Asolando ad Asolo

La seconda puntata del weekend ad Asolo, la bella cittadina in provincia di Treviso che ho visitato in occasione di #AsoloBlogTour, è ispirata a una parola coniata dal celebre poeta londinese Robert Browning, uno dei più importanti autori inglesi dell’Ottocento. Questa parola è Asolando ed è il titolo dell’ultima raccolta di poesie di Browning, dedicata proprio ad Asolo, la città dei cento orizzonti, che per anni è stata il suo ritiro. Asolando significa andarsene a spasso liberamente abbandonandosi alla bellezza della natura. L’opera finale di Browning è ricordata anche nella targa posta davanti a quella che è stata la sua casa, in una delle vie centrali del borgo. In seguito scopro che, oltre a Robert Browning,  numerosi altri letterati e artisti hanno frequentato Asolo e ne sono rimasti affascinati: Pietro Bembo, Giosuè Carducci, Eleonora Duse, Freya Stark, John Beach, Eugene Benson, Guido Piovene, Giovanni Comisso, Lorenzo Lotto, Giorgione… Sembra proprio che il territorio dell’Altamarca e le sue colline siano stati considerati una specie di Asoloshire (se posso inventare anch’io un neologismo).

 

Asolando

Asolando

Il modo migliore per scoprire Asolo è proprio così, camminando a piedi. Infatti, basta andare ‘asolando‘ lungo i portici e per le vie della città per fare un sacco di incontri interessanti, una giornata piena è necessaria per conoscerla nelle tantissime sfaccettature che offre. Quindi oggi vi porto idealmente a passeggiare e a scoprirla. Colpisce subito l’aria aristocratica che si respira nei vicoli, nelle piazze e nei caffè; in un contesto paesaggistico di colline dolci e curatissime si aprono scorci suggestivi, segni evidenti di venezianità, palazzi dalle trifore eleganti, tracce di affreschi, storia millenaria, sentite tradizioni di bottega e antiche attività artigianali. Tessuti, ricami, merletti, ceramiche, restauro e antiquariato. Sotto la modestia del manufatto artigianale si scoprono capolavori d’arte.

 

Villa Freya

La prima tappa mi conquista a pelle, perché dietro questa villa (visitabile solo su appuntamento), i suoi giardini e il suo parco archeologico, c’è una personalità forte, una grande esploratrice e conoscitrice del mondo, la scrittrice inglese Freya Stark. Un donna originale, controcorrente, viaggiatrice solitaria, appassionata di Medio Oriente, che appartiene a quel periodo fra le due guerre in cui il viaggiare era ancora un piacere e permetteva di unire il fascino del diverso con l’osservare interessato. Un’indole curiosa,  un coraggio non comune e a una buona dose di ironia mista all’amore per il rischio, che rendeva i viaggi strani e bizzarri, pieni di inconvenienti e di contrattempi… inutile dire che Freya, caposcuola del moderno “travel writingmi piace un sacco!

«Viaggiare significa ignorare i fastidi esterni e lasciarsi andare completamente all’esperienza, fondersi con tutto quello che ci circonda, accettare tutto quello che ci succede e così, in questo modo, fare finalmente parte del paese che si attraversa. E questo è il momento in cui si avverte che la ricompensa sta arrivando».

(F. Stark)

Quando poi entro e davanti agli occhi trovo fontane, vialetti di fiori, lavanda, profumate rose inglesi e melograno, lecci centenari, piante di spezie e aromi, un prato che degrada, i resti di un teatro romano e un intero parco archeologico alle porte del centro storico, la immagino ancora qui, sorridente col suo caftano e il cappello inglese, e la conquista è definitiva.

