C’è un luogo nell’Ovest americano dove tornare bambini. Perché spesso un viaggio non è fatto solo di tappe da spuntare segnate sulle guide, ma di luoghi scoperti per caso che hanno qualcosa da raccontarti, capaci di essere indimenticabili anche se nessuna guida li cita. E spesso sono proprio quei momenti a fare il viaggio, più di qualunque paesaggio, città, opera d’arte. Un po’ come gli incontri sulla strada che non ti aspetti e poi si rivelano i migliori.
Gli ingredienti fiabeschi ci sono tutti. Siamo al confine con lo Yosemite National Park, da Mariposa a Midpine all’ingresso del parco sono 40 minuti. Ci si allontana dalla statale principale, ci si addentra nel bosco con una lunga strada in parte sterrata, dove si sentono bene gli odori e i suoni della montagna. Ci si immerge completamente nella foresta.
Hai prenotato all’ultimo un B&B, sì ecco ti sembra un po’ fuori mano, parecchie miglia dalla cittadina più vicina, al’’improvviso una salita e uno slargo… ma l’Highland House in realtà non è un B&B, è un’esperienza 🙂 Tipica casa americana del nord, tetto spiovente, ampie vetrate, fontana coll’immancabile codone di scoiattolo ad abbeverarsi e sedia a dondolo, un vialetto sinuoso e un’amaca rossa dove dondolarsi. Quando si dice il ritratto della pace.
Bussiamo, tutto tace. Solo una lettera affianco alla porta dove ci viene detto di fare come fossimo a casa nostra, ci sono le chiavi a cuoricino, un numero da chiamare in caso di necessità e l’ora della colazione per la mattina dopo. Niente e nessun altro. Avete presente Cheryl Ladd, una delle bellissime Charlie’s Angels ? Ecco anni fa era suo questo gioiellino, ma per come è fatta la villa avrei potuto dire che da queste parti anni prima era passata Rossella O’Hara. Ora è di Mike, meno famoso ma cordialissimo.
La casa è arredata di tutto punto, sotto la zona giorno open-space col camino centrale e i grandi divani di velluto, la libreria a disposizione degli ospiti, così come la videoteca, la sala da biliardo, le mazze da croquet, la dama e gli scacchi; non fosse abbastanza c’è una grande cucina (con frigo e relativa dispensa) rifornita di ogni ben di Dio, perfino i muffin appena sfornati! il ristorante più vicino è a 15 miglia e se uno vuole può organizzarsi la cena come gli gira.
Sopra tre camere , ce ne danno una gigante non con un letto, ma una specie di piazza d’armi 3×3, a baldacchino con colonne tortili di legno ai 4 angoli, materasso altissimo e marea di cuscini, camino in pietra di fronte, salottino privato e bagno english old style… non so come tra un motel 6 e normalissime catene di b&b siamo finiti in questa meraviglia, ma una volta tanto me ne tiro giù una fetta 😀
Su una delle pareti della casa leggo questa frase e inizio a pensare che un posto così ha veramente qualcosa di speciale. Poi mi avvicino alle vetrate e inizio a sentire un ronzio sconosciuto, è forte ma non assomiglia a nulla di riconoscibile. Ci sono in giardino, proprio davanti ai vetri, degli alimentatori pieni di nettare, una specie di sciroppo…e piano piano scopro a chi è destinato. Alla mattina e al tramonto arrivano loro, gli hummingbirds, i colibrì.
Piccolissimi, restano sospesi nell’aria quasi immobili grazie al movimento rapidissimo delle ali, dicono che arrivino a 80 battiti al secondo…è il battito delle ali che produce quel ronzio, mica per niente li chiamano Hummingbirds, gli uccelli dal volo ronzante! Mi fermo a fissarli, non li avevo mai visti e hanno qualcosa di ipnotizzante. Le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione dei guerrieri caduti in battaglia e la rappresentazione in terra del Dio Sole. Questa piccola creatura incanta, col suo battito elicoidale delle ali, le piume iridescenti e il becco appuntito per succhiare il nettare dei fiori.
Nella libreria alle mie spalle trovo un libro illustrato sui colibrì, le sue acrobazie in aria richiedono un tale dispendio di energie da costringerli ad alimentarsi di continuo e avere un cuore 5-6 volte in proporzione più grande del normale per sostenere 1260 pulsazioni al minuto. Oltre a cimentarsi in migrazioni incredibili per la loro micro-mole, alcune specie nidificano in Canada sulle Montagne Rocciose, svernano in Messico o America Centrale con spostamenti di 4000 km. Da guinness dei primati per un uccellino di pochi grammi di peso.
Qui una piccola photogallery dedicata a loro, la sorpresa migliore dello Yosemite National Park. E considerate che beccarli è stata un’impresa 😀
Bellissimo Monica!!! E, come sempre, splendide foto!
ma grazie Vale, smack
Racconti di viaggio che si leggono tutti d’un fiato…e fanno rivivere le tue emozioni. E le bellissime foto ne sono l’espressione più vera. Complimenti
ma grazie carissima, ti stritolo forte e conto di vederti presto 🙂
Mia figlia è verde dall’invidia…. ma anch’io! Lei per i colibrì ed io per quelli e tutto il resto!
ahahah, diciamo che il cervo, l’aquila, l’orso te li aspetti, ma i colibrì proprio no 🙂 ora come minimo vi tocca prenotare 3 lunghi voli per gli States…non vorrete mica deludere la “piccola” di casa!!! (è più alta di me, ma d’altronde ci vuole poco)
Bellissimi foto! Io il colbrì l’ho visto solo una volta in Messico, ma è stata una cosa talmente veloce che non ho avuto neppure il tempo di fotografarlo.
Bella anche la casetta …
Ciao
Norma
Immagino solo che il numero di scatti per salvare questo paio di foto sia simile al mio per avere 4 delfini in croce …. ahahahahah!!!
E’ il bello degli incontri con gli animali, vero?!?!? Tu ne vedi un sacco, ma poi puoi mostrarne solo alcuni. Praticamene un bel “Tiè” per chi non è venuto con te 🙂
Esattoooooo, un’ora a puntare i colibrì per 1/2 foto decorose…ora aspetto i tuoi delfini!
Ecco! Immginateli già belli sgranati oltre che sfocati … ahahahah!
Che belle le foto degli animali….un luogo che vale veramente la pena visitare…