava la sagoma dell’isola di Moorea. Poco dopo attraversavamo Papeete in bus per raggiungere il porto da cui ci siamo imbarcati per la nostra meta.
La prima vista che ci regala Moorea quando siamo ancora sulla nave, è quella di una tranquilla isola verdeggiante, un ricamo di montagne vulcaniche aguzze e dalla vegetazione fitta. Percorriamo la strada che costeggia il versante nord, la parte più turistica dell’isola e dove si trova il maggior numero delle strutture ricettive. La nostra scelta è ricaduta su un piccolo hotel a conduzione esclusivamente polinesiana, situato ad Hauru Point, la punta estrema a nord ovest dell’isola. Lungo la strada il pullman fa tutte le tappe dei grandi hotel lussuosi, ma nonostante questi grandi nomi dei giganti del turismo, l’impressione è che Moorea sia volutamente rimasta lontana dagli sfarzi del jet set, contrariamente ad altre Isole della Società rimane ancora un luogo genuino. Lungo la strada si intravede la laguna turchese e ormai ne siamo certi, tutto quello che internet propone, non è stato ritoccato da Photoshop.
La Polinesia è davvero una dama vestita del bianco accecante delle sue spiagge, dell’azzurro del suo mare, del blu intenso dei suoi cieli e del verde smeraldo delle sue montagne. Ancora increduli, raggiungiamo il resort e il nostro bungalow, arredato in stile locale. Vivremo immersi in un giardino fiorito e con un angolo di spiaggia proprio su Hauru Point, da cui per molti giorni godremo di una vista sconfinata sulla laguna e di tramonti mozzafiato.
Sulle orme del Capitano Cook: la Montagna Magica e il Belvedere
Uno dei must dell’isola è sicuramente la visita alle Baie di Cook e di Opunohu. Si tratta di due grandi baie attigue e pare che il Capitano Cook fosse nella realtà approdato non nell’attuale Cook’s Bay ma ad Opunohu, la baia accanto. Per poter godere al massimo dello spettacolo, il consiglio è di affidarvi ad uno dei tour organizzati sull’isola. Bisogna infatti risalire in cima alla montagna fino al Belvedere, per rendersi conto della meraviglia di questo posto. Arrivare lassù è un’impresa. Si deve attraversare una proprietà privata per cui serve chiedere un permesso al proprietario, che di sicuro riceverà qualcosa in cambio per il disturbo. La strada è stretta e ripida e si inerpica in mezzo alla giungla.
I tour la affrontano su jeep 4×4, e si organizzano con gli orari del passaggio perche’ il vero dramma è che o si sale o si scende, non c’è spazio per due auto in caso di incontri frontali! Per questo eviterei di raggiungere il Belvedere con una qualunque macchina a noleggio. La salita in jeep è un’esperienza molto divertente se non vi spaventa la salita tipo montagne russe e senza protezioni laterali, buche e manto stradale sconnesso. La jeep vi lascerà poco sotto il Belvedere e dovrete affrontare a piedi un ultimo breve tratto ripido di montagna. Una volta in cima non crederete ai vostri occhi! Le baie sottostanti, incorniciate dalla linea bianca della barriera corallina dentro la quale la fanno da padrone tutte le tonalità di azzurro, turchese e blu dei fondali. Una volta scesi, le baie viste dal basso si presentano più come grandi lagune, noto habitat per i lemon sharks.
Questa specie di squalo è spesso avvistata anche nei resorts, in particolare quelli che dispongono di overwater bungalows e come disse un nostro compagno di escursione americano “I saw them swimming, they’re smaller than me, but I won’t go swimming out of my bungalow anymore”. Dal pontile del nostro resort, la sera, vedevamo anche noi il nostro piccolo squalo che transitava indisturbato al chiaro di luna e a grande velocità. Se volete esplorare la valle di Opunohu, è possibile farlo in auto. La valle è ricca di marae, templi. All’interno sorge la scuola di agraria e numerose sono le piantagioni di ananas. Numerosi anche i sentieri da percorrere a piedi, unico inconveniente: le zanzare!
Il Tropical Garden e le distillerie
Percorrendo la strada costiera, in direzione del porto, una svolta a destra conduce al Moorea Tropical Garden. Un’altra strada ripida, ma una volta arrivati la vista è impagabile. Oltre alle numerose varietà di fiori e alle piantagioni di vaniglia, qui è possibile assaggiare e acquistare superbe marmellate artigianali e gelati. Oppure sorseggiare in loco una spremuta di ananas fresco, spremuto davanti ai vostri occhi. Ogni venerdì il giardino apre per pranzo e potrete provare un tipico menu polinesiano per circa 2000 Cfp (franco polinesiano). Un po’ più turistica la visita alla Distilleria e fabbrica di succhi di frutta. Oltre a trovare i soliti souvenirs, il pezzo forte della visita è la degustazione dei loro prodotti, volta ovviamente a farveli comprare. Preparatevi al bancone e un sorridente polinesiano vi farà provare tanti bicchierini di liquori variegati e alcolici. Se alla fine vi reggerete ancora in piedi (sono minimo una decina di gusti e potete chiedere il bis), alla fine potete decidere quale portarvi a casa! Tutti buonissimi, ma forse il migliore che ricordo è quello al frutto della passione.
