In Brasile sulla Rota das Emoções: da Fortaleza a Jericoacoara in 4×4

In Brasile sulla Rota das Emoções: da Fortaleza a Jericoacoara in 4×4

Per arrivare in Brasile basta prendere un volo per Lisbona e poi da lì volare su Fortaleza: dalla capitale portoghese sono meno di 8 ore di volo. E a quel punto inizia uno dei viaggi più sorprendenti che si possano fare. Jericoacoara si trova circa a 300 Km circa da Fortaleza, con entrata per la CE 085, siamo nello stato di Ceará nella regione nordest del Brasile, inserito nel “Poligono da Seca”. Uno dei pochi luoghi del Brasile continentale dove è possibile vedere l’alba e il tramonto del sole nel mare, lo stesso vale per la luna. Fortaleza è solo la porta d’ingresso per la “Terra da Luz”, per i miei gusti una porta dal fascino troppo cosmopolita per una capitale equatoriale, un’infilata di hotel-grattacieli-centri commerciali sulla spiaggia senza particolari attrattive. Per noi è solo un punto di transito, forse meriterebbe più attenzione. Qui inizia la Rota das Emoções che arriva fino a São Luís, un nome non casuale e un unico punto fermo: armarsi di spirito di avventura perché i chilometri da percorrere saranno tanti, circa 1500, e quasi sempre si viaggerà off-road, niente strada, niente asfalto, niente comfort, i mezzi saranno nei casi migliori Jeep 4×4, camionette 4×4, lance a motore, dune buggy o quad, zattere, canoe e catamarano. Il bello è proprio questo. Preparatevi: la sabbia sarà per un po’ la vostra migliore amica. E il vento costante, e le havaianas ai piedi. E le emozioni. “Se guardi con attenzione, ti accorgi che la sabbia è ogni giorno in una posizione diversa. Dio ha creato queste montagne bianche e le ha date al vento perché ci giocasse per...
Il mio viaggio nel Nord Est del Brasile: pensieri a caldo

Il mio viaggio nel Nord Est del Brasile: pensieri a caldo

Si torna a casa dopo un viaggio, serve sempre tempo per metabolizzare e prendere le distanze necessarie, ma intanto quello che hai vissuto, percorso, amato sta già lavorando dentro, come un bagaglio virtuale che ogni esperienza forte ci fa guadagnare. Di quelli che non pesano, ma arricchiscono e basta. Sono tornata dal Nord-Est del Brasile, da un itinerario di sabbia e acqua da Fortaleza nello stato del Ceará a São Luís nello Stato del Maranhão. Niente di studiato, come un libro che all’improvviso puoi sfogliare e immergerti. E sì, la strada, mai come questa volta “wild” perché quasi tutta off road, su piste di sabbia, mi ha insegnato qualcosa. Prima di parlarvi di tutte le esperienze fuori dal comune che si possono vivere in questo angolo di mondo, faccio un passo indietro e riscrivo qui i pensieri a caldo che ho annotato lungo il viaggio. Hanno un loro perchè. Lezione nr.1: il vento sempre Qui nel Ceara’ la prima lezione che impari e’ una, sei tu e il vento. Costante, onnipresente, fortissimo. Il vento viene prima, entra ovunque, ti denuda, ti libera, spazza le tue energie, ti fa tornare all’essenziale. Il viaggio off road da Fortaleza a Jeri in 4×4 e’ iniziato lungo le autostrade su sabbia della costa. Km e km di spiagge deserte da percorrere, dove la bassa marea compatta la sabbia e il vento la tira su creando un effetto di polvere in movimento. Incrociamo km di oceano, di nulla, qualche buggy e villaggi di pescatori, poco altro. Curviamo quando arriva l’onda, saliamo sulle dune per evitare ostacoli, oltre il vento solo sabbia, oceano, cielo. L’orizzonte e la...
In partenza per il Nord-Est del Brasile: Ceará, Piauí, Maranhão

In partenza per il Nord-Est del Brasile: Ceará, Piauí, Maranhão

Finalmente si riparte, questa volta senza tanti proclami: un solo post prima della partenza, giusto per dirvi dove andrò a finire. Questa volta la bussola punta verso il Sudamerica e in particolare verso il Nord-Est del Brasile, per un itinerario di sabbia e acqua che mi porterà da Fortaleza nello stato del Ceará a São Luís nello stato del Maranhão. Un itinerario on the road, anzi meglio dire off road lungo la costa carioca attraverso tre stati (Ceará, Piauí, Maranhão), intenso e articolato come piace a me. Quest’anno faccio un’esperienza di viaggio che, dopo tanti anni di viaggi in autonomia, è una piccola rivoluzione copernicana nel suo genere. E vi spiego il perché (ma tranquilli, è solo una parentesi e un esperimento). Purtroppo non ho avuto modo né tempo a Luglio di organizzare niente, totalmente assorbita su altri fronti. Tanta stima per chi pianifica i viaggi mesi e mesi prima, compra i voli per tempo riuscendo a risparmiare sul serio, io per un motivo o per l’altro non ci riesco mai. E quando capita, come quest’anno, l’impegno improrogabile, decidere in 48 ore il da farsi è un’arte. Soprattutto se i prezzi dei voli sono ormai inaccessibili e il fai da te è troppo tardi per farlo, senza una minima preparazione alle spalle sulla destinazione. Stavolta non viaggerò con la mia famiglia, ma neppure sola: ho deciso di unirmi a un piccolo gruppo di viaggiatori perché, alla fine della fiera, se devi decidere in corner dove andare e i voli per la destinazione che ti piacerebbe sono alle stelle, l’unica soluzione è aggregarsi alle proposte di un tour operator che opziona i voli sulle tratte...
Bahamas: visitare le Abaco Islands, fuori dal circuito turistico

