Spagna: la voce dell’Alhambra di Granada

Ho letto che Jorge Luis Borges, poeta e scrittore argentino, si recò ormai cieco all’Alhambra, e ascoltando la voce dell’acqua e il profumo del gelsomino, vide l’Alhambra in tutta la sua bellezza.

Voglio prendere spunto da qui per iniziare a scrivere di quello che rappresenta il fil rouge di questo incanto moresco circondato dalla Sierra Nevada.

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L’Alhambra di Granada è sicuramente una di quelle destinazioni su cui troverete in rete fiumi di parole, di informazioni, di dati storici e leggende, di descrizioni dettagliate sala per sala, di palazzi e giardini, viali alberati e cortili da mille e una notte. Non ha alcun senso scrivere su questo blog descrizioni dette e ridette in molte salse. Provo a raccontarvi la mia Alhambra, coi miei occhi, coi miei sensi, con quello che mi ha colpito e mi è rimasto dentro.

E’ una città in miniatura che aspira alla perfezione, progettata come la più bella delle città, 2 km di mura e 30 torri abbracciano i palazzi reali nasdiri, in un esempio di architettura islamica dove poesia, immaginazione e ornamento dominano un belvedere a 360 gradi sul paesaggio andaluso… e nomi evocativi come l’Alcazaba, il Mexuar, il Comares, il Generalife non sono altro che l’idea musulmana del paradiso del sultano, realizzata in marmo d’Almeria, finestre gotiche, ciottoli bianchi e neri, soffitti lignei, piastrellature colorate, capitelli dagli intagli raffinati e incredibili decorazioni in stucco simili a merletti. Tutto secondo canoni di armonia, proporzione e semplicità.

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Spazi legati al numero, alla simmetria, alla forma geometrica e soprattutto alla presenza dell’elemento acqua. Eccolo il tema di questo post, la voce dell’acqua, la voce dell’Alhambra. Fonte di vita, l’acqua è fondamentale nell’architettura islamica e qui è acqua che scorre, collega, pervade e rinfresca ogni ambiente, è acqua che cade e zampilla dappertutto, è un rumore dolce che accompagna ovunque. L’Alhambra è piena di vasche, laghetti, fontane, canalette, trasparenze e gorgoglii che trasmettono una gioia e una purezza inspiegabili.

Mi fermo a pensare ai riflessi sull’acqua, la sensazione è che gli edifici siano quasi costruiti su di essa e volutamente si riflettano, i bimbi immergono le mani (in primis mia figlia! :-)) per prendere i tanti pesci rossi che nuotano dentro e allora i riflessi scompaiono… sembra quasi che gli architetti moreschi sapessero della fragilità di quelle simmetrie e ci giocassero un po’ su!

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Mai come in questo caso mi tornano in mente queste parole di un testo universitario “Acqua dono, simbolo, necessità. Acqua spazio di frontiera e di relazione, spazio aperto, vuoto da inventare. Acqua sacra e simbolica, acqua che scorre, acqua che scompare in mille soluzioni, ma sempre presente, acqua e architettura fine e sapiente. Acqua è progetto di paesaggio, acqua è giardino”. E nell’Alhambra quanto è vero!

Non ci credete? Vi accontento subito con una piccola gallery delle foto scattate poco tempo fa ai suoi giochi d’acqua, convinta che vi faranno venire una gran voglia di partire… e Granada è solo una delle tantissime sorprese che mi ha riservato l’Andalusia , una destinazione assolutamente easy, abbastanza low-cost e raggiungibile con 3 h di volo dall’Italia. Occhio solo a una cosa, per l’Alhambra serve prenotare parecchio prima su www.alhambra-tickets.es o se arrivate tardi e gli ingressi sono “sold out” come è successo a noi, prima di partire acquistate on-line la Granada Card, che vi consente l’accesso diretto (soprattutto senza code!).

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2 Comments

  1. Ciao Monica, sono rientrata da 3 settimane da quella meraviglia per gli occhi che è l’Andalusia, un piccolo giretto lungo 7 giorni tra Siviglia, Cordoba e Granada!
    Mi hanno colpito molto le tue parole sull’Alhambra, penso che sia un luogo incantevole: potrei tornarci ogni giorno e scoprire sempre un angolino che non ti aspetti, uno squarcio inatteso!
    Ciao, Benedetta

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    • grazie Benedetta, anch’io tornata da una settimana, fatto lo stesso giro più Cadice, Tarifa e Ronda. Una terra ricchissima di tesori.

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