Siamo al giro di boa, si avvicina il primo compli-blog di Alla ricerca di Shambala.
Uno dei miei primissimi post era appunto il mio battesimo da blogger, avvenuto a Marostica l’anno scorso in occasione di un incontro speciale con un gruppo di blogger piacevolissimo. Ne ho letto tantissimi di post scritti per festeggiare-celebrare-spegnere la prima candelina (o le successive) di un Travel Blog, e molti con piacere. E il file rouge, in salsa personalizzata, è quasi sempre l’espressione di un percorso incantato, positivo, ottimista, pieno di soddisfazioni inaspettate, di incontri UAUUU, di riconoscimenti inaspettati, di occasioni nuove e bellissime, di numeri che lievitano. Ma beati loroooo!
Tutto vero. Lo ammetto e l’ho vissuto sulla mia pelle. Uscire dal guscio e aprirsi a un settore nuovo, provare a farsi conoscere e apprezzare, a mettersi in discussione, a “osare” e affacciarsi ad una finestra per vedere cosa c’è fuori è elettrizzante. Innegabilmente. Arrivano i contatti, i primi feedback, i primi timidi inviti, apri la posta e ci trovi i ponti più assurdi, e fa piacere per carità. Hai l’opportunità di confrontarti, frequentare discussioni, eventi, blogtour, e soprattutto persone con cui condividi qualcosa. E drizzare le antenne, assorbire.
Però. C’è un però. Io ormai non sono più una ragazzina, diciamolo, e tengo abbastanza alla mia autonomia di pensiero. Faccio fatica a piegarla alle logiche di comunicazione, al così fan tutti perché porta più lettori, più condivisioni, più mi piace. Questo blog è per forza di cose lo specchio di me. E non c’è solo la mia passione per il viaggio, oggi ci sono anche dei lettori che per caso tramite un qualunque motore di ricerca o volontariamente arrivano qui. E a cui devo massima correttezza e trasparenza, sincerità.
E allora non mi interessa proprio auto-celebrare le meraviglie di questo anno. Lo so, NON è una mossa social, pazienza, ce ne faremo tutti una ragione :-). Ce ne sono state eccome, parecchie, e me le tengo per me. Voglio essere sincera e raccontarvi l’altra faccia della medaglia, eh già, quella che per mille ragioni è sempre un po’ trascurata. Perché, diciamolo, mi sono resa conto che TUTTO IL BLOG è PAESE. Intendo qui da noi in Italia, altrove non mi sembra.
Avrei potuto intitolare questo post “I had a dream”, perché in questo annetto mi si sono aperti gli occhi (e tanto ancora si dovranno aprire) sulle dinamiche che regolano questo mondo. E, diciamolo, non è che son tutte rose e fiori. Anzi. E allora vai con una carrellata di situazioni tipo che il neofita Travel Blogger, una volta aperto colle migliori intenzioni il suo blogghino nuovo di zecca sull’onda dell’entusiasmo, deve prepararsi a incassare. Mantenendo il sorriso sulla faccia.
Ma chi sei? Cosa fai? E soprattutto chi cavolo te lo fa fare?
Partiamo dalla base. Il travel blogger questo sconosciuto. E’ un inguaribile viaggiatore? Uno a cui piace fotografare, scrivere, raccontare a ruota delle sue esperienze di viaggio. Ok fin qui non ci piove. Qualcuno nel mare magnum dei travel blog è pure bravino, ci mette del suo, scrive contenuti di qualità, ci mette impegno e tenacia, è ambizioso, è capace, è innovativo.
Ma dall’esterno come ci vedono?
Ho provato a darmi qualche risposta, le opzioni sono multiple:
- il fancazzista: da fuori si legge solo il lato ameno della vicenda, quello che vuole essere sempre in giro, fuori casa, in viaggio, avulso e in fuga dalla realtà. Poi il mazzo che, per scelta ci mancherebbe, ti fai a coordinare, scrivere, limare, raccogliere informazioni, pescare immagini dall’archivio, il watermark, correggere i link, pubblicizzare sui social e compagnia bella nessuno se ne accorge. E’ lo spirito santo che gestisce la piattaforma di wordpress e i tuoi spazi social 🙂
- il fissato: ehhhh, pensi sempre e solo ai viaggi, sei tarantolato e finchè ti tieni la cosa tra le tue 4 mura va tutto bene, ma quando apri il travel blog preparati, tizio, caio e sempronio si sentiranno legittimati a esprimerlo (sempre per il tuo bene, è ovvio). E anche questo ci sta, dovevi immaginarlo. Fa parte del gioco.
- quello che viene via a pane e salame, un do ut des all’italiana, Totò docet: come siamo visti? Non siamo giornalisti, non siamo operatori del settore, non siamo esperti in comunicazione. Non siamo ancora inquadrati come figure in nessun modo. Non siamo veri professionisti, non esistono titoli specifici nel settore o albi. E questo non è un bene.
