Il mio viaggio nel Nord Est del Brasile: pensieri a caldo

Si torna a casa dopo un viaggio, serve sempre tempo per metabolizzare e prendere le distanze necessarie, ma intanto quello che hai vissuto, percorso, amato sta già lavorando dentro, come un bagaglio virtuale che ogni esperienza forte ci fa guadagnare. Di quelli che non pesano, ma arricchiscono e basta. Sono tornata dal Nord-Est del Brasile, da un itinerario di sabbia e acqua da Fortaleza nello stato del Ceará a São Luís nello Stato del Maranhão. Niente di studiato, come un libro che all’improvviso puoi sfogliare e immergerti.

E sì, la strada, mai come questa volta “wild” perché quasi tutta off road, su piste di sabbia, mi ha insegnato qualcosa. Prima di parlarvi di tutte le esperienze fuori dal comune che si possono vivere in questo angolo di mondo, faccio un passo indietro e riscrivo qui i pensieri a caldo che ho annotato lungo il viaggio. Hanno un loro perchè.

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Lezione nr.1: il vento sempre

Qui nel Ceara’ la prima lezione che impari e’ una, sei tu e il vento. Costante, onnipresente, fortissimo. Il vento viene prima, entra ovunque, ti denuda, ti libera, spazza le tue energie, ti fa tornare all’essenziale.

Il viaggio off road da Fortaleza a Jeri in 4×4 e’ iniziato lungo le autostrade su sabbia della costa. Km e km di spiagge deserte da percorrere, dove la bassa marea compatta la sabbia e il vento la tira su creando un effetto di polvere in movimento.

Incrociamo km di oceano, di nulla, qualche buggy e villaggi di pescatori, poco altro. Curviamo quando arriva l’onda, saliamo sulle dune per evitare ostacoli, oltre il vento solo sabbia, oceano, cielo. L’orizzonte e la bellezza.

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Lezione nr. 2: o Portugeise

Do you speak English? Si, bene, allora qui nel nordest del Brasile puoi mettertelo per cappello. Nessuno, proprio nessuno lo parla, candidamente allargano le braccia con un sorriso e scuotono la testa. In realtà anche lo spagnolo serve a poco, qualche assonanza. Qui serve solo il portoghese, e in questi casi disperati aiuta la lingua dei segni, universale e ben accetta ovunque.

In fondo noi italiani siamo specialisti, in questo è il brasiliani sono cordiali, semplici, amici e ben disposti anche se sei ignorante come una capra e il portoghese all’inizio ti pare arabo. W la gestualità, e w il viaggiatore che si mette in gioco. Troverai sempre un brasiliano che si spertica in lunghe spiegazioni, stupendosi alla fine che tu non parli proprio la sua lingua.

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Lezione nr.3: fuori (ma proprio fuori) dal tempo

Equilibri perfetti dove puoi entrare solo in punta di piedi. E quando capita di incrociarli viaggiare trova il suo senso. Sono sul Delta del Parnaiba tra grovigli di mangrovie, canali da solcare, pescatori di granchi, cavallucci marini oversize, rapaci che planano sopra la testa, famiglie di piccoli macachi schivi. E volti indigeni che stupiscono per la loro bellezza, lineamenti fieri, corporatura volitiva, e occhi verde chiaro che spiazzano per intensità.

Di notte qui si parte alla luce della luna per cercare i piccoli di caimano. I canali più stretti all’ improvviso illuminati riservano sorprese. Due occhietti lucenti e un movimento rettile danno la direzione. Vedere i grandi coccodrilli dicono sia difficile, ma i piccoli si vedono facilmente. Due pescatori ci accompagnano nella notte, uno rema dietro, l’altro illumina le sponde e con occhi furtivi individua i piccoli.

Ne vediamo diversi, poi ne avvicina uno con un bastone e un cappio in fondo, lo pesca prendendolo per il collo, no…la bestiola non era contentissima. Poi si ferma, si lascia accarezzare, forse capisce che non vogliamo fargli nulla, vederli nel loro habitat e’ magia.

