Islanda, impressioni a caldo: è un pianeta diverso

Islanda, impressioni a caldo: è un pianeta diverso

Quando si rientra da un viaggio ci sono impressioni che richiedono tempo per essere metabolizzate e condivise, mentre ce ne sono altre che arrivano subito e che sono da raccontare a caldo. È giusto tirar fuori le impressioni che arrivano d’istinto: sono come grandi fuochi ardenti, che non riesci a spegnere e poi riaccendere dopo settimane o mesi, come fossero una candela. Ci sono aspetti dell’Islanda che mi hanno colpito all’improvviso e che non vanno sottovalutati. Li vorrei raccontare qui, perché siano utili a chi fosse interessato a organizzare un viaggio nella cosiddetta Terra del Ghiaccio e del Fuoco. Perché c’è una cosa che non dovete dimenticare mai: l’Islanda è proprio un pianeta diverso.   L’Islanda è un luogo molto particolare E’ vero, atterrare in Islanda è un po’ come atterrare su un pianeta diverso, ma profondamente diverso dalla realtà (e non parlo di temperature!) a cui siamo abituati noi. Perché la natura è tutto, l’uomo anche oggi non necessario, i panorami sono di una purezza unica: acqua-aria-terra-fuoco in un gioco lunare fatto di altitudini, spaccature, cadute, vapori, ghiacci, mari plasmati dalle ere della Terra, dalle catatrofi secolari e dove l’unica variabile quotidiana sembra il meteo. E non puoi esserne deluso, perché è un gioco fortissimo e prorompente e arrivi qui senza nessun’altra aspettativa se non lasciarti meravigliare da quello che troverai lungo la strada. E di sorprese questo paese ne ha in serbo moltissime.   Visitare l’Islanda on the road è un viaggio impegnativo Dal punto di vista della difficoltà organizzativa da casa: perché le strutture ricettive sono molto poche rispetto al flusso turistico in alta stagione e moltissime hanno le camere già opzionate dai tour operator molti...
Estate 2015, tra poco si parte: itinerario del mio viaggio in Islanda

Estate 2015, tra poco si parte: itinerario del mio viaggio in Islanda

Tra poco ci risiamo, si fa sul serio: giacca di goretex, pile per l’occorrenza, scarpe da trekking, zaino e macchina fotografica (of course) e un certo “godimento” a puntare la bussola verso Nord dopo questo Luglio africano.. l’Islanda ci aspetta 🙂 i tempi si fanno più duri, i giorni a disposizione sono limitati e la possibilità di viaggiare purtroppo si assottiglia, ma l’estate è sacra e un viaggetto di quelli con la V maiuscola anche quest’anno sta per arrivare. Come sempre desiderato, atteso, sudato, costruito pezzetto per pezzetto, artigianale e in completa libertà. Come piace a me 🙂 Che l’Islanda fosse l’obiettivo preciso dei miei piani, no, non posso proprio dirlo perché avevo messo il cuore su un giro indocinese a cui tenevo parecchio, ma se non è oggi arriva di sicuro, basta saper aspettare. L’Islanda era da tempo lì on my mind, in qualche angolo della mia testa curiosa, poi un giorno ti appare sul pc una tariffa aerea, gli sguardi si incrociano e la lampadina si accende, un fluire di pensiero-emozione-azione che in 3×2 ti porta ad avere i biglietti in mano. E anche quest’anno la destinazione è arrivata! Saranno gli elfi ad averci chiamato???? May be. Ma bando alle ciance, tra 8 giorni voliamo a Reykjavik 🙂 Questo l’itinerario a grandi linee, indicativo, poi quello reale preciso che avremo fatto lo metterò sul blog quando torniamo. Il giro è di due settimane, quelle che possiamo fare al momento, ma se avessimo avuto qualche giorno aggiuntivo non è che ci stava male, anzi. Abbiamo noleggiato una 4×4 perché l’idea è quella di non limitarci al Ring 1, l’anello classico che...
Australia: cose che capitano alle Whitsundays