Le proposte indecenti
Dal punto 3. parte una ragnatela che io chiamo di “proposte indecenti”, inevitabili.
E’ inutile, prima o poi ti capiteranno. Ti propongo un blog tour, parti domani mattina senza preavviso, vai a 500 km da casa a spese tue e mi scrivi 3 post (come no). Non ti conosco, magari scrivi da scazzacane e copi da Wikipedia, mi contatti per uno scambio di guest post e sarà un terno al lotto (ceeeerto). Scrivi sul sito della mia famosa rivista on-line per una cifra che neppure la più disperata delle casalinghe accetterebbe e dopo 10 mesi rischi ancora a penare per averla. Sei bravo, perché non scrivi regolarmente sul mio sito? in cambio ti do tanta bella visibilità, a palate. Un operatore ti chiede di inserire link sponsorizzati per poi scoprire che ha fatto il giro di tutti i blogger per vedere chi gli chiedeva meno. Eh, si, sono proprio soddisfazioni!
Ecco, solo per citarne alcune ma il panorama è mooooolto variegato, oltre ogni più ardita fantasia 🙂
Il buco nero dei social networks
Sei partito col tuo profilino facebook, che già è diventato un discreto ciucciaenergie. Con sforzo sovrumano (a meno che tu non sia del mestiere) hai elaborato la struttura del tuo blog, hai cercato di capire la piattaforma –nel mio caso- di WordPress nei suoi meandri e di tenere il passo su come funziona per pubblicare i tuoi post e gestirla quotidianamente. Pensavi di essere sulla vetta della montagna? Naaaaaaaaa, sbagliato.
Un vero blogger DEVE essere social, avere un’esposizione multimediale esagerata. E allora devi essere un abile Social Media Specialist, presente su tutti i canali social (Facebook, Twitter, Google+, Instagram, YouTube, Pinterest, Tumblr, vattelapesca), un vero esperto di comunicazione virale. Un onnipresente, un comunicatore, un twittatore compulsivo. E se non lo sei??? Sono tutti c********i tuoi 🙂 Impara l’arte e mettila parte.
Attenzione a quello che scrivi
E poi c’è il lato oscuro. Ogni tua parola scritta vaga per la rete ed è soggetta a libera interpretazione. Tu pensi di voler dire una cosa, sappi che ognuno la legge a modo suo, ne deduce quello che vuole. E magari capisce fischi per fiaschi, e se ne ha a male. E rimugina, e poi ti scrive in privato, e ne fa una mongolfiera e nascono discussioni. E te manco ci pensavi più o non aveva nessuna importanza. Insomma piccoli psico-drammi ed equivoci che nascono, crescono e per fortuna muiono in rete o con una telefonata.
Però rompono, ecco. Tutto qui.
L’oggettività
C’è poi un discorso più ampio. E’ quello sull’obiettività e l’etica del singolo travel blogger. Quasi tutti noi non viviamo di questo, abbiamo altre attività, nel tempo libero siamo viaggiatori autonomi e riversiamo nei nostri blog una semplice passione. Alcuni hanno mollato il lavoro e han deciso di girare il mondo – e il blog è il loro diario-live, alcuni fanno i freelance magari part-time, alcuni sono riusciti a farne una professione, non senza difficoltà immagino.
Da quel poco che ho capito finora il travel blogger veramente libero di esprimere il suo pensiero fino in fondo, di scegliere dove andare e con chi stare, raccontare tutto, anche un’esperienza negativa, fare una recensione reale, di esprimere opinioni scevre da qualunque influenza esterna è UNO: il viaggiatore per i fatti suoi, quello che proprio è lontano mille miglia dai blog tour, dai social media cosi, dalle agenzie di comunicazione o altra natura, dai “do ut des”, da qualunque logica di scambio. Su di lui e sulle sue parole potete metterci la mano sul fuoco :-).
Però non vivo a Fantasilandia, ragazzi! 🙂 e credo che una strada per permetterci di essere credibili, un pò più rispettati, e liberi di esprimere le nostre opinioni, con rispetto, qualunque esse siano, sia quella di unire le forze, e trovare una riconoscibilità che oggi non c’è, non presentarci come i “4 gatti al bar” e forse, anche qui in Italia, si iniziano a vedere i primi semi in questa direzione. Pieni di dibattiti, tentativi, talvolta scossoni….ma qualcosa, scccc, si sta muovendo! E spero tanto che la prossima candelina sia per dirvi che le cose sono cambiate.
Va beh, passo e chiudo, se siete arrivati in fondo vi ho rotto abbastanza 😀
Buon compli-blog nr. 1, Monica, me lo dico da sola! (tanto lo so, quando esci dal coro, non aspettarti mai grandi applausi)
Io l’applauso te lo faccio, insieme agli auguri e a una risata.