Qui non sei un turista, anzi turisti ce ne sono pochissimi, qui fai parte di un equilibrio. E puoi solo rispettarlo.

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Lezione nr.4 : il deserto

Ho incrociato viaggiando qualche deserto, ognuno ha il suo carattere, le sue vibrazioni. Li accomuna il silenzio, l’assenza, l’apparente stabilità, ma il movimento continuo. Il deserto mette a dura prova, fuori e dentro di sé.

I Lencois Maranhenses sono un ecosistema naturale, ma appena arrivi capisci che a prevalere sul resto è il deserto. Qui nella stagione delle piogge le dune simili a grandi lenzuoli si riempiono di acqua filtrata dalla sabbia. Bianco e blu alternati per centinaia di km.

No, non lo puoi immaginare. Ci passi dentro, i piedi affondano, la fatica e il sole a picco stremano, sei in cima alla duna e il profilo cambia, scende veloce verso l’acqua. Rotolarti nella sabbia e finire nell’acqua e’ un gioco inevitabile.

Finché ti siedi e attendi il tramonto. Il vento disegna mulinelli sulla pelle delle dune, la sabbia diventa velluto sfumato, i controluce si alternano alla morbidezza, le orme dei viaggiatori scompaiono subito.

Questo deserto e’ particolarissimo e di una bellezza unica.

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Lezione nr.5: gli ibis rossi

Isla do Caju, in barca in un punto imprecisato buttiamo l’ancora e alle 17 inizia l’attesa. Loro sono puntuali come l’orologio svizzero, prima del tramonto (che qui è alle 18) tornano verso casa. Un isolotto nel mezzo di un’ansa del Delta, dove passeranno la notte sui rami, al sicuro dalle anaconde. Sono gli ibis rossi, uccelli di un rosso vivo che salta all’occhio, becco ricurvo, testa, corpo, ali e zampe, tutto rossissimo, un colore fluo.

A gruppi, in solitaria o in stormi, in linea o in formazione, raso acqua o altissimi nel cielo, ognuno torna a modo suo. E arrivano a centinaia da ogni direzione, fino a ricoprire di rosso le foglie dall’isoletta, uno spettacolo che riempie occhi e cuore. Un altro regalo che il Brasile riserva.

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Lezione nr.6: le cose semplici

La fine del viaggio si avvicina a grandi passi e una lezione su tutte prevale: questa parte remota di Brasile e’ cosi’ semplice e cosi’ viva.

La gente vive di pochissimo, quattro mura (se va tanto bene altrimenti son baracche di foglie di palma), alimenti basici, un paio di ciabatte, un po’ di animali, la socialita’, un cavallo, un’auto e’ il top. L’asfalto sulle strade spesso e’ un di più riservato alle città e a pochi collegamenti. Se ti addentri nel nordest non lo troverai, le strade sono di sabbia.

È una nudità e un ritorno alle cose essenziali che all’inizio spiazza, poi più passano i giorni più ti ci abitui e comprendi che in fondo e’ tutto quello che serve…e che ci siamo dimenticati. Al di la’ della poverta’ e dei suoi inevitabili problemi, ritmi più lenti, colori, rapporto con la natura, semplicità, vita sociale in piazza fatta di incontri, di chiacchiere seduti su un marciapiede, una partita a piedi nudi sulla sabbia.

Quello da cui spesso scappiamo e a cui abbiamo bisogno di tornare.

Il viaggio insegna parecchio, al di là della sua apparente futilità, credo scavi in profondità.

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Lezione n.7: la felicità a metà

Dopo tanti anni di viaggi in coppia o in famiglia quest’anno ho scelto di partire sola, in realtà con un piccolo gruppo di viaggiatori (nella foto sotto), ma in fondo sola. Un esperimento. Da un lato dopo anni di vincoli familiari è liberante, ti sembra di avere il mondo nelle mani, basta puntare un dito, scegliere la meta, fare la valigia e lasciarsi andare. Non sembra neanche possibile.

