Si parte per l’Ovest degli USA: #myusa

Mi sono sempre chiesta il perché alcuni luoghi del mondo attraggano una persona più di altri. Mi è sempre piaciuto l’emisfero sud del globo, la sua complessità, le sue tradizioni, la sua cultura, la sua diversità: il Sud-Est asiatico, l’Africa, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Sud-America. Appena ho potuto ho volato lì e ho tutta l’intenzione di continuare a farlo (sono solo all’inizio né).

Lo ammetto candidamente, gli Stati Uniti proprio no, non hanno mai esercitato su di me un fascino particolare. Troppo vasti, troppo moderni, troppo efficienti, stati coi confini troppo squadrati, troppo poco feeling con lo stile americano medio. Stereotipi/pregiudizi da sfatare? Senza dubbio tantissimi. Però, come sempre c’è un però. E’ da quanto ero ragazzina e andavo alla BIT a Milano a tirar su chili di depliants di tutti i paesi che sognavo di visitare, che un unico posto degli States mi affascinava un casino. Era il West-USA.

Forse perché la natura lì ha dato il suo meglio, perché gli spazi me li immagino infiniti, perché la madre terra ha in sé un richiamo primordiale e il West è evocativo, cinematografico (mannaggia a Thelma e Louise!), perché il cuore Navajo dei nativi americani è proprio lì, perché i parchi nazionali dell’Ovest credo si debbano proprio vedere almeno una volta nella vita. E allora quest’anno si va in America, anzi tra una settimanella #crossfingers… partiamo a metà Giugno (nanetta inclusa di default ovviamente).

Il nostro itinerario, rigorosamente fai da te

Itinerario

Ok, due guide, tanti siti e blog letti, qualche consiglio dagli amici… direi che ci siamo. Sarà un ontheroad di 5.000 km attraverso 4 stati americani (California, Nevada, Utah, Arizona). Ma ora vi spiego per benino more or less tutte le tappe previste, grazie anche al prezioso aiuto della superesperta di States Simona Sacri  poi viaggiamo in autonomia e, si sa, tutto può succedere e può variare. Però l’idea di massima di itinerario è questa e speriamo di rispettarla:

Prima tappa: San Francisco, California

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I primi tre giorni saranno tutti dedicati a San Francisco. Pare sia un melting pot di culture, un’avanguardia dell’emancipazione, dove libertà di parola e sperimentazione culinaria sono di casa. Vivibile, multietnica e multicomportamentale… che poi a me i mischioni piacciono un sacco :-). A parte il fatto che sia indiscutibilmente bella e in una location naturale di quelle che non si dimenticano facilmente. Me la immagino così la baia di San Francisco: un via vai di navi, un sacco di vele che sfrecciano, i surfisti sull’acqua gelida, il clima imprevedibile e poi lui, il mito, l’icona, il Golden Gate Bridge. Questo il contenitore, senza parlare di tutto quello che c’è dentro… io mi butto, e poi vediamo che succede, chi incontro e cosa trovo.

Seconda tappa: Monterey, California

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Prima di puntare all’interno faremo il tratto californiano di Pacific Highway 1 verso Monterey tra costa selvaggia, spiagge solitarie, paesini di mare e aziende agricole bio. Sicuramente il vino buono qui non mancherà e se siamo riusciti a portarcelo a casa dalla Nuova Zelanda, non mancheremo di infilare in valigia qualcosa 🙂 A Monterey i must sono la 17 Miles Drive, da Pacific Grove a Pebble Beach, la strada scenografica costellata da villozzi da mille e una notte… reggerò a tanta l’americanità? E l’Acquarium dedicato all’universo sottomarino…qui la nanetta non sa cosa l’aspetta (e io non le rovino la sorpresa).