Con la tua solita ironia e una buona dose di disincanto sei riuscita a tracciare un bel quadro di questo mondo… 😉
Spero non ne avrai a male ma mi permetterò do condividere questo tuo post…sui miei canali social ovviamente!;)
bravaaaaaaaaaa, speriamo tu faccia da apri-pista 🙂 grazie Fra
L’augurio, cosi’ come l’apprezzamento per il post, e’ piu’ che doveroso… 🙂
Firmato… una “travel blogger” felicemente imperfetta!!!
e il ringraziamento altrettanto
Uno dei più bei post a tema che abbia letto 🙂
…eh, ma così divento tutta rossa. Grazie 1000 🙂
Bel post, sono contenta che qualcuno si ricordi ogni tanto di mettere i puntini sulle “i”.
Le pressioni ad essere social, le proposte improponibili delle agenzie, i tentativi di sfruttamento in cambio di – scarsa e penata – visibilità… sono tutte cose che trovano terreno fertile nel narcisismo intrinseco del blogger (e io, in un modo o nell altro sono blogger dal 2003, c’era ancora Splinder… quindi non mi tiro certo fuori dal discorso :-)).
E probabilmente anche nella pretesa professionalità (difficilmente misurabile) di molti blogger, che a questo punto non possono rifiutare un collaborazione, un blogtour, un’offerta di visibilità perchè tutto gli fa gioco. Cosa c’entra questo con la voglia di viaggiare e di scrivere dei propri viaggi? Poco o nulla. 🙂
Verissimo, Danny, c’entra poco. E credo che sempre più si stia delineando una linea di demarcazione tra chi vede il travel blog come business (strada rispettabilissima) e chi fa altro e lo vuole tenere come hobby/passione. Ai lettori la scelta.
Resta comunque aperto un discorso generale di riconoscibilità della figura che oggi “annaspa”. Grazie del tuo commento.
Sai già cosa penso di tutto questo perchè ho la fortuna di essere una delle poche blogger (ormai sono arrivata a togliere il “travel” dall’abbinamento!) che ha modo di confrontarsi apertamente con te, guardandoti dritta dritta negli occhi …
Mi sembra che dal nostro primo pranzo insieme ne sia passata di acqua sotto i ponti e ora anche tu sei un po’ meno ingenua e un po’ più disillusa … è successo lo stesso anche a me! La tentazione di trasformare il tutto in una professione è stata forte, le lusinghe fatte a destra e a manca ancor di più … poi ho aperto gli occhi e ho detto STOP! Da quel momento ho iniziato a dire tutto quel che penso, suscitando antipatia e velate inimicizie … pace e amen: la sera vado a letto serena, anche se non sarò mai – perchè non voglio essere – una tweet-star …
Però posso dirla una cosa anche qui? Sul fatto del “fissato” mi unisco alle opinioni dei non-blogger: se hai la sventura di essere amico di un blogger sui social, stai pur certo che nel 90% dei casi posterà sempre e solo cose attinenti alla sua nicchia di argomenti. E che palle … la vita offre mille risorse e tutti noi abbiamo più di un interesse (si spera): perchè diventare maniacali dietro a uno???
PS: x quello che si sta muovendo sotto sotto auguro un bel in bocca al lupo a tutti i travel blogger. Io per il momento non me la sento di aderire a nessun progetto, ma forse perchè ho iniziato a vivere tutto come un gioco – un bellissimo gioco! – … un domani si vedrà!
E tanti auguri per questo anno tra noi
eh, già, una secchiata di disillusione 🙂 io però sono un’idealista, una paladina delle cause perse (me lo dico da sola)… e sono convinta che da questa nebulosa possa crescere qualche germoglio buono.
Se dovesse crescere ti faccio un fischio!
Paura vera! Io me lo ripeto sempre che la mia specializzazione in salto dal palo alla frasca è la migliore: nessun introito, nessun lettore, nessuno stress…. E comunque sono la prima che pensa che i travel blogger siano un po’ fissati, sempre meno dei fashion blogger però!
specialità dell’Annalisa: “frittomisto”…me lo ricordo ancora da Marostica quando ti sei presentata 🙂 vedo che il fissato va per la maggiore, dai dai facciamo outing di gruppo
ciao! Ti ho scoperto grazie a Milly. Innanzitutto Auguri per il compliblog… altro non mi sento di dirti, da blogger per gioco e inesperta quale sono!
forse forse per gioco è la miglior cosa…ciao stefania e grazie di esser passata.
eccomi qui da te. Ricambio gli auguri. Il nostro blog è quasi coetaneo!
Sai, ricordo bene il tuo commento al mio post un po’ celebrativo.
