Trieste: buon vento alla Barcolana 2013

Trieste: buon vento alla Barcolana 2013

Metto subito le mani avanti, ne parlo da semplice spettatrice, una curiosa e poco più, andata a Trieste per vedere un po’ la città e un po’ per assaporarne l’atmosfera durante la sua regata storica. La conosciutissima Barcolana, che si tiene la seconda domenica di Ottobre e richiama decine di migliaia di velisti accomunati dall’amore per il mare e per il vento. E si sa, quando si ha a che fare con la passione degli uomini, possono succedere solo cose bellissime 🙂 E’ la regata più affollata del Mediterraneo, la chiamano “regata di tutti”, scafi grandi e piccoli, velisti di professione e quelli della domenica, armatori e marinai, appassionati da ogni angolo del mondo. Tanti lupi di mare che la vivono ogni anno rigorosamente in barca (e secondo me se la raccontano per altri 364 giorni). E tantissimi come noi che Barcolana se la gustano dalla costa, in quella specie di stadio del mare che diventa Trieste ogni autunno, per assistere allo spettacolo favoloso di migliaia di vele nel golfo, far festa, mangiare ogni ben di Dio e bere Malvasia istriana o Terrano del Carso. Arriviamo a Trieste in una giornata di sole, di quelle che solo Settembre inoltrato o i primi di Ottobre sanno regalare, e ci attende uno spettacolo eccezionale. Il mare strapieno di barche, dicono milleottocento, che navigavano in tutte le direzioni, chi a vela e chi a motore. Metti una giornata limpida di bora moderata, metti un’aria tersa, metti il golfo di Trieste e ottieni la Barcolana. Le imbarcazioni competono “gomito a gomito” per arrivare al traguardo di Barcola da vincitori o più semplicemente prima dell’equipaggio...
Cosa fare e vedere in Romagna? I miei 10 must

Cosa fare e vedere in Romagna? I miei 10 must

5 (quasi 6) anni non passano inosservati, ogni tanto ripenso alla nostra vita in quel di Romagna. Che poi noi eravamo proprio sul confine tra Emilia e Romagna anche se, a dirla tutta, non essendo autoctona, non mi sono mai chiesta dove passasse con esattezza quella linea di confine. Ora siamo in terra veneta e ogni tanto, soprattutto ora che siamo in piena estate, mi tornano alla mente e mi mancano una serie i cosette imperdibili che mi è capitato di fare in Romagna. Sono 10 must tutti miei, ritagliati sulla mia esperienza, visti coi miei occhi. So bene che ognuno potrebbe mettere giù 10 punti differenti.  1.     Il passeggio a Milano Marittima e puntatina d’obbligo al Gran Fritto Non è esattamente il mio genere, ma un tuffo nel fashion ogni tanto ci può stare. Milano Marittima è un pianeta diverso, è un’abbuffata di movida. E allora vai di negozi griffati, Ray Ban come piovesse, ragazze tacco 20, zeppe vertiginose dai colori sgargianti, giovanotti dai giubbini in pelle striminziti, copricapi strani, bimbi vestiti ultimo modello e mamme coi passeggini ultimo grido … il massimo è stata una che al guinzaglio aveva un chihuahua col grembiulino di pizzo fucsia (mah!). Sarà ma dopo il tuffo fashion mi è sempre piaciuto entrare diretti all’Osteria del Gran Fritto di Milano Marittina, locale glamour di fronte alla spiaggia, inondato di luce, dove il nome lascia intendere quale sia la loro favolosa specialità di pesce.  2.     Passeggiare sulle Mura della Rocca Malatestiana a Cesena Per un po’ di tempo ho lavorato a Cesena e nelle pause pranzo delle giornate buone mi piaceva far due...
Trentino-Alto Adige: Ultental – Val d’Ultimo, l’ultima valle

Trentino-Alto Adige: Ultental – Val d’Ultimo, l’ultima valle

Ebbene sì, come tutti anche i blogger hanno i loro momenti down, momenti in cui scrivere diventa faticoso, momenti in cui le energie vanno dirottate tutte là dove serve. Quando hai una persona cara appesa a un filo, il resto appare sfuocato e l’ispirazione lontanissima. Vi chiedo scusa se ultimamente ho aggiornato quasi nulla i post, credo possiate comprendere. Però in queste giornate un po’ deliranti siamo riusciti a ritagliarci un weekend breve ma significativo. Un weekend pieno di spunti su cui riflettere. Trento, Bolzano, Merano e poi tutto a sinistra. Direzione SudTirolo, Ultental Val d’Ultimo in Alto Adige. Sei appena arrivato, disfi lo zaino, apri la finestra, respiri a fondo e già ti senti meglio, l’agitazione e le preoccupazioni lasciano un po’ di spazio alla quiete. L’odore del fieno e delle erbe aromatiche, le tisane e la mela di benvenuto sul cuscino, il lago Zoggler di fronte con le montagne che si tuffano dirette nell’acqua. Il contatto con la natura, quello di cui avevamo bisogno ora. Qui la ricettività è limitata (e curatissima), niente mondanità, eventi, passeggi, solo paesi rimasti intatti nel tempo come tanti anni fa, masi imbruniti dal clima e natura incontaminata. Pochissimo altro. Una valle defilata, aspra, collegata solo alla Val di Non e al Meranese, che l’isolamento ha preservato intatta, autentica. E allora zaino in spalla, scarponcini ai piedi, nana compresa e si cammina insieme per sentieri, torrenti, altopiani in compagnia di qualche animale pacifico al pascolo, una malga dove ristorarsi, una cappella appuntita. Camminare insieme, gioire di una giornata baciata dal sole, vedere tua figlia che canta e si perde dietro a ogni...
Caorle: la laguna di Hemingway