Australia: cose che capitano alle Whitsundays

Parlare d’Australia mi mette allegria, è un’associazione di ricordi fantastici, e così dopo Sydney, Heron Island, la Great Ocean Road, e Kangaroo Island proseguo la mia carrellata di post ripescando nel giga-archivio delle diapositive di casa…quello ormai dismesso e che piano piano vorrei digitalizzare tutto (ma che lavoraccio!). Questa volta si va in una delle destinazioni top australiane, parere personale visto ci sono stata due volte ma mi servono almeno altri 3 viaggetti downunder per vederla tutta (di un mese ciascuno eh!!!) 🙂 Sono loro, le Whitsundays Islands, a metà strada tra Cairns e Gladstone, di fronte alla East Coast del Queensland. Un arcipelago di quelli che no, non se ne vedono molti al mondo. #Tantaroba avrebbe potuto essere l’hashtag adatto, peccato twitter abbia iniziato a usarlo circa 12 anni dopo 🙂 In realtà come al solito non era una tappa prevista, a Sydney siamo entrati in un’agenzia viaggi, gli abbiamo chiesto una destinazione da honeymoon (perché in effetti lo eravamo) e voilà la tipa ci propone di fare base a Hamilton Island per poi girare in barca le isole intorno. Non è servito molto, una carrellata di immagini e una congrua strisciata di carta di credito…perché queste isole non scherzano affatto e onestamente richiedono un budget alto (non so se negli ultimi anni l’offerta è cambiata)… e la mattina dopo eravamo sul volo interno. Tra le nuvole e l’oceano australiano dall’oblò. Ma cosa vi può capitare mettendo piede su questa specie di paradiso terrestre? Ve lo racconto con qualche episodio semiserio, tipo pillole omeopatiche. 1. Un face to face con uno dei tanti pappagallini e cacatua dell’isola Provate a...
Australia: Kangaroo Island e i suoi “abitanti”

Australia: Kangaroo Island e i suoi “abitanti”

“L’Australia è una porta aperta sul blu. Basta uscire dal mondo e si entra in Australia” (D.H. Lawrence, 1922) E Kangaroo Island, lo confermo, è proprio così: fuori dal mondo. Ricorda certi quadri della creazione, e mi fa pensare come anche qui si materializzi il Dreamtime – il Tempo del Sogno delle Vie dei Canti di Chatwin, mica solo nel cuore rosso del paese.  I sentieri immaginari visibili solo agli aborigeni, che celebrano il loro legame imprescindibile colla natura, di sicuro passano anche qui a sud. Perché quest’isola è impatto emotivo, è sacralità, è tempio naturale. Ne sono certa 🙂 Ma andiamo con ordine. Molo di Cape Jervis, Gennaio (estate downunder), imbarchiamo anche l’auto. Dopo una traversata da dimenticare in ferry con mare e vento “forza n” arriviamo provati a Penneshaw per passare tre gg a Kangaroo Island… l’isola è grande come la Val D’ Aosta e quindi serve tempo per visitarla bene! qui la natura e’ remota e sovrana, un angolo d’Australia intatto, dove la giornata e’ scandita dagli appuntamenti con gli animali. Alle 16 si presentano in laguna i pellicani, alle 19 escono nelle radure i canguri, alle 21.30 sbucano dalle tane i pinguini… per una cresciuta a pane e Superquark una goduria 😀 Di Kingscote e dell’esperienza di nutrire i pellicani vi ho già detto, ora l’attenzione si sposta sul resto dell’isola. Prima di tutto cosa mi vengono in mente? I canguri che saltellano? Non proprio….le prime sono le sue strade, eh no mica strade qualunque! Un saliscendi d’asfalto o rosso fuoco in mezzo a foreste d’eucalipti, che passano sotto a una galleria di rami d’alberi secolari o corrono sterrate. Di...
Carlo Venco e il suo giro del mondo in barca a vela

Carlo Venco e il suo giro del mondo in barca a vela

Quello di oggi è un viaggio particolare. Complice la passione per il mare e la voglia di concedersi una pausa. Voglia di avventura. Voglia di libertà. Nella consapevolezza però che tutto ciò avrà un inizio, ma pure una fine. Una parentesi di quattro anni. Un periodo di tempo per immergersi in una nuova dimensione, e poi ritornare con i piedi a terra. In tutti i sensi. L’ho incrociato per caso Carlo Venco, velista di lungo corso, vicentino. Era un po’ di tempo che avevo messo da parte le interviste, poi ho sentito la sua incredibile storia e mi è venuta voglia di contattarlo. Ha appena ultimato un giro del mondo in barca a vela in solitaria durato 4 anni. Una di quelle storie sintetizzabili in poche righe, ma quelle righe racchiudono un’esperienza meravigliosa, uno di quei sogni realizzabili una sola volta nella vita e una scelta non comune. Lui con la massima semplicità la racconta così: “Sono partito dall’Italia (Trieste), ho disceso l’Adriatico e mi sono fermato alle Eolie. Dopo ho proseguito verso la Sardegna e, facendola breve, dopo le Baleari e la Spagna sono andato alle Canarie. Un bel salto di 20 giorni di traversata atlantica ed eccomi arrivato in Martinica. Tre mesi a spasso per le Piccole Antille, ripartenza verso il Venezuela, la Colombia… Isole San Blas, Cartagena, il Canale di Panama, le Galapagos, le Isole Marchesi nella Polinesia francese, le Tuamotu, Tahiti, le Isole della Società (Bora Bora e Raiatea ecc). Un altro bel salto in oceano pacifico verso un atollo disabitato delle Isole Cook: Suwarow. Dalle cook verso l’arcipelago delle Isole Tonga. Trascorsi 6 mesi in...

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