I 4 elementi d’Islanda: Acqua

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Ho deciso di scrivere 4 post trasversali dedicati all’Islanda, legati tra loro da un tema un po’ insolito. Ogni articolo di questa specie di quadrilogia è dedicato a uno dei 4 leggendari elementi della materia: AcquaFuoco (e Ghiaccio), AriaTerra. Microcosmo e Macrocosmo, secondo i filosofi greci, nascono dalla loro combinazione e da loro trae origine ogni sostanza dell’universo. Fino a oggi, di tutti i Paesi che ho visitato, l’Islanda è di sicuro la destinazione che per me si avvicina di più a tale visione alchemica della materia. Infatti mai come in quest’isola remota ho visto tutti e 4 gli elementi fondamentali all’opera nello stesso momento per plasmare il paesaggio. Inizio quindi la mia mini serie parlando dell’Acqua.

Difficile da immaginare, ma è possibile fuggire into the wild senza per forza uscire dalla vecchia Europa. Basta far rotta verso l’Islanda, poche ore di volo, una terra selvaggia, estrema e per lo più disabitata dove la natura è madre e matrigna, creatrice e distruttrice insieme. Prima di partire avevo in mente distese di ghiaccio, vulcani sputalava, cascate imponenti, balene e migliaia di uccelli che si lanciano da scogliere perpendicolari. Poi arrivi e….. Scopri che è proprio così.

 

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Le cascate in Islanda

Se andate in Islanda, qualunque giro decidiate di fare ci sarà sempre un punto fermo: le cascate (in islandese  foss) non mancheranno di sicuro! Non dovrete fare nessuno sforzo per trovarle, l’acqua è padrona di questa terra, e la troverete in mille forme: sorgenti calde, geyser, ghiacciai, fiumi, estuari, fiordi, piscine naturali e tantissime cascate…a centinaia e molte visibili senza sforzo, anche solo percorrendo la Ring Road 🙂

Ora vi elenco quelle che mi sono piaciute di più e perché. Poi ognuno, a seconda dell’itinerario fatto, magari ne avrà in mente altre diverse e si farà la sua personale lista delle preferite.

 

Gullfoss: la cascata più famosa (e c’è sempre un perché!)

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Sarà l’entusiasmo riservato alle prime volte, sarà il sole che la baciava quel giorno, sarà che appena arrivi dalla strada 35 e sei sul sentiero a mezza costa, costeggiando il fiume Hvita, hai davanti una nuvola trasparente di goccioline d’acqua. E ti entrano dappertutto e creano arcobaleni da cartolina. Arrivi a uno sperone nero di roccia basaltica, sei tu e davanti solo luce, acqua, vapori e spruzzi…e il boato dirompente del doppio salto di Gullfoss (lett. “Cascate d’Oro” in lingua islandese, per i riflessi che l’acqua assume nelle belle giornate). Non sarà la più alta né quella con la portata maggiore, ma l’impressione che regala è netta, sei parte integrante per un attimo di un meraviglioso dono della natura.

 

Seljalandsfoss: davanti e dietro la cascata

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Lei è quella da copertina, la più fotografata, è la Cascata Liquida (dal fiume Seljalandsá, il Fiume Liquido). Chi non ha mai sognato un sentiero che arriva giusto dietro la cascata e permette di vederla a 360°? Gli elementi da fiaba ci sono tutti: la montagna verdissima, il salto, il sentierino che va giusto dietro la cascata e ti consente di avere una prospettiva insolita. Mentre cammini ti fa veramente ripensare a certe storie di passaggi segreti, tesori nascosti e creature misteriose. Bagnarsi è un must, la doccia completa di acqua nebulizzata è garantita quindi occhio alla macchina fotografica, munitevi di mantellina, cappuccio e viaaaaa 🙂 Bellissima e originale, indubbiamente.

 

Svartifoss – la cascata nera

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Lei è un’opera d’arte, un anfiteatro di colonne di basalto che ha ispirato artisti di ogni tipo, come il progettista del simbolo di Reykjavik, la Hallgrìmkirkja. E al centro, come in un quadro studiato alla perfezione, il getto della cascata. La forza della roccia magmatica e l’esilità dell’acqua contrastano e ne fanno un teatro particolarissimo. Siamo nel Parco Nazionale Skaftafell a due passi dal ghiacciaio Vatnajökull, un sentiero percorribile in 40 minuti porta sotto l’anfiteatro. Vedere le lingue del ghiacciaio che scendono e si insinuano ovunque, mentre ti avvicini al parco e mentre cammini in direzione della cascata, è già di per sé uno spettacolo. Ancora una volta la natura ti impressiona, ti sgomenta e ti lascia senza parole.

