Certo andare a vedere uno zoo, come un acquario, come un qualunque posto dove gli animali sono utilizzati e chiusi in spazi per loro limitati per intrattenere l’uomo, pone subito degli interrogativi. Da adulta credo il mio interesse per i parchi divertimento (con/senza animali) sia magicamente svanito passata la maggiore età. E se a San Diego fossimo stati in due a viaggiare credo il Seaworld non mi avrebbe vista neanche pitturata tra i suoi visitatori.
Poi però diventi madre e ti tocca rivalutare tutto, un tizio per la strada dà un volantino a tua figlia seienne pieno di pinguini, foche, orche, delfini, squali, mante, beluga e chi più ne ha più ne metta…e a quel punto sei fregato, gli occhi della nana brillano e come un martello pneumatico inizia a implorarti di andarci, rinuncia a Dysneyland su due piedi pur di passare una giornata al Seaworld. La piccola ha un debole per gli animali e quel volantino non è che ti lascia tanta scelta. Quindi compriamo on-line tre ingressi (alla modica cifra di 80$ l’uno, una legnata) e si va…e tutti i tuoi pensieri animalisti crollano miseramente.
Ok. Il parcheggio è grande come la Malpensa. Un rapido calcolo e mi rendo conto che il Seaworld può ospitare veramente il mondo, la cosa mi preoccupa…per fortuna capitiamo in un giorno infrasettimanale (ve lo consiglio) e l’orda dei barbari del weekend la scampiamo. Meglio arrivare la mattina e sfruttare la giornata, c’è una tale densità di cose da vedere che la giornata vola via e non avrete modo di annoiarvi di sicuro. Se viaggiate negli States con bambini, preparatevi, il Seaworld diventerà per loro l’AMERICA 🙂
Seaworld è ormai un simbolo di San Diego, il primo parco marino al mondo nel 1964 a Mission Bay, anche se poi da quelle 4 attrazioni iniziali, oggi si è ingrandito di brutto. La virata verso il parco divertimenti e il grande business è stata inevitabile, con spettacoli acquatici ogni ora, ma anche strutture per la ricerca, animal rescue team, tantissimi ambienti marini e una sezione dedicata alla tutela/educazione con programmi per la salvaguardia di orche assassine, pinguini imperatore e altre specie, nonché programmi per il salvataggio e il reinserimento nella natura di mammiferi marini. San Diego è il capostipite, altri SeaWorld sono stati aperti in Ohio (1970), Florida (1973) e Texas (1988).
E dopo questo breve excursus, tutti dentroooo, che lo spettacolo cominci!!!
Il benvenuto ai visitatori, per rompere il ghiaccio, te lo dà la vasca coi pesciolini che ti fanno la pesci-cure (fish pedicure): metti una mano, un piede, un gomito e loro precisi arrivano per prendersi cura di te, massaggiarti, levigarti, farti riflessologia plantare. La nana avrebbe voluto buttarcisi tutta ovviamente, ma anche i grandi non erano indifferenti. Tutt’altro. All’ingresso vieni dotato di mappa colorata e cronoprogramma di tutti gli eventi della giornata, ora sei pronto per scoprire il pianeta Terra in versione acquatica, con tutti i suoi abitanti.
Puntiamo dritti ai “pezzi grossi”, allo Shamu Adventure con gli animali più famosi del parco, le orche assassine. Impressive, davvero. Intanto c’è una gigantesca vetrata sotterranea dove puoi vederle nuotare nella loro imponenza e assoluta bellezza. Mani e facce dei bambini incollate ai vetri, non è facile vedere questi animali in natura e credo sia comunque un’opportunità poterle osservare da vicino. Eleganti, nette, immense. Poi si aspettano sopra gli istruttori e ha inizio uno spettacolo fatto di attesa, di musica, di immagini…c’è poco da dire gli americani in questa roba sono maestri assoluti, ancora prima che le orche arrivino sei incollato lì e quando loro cominciano a piroettare, bagnare i malcapitati, e nuotare velocissime le segui con gli occhi di un bambino pure tu, nonostante i 40 anni suonati. Qui una breve photogallery…
Non sono eventi separati e basta, è tutto il contesto che funziona. Ogni angolo dei percorsi pedonali è curato nei dettagli, c’è qualcuno che suona, ci sono fiori ed essenze, uccelli liberi che volano (tra cui pappagalli coloratissimi), c’è qualcosa che ti sorprende e ti rende partecipe, c’è sempre qualcosa di spettacolare. Poi c’è il risvolto della medaglia americana, il marketing esasperato. Ovunque al Seaworld cercano di venderti “la mamma” sotto forma di peluche, di maglietta, di beverone a forma di orca, di dolphin-cappellino, di gadget inguardabili e dai prezzi affatto low-cost. E con i bambini di mezzo la cosa è esagerata, per i miei gusti.
Ma concentratevi sugli animali e sulle ambientazioni meravigliose, sul fatto che quasi tutti sono visibili da vicino (senza recinzioni e vetri divisori) e ne potrete vedere una marea: nel Penguin Encounter che ricrea il clima glaciale dell’Artico per 400 pinguini, oppure nel Shark Encounter, che permette di osservare gli squali e percorrere una galleria all’interno dell’acquario con gli squali che vi passano sopra la testa. Avete voglia di vedere i tursiopi e magari prenotarvi mezz’oretta con gli istruttori in piscina per accarezzare i delfini e fare conoscenza? detto fatto, al Seaworld si può (basta pagare).
Non avete mai visto un orso polare in tutto il suo splendore, o un bianco beluga o un enorme tricheco rugoso? O centinaia di fenicotteri rosa dalle gambe sottilissime, una manta ariosa o i leoni marini? E tutti i pesci possibili del mondo marino dove li mettiamo? Al Seaworld ovviamente 🙂 Con una spolverata di montagne russe e musical da guinness dei primati per non farsi mancare mai niente, american style. Vi lascio un po’ di immagini che rendono l’idea.
Vi dico solo che, contro ogni legge della fisica, la nanetta ha camminato su e giù tutto il giorno (10 ore) senza mai un lamento e ore 20.00 abbiamo dovuto tirala via dal Seaworld in lacrime perché non voleva assolutamente andarsene. La forza della motivazione fa miracoli 🙂
Qualche volta essere categorici non paga, meglio far felice un bambino e magari scoprire che quello che mai avresti voluto vedere in teoria, nella pratica aveva veramente il suo perché.
Ci sono stata anch’io qualche annetto fa, un sacco di spettacoli con cetacei e animali marini, tutto organizzato in modo impeccabile e loro molto profesisonali…unico neo per una famiglia il prezzo 🙁
sempre più bello il tuo blog!
Grazie Antonella, rispetto ad alcune realtà italiane più piccole e di sicuro meno organizzate dagli States c’è veramente tanto da imparare.
Ci porterei i miei bambini domani mattina, diventerebbero matti soprattutto a vedere le orche, credo proprio che il modo migliore per gustarsi il parco sia insieme ai propri figli.
Lo spettacolo delle orche è il più coinvolgente e discusso: uno spazio immenso disposizione, un team di istruttori capaci, una “macchina” scenografica mica da ridere e un gruppo di orche tra cui Shamu è la più grande. Da quello che fanno ti verrebbe da chiamarle tutt’altro che “killer whales”…eppure la natura va sempre rispettata, nel 2012 qui a San Diego un’orca ha attaccato un addestratore, da quel momento durante gli spettacoli non entrano più in acqua.