Bahamas: visitare le Abaco Islands, fuori dal circuito turistico

Le Bahamas della movida di Nassau? i casinò e gli alberghi over size? Servizi impeccabili, lettini e ombrelloni, grandi cocktails a bordo piscina? No, peccato, niente di tutto questo. La nostra vacanza alle Bahamas nata per caso e prenotando solo i voli è stato altro, e non poteva essere altrimenti 🙂 Con un voletto da Miami a Treasure Cay della Continental Airlines, su un bielica da ben 10 posti a sedere (però che spettacolo da lassù!) puntiamo alle Out Islands, terre lontane dal circuito turistico che i bahamiani chiamano Family Islands. E per due settimane ci concediamo il vero lusso, quello del relax e della solitudine nell’arcipelago bahamaniano delle Abaco Islands, una sciame di minuscole isole e cay (isolotti corallini) buttate lì in un mare di smeraldo. Hanno tutte nomi pittoreschi: Green Turtle Cay, Treasure Cay, Elbow Cay…. è una scelta precisa, dopo un anno lavorativo intenso, quella di non correre più, di cercare isole di quiete dove il silenzio è rotto solo dai tuoi passi sulla spiaggia e dallo sciabordio delle onde. Queste isole delle Bahamas permettono ancora di essere solcate solo dalle tue impronte 🙂 Un po’ tutte le Out Islands sono così, mica solo le Abaco, c’è Exuma, Eleuthera, Harbour, Andros, Bimini, Cat, Long Island…certo girarle tutte è duretta, sia per i tempi necessari che per i costi, e poi alla fine credo che i punti forti si assomiglino parecchio da una all’altra con qualche eccezione. Quindi quando ne vivi due/tre puoi essere felice di aver piede in paradiso e “accontentarti”. Ma, al di là degli stereotipi, provo a farvi capire quali sono le cose che offrono e quelle...
Brasile: Guarani Kaiowa, evoluzioni e grido di resistenza

Brasile: Guarani Kaiowa, evoluzioni e grido di resistenza

Accolgo volentieri l’appello degli amici attivisti per i diritti degli indios brasiliani e torno a parlarvi ( qui e qui trovate i due post precedenti sul tema che vi invito ad approfondire) delle prolematiche in generale degli indios e nello specifico delle popolazioni autoctone. Ecco i Guarani-Kaiowa sono una di queste e purtroppo le cose non stanno procedendo affatto bene per loro. E in questo momento la prima cosa che possiamo fare per dare una piccola mano, anche da qui, è non lasciar dimenticare, ma far rimbalzare le notizie in un tam tam mediatico virale. Anche perchè no attraverso questo blog 🙂 Profondamente colpiti dalla perdita quasi totale delle loro terre, i Guaraní Kaiowá del Mato Grosso do Sul, il secondo gruppo indigeno più grande del Brasile, con una popolazione di 43.000 persone, sono vittime costanti di attacchi e di un’ondata di suicidi. Questi a grandi linee gli eventi che hanno segnato il trascorso 2014: Fatti negativi mediamente ogni mese sono morti ca. 25 indios Guarani-Kaiowa (fonte Aty Guasu, la Grande Assemblea del Popolo Guarani Kaiowa), investiti da automezzi sulle le strade provinciali lungo le quali sono accampati, uccisioni e suicidi. Julia Venezuela Almeida, non ancora diciottenne, uccisa a colpi di arma da fuoco e il cui corpo è stato sequestrato dai suoi stessi assassini. Deuci Lopes, 17 anni, uccisa  da auto pirata lungo il bordo della strada provinciale. Jocikelle Martins, 17 anni, nipote della guida spirituale Xurite Lopes assassinata nel 2009, investita da auto pirata lungo il bordo della strada provinciale. Ismael Mariano de Lima, 14 anni, ucciso da auto pirata lungo il bordo della strada provinciale. accerchiamento di un villaggio...
California: 4 Luglio a stelle e strisce a San Diego

California: 4 Luglio a stelle e strisce a San Diego

L’ultimo 4 Luglio, l’Independence Day, l’ho passato a San Diego in California, e senza volerlo un viaggio negli Stati Uniti in occasione di questa festa offre un punto di vista privilegiato per conoscere l’America, così come la sentono gli americani. E ti offre un sacco di spunti su cui riflettere. Sono passati 238 anni dal 1776 in cui fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza, quando le Tredici Colonie americane ottennero l’indipendenza dal Regno Unito di Gran Bretagna. Ma l’atmosfera che si respira in questa giornata di luglio merita ancora di essere assaporata fino in fondo. L’orgoglio nazionale Il 4 Luglio è il giorno dell’orgoglio nazionale, dellE stelle e strisce in ogni angolo della nazione, della fierezza di essere nati negli States o di farne parte. Tutto è all’insegna dell’America, della sua cultura, delle sue tradizioni. Non è un semplice giorno di festa, di sicuro non è solo “un giorno in più di vacanza”. Qui non si festeggia, si celebra. Gli americani si sentono profondamente attaccati alla loro patria, tanto da idententificarsi con essa. E non è mica come da noi, l’italiano è sempre un pò tra il cinico e il menefreghista, noi tendiamo spesso a dimenticare, a sminuire, a non sentirci parte di niente. L’Independence Day è una bella doccia fredda in questo senso. Una patria senza una storia antica rispetto al Vecchio continente, eppure un popolo che ha fatto del suo essere multiculturale un punto di forza e della dedizione verso la bandiera una missione. E anche qui a San Diego si respira. Saliamo sopra un tram storico del Tour Old Town Trolley, dalla Città vecchia dove padre Serra fondò...

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