E non mi sei “andata sulle scatole” dopo quel commento. Anzi.
Perché mi piace confrontarmi e perché io condivido quel che tu hai appena scritto. Dalla prima all’ultima parola.
Ognuno sceglie come celebrare il proprio “compliblog” e tu l’hai fatto in un modo non opinabile.
Noi soli sappiamo cosa vuol dire avere un travel blog, cosa significa sudare per farlo crescere pian piano, metterci le proprie emozioni e cercare di rimanere autentici, senza piegarsi alle richieste che vengono da “fuori”.
Non critico i blog tour, non critico i guest post, ma so bene che le vere soddisfazioni vengono dal PROPRIO lavoro. Vengono dal MIO blog e dai MIEI viaggi. Quelli che ho prenotato io, che ho organizzato io, quelli in cui sono io a gestire il mio tempo e le mie attività.
E raramente hai questo da un blog tour.
Anche io sono abbastanza nuova e mi sono fatta fregare più volte.
Igenua ho creduto a tutto quel che mi dicevano: visibilità, condivisione, solidarietà. Ma dove?
Siamo tutti guidati dall’ego e dalla voglia di emergere.
Bello però scoprire che c’è chi ha voglia di confrontarsi. In te, Monica, Simona, Francesca, Enrico e poche altre ragazze (alcune anche mie amiche) ho trovato questo. La fetta di questo mondo che mi piace davvero.
Al prossimo confronto Monica 🙂
a. sono felicissima di questo tuo commento e ti ringrazio di cuore
b. confrontarsi può sorprendere (e tu sei una bella scoperta)
c. non credo sia un caso che per prime abbiano risposto le travel blogger che hai nominato
d. condivido tutto quello che dici
e. spero che il post non sia frainteso: il blog tour è promozione e ogni tanto ci sta, il guest post alimenta il blog e ci sta, la visibilità su piattaforme più conosciute ok, l’articolo per la rivista benissimo. Sarebbe tutto meraviglioso, con modalità diverse però, meno approssimazione, meno trattamenti da gita della domenica. Perchè come dici tu dietro c’è il nostro impegno, le ore perse, come dici tu il sudore (poi certo non è la miniera!!!). E come tale andrebbe rispettato un pò di più.
Grazie ancora per questo tuo commento #cenefossero 🙂
Il minimo! è un piacere passare da te 🙂
Gli spunti di riflessione non mancano mai!
ciao Monica, mi piace il tuo blog e ti seguo con piacere, ma ho una sola domanda perchè proprio non riesco a capire dove sta il problema.. ma chi te lo fa fare?? chi ve lo fa fare di angustiarvi in questa maniera, di sbattervi a destra e a manca, come se poi qualcuno dovesse darvi qualcosa in cambio solo per il fatto di esservi impegnate.. Bisogna partire dagli obiettivi, e chiedersi: chi è il mio interlocutore? cosa voglio fare di questo benedetto blog? una volta che uno ha chiaro queste cose, va per la sua strada e fine della storia. Per quel che mi riguarda, le cose le faccio per me stessa, per i miei lettori e perchè mi diverto un sacco. E se poi ci guadagno qualche cosa perchè ospito dei banner pubblicitari, tanto meglio, l’importante che il contenuto scritto sia leale nei confronti dei lettori, e soprattutto.. decido io come e se guadagnare col mio sito. Vade retro gente che ti piglia per i XXXXXX con vane promesse.. e buon compleblog! 🙂
ciao Claudia, giuro io non mi angustio per niente, se ho aperto il blog e lo porto avanti è per scelta strameditata dopo averne letti tanti e perchè sono felice di farlo. Fin qui la cosa mi è chiara. L’interlocutore è il lettore e basta, fino a quando il blog è gioco/passione/valvola di sfogo. Quando ti butti nella mischia però inizi a capire meglio, hai nuovi strumenti di decodifica, e allora sì che piano piano puoi decidere che farne del tuo blog. Ma bisogna sporcarsi le mani prima…e io sono in questa fase, chi ha più esperienza ci sarà passato e avrà già deciso 🙂
Grazie degli auguri e di essere passata!
Buon compliblog e batto le mani per questo articolo che, per una volta, svela il dietro le quinte, quello che c’è dietro ad una parvenza di “bella vita” trascorsa sempre in giro per il mondo. Per carità, come dici tu lo abbiamo voluto noi, ma finché scrivere anche di notte sarà un piacere e non una cosa forzata, potremo dire di avere un blog animato da quella parolina così tanto abusata: la passione.
A presto! 🙂
ciao Farah, in realtà la “bella vita” credo la facciano in pochi e io ho svelato solo una piccola fetta del dietro le quinte (quel poco che conosco), ma sono certa che ce ne sarebbeeeeeeeeeee. a presto