Sudafrica: come fare un safari nel Kruger National Park

Ci sono luoghi immediatamente associati a un certo tipo di esperienza di viaggio, il Kruger National Park in Sudafrica è uno di questi, così come lo sono il Masai Mara in Kenya, il Serengeti e Ngorongoro in Tanzania, il Delta dell’Okavango in Botswana. Ricordo bene l’arrivo a Johannesburg, il noleggio del pulmino che doveva portarci in quasi un mese fino a Cape Town, l’ingresso al Kruger da Numbi Gate dopo 40 km di strada nella boscaglia fitta. E soprattutto l’attesa, l’inconsapevolezza per quello che avremmo incontrato, la voglia di vedere più “bestie” possibile libere nel loro habitat naturale e per qualche giorno essere lì con loro. Eravamo pronti, un pò a tutto 🙂

mappa Kruger

Il Kruger è la più grande riserva faunistica sudafricana (più o meno come la Lombardia!). Il periodo in cui arriviamo è l’inverno (Luglio-Agosto per noi), dicono la stagione ideale per avvistare animali perché gli alberi sono per lo più privi di foglie e gli avvistamenti facilitati. La scarsità di cibo e acqua spinge gli animali a uscire allo scoperto. Le nostre “armi” sono la curiosità, le macchine fotografiche dotate di zoom, qualche binocolo e via, si parte per una 5 giorni che ci porterà alla scoperta del territorio.

Certo un safari in Sudafrica può assumere molte forme. Da una fuga nel bush più remoto con campeggio spartano sotto le stelle fino a un idillio nel lusso compreso safari fotografico in 4×4 con i ranger. Noi abbiamo optato per girare il parco in autonomia col nostro veicolo e dormire nei bungalows dei restcamp, situati all’interno del parco, sobri ma confortevoli senza eccedere. Tra acacie, mopani e baobab attraversiamo valli incise da fiumi e colline alla velocità massima consentita di 50 km/h, le strade principali sono asfaltate, le altre sterrate.

Per quella che è stata la mia esperienza, vi riassumo qualche dritta:

1. Non fatevi venire l’ansia da Big Five

Ho visto scene che voi umani….ahahaha… gente che urla appena ha l’impressione di avvistare un fantomatico lontanissimo leopardo, gente che sgomita e ti salta sopra pur di accaparrarsi il finestrino per la foto del rinoceronte. Sì ok, vedere leoni, leopardi, bufali, elefanti e rinoceronti (i cosiddetti Big Five) è un’esperienza meravigliosa, vale il viaggio e si va lì per quello. Anche zebre, ippopotami e giraffe non sono niente male. Poi ci sono quelli meno famosi, gli impala, i facoceri, i licaoni, le iene, i babbuini, uccelli strani. La bellezza della savana è strapiena di sorprese e per me, cresciuta a pane e Superquark, una manna.

2. Preparatevi alle levatacce

Avete tempi lunghi per carburare la mattina? Ecco, preparatevi a una serie di levatacce. Gli animali sono attivi soprattutto all’alba e al tramonto, quindi la sveglia alle 5-6 è pressoché indispensabile. Tutti vi ripeteranno all’infinito che ci vuole fortuna, che non si può mai sapere cosa si incontra, ma resta il fatto che il Kruger è talmente ricco di animali da accontentare tutti. Gli animali sono vicini, vicinissimi, sembra incredibile ma molto spesso sono in strada (e non si scansano all’arrivo delle automobili). Il Kruger in questo senso non teme confronti.

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3. Appoggiatevi a una guida

Noi non lo abbiamo fatto, ma col senno di poi ho cambiato idea. Una guida ti porta sulle tracce giuste degli animali perché ne sa leggere le tracce, è autorizzata ad accedere alle aree più remote, ti tiene al sicuro dai pericoli (non come noi che per rimanere troppo vicini a un elefante lo abbiamo fatto incavolare, e dopo aver sbattutto più volte le orecchie in segno di avvertimento, ha deciso di caricare il pulmino L). E soprattutto può farvi apprezzare tutta la complessità del bush. Nelle riserve private il servizio è compreso nel prezzo, ma nei parchi nazionali si è tentati di farne a meno. Il rischio è di perdere molte cose interessanti.

