Castelli scozzesi: i miei preferiti

Castelli scozzesi: i miei preferiti

Scccccc, silenzio assoluto please. Qui abitano le fate (e anche i fantasmi), dicono, qui siamo in mezzo a spazi verdi immensi, brughiere di erica rossa, fiordi che riflettono l’umore ballerino del cielo e luce da grande Nord. Siamo nelle Highlands, le Terre Alte della Scozia settentrionale dove l’unico rumore concesso è quello dei gabbiani sull’acqua o delle greggi al pascolo. Leggende e ballate sono di casa e come potrebbero non esserlo? Basta percorrere un po’ di chilometri per rendersene subito conto (e noi ci abbiamo dato dentro :-D). In attesa di digitalizzare il nostro “massiccio” archivio fotografico su diapo (mi sto attrezzando, pauraaa) e di postare una gallery completa sulla parte impervia di Scozia che ho amato di più, intanto vorrei portarvi con le parole fino a tre castelli scozzesi, vecchi castelli, alcuni in rovina, circondati solo dal suono del vento e dai misteri dei boschi. Le leggende parlano di mostri che infestano le acque, strane apparizioni e personaggi fiabeschi. Chi viene? EILEAN DONAN CASTLE – Kyle of Lochalsh pic credit @en.wikipedia Il primo è lui, il signore delle Highlands, secondo me il numero UNO, ammetto di avere una preferenza sfegatata. Me lo ricordo come fosse ieri, dietro una curva un colpo secco, la quintessenza di ogni fantasia sulla Scozia, indimenticabile. E’ l’apparizione di Christopher Lambert sul set di Highlander, sono tutti i colori del tweed messi insieme, sono le favole di bambina con le principesse a cavallo, il ponte di pietra che collega l’isolotto alla terraferma e il castello costruito sopra, l’acqua tutt’intorno e i profili puri delle montagne. E quello skyline un po’ spettrale. Ok è esageratamente pittoresco,...
Portogallo: Braga e Bom Jesus do Monte

Portogallo: Braga e Bom Jesus do Monte

Quando arrivi in Portogallo ti rendi subito conto che il tempo è troppo poco e la tua tabella di marcia richiederebbe settimane in più. Un paese ricchissimo, sotto molti punti di vista: castelli, villaggi, città storiche, spiagge dorate, ottimo cibo e vino, varietà di paesaggi e ritmi piacevolissimi. Tanta roba insomma 🙂 oggi la destinazione è Braga (quella con la B), siamo a nord del Portogallo nella poco battuta regione del Minho, zona di gente legata alla propria terra, di valli fluviali e vinho verde. Il centro è piccolo, la scopriamo passeggiando a piedi senza fretta, fra scorci, caffè all’aperto e i tantissimi universitari che animano il centro storico. Si perché, nonostante la raccontino solo come città seriosa e conservatrice, l’Universidade do Minho porta una ventata di gioventù al centro e trovo un’aria frizzantina, caffè animati, locali informali, vicoli, portici e negozietti. Le campane suonano e il legame col mondo religioso lo senti ancora vivo, la Rua Diogo De Sousa è la principale via pedonale di Braga e ci porta verso La Praca da Republica, il cuore municipal. Grandissima e piena di fontane e giochi d’acqua, gli spruzzi volano alti quasi quanto le facciate eclettiche intorno e creano riflessi colorati. E’ estate, il sole picchia forte e la gente è in cerca di relax, si ritrovano più o meno tutti qui. A Braga c’è la più antica chiesa del Portogallo, Sé Velha. L’impianto originario è dell’anno 1000, poi come tutte le chiese rimaneggiata in stile romanico, gotico e manuelino. Non so voi ma io in questi libri architettonici mi ci perdo, le stratigrafie mi affascinano un casino e qui mi...
Croazia: metti una sera a Rovigno

Croazia: metti una sera a Rovigno

Metti una giornata estiva a zonzo per quello che è considerato il gioiello dell’Istria, su e giù tra case arroccate, piazzette, vicolini e piccoli atelier, mercati e vie lastricate lucide dall’usura, dal passare dei secoli e di chi ci ha camminato sopra. Metti il panorama dalla terrazza di fronte alla cattedrale di S.Eufemia che nelle giornate limpide puoi vedere fino a S.Marco, metti un amico che da 10 anni viene sempre qui al mare e ti porta a vedere una casa, in cima alla old town sul cocuzzolo. Quella casa è il suo sogno, piccola, spartana, ma da lì si vede solo l’immensità del mare e qualche vela di passaggio. Un sogno che condivido fino in fondo. La sera ceniamo con un gruppetto di amici al Maestral, sulla banchina del porto all´interno del circolo velico, tavoli all’aperto e vista meravigliosa sul borgo antico, immancabile il tramonto rosso fuoco d’Agosto come i cevapcici abbinati alla focaccia marinara (ma quanto aglio ci mettono sopra ‘sti croati????), la buzara mista di frutti di mare, l’insalata di polpo e le altre proposte del padrone di casa Vinko, tutte da leccarsi i baffi :-D. La nanetta (mia figlia per la cronaca) è l’unica bambina della tavolata e tra una portata e l’altra la sua attenzione è attirata da un pescatore. E’ lì a due passi dal nostro tavolo e sta facendo il suo lavoro, ripara le reti da pesca. Si chiama Goran, è magro, il volto scavato, lo sguardo deciso, è originario dell’isola craota di Hvar, lavora in mare da quando aveva 10 anni e ne avrà 50. Lei incuriosita e paziente si siede...
Hammam (o meglio hamam): bagno turco a Istanbul

