Viaggiare con bambini? Non sempre e solo in famiglia dopo un figlio

Siete genitori freschi freschi o state per diventarlo?

Provo a darvi la mia personalissima opinione sul viaggiare con bambini: come conciliare inizialmente la passione per i viaggi e le esigenze familiari. So che molte mamme blogger di viaggi con i bambini inorridiranno all’ipotesi dei hotel/villaggi con biberoneria-babyclub e miniclub e assistenza bambini al di fuori dello stretto nucleo familiare, lo stereotipo “ideale” è la mamma viaggiatrice in giro per il mondo già dai primissimi mesi di vita. Ma tant’è, ho un’opinione un po’ diversa vissuta sulla mia pelle.

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Innanzi tutto provate a mettervi nei miei panni: 8 mesi su nove di gravidanza a letto (tralascio i motivi per voi di scarso interesse), parto con cesareo e 2 mesi di inevitabili postumi, 6 mesi di allattamento al seno ogni 3 orette, due anni di spezzatino di sonno come tutti i neo-genitori, bambina che mangia poco e niente, ore per convincerla a dormire, assenza dei nonni purtroppo totale per distanza e problemi di salute.

Frullate bene questi ingredienti, aggiungete quel pizzico di paranoia che ti viene quando hai la responsabilità di un figlio tra le braccia, l’attrezzatura da armata Brancaleone da portarsi dietro, magari un pò di stanchezza e capite bene che l’entusiasmo per uscire dal vostro raggio di sicurezza col neonato e affrontare un viaggio, piccolo o lungo che sia, rischia di avere una brusca battuta di arresto. Poi per carità le eccezioni ci sono sempre e la forza di volontà può fare miracoli. Ma io non sono stata tra queste fortunate.

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Quando non hai aiuti, non hai mezze giornate di respiro, quando ti senti risucchiato completamente e magari non ti è capitato in sorte uno di quei bimbi, buoni come il pane, che le madri raccontano come “mangia e dorme” (decisamente non il mio caso)…ecco forse per un attimo l’idea del viaggio puro, come era sempre stato prima, volo aereo e avventura zaino in spalla, sentirete il bisogno di accantonarla. Non per voi, perché spesso la passione è lì e non cambia affatto, ma per le esigenze del piccolo, che all’inizio sono tantissime (alimentari, igieniche, attrezzatura basic, etc) e perché serve tempo a digerire il nuovo ruolo di genitori.

Da qui l’idea, prima impensabile per me, di appoggiarsi a una struttura in grado di fornirvi sul posto tutto l’occorrente, di avere spazi a misura di bimbo, e magari pure personale in grado di far divertire i più piccoli insieme mentre voi potete tirare una boccata di ossigeno. E magari farvi un bagno, una cena, un qualunque momento di relax che avete aspettato per mesi. E’ ovvio che se uno ha nonni o baby-sitter a disposizione, ha avuto una gravidanza liscia come l’olio e un bambino pacifico, o ha una tempra particolarmente resistente non sentirà questa necessità.

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Ma per tutti quelli che, come noi, si sentono triturati dal primo figlio e non hanno alternative…vado a ripescare e vi ripropongo un mio post sull’argomento per Non Solo Turisti dove dico la mia e suggerisco alcune soluzioni da noi sperimentate nei primi tre anni di nostra figlia.

Certo non è il Viaggio di prima, è una vacanza, un compromesso, ma d’altronde come diceva Baden Powell “vivere è scegliere e scegliere è rinunciare a qualcosa”… però vi garantisco è una rinuncia temporanea perché poi, passato il tunnel iniziale, si può riprendere tutto quasi, dico QUASI, come prima. E mai e poi mai potrete pentirvi della scelta che avete fatto 😀 anzi, ne scoprirete delle belle lungo la nuova strada insieme.

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12 Comments

  1. Come ti capisco. Io sono una paladina del viaggiare (quasi) come prima. La mia filosofia e’ “tu dai qualcosa a me e io do qualcosa a te” che nella pratica si traduce in, ad esempio, : tu mi porti al museo e io ti porto al parchetto. Non serve Disneyland basta un qualsiasi spazio verde per far correre e sfogare i bambini. Lo scorso maggio abbiamo sperimentato le Mauritius con due nane di 3 e 1 anno al seguito: alloggio B&B, gite in macchina, camminate su isole protette per vedere la tartarughe e spiagge selvagge. Certo se fossimo stati da soli avremmo fato trekking ma devo dire che non abbiamo modificato di molto le nostre abitudini. Ho in cantiere un post su Mosca con bambini dove parlero’ di come la capitale russa sia un ottima meta per chi vuole conciliare un viaggio culturale con bambini. Credo vi stupira’! (Che bellezza la tua tata!)

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    • la tua filosofia è di buon senso, cara Alicia, io il primo anno sono rimasta in Italia (Capraia, Puglia e montagna), il secondo Europa (Cornovaglia e Portogallo), il terzo oltreoceano (AU-NZ) e ora più nessun problema di sorta. Aspetto il tuo post moscovita.