4. Rilassatevi e godetevi lo spettacolo

Nonostante vi sembrerà di essere dentro a un frullatore acceso tutto il giorno, perché non si può scendere dai veicoli per sicurezza (a parte poche aree protette) e gli sterrati vi faranno sballonzolare di continuo, bisogna cercare di rilassarsi. La tensione a vedere più animali possibile svanisce in fretta, il primo giorno sarà tutto un urlo, un sorriso a 32 denti, una raffica di foto, poi vi garantisco al centesimo impala o giraffa che vi attraversa la strada potreste stupirvi a dire “ancora???” E poi non sempre tutti i desideri possono essere soddisfatti. Animali a parte, il paesaggio in sé, la bellezza delle pozze d’acqua nel deserto che riflettono la vastità del cielo, gli spazi sconfinati e il contatto con la natura sono imapgabili. Quindi, non fatevi venire l’ansia di completare la checklist zoologica o passare tutto il tempo con gli occhi all’obiettivo della videocamera. A volte, il momento magico del safari è quando non vedi proprio nulla.

5. Organizzatevelo in autonomia

Visitare il Kruger in sel-frive, così come quasi tutto il Sudsfrica (magari Johannesburg e Pretoria no, ma costa assolutamente sì) è un viaggio facilissimo da organizzare in autonomia, dentro il parco è tutto ben organizzato e il fatto di poter girare da soli e fermarsi tutto il tempo che si vuole per osservare e fare fotografie è impagabile. A patto che la base sia un autentico amore per la natura e per gli animali. Altrimenti meglio lasciar perdere.

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6. Occhio agli sbalzi di temperatura

I safari all’alba al Kruger possono essere sorprendentemente freddi. Abbigliarsi a strati è la soluzione migliore. I binocoli sono essenziali, ma non aspettarti che ti siano forniti da lodge o guide. Un modello compatto ti permetterà di non perdere i movimenti dei gattoni in lontananza. E non contate sul wi-fi nel bush 😀 quindi una buona guida si rivelerà essenziale.

7. Rispettate le regole e fate un itinerario 3-4 giorni

L’ “off-road” al di fuori dei percorsi tracciati è ovviamente vietatissimo per motivi di conservazione ambientale. Certo non avere la possibilità dell’ off road in un safari é un pò togliere il sale e il pepe ad una bistecca. Ma la prudenza qui è d’obbigo, anche perché non sai mai cosa puoi trovarti davanti. Detto questo secondo me il tempo “giusto” per vederlo bene senza stufarsi sono 3-4 giorni, di più si rischia l’assuefazione J

9. Qualche dritta sulle aree migliori

L’area di Satara/Olifants èfamosa per i felini, la zona compresa tra Letaba e Shingwedzi e’ la preferita dai grandi maschi di elefanti, oltre a essere ricca di grandi mandrie di bufali e spesso accanto ai bufali si muovono i leoni. La zona di Mopani e piu’ a nord , vicino a Shingwedzi, e tutte le strade che corrono lungo i fiumi anche in secca , ma con grandi alberi , sono aree dove incontrare i leopardi, in generale vicino ai corsi dei fiumi e alle poche pozze d’acqua, si osservano un buon numero di animali. La parte sud fino a Skukuza e’ in assoluto la piu’ trafficata e con molti animali , ma spesso prima si vede l’ingorgo sulla strada e poi solo in un secondo momento si vedono gli animali… non il massimo! la parte centrale e quella settentrionale , sono invece meno trafficate, o forse (opinione personale) offrono anche i paesaggi migliori. Comunque vada, sarà un successo 🙂

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9. Portatevi anche i bambini 

Lo so, magari non piccolissimi, ma appena hanno 5-6 anni secondo me può essere un’esperienza clamorosa per loro. Nella mia wish-list infatti, ora che la mia nanetta ha giusto questa età, ho in testa di portarla con noi a vivere un safari, magari in un altro paese africano. Lo dico perché: A. zanzare pochissime e nessun problema al riguardo andando nella stagione secca, B. massima organizzazione, facile viabilità e possibilità di gestirsi l’itinerario da soli C. ottime strutture d’accoglienza D. nessun documentario potrà mai sostituire nei loro occhi qualche giorno a contatto colla natura selvaggia e i suoi abitanti.

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2 Comments

  1. Bell’articolo! L’ho letto veramente con piacere!

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    • ma grazie 1000

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