Caorle: la laguna di Hemingway

“Sono un ragazzo del basso Piave… Ed è qui che lascerò il mio cuore.” (Ernest Hemingway) E’ incredibile quanta densità e varietà di panorami, paesaggi, storia, architettura, cultura, enogastronomia e molto altro contenga questo nostro piccolo paese, più lo giro e più me ne rendo conto, basta un pizzico di curiosità e muoversi di pochi chilometri e hai la possibilità di veder cambiare tutto. Anche in tempi economicamente difficili come questi spesso basta fare un po’ di strada in macchina o in treno per vedere, senza grosse spese, un’altra Italia. Un’Italia bellissima. Un intero ecosistema da proteggere. Domenica sono riuscita a far un giro in barca nella laguna di fronte a Caorle, nei luoghi amati da Hemingway, dal 5 all’8 Luglio si è svolta l’iniziativa “4 Giorni con Hemingway” tra Caorle, Fossalta di Piave e Noventa di Piave. Quattro giornate per ricordare e rivivere gli angoli di natura selvaggia da cui lui trovava ispirazione, i luoghi amati dal celebre scrittore americano, attraverso bike tour, nordic walking, escursioni in laguna, visite guidate, storytelling e degustazioni. Scopro così, sulla motonave Arcobaleno, che la laguna di Caorle è un’oasi naturalistica, un intreccio di valli da pesca, ma in primis un paradiso per cigni, gabbiani, aironi, gru, ed è qui che si trovano ancora i “cason”, le tipiche abitazioni dei pescatori, case poverissime fatte di legname e canna, le uniche risorse in questa laguna di paludi e canneti. Edifici grezzi, a base rettangolare, un unico locale e tetto in canne essiccate posate su graticci di legno. I pescatori, con le loro famiglie, vivevano qui per due-tre mesi all’anno, durante i periodi di migrazione...
Valeggio sul Mincio (Verona): il Parco Giardino Sigurtà

Valeggio sul Mincio (Verona): il Parco Giardino Sigurtà

Avete presente il mito dell’Arcadia nella mitologia greca? Una specie di paradiso terrestre popolato di ninfe e spiriti della natura. L’Arcadia che ha ispirato la poesia bucolica, Virgilio e i luoghi idilliaci del Rinascimento e una bella fetta della letteratura italiana successiva. Ok, bene, siete vicini alla realtà, oggi andiamo insieme nel Parco Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio, vicino a Peschiera. Perché una porzione di Paradiso sembra essere ancora sulla terra 🙂 Una domenica di sole pieno, una bicicletta a noleggio per qualche ora (ma se avete tempo potete anche girare a piedi o col trenino o noleggiare golf car), e davvero la giornata può cambiare. 560.000 metri quadrati di estensione verde, un’oasi ecologica e uno spettacolo botanico fatto di scenografie floreali, giardini acquatici, grandi fioriture, prati a perdita d’occhio, cura dei particolari. Per me, che non so cosa sia il pollice verde, un puro incanto.   Al Sigurtà le protagoniste sono le cinque Grandi Fioriture, che stagionalmente si succedono una all’altra: in primavera il Viale delle Fontanelle è un abbraccio di Iris, in aprile l’energia e le cromie di centinaia di Tulipani che dall’eremo raggiungono il Grande tappeto erboso, da fine maggio il profumo e la dolcezza del Viale delle Rose, tutte in fiore, da giugno ci si può specchiare nell’acqua chiara dei 18 laghetti dei Giardini Acquatici ricchi di Ninfee rosse e gialle. A settembre infine tutto è azzurro, fioriscono gli Aster e diventa un mare blu. Ingrandite le foto e capirete di cosa parlo. E poi non ci si annoia di sicuro perché tra tulipani, giacinti, rose, narcisi,aceri, alberi secolari il parco è stato progettato con...
Langhe (Piemonte): Antico Borgo Monchiero

Langhe (Piemonte): Antico Borgo Monchiero

In questo mio recente weekend nelle Langhe e nelle Terre dei Savoia è soprattutto uno il luogo, tra tutti quelli che ci hanno ospitato, che mi ha colpito moltissimo e di cui voglio parlarvi, l’ Antico Borgo Monchiero a Monchiero Alto (CN). Perché rispecchia molto i miei gusti, coniuga un sacco di aspetti interessanti e permette di trasformare anche un solo weekend in un’esperienza particolare. Non è affatto un semplice hotel, una semplice location, un buon esempio di restauro conservativo di un oggetto storico-architettonico e allo stesso tempo di innovazione. E’ di più, è un progetto culturale, è un centro artistico internazionale, è un piccolo cuore pulsante, è la casa di una famiglia di artisti, è un antico monastero annesso al Santuario della Madonna del Rosario. Qui nel 700 giungevano i pellegrini e si rifugiavano nella casa canonica, qui siamo sul cocuzzolo di una collina e dall’alto si domina la verde valle del Tanaro, tutta filari di Nebbiolo e Dolcetto. Qui trovi l’Oratorio dei Disciplinanti, ormai sconsacrato, entri in una piccola esposizione di grandi opere dal titolo “Ritratto di Famiglia”, prima ospitata al museo parigino di Montparnasse. Se avete fortuna potete incontrare, come è successo a noi in modo inaspettato, uno dei 4 autori delle opere esposte, Claudio Bonichi, che ci racconta come la pittura sia interpretazione dell’armonia e come nella loro famiglia di 4 pittori l’alchimia dell’arte e della genetica si esprima in modi totalmente differenti, in luoghi differenti, ma nelle loro opere c’è un fil rouge, un alfabeto simbolico comune (maschere, sirene, radiografie, piovre). Temi ricorrenti che popolano i loro quadri senza alcuna contaminazione consapevole. Un breve...

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