Terza tappa: Yosemite National Park, California

Yosemite

Le opinioni al riguardo sono contrastanti, e allora vedrò di farmene una mia! Fatto sta che lo Yosemite forse per noi abituati allo spettacolo casalingo delle Dolomiti può apparire meno diverso dal solito, eppure qui la montagna ha la M maiuscola. Tra cascate impetuose, pareti di roccia granitica, prati a perdita d’occhio della Yosemite Valley e i ghiacciai eterni del Glacier Point dubito che non abbia il suo perché. Secondo me l’unico dubbio che si può avere è che meriterebbe una vacanza “montanara” solo lui. E vista la mia fissa con gli animali speriamo di incontrare qualche orsetto nei paraggi 🙂

Quarta tappa: Sequoia National Park, California

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Ma potevo arrivare fino a qui e non andare a rendere onore al Generale Sherman? Impossibile. Quindi siamo pronti a sentirci dei puntini col naso all’insù di fronte agli esemplari più grandi al mondo di sequoie giganti. Saranno veramente so big and so old? Mmmhhhh, penso di si e credo andranno oltre ogni mia immaginazione. La natura così imponente ti zittisce nell’attimo stesso in cui alzi lo sguardo e vedi qualcosa di magnifico. Non vedo l’ora.

Quinta tappa: Death Valley National Park, California/Nevada

Death-Valley

Qui l’ontheroad diventa vero e proprio: strade interminabili, cactus, cespugli spinti dal vento e neppure un’anima. Si va nella depressione più bassa (-94 m) dell’emisfero occidentale,dove durante la “Gold Rush” i pionieri colle loro carovane si avventurarono rischiando spesso la morte… mica per niente si chiama così 🙁 è un deserto, fatto di scenari naturali diversi e condizioni di vita estreme. Ci armeremo di un pieno di benzina, cappello, tanta acqua e viaaa.

Sesta tappa: Las Vegas, Nevada

Las-Vegas

Su questa lo ammetto c’è stato un micro-dibattito in casa. Non è che la follia umana ci interessi poi così tanto. E bisogna ammettere che Las Vegas ne è un piccolo condensato. Senza contare che va vissuta di notte e noi con la bambina al seguito non è che possiamo far le ore piccole tra le slot-machines. Ma esistono i compromessi: si va (anche perché ci dobbiamo passare) e ci stiamo solo una notte, così giusto il tempo per annusare questo grande luna-park umano e poi scappare via!

Settima tappa: Zion National Park, Utah

Zion-National-Park

Altro parco, altro giro di giostra. Tanto aspro quanto maestoso. Si va allo Zion, qui si viene a fare trekking, tra gole, pendii, piscine naturali e sfumature di roccia, montagne formatesi da millenni di evoluzioni. Lo so già, il tempo sarà troppo poco per gustarselo appieno…. servirebbero due mesi per far tutto ‘sto giro con calma. Ma va là, ci possiamo accontentare 🙂

Ottava tappa: Bryce Canyon National Park, Utah

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Questo parco dicono tutti che è una chicca, uno scherzo della natura fatto di anfiteatri di guglie, camini, strane formazioni rocciose che si chiamano hoodos, pinnacoli dovuti all’erosione. Gialli, arancioni, rossi che farebbero pensare a un altro pianeta…eh invece! Magia, gratitudine, commozione? Non so cosa proverò esattamente, ma sono certa sarà una gran bella roba. Non voglio perdermi oltre ai view point principali anche il Navajo Loop Trail a piedi, vorrei vivere il Bryce dal basso, scendere in profondità nel cayon, assorbirne il più possibile l’energia.

Nona tappa: Arches National Park, Utah

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Punteremo a nord, nello Utah la terra dei mormoni. Arches è un luogo dove acqua, ghiaccio, temperature estreme e il movimento del sale sotterraneo hanno scolpito più di 2000 archi di roccia, dai più piccoli (1 mt) al più grande (il Landscape Arch con un’apertura di 90 metri). Insomma un altro scherzetto della natura… tutti qui nello Utah abbastanza vicini uno all’altro …beh non esageriamo, vicini negli States è una parola grossa!