Hammam (o meglio hamam): bagno turco a Istanbul

Un leggero strato di vapore, una nebbiolina densa che sale dalle vasche fino alle volte in pietra mi dà subito l’illusione di essere in un luogo evanescente, dove tutto è mascherato da un velo. Oggi i miei ricordi di viaggio sono in un hamam di Istanbul, il bagno turco, dove i contorni sono resi meno netti e la realtà sfuma, si confonde con l’apparenza. Prima di continuare vorrei fare una piccola precisazione linguistica: hammam è la pronuncia araba, mentre hamam è quella turca. Detto questo: “Una città senza un hammam è una città incompleta.” (Scheherazade, Le Mille e una Notte) Nulla di più vero, specie se la città in questione è Istanbul. Visitare Istanbul e perdersi questo spaccato di vita turca, di pura suggestione, sarebbe un delitto e così ne scelgo uno dei tanti, il  (pare sia il più antico e dicono sia tra i più belli di Istanbul). Da fuori non è niente di che, ma è normale, i progettisti non davano molta importanza alle facciate e il bagno si costruiva tra altri edifici per non disperderne il calore. Una volta entrati, preparatevi…non è tutto oro! Si, confermo, è un po’ troppo turistico. Sì, è ruvido come metodi. Si, se siete particolarmente schizzinosi lasciate perdere subito. Però è sempre un’esperienza e secondo me vale la pena provarla (e anche il prezzo dell’ingresso sui 30 €). Io punto la sveglia presto e ci vado di mattina, pare sia l’unico modo per evitare la ressa e godersi un po’ di tranquillità, senza avere la sensazione di essere uno dei tanti “polli” in batteria. Negli Hamam vige la separazione dei sessi (quasi tutti), quindi...
Slovenia: visitare il Triglav National Park (Parco Nazionale del Tricorno)

Slovenia: visitare il Triglav National Park (Parco Nazionale del Tricorno)

Continua la mia carrellata slovena con un luogo che nulla ha da invidiare alle nostre Dolomiti. E’ il Triglav National Park in Slovenia o Parco Nazionale del Tricorno, dal nome della sua vetta più alta e dalla mitologia slava con un dio a tre teste che si racconta vivesse sul monte. Perché tre teste? È il suo potere su tre mondi: il cielo, la terra e il mondo sotterraneo. ‘Il Triglav domina un mondo di sogno, un mondo in cui scompare la nozione del tempo, un mondo di angoli reconditi e d’impreviste fenditure e brecce dove all’improvviso appaiono forme rocciose che hanno dell’irreale… ‘  alpinista Tom Longstaf Partiamo da qui, da un aggettivo calzante per quest’angolo delle Alpi Giulie slovene, irreale in effetti. Scenario sempre più lunare a mano a mano che si sale: il Triglav o Tricorno, è fatto di pietra bianchissima, di carbonato di calcio, di creste seghettate e pareti verticali che si perdono nel cielo, di burroni senza fine, di aridi altipiani plasmati dai millenni. In quota, acqua e vento hanno sagomato la roccia, creato superfici ondulate, canyon, grotte, doline, voragini. Provo con qualche foto a rendere l’idea 🙂 La nostra base per qualche giorno è Kranjska Gora, poco dopo il confine italiano. La strada ci porta al primo laghetto di montagna dove incrociamo la onnipresente statua di Zlatorog, il camoscio dalle corna d’oro. La sua leggenda spiega come è nato questo paesaggio. Prima la vita scorreva in armonia con la natura, le Dame Bianche si mantenevano floridi i pascoli e le foreste, e aiutare gli uomini in difficoltà. Tutto cambiò quando un cacciatore, per impadronirsi...
La Slovenia doc: lago di Bled e lago di Bohinj

La Slovenia doc: lago di Bled e lago di Bohinj

Lo ammetto, alla Slovenia non avevo mai pensato, finchè questa estate abbiamo avuto la necessità di rimanere vicini a casa e in corner l’abbiamo presa in considerazione. Poche ore di macchina (150 km da Trieste more or less), nessuna fila alla frontiera (ormai dismessa), prezzi abbordabili e non poche sorprese. Una di queste è stata l’accoppiata di laghi, il Lago di Bled e il Lago di Bohinj, una gran bella accoppiata a mio parere 🙂 Due laghi e due contesti vicinissimi ma completamente diversi. LAGO DI BLED IN PLETNA Siete pronti a vedere materializzata davanti agli occhi la scenografia di un film di Walt Disney? Il lago di Bled si presenta esattamente così. Una cartolina animata, un lago dalle dimensioni contenute ma in uno stato di grazia, circondato da alture delicate, romanticissimo da qualunque angolo lo si guardi, col suo castello che sembra pennellato su uno sperone roccioso e l’immancabile isolotto centrale che spunta in mezzo alle acque turchesi e smeraldo. Come approcciarsi alla cartolina ed entrare nel film? In pletna, ohibò 🙂 ma come non sapete che roba sia una pletna? A noi lo fa scoprire Dragan, la sua pletna si chiama Vrba, lui è un barcaiolo di pochissime parole, mezza età, occhi azzurrissimi e sguardo fiero (anche se dopo un po’ oltre che fiero iniziamo a pensare anche un po’ alticcio). Voga da poppa, stando in piedi, ritmicamente e mantiene il bilanciamento mentre manovra i due remi. Sul lago di Bled non è concesso l’utilizzo di barche a motore per preservarne le acque. La breve traversata su queste conchiglie di legno dal fondo piatto, riparati dal parasole...

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