Se decidete di prendere un’auto a noleggio, anche solo per un giorno, potrete esplorare il resto della costa, molto meno turistico e più autentico.
Oceano e Motu
Il Pacifico qui, ha un aspetto molto diverso rispetto alle Hawaii. Meno selvaggio. Una grande laguna placida e turchese rimane all’interno della barriera corallina e il frangersi delle onde lo senti lontano, soprattutto la sera. Moorea è un’altra destinazione per surfisti ma bisogna essere molto esperti, quasi tutti gli spot sono considerati difficili. Le spiagge più ventose sono inoltre popolate di vele colorate dei kite surf che sfrecciano a grande velocità. Numerose altre attività sono possibili, dalle gite per avvistare delfini e cetacei, alle immersioni subacquee, allo snorkeling. In realtà, basta mettere i piedi in acqua per vedere a occhio nudo e prossimi alla riva, branchi di pesci tropicali coloratissimi. Qui l’oceano è punteggiato di atolli, i Motu. Di fronte ad Hauru Point ci sono tre motu. Uno è privato, uno è disabitato e sul terzo, raggiungibile con un kayak dalla spiaggia, c’è un piccolo snack bar, dove è possibile mangiare il piatto tipico del posto: il pesce crudo alla tahitiana seduti con i piedi in acqua. E’ superlativo. Di solito composto di tonno crudo, accompagnato da insalata mista e condito con latte di cocco. Un’alternativa ai ristoranti, sicuramente a prezzi più convenienti, sono le roulottes, versione francese dei food truck dove è possibile provare la cucina locale di buona qualità.
Le danze
I grandi alberghi organizzano ogni settimana spettacoli di danza per i loro ospiti. Non è raro quindi sentire, la sera, nel silenzio, il suono di tamburi in lontananza provenire da qualche hotel. Noi abbiamo assistito allo spettacolo al Tiki Village, a ovest di Hauru Point. Sebbene molto turistico, il villaggio ricostruito vuole mostrare agli ospiti le origini e le tradizioni del popolo polinesiano. Ogni danza ha qualcosa da raccontare: il rito di un matrimonio, la caccia, la forza dell’uomo con la danza del fuoco. Sono danze colorate e scenografiche e vale la pena assistere ad uno di questi spettacoli. Al Tiki Village, chi vuole può cenare e poi assistere allo spettacolo dopo cena. Chi preferisce vederle da uno degli hotel, può prenotarsi anche se non è ospite dell’hotel, non è necessario cenare, a volte è sufficiente ordinare un cocktail dopo cena al bar per poter godere dello spettacolo.
Perle e sarong
Numerosi sono gli articoli che si possono acquistare a ricordo di un viaggio in Polinesia. Dai colorati ed economici sarong, utilizzabili come parei, vestiti, teli mare, tovaglie e quant’altro vi venga in mente, alle perle, vero orgoglio polinesiano. Benche’ il mercato delle perle, in mano a poche famiglie di coltivatori, abbia risentito della crisi, rimangono sempre uno degli oggetti più acquistati durante un viaggio in Polinesia. Queste le parole chiave se dovete scegliere una perla: forma, misura, colore, superficie, luminosità e spessore della madreperla. Quelle di maggior valore sono le più rotonde, le più grandi, le più lisce e luminose e ovviamente quelle con strato maggiore di madreperla. I prezzi variano dai 10.000 cpf per le più economiche a oltre 60.000 cpf per quelle più preziose.
Anche nel nostro viaggio di ritorno abbiamo fatto tappa a Tahiti per una notte per poi ripartire il giorno dopo con un volo diretto da Papeete a Parigi (scalo tecnico a Los Angeles).
Se mi chiedete che cosa ricorderò di più della Polinesia vi dirò: Il silenzio interrotto solo dal rumore delle onde, l’oceano illuminato dalla luna.
Il cielo stellato, la volta australe che ogni sera, distesi sul pontile, ci cadeva addosso come una coperta. Non ho mai visto così tante stelle e uno spazio così sconfinato. Queste sono le perle più preziose, e non costano nulla!
Odio *-*
ahahha volevo scrivere oddio *-* per la bellezza. Ma vale anche “odio *-*” perché non ci posso andare 😀
pareva strano da parte tua 😀 manco io ci posso andare ora…ma mai dire mai!