Dall’altro – devi ammetterlo – nonostante la compagnia del gruppo, è sempre una felicità a metà, quella duna avresti voluto scalarla con chi ami perché bastava uno sguardo per decidere di rotolarsi giù fino alla laguna, perché mano nella mano vale tutto doppio, almeno per me (poi con la manina di mia figlia il triplo). E anche se mi piacciono gli esperimenti e questo è stato decisamente positivo, mi è servito a capire che no. Meglio un passo indietro.

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Questi sono solo alcuni pensieri liberi a caldo dopo il rientro, se vi incuriosisce sapere tutto il resto stay tuned, a breve inizierò a postare, tappa per tappa (un post a settimana, di più ora non riesco), cosa si può vivere e vedere nel Nord-Est Brasile.

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10 Comments

  1. L’ultimo è stato il pensiero più bello. Perché in fondo ce ne lamentiamo in continuazione, ma la famiglia che ci creiamo è quella con cui vale la pena vivere tutto…
    Questo devo ammettere non è un viaggio a cui avevo mai pensato e di cui sono molto curiosa di leggere.

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    • E’ un pensiero maturato alla fine, tirando le fila di tutto, viaggiare insieme alla propria famiglia certe volte può essere difficoltoso e snervante, soprattutto quando i bimbi sono più piccoli, però in fondo la condivisione con chi ti vuole bene e ti capisce al volo è il sale che mancava. Nonostante fossi in ottima compagnia. Ciao Eleonora 🙂

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  2. Ciao Monica, bellissimo questo post.
    Partendo dalla fine come ti capisco… ho spesso la tentazione di prenotare qualcosa per partire da sola ma poi mi blocca il pensieri che a me piace condividerla con il mio Lui, compagno di viaggi e vita.

    Come è bello in viaggio riscoprire la gioia del vivere felici e in modo semplice, peccato solo che il rientro rischia di essere una ghigliottina… capire che qui ci lamentiamo per le cazzate quando c’è gente che è felice per molto meno.

    E poi tutta quella natura, non sono mai stata in un deserto ma non vedo l’ora di vederne uno, sembrano luoghi magici!

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    • ciao Danila, grazie del commento.
      Viaggiare serve anche ad aprire gli occhi su realtà molto distanti dalla nostra e tornare a casa con una consapevolezza nuova. Come disse Anne Carson, poetessa canadese, “L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.”

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  3. Questo è il Brasile che mi piacerebbe visitare.

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    • Ciao Stefania, io è la prima volta che metto piede in Brasile per cui non ho termini di paragone, però anche amici che lo conoscono e ci hanno vissuto me ne hanno parlato prima di partire come un luogo molto autentico; poi è un paese immenso e io ne ho visto solo un angolo, quindi toccherà tornare ( e un’ideuzza amazzonica è già nella wishlist).

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  4. io mi sono trasferito in queste zone da circa 8 mesi….all inizio provi meraviglia curiosità e…..sgomento nell osservare un modo di vita cosi….semplice,cosi….poco tecnologico….poi ti abitui,e non c è nessuna voglia di tornare nel caos…perché solo in certi luoghi,capisci l importanza del vivere sereno con poco….

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    • Grazie Claudio per la tua testimonianza, una cosa è l’impressione del viaggiatore che visita di passaggio un luogo, un’altra è la conferma di chi ci vive. Monica

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  5. Ciao Monica,
    leggo con grande piacere questo tuo racconto. Quest’estate ho infatti deciso di partire anche io, da sola, per il Nord est del Brasile con un gruppo di persone nuove per staccare un po dal mondo e cambiare aria…Mi ha sempre affascinato il Brasile e in particolare questo lato..a tal proposito mi piacerebbe chiederti qualcosa di più sul tuo viaggio in termini di spostamenti, vaccinazioni da fare, temperature ad agosto e tipologia di alloggi.
    DIMMI TU COME POSSO CONTATTARTI.

    Grazie mille,
    Ciao,
    Stefania

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