Decima tappa: Canyonlands & Dead Horse Point, Utah

dead-horse-point-Canyonlands

E qui, inutile dirlo, per proseguire degnamente fino al Dead Horse Point ci vorrebbe come minimo una Harley 🙂 Qui convergono due fiumi, il fiume verde dal Nord Ovest, il Colorado da nord-est. Hanno scavato enormi canyon attraverso l’altopiano del Colorado. E’ la manna per il fotografo di paesaggio… lo conoscete il proverbio “è come invitare l’oca a bere”? eccoci.

Undicesima tappa: Monument Valley, Arizona

Monument-Valley

Ho grandi aspettative su di lei e so che non mi deluderà. Diciamocelo, chi di noi non ha mai visto – su una rivista, al cinema, in tv o in una agenzia viaggio- una foto, un poster, uno scorcio della Monument? E non ha sognato da piccolo di essere lì, a cavallo coi Navajo e il cappello da cowboy in mezzo alla polvere rossa e ai Mittens? Credo che questo sia nell’immaginario collettivo il simbolo dell’Ovest americano. Vorrei attraversarla a cavallo (anche se non sono bene come si galloppa, ma è un dettaglio risolvibile), speriamo che le temperature lo consentano, altrimenti se è un forno di va di jeep e aria condizionata.

Dodicesima tappa: Canyon de Chelly, Arizona

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Questo è un optional che spero veramente di riuscire a inserire perchè tuttora abitato da comunità Navajo. Meno battutto, un po’ fuori dai tour classici, eppure chi l’ha visto me ne ha parlato un gran bene. Un canyon a strapiombo che nasconde sul suo fondo zone verdi coltivate, fattorie, allevamenti di cavalli, e i resti dei villaggi Hopi incastonati nella roccia. Forse meno spettacolare e turistico di altri, ma riserva indiana, un luogo dove capirci qualcosa della storia di questo popolo e della sua dinetha’”, la parola Navajo che indica la patria.

Tredicesima tappa: Lake Powell, Utah

Lake-Powell

Dopo tanto peregrinare una meritata giornata di relax in barca ci sta tutta 🙂 Il Lake Powell nasce come lago artificiale all’interno di un canyon scavato dal Colorado. Chi l’avrebbe mai detto che un intervento umano per l’energia idroelettrica avrebbe generato un’industria turistica? E invece il contrasto tra le falesie rosse e il blu dell’acqua del lago pare sia imperdibile. Quindi ce lo godremo tutto dall’acqua.

Quattordicesima tappa: Antelope Canyon, Arizona

Antelope_Canyon

Questa è un po’ la mia fissa da tempo immemore, un piccolo sogno nel cassetto per i fotografi amatoriali e non. Non so dove ho visto anni fa un servizio fotografico sui giochi di luce creati da questa fenditura nella terra. Ricordo solo un’aura quasi mistica, un non luogo, un qualcosa di fantastico. In rete ci sono migliaia di foto dell’Antelope Canyon e mi sono detta che, prima o poi, io lì ci sarei andata… quindi crossfingers, cavalletto e tempi di esposizione lunghi… “speriamo che io me la cavo” 🙂

Quindicesima tappa: Grand Canyon National Park, Arizona

Grand-Canyon

Beh, il Grand Canyon non poteva certo mancare! Una specie di respiro della creazione questo abisso tra il North e il South Rim, dicono unico al mondo per immensità. Proprio per questo andrebbe visto dall’alto e giuro che se non ci hanno spennato completamente prima, quella mezz’oretta in elicottero per guardarlo bene in faccia questo abisso non me la leva nessuno anche a costo di mangiare pane e cipolla qualche mese 🙂 Ma quando mi capita più!!!