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  2. Questa volta non sono d’accordissimo con te. 🙂
    Stesse situazioni di non aiuto, stessi problemi dopo il cesareo e in più un lavoro in proprio che ti prosciuga ancora di più e non ti permette maternità o ferie. Mi ha dato la possibilità di portarla sempre con me, è vero, ma questo significava non dormire praticamente mai (devo ancora conoscere qualcuno pazzo come me che lo abbia fatto!).
    Detto questo… Valeria a 14 mesi aveva fatto 14 stati viaggiando esattamente come facevamo prima (purtroppo non siamo poi riusciti a mantenere questo trend!), cambiando pannolini su tronchi tagliati in Norvegia d’inverno o fermandosi ogni tanto dopo ore e ore di auto in cui lei dormiva beata per chiedersi se era ancora viva! 🙂
    Detto questo, qualunque sia il modo di viaggiare, in tre è molto più bello! E ora che comincia ad andare senza di noi… noi ci guardiamo e ci chiediamo come facevamo prima da soli!!!

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    • eh cara, ma io ti ho pensato e ho specificato nel post che le eccezioni esistono 🙂 però la media delle famiglie a 14 mesi se li tiene a casa o sta in Italia.

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      • Assolutamente d’accordo. Infatti devo ammettere che la “media” intorno a noi… ci definisce pazzi, incoscienti, genitori snaturati e molto altro! Quando è nata Valeria, una cara amica che non incontravo molto spesso, ogni volta esclamava: “Ma guarda! E’ ancora viva! Non sono ancora riusciti ad ammazzarla!” :))))

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        • ecco, va beh, per dar fiato alle trombe son tutti bravi! tutto sta ad aver voglia (secondo me ne serve a palate per affrontare situazioni fuori dal comune con un piccolo), buon senso e mettiamoci pure, per stare coi piedi per terra, la disponibilità economica…però di fondo se non hai il motore della passione non vai nè a farti una gita, nè fuori un weekend nè all’estero. Con tutto il rispetto per chi magari non gliene può fregar di meno di viaggiare.

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  3. Ehm, ehm … appartengo alla prima categoria e lo sai, ma ammetto che quando siamo andati in Tuinisia e lui aveva 3 mesi anche noi abbiamo scelto un villaggio. Non tanto per il mini-club, ovviamente, ma per aver certezza di aria condizionata e pasti a buffet da cui poter scegliere i cibi meno piccanti. Dopo quella volta, però, abbiamo sempre fatto un fai-da-tè ed è sempre andata alla grande. Non che non senta la necessità di spazi miei, intendiamoci bene … 😉

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    • in effetti le mamme travel blogger (tu poi di quelle viaggi coi bambini!!) non sono molto rappresentative, la media di quelli che conosco si fa molti più scrupoli a muoversi. Noi eravamo sul “fruttato andante” e all’inizio abbiamo sentito l’esigenza di appoggiarci a strutture adeguate. Ognuno ha i suoi tempi. L’importante è non mollare le proprie passioni e ricominciare appena ci si sente pronti.

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      • Assolutamente d’accordo Monica! Non c’è un unico modo di essere mamma e papà e non ci sono tempi obbligati da rispettare per fare le esperienze che questo nuovo compito comporta. L’importante è farle solo se e quando ci si sente pronti, altrimenti è un disastro …

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  4. P.S. Ha ragionissima! La maggior parte delle mamme che conosco diventano molto ansiose quando hanno bambini sul tema viaggiare…

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  5. Ciao!
    Sono quella che sta organizzando il viaggio in Islanda con i miei tre bimbi.
    Scartabellando sul tuo sito mi sono letta questo post e volevo dirti che condivido quello che scrivi.
    Alla nascita del mio secondo pensavo di non poter viaggiare più: due bimbi con 14 mesi di differenza, lontana dalla famiglia, marito sempre fuori casa e l’ultimo arrivato che mangiava ogni ora e aveva coliche infernali tutto il giorno.
    Ma io non volevo smettere di viaggiare e avevo bisogno di andarmene; unisci che non abbiamo potuto organizzare niente fino all’ultimo secondo…ecco arrivato un bel pacchetto all inclusive a Zanzibar quando il piccolo aveva 10 mesi e la grande due anni.
    Mai scelta migliore! Siamo stati coccolati, abbiamo comunque fatto le nostre escursioncine, loro sono stati l’attrazione di tutti e io mi sono riposata.
    Sono ancora fautrice di viaggi fai da te, anche perché mi ci diverto da morire, ma controllo sempre i pacchetti all inclusive perché a volte ti costano pure meno e non mi voglio chiudere nessuna porta.
    Insomma…perché no? Nessuno credo che ci obblighi a organizzare sempre tutte sole. Da mamma ho imparato che qualche volta l’aiuto è una manna e non ci rende meno brave 😉

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    • Complimenti, Eleonora, viaggiare con tre bimbi non è da tutti 🙂
      io non sono per il fai da te a tutti i costi anche se spesso organizzo così i miei viaggi, e infatti all’inizio quando è nata mia figlia ho sentito il bisogno di un appoggio, di strutture che mi semplificassero la giornata e che mi dessero una mano. L’importante è non perdere la voglia di andare, di scoprire, di uscire dal guscio. Poi qualunque modo di viaggiare è rispettabile, soprattutto se viene incontro alle nostre esigenze di quel momento.
      Grazie del tuo commento e buona Islanda (sul blog trovi parecchi post, ci sono stata questa estate).
      Monica

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