 

Il panorama dei cento orizzonti

Se volete poi rendervi conto del perché il Carducci ha definito Asolo “città dei cento orizzonti” bisogna fare due passi (15 min) e salire fino a due punti. Uno è la Rocca Braida, una leggera gradinata e si arriva alle mura, un punto privilegiato, strategico per vedere a 360° i dintorni e con un colpo d’occhio avere sottomano le colline, le ville venete sui declivi, le distese di vigneti e di ulivi. Qualche pino marittimo e le cime di alcuni cipressi all’orizzonte e dall’alto la forma a scorpione e i profili medievali del centro storico di Asolo.

Il secondo è il Castello della regina Cornaro, in fondo allo spiazzo si può godere di un affaccio bellissimo sui dintorni grazie a un camminamento sulle mura.  Vicinissimo al centro, anche se è quasi una realtà parallela al borgo, è un castello col suo teatro, la sua piazza e la sua terrazza panoramica. Un altro luogo per ammirare il paesaggio romantico, integro, un pò fiabesco, che da sempre ha attirato un turismo d’eccezione. Poeti, pittori e letterati, uomini di cultura e d’arte, persino una regina, Caterina Cornaro,  qui instaurò una piccola corte con personaggi provenienti un po’ da tutta la regione e anche da Cipro. E’ incredibile come Asolo sia stato crocevia di personaggi illustri… sarà la bellezza, l’ospitalità, la memoria, la tradizione, quel tocco di nobiltà… o forse semplicemente tutto insieme.

 

Il piacere della buona tavola

Asolando vi avverto, bando alle diete, è inevitabile conciliare il gusto per la storia e la cultura con i piaceri della tavola. Osterie tipiche, ristoranti, caffè ed enoteche che si affacciano sui portici e sulle piazze di Asolo vi chiamano…e qui non scherzano affatto!  Il ritmo lento del vivere, i prodotti a km 0, la vocazione enogastronomica antica: finire seduti in trattoria a gustare sapori genuini , legati al cambiare delle stagioni e di sicuro all’influenza veneziana è un attimo, quindi sarde in saor ai bigoli al ragù d’anatra, al baccalà, dalle zuppe di funghi alla pasta e fagioli, fino al radicchio di Treviso o di Castelfranco, alla zucca, agli asparagi bianchi di Bassano. Ovviamente con cicchetto d’ordinanza o specialità come il gelato al sambuco o il “Tintoretto”, variante del Bellini al gusto di melograno.

Ad Asolo è ancora possibile trovare il pane cotto a legna e nelle botteghe hai l’imbarazzo della scelta tra salumi locali, vini, grappe, oli, confetture e dolci deliziosi, le frittelle o la pinza. Prodotti altrove introvabili, attenti alla coltivazione biologica, al rispetto delle tradizioni e alle produzioni locali come per esempio il formaggio Morlacco, il formaggio Bastardo e il Biso di Borso del Grappa, le mele di Monfumo, la produzione dell’olio della Pedemontana del Grappa, le ciliegie di Maser e il miele del Grappa.

 

Venere nelle terre di Canova

Un’ultima dritta utile: in questo periodo fino al 28 Marzo 2016 è aperta al Museo Civico di Asolo una mostra da vedere, perché venire ad Asolo e perdersi la possibilità di conoscere da vicino alcune opere di Antonio Canova è un vero delitto. Lui che in questo territorio è nato, cresciuto, ha mosso i suoi primi passi come scultore e ha dedicato al tema della bellezza molte sue opere. La mostra infatti ospita la celebre Venere canoviana di Leeds, “una giovane donna, vera, sensuale, vibrante, non un freddo mito ma una bellezza naturale”.

Intorno al marmo di Leeds, questa mostra-percorso propone molte testimonianze che Antonio Canova ha lasciato intorno al tema di Venere e, più in generale, del nudo femminile. E già che ci siete, per completare l’esposizione del Museo Civico di Asolo allungate la strada di pochi km e visitate qui vicino anche Possagno, la Gipsoteca del Museo Canova e il Tempio Canoviano. In questo modo, con una piccola deviazione, avrete un quadro completo sullo scultore neoclassico.

 

 

Ecco per voi alcuni link utili per organizzare un bel weekend ad Asolo:

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