Sedicesima tappa: tratto Route 66, Arizona

Route-66

A questo punto il tour dei parchi dell’Ovest è finito e si punta alla costa californiana per gli ultimi giorni di relax on the beach (o quasi). Tra Kigman e Seligman c’è un tratto della Historic Route 66: il tratto più lungo della suggestiva  Route 66 è proprio qui in Arizona, negli altri stati americani il percorso storico è stato cancellato o tagliato in sezioni dispersi da altre strade. Roba da roadtrip nostalgico, lo so 🙂

Diciasettesima tappa: San Diego, California

san_diego_california

San Diego pare sia ricca, tradizionalista, piena di campi da golf, favorita dal clima e in via di fusione con il Messico. Forse un pochino più mediterranea delle altre città. Difficile annoiarsi qui, anche se noi punteremo al mare, ai suoi chilometri di spiagge – mi hanno consigliato la Jolla – e a un po’ di sano”cazzeggio” (passatemi il termine).

Diciottesima tappa: costa californiana da San Diego a Malibù

Santa-Monica-beach

Il volo di rientro ce l’abbiamo da Los Angeles, quindi l’ultima tappa sarà la costa californiana più a sud, da San Diego a San Clemente a Long Beach a Santa Monica fino a Malibù. Sono pronta per lo scorcio di vita balneare statunitense: come nei migliori film americani dalla pista per skateboard e rollerblade ai bagnini sulle torrette di avvistamento, agli spazi per il body building, gli artisti di strada e gli stratosferici hotel per super ricchi. I sali pregooooo.

Ventesima e ultima tappa: Disneyland

La nanetta dopo essersi cuccata tutto questo pò pò di ontheroad merita veramente un grosso riconoscimento!!! Quindi l’ultimo giorno prima di partire lo dedichiamo a lei e la portiamo nel “luogo più felice del mondo”. Qui nei sobborghi di Los Angeles è nato nel 1955 il primo parco a tema di Walt Disney, più piccolo di quello in Florida ma altrettanto curato e magico per i bimbi. E la foto sulla tazza da tè gigante o davanti al castello della Bella Addormentata non gliela toglie nessuno 🙂

California-disneyland

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Mi piacerebbe durante il viaggio aggiornare live il blog – cosa che va molto di moda tra i travel blogger- ma ho seri dubbi che riuscirò a farlo. Sarò già abbastanza frullata dai ritmi serrati, dovrò seguire mia figlia e poi io amo curare nei dettagli i miei post e le fotografie  raccontando i luoghi per come li ho vissuti e cosa mi hanno trasmesso. E per questo serve calma, sedimentazione, e anche un discreto tempo (almeno a me).

Quindi cercherò di condividere live le instagrammate sull’hashtag #myusa di twitter – e le vedete qui a lato – e di scrivere quando posso sul profilo FB di Alla ricerca di Shambala dei brevissimi racconti su quello che capita. Seguitemi, ne sarò felice 🙂 Per tutto il resto con calma arriveranno i post a tema (parecchia calma perché appena rientro in Italia mi trasferisco in altra città e sarò in pieno trasloco)…non so se rendo l’idea!

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23 Comments

  1. Wow Monica… ci siamo, sono emozionata per te!!
    Sono sicura che te ne innamorerai… io ti seguirò passo, passo, come se fossi lì con te… 😉

    P.S.
    Grazie per la citazione… 🙂

    Reply
    • Devo ammettere una certa trepidazione anch’io… il giro è impegnativo e le variabili tantissime. Però ci siamo quasi.
      La citazione era il minimo!

      Reply
  2. Ma che bel viaggio! Posti bellissimi, ne conosco alcuni e mi sono piaciuti moltissimo, pensa che adoro pure Las Vegas, con tutte quelle luci è unica, mi ricordo un pranzo al Top of the Wordl allo Stratosphere, uno scenario mozzafiato. E poi i parchi, io ho fatto solo Grand Canyon, Bryce e Zion + Lake Powell. Se hai tempo a Los Angeles visita anche gli Studios, divertimento assicurato.
    Ci conto, voglio vedere tante foto in diretta.
    Ciao
    Norma

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    • Dopo quest’ultimo periodo “grigio” quest viaggio è per me aria pura 🙂 le foto non mancheranno, fossi da sola mi ritaglierei il tempo per aggiornare live il blog, ma di farlo di notte non se ne parla… “take it easy” sarà il mio motto.