 

Dynjandi – una cascata tra i fiordi dell’Ovest

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Dynjandi è fuori mano, la potete vedere solo raggiungendo la regione più remota dell’Islanda, i fiordi dell’Ovest e in particolare il fiordo di Arnarfjordur. In realtà non è una sola cascata, ma un sistema di 7 cascate collegate, con un salto d’acqua complessivo di 100 metri. Lei è scenografia pura, anche perché il sentiero di mezz’ora ti permette di arrivare proprio in alto, alla base della cascata lunga 60 mt e da lì sotto l’effetto della parete è moltiplicato. E poi da lì si apre a ventaglio tutta la vallata, che è riserva naturale protetta. Lascio spazio alle fotografie, in alcuni casi rendono molto meglio l’idea 🙂

 

Dettifoss – le “cascate del Niagara” d’Europa

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Lei è un lungo muro d’acqua, la più potente cascata d’Europa con tonnellate di acqua e fango che si gettano ogni secondo nella gola. Si può ammirare da entrambi i lati del canyon, ma il lato ovest è più facile da raggiungere perché la strada che porta nelle vicinanze (n. 862 + 886) è asfaltata. A saperlo prima! Noi arriviamo da est con la 864 e facciamo quasi una trentina di km di sterrato pietroso dalla Ring Road…eh, eh, Dettifoss bisogna sudarsela un pochino! Però da qui hai la possibilità di avvicinarti fino al salto, e l’adrenalina di fronte a tanta energia e frastuono è alta. Incredibilmente non ci sono protezioni, limiti, barriere, tu puoi arrivare a camminare sul ciglio del salto, volendo toccare con le tue mani l’acqua (cum grano salis altrimenti ti porta viaaaa!!!). La giornata è plumbea, l’atmosfera cupa, il vento non dà tregua e il paesaggio ha un qualcosa di spaventoso, le rocce sono scivolose e forse il tutto non me la fa amare come altre, anche se la cascata dell’Acqua che Rovina, questo significa Dettifoss, è un grande mix di meraviglia e di paura insieme.

Le piscine geotermali

E poi ci sono le tantissime piscine termali naturali che troverete in tutta L’Islanda, se la giornata lo consente approfittatene perché le temperature dell’acqua arrivano fino a 42-45°, il relax (e l’abbassamento di pressione) è garantito e l’effetto wellness pure!  E occhio, non parlo della Blue Lagoon a sud-ovest o del suo alter-ego a nord i Myvatn baths, entrambi abbastanza turistici, ma del passatempo preferito dagli islandesi: sguazzare in vasche di acqua calda e ricca di minerali a prezzi accessibilissimi e frequentati per lo più da loro. Ce ne sono a Hveragerdi, al Landmannalaugar, a Laugarvatn, a Lysuholslaug, a Pollurinn, a Drangsnes, a Hosfos, a Grettislaug, a Laugar vicino Myvatn, a Selàrdalslaug, a Egilsstadir e molti altri ancora.

Tutte rigorosamente all’aperto, meno note ma non meno belle e, soprattutto, meno turistiche. Ne abbiamo provate diverse ma quella che ho apprezzato di più e che consiglio sono le piscine naturali di Grettislaug a nord, a circa 14 km di distanza da Saudarkrokur alla fine della strada 748… fuori dal mondo, zero turisti, due vasche all’aperto a temperature diverse ed un piccolo locale in legno riscaldato per cambiarsi. Fai quasi fatica a entrare in costume con 2° fuori e 42° dentro,  in un contesto naturale impressionante, hai le montagne velate di nubole basse che si innalzano lunari alle spalle, il rumore dell’oceano a due passi e la sensazione di essere in un brodo materno completamente fuori da tutto. Uno degli hot spring più belli d’Islanda 🙂

 

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Geysir

Chiudo in bellezza il post dedicato all’elemento Acqua con il più antico e conosciuto geyser d’Islanda. Lui è lo Strokkur e quando arrivi al Circolo d’Oro (Þingvellir – Gullfoss – Geysir) la star indiscussa è sicuramente quello spettacolo che va in scena ogni 6-8 minuti circa e proietta colonne d’acqua bollente alte fino a 20-30 m. Tutti in cerchio a osservare la gola che all’improvviso risucchia l’acqua, gonfia una bolla azzurra sempre più grande, una sacca d’acqua in pratica rimane intrappolata nelle fenditure del terreno, l’acqua in superficie si raffredda, mentre quella sotto viene riscaldata fino a trasformarsi in vapore, e quando la pressione raggiunge un punto critico “esplode” proiettando in alto l’acqua soprastante. Sono pochi attimi: l’attesa, lo stupore, il naso all’insù, lo scatto impossibile per chi ama fare fotografie. Noi ci abbiamo provato.

 

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