Monte Grappa: sui sentieri della Grande Guerra in Veneto

Una domenica come un’altra, senza nessun programma in particolare, può assumere un peso straordinario in terra veneta. Da un anno abitiamo a Bassano del Grappa, prendiamo la macchina direzione nord, verso la montagna. Da tempo avrei voluto andarci, sul Monte Grappa. La strada passa da Romano d’Ezzelino e subito inizia a salire ripida, un tornante dopo l’altro. Meta di sportivi a tutto tondo in sfida con sé stessi, puoi incrociare ciclisti che si arrampicano sfidando la forza di gravità a suon di pedalate e sudore, nordic walkers attrezzati di racchette, lanciatori in parapendio e deltaplano, o semplici camminatori. Gli sportivi dicono sia una delle salite più belle d’Italia, impegnativa da qualsiasi parte si affronti.

monumento agli alpini - Bassano del Grappa

Dopo poche curve la macchina non la vorresti già più, ti rendi conto che è inadatta. Questa montagna la tengo sott’occhio ogni giorno da casa mia, a valle, anche se quello che rappresenta mi ha intimorito per molto tempo. Aspra, selvaggia, lontana dal turismo di massa, appena saliti su (solo 27 km di curve! se soffrite di mal d’auto meglio scegliere un altro accesso) si apre un panorama che non ti aspetti, fatto di crinali ampi e pendii dolci, dove camminare e fare un trekking anche con bambini è fattibilissimo. Ed è proprio quello che facciamo, insieme a nostra figlia.

Sono diversi i percorsi escursionistici che si possono fare, l’Associazione Volontari Musei all’aperto del Grappa dal 1999 si adopera per recuperare le opere militari della Grande Guerra. E riparte dalla scuola, promuove visite didattiche ai siti restaurati. Decidiamo di percorrere proprio uno di questi, l’Anello di Campo Solagna, di 10 km, per poi fare alcune tappe simboliche. Ma sul loro sito trovate i vari percorsi che si possono fare. Alla partenza ci accoglie una frase significativa:

“La dimenticanza perde i popoli perché i popoli non sono che memoria”
(Niccolò Tommaseo)

E il Monte Grappa è proprio uno dei cuori della memoria italiana, baluardo durante la Grande Guerra nel biennio 1917-1918, testimone della morte di migliaia di soldati da entrambe le parti  e del rastrellamento di partigiani dai nazi-fascisti durante la Seconda guerra mondiale. E’ un monumento vivente della lotta per la libertà, sono i ragazzi del ‘99 caduti a 17/18 anni per difendere i confini della patria, è una passeggiata nella nostra storia.

GrandeGuerra1

E’ agevole il sentiero CAI, a tratti in mezzo al bosco, si seguono le indicazioni gialle, e la vista è panoramicissima 🙂 Lungo il sentiero si incontrano:

  • le trincee che disegnano il suolo della mantagna, alcune ancora percorribili;
  • le gallerie usate come protezione durante le attese e le mulattiere;
  • i serbatoi d’acqua scavati nella roccia;
  • le garitte per i servizi di guardia e le postazioni di mitraglieri/fulicieri;
  • la sede del comando e alcuni ricoveri per le truppe
  • le bacheche esplicative che con mappe, immagini e testo vi spiegano cosa avete davanti, sito per sito.

Non nego che trovarmi in mezzo a questi luoghi ostici e solitari, ai mucchi di ferro arrugginiti, alle fioriere realizzate con gli elmetti degli austriaci, alle bombe inesplose ed ai resti di artiglieria… il tutto condito dalla consapevolezza di cosa è successo qui, ti lascia il segno. Non è come studiare sulla candida pagina di un libro da ragazzi, qui la storia ti fa venire la pelle d’oca amici miei, qui la tocchi con mano.

GrandeGuerra2

E terminato l’anello, si va a visitare a 1776 mt il Sacrario Militare del Monte Grappa, l’ossario che contiene i resti di 22.910 soldati. Costruzione solenne, imponente, che abbraccia con i suoi cerchi concentrici tutta la natura intorno. Qui c’è poco da dire, solo fermarsi un attimo a riflettere e, per chi crede, pregare.

L’ultima tappa della giornata è più godereccia, abbiamo bisogno di ritemprarci (soprattutto la nanetta) e una deviazione sui Colli Alti ci porta dritti dritti al Rifugio Ape Madre , dove un tagliere a km zero di formaggi di malga e della birra artigianale rispecchiano il loro motto: Poco ma buono 🙂 Un rifugio di nome e di fatto, dove vi consiglio di fare un salto se passate nei dintorni.

Per tutto quello che a parole non sono riuscita a raccontarvi, visto che avevo con me solo il cellulare, vi linko un sito con una gallery completa di quello che potrete incontrare qui.

Potrebbero interessarti anche...

2 Comments

  1. Aspettavo questo post Monica, bello ed interessante…
    Voglio visitare presto anche io, appassionata di storia, questi luoghi!!
    Grazie…

    Reply
  2. in effetti per gli appassionati di storia non c’è scampo, questo è un must 🙂 baci

    Reply

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contact Us