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  3. Vedrai che ti stregherà anche questa zona…
    Mi mancano ancora tanti posti da vedere (Asia, Sud America..) ma sono un’appassionata di America e, tra tutti i miei 10 viaggi in quella terra, queste zone per ora son quelle che ricordo con maggiore emozione <3
    Li racconterò presto sul mo blog 😉 intanto ti seguirò 🙂
    Buon viaggio!!

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    • o ma siete tutti degli “scafati” di States 🙂 mi sento un pò come al ballo delle debuttanti

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      • ahahah ma no dai!! Hai sicuramente più esperienza di me in altri posti stupendi 😉

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  4. Ciao Monica! Che super giro!! Ti divertirai tantisssimo, io non vedo l’ora di partire per il mio di Road Trip!!

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    • ciao, sai già dove ti porterà? io non ho avuto dubbi nelle mille opzioni USA… aspettavo solo l’occasione giusta

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      • Oh yeah, da NY a Chicago passando per il Michigan e poi giù (al ritorno) verso Philadelphia.. Ho in mente una marea di tappe ma ho solo 15 giorni, dovró tirare a sorte cosa scartare!!

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        • apperòòòò, si con gli States c’è solo l’imbarazzo della scelta e una selezione è necessaria, io a malincuore ho tagliato Yellowstone perchè con la bambina 3-4 giorni in più solo di spostamento erano troppi. Lo lascio a un prossimo giro 🙂

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          • Eh si immagino… Poi quando si è li con la cartina in mano viene voglia di dire “uhh potrei allungare e arrivare fin li! “Noo ma a solo 400 km c’è… Non possiamo non andare” !! Ed ecco che il viaggio rilasso-itinerante diventa un delirio!
            Meglio avere la scusa per tornarci e godersi un po’ il viaggio come si deve 🙂

  5. Wow, un itinerario impegnativo ma sicuramente bellissimo! 🙂

    Reply
    • un itinerario di quelli densi (come piacciono a me)

      Reply
  6. Ciao, ottimo itinerario personalmente con i miei tre tour nella zona ti direi di evitare il Sequoia NP e vedere la Mariposa Grove of Giant Sequoias dentro lo Yosemite molto più spettacolare (consigliato trenino in salita e discesa a piedi). Poi aggiungerei anche Horseshoe Bend (Page) all’itinerario per il resto ottimo. Buon viaggio!

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    • Grazie Marco del suggerimento…hai proprio ragione Horseshoe Bend devo inserirlo anche se qui non vorrei fosse tantaaa roba, spero non troppa 🙂

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    • grazie 1000! ormai sono diventata una specialista di surfing sulle crepe che la vita ti presenta, e invece di prendere i cambiamenti repentini come bastonate cerco di godermela e viverle come opportunità. Ci aspetta l’ennesimo cambiamento e io in mezzo ne ho approfittato per fare quello che più mi piace 🙂

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  7. Posso dirlo? Figo figo figo!
    Sarà un viaggio meraviglioso.. che parchi, che natura!
    E godetevi anche lo spettacolo finale dell’ultimo parco, quello di Disneyland. Ci ho lasciato un p’ di lacrmucce (son troppo sensibile!)
    Un abbraccio e buon viaggio cara!

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    • ma grassssie cara, avrò ancora l’età per questo ontheroad family-friendly? ai posteri l’ardua sentenza, intanto si va e ci si prova…abbraccio ricambiato

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  8. Mamma mia, che posti figosissimi!!! Chissà se un giorno potrò permettermi ancora un viaggio Oltreoceano? O devo risposarmi ancora!!!! Intanto mi godo la cara vecchia Europa che dà sempre grandi soddisfazioni…Buon viaggio!!!!

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  9. Ora sei in viaggio in alcuni dei luoghi che ho più amato, ma quando torni , se ti va, c’é una “sorpresa” per te!

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Trackbacks/Pingbacks

  1. Ovest USA - […] dopo una lunga assenza – e chiedo venia – motivata dal viaggio #myUSA e in mezzo a un trasloco impegnativo…

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