Sogni e progetti di viaggio: i miei Travel Dreams 2015

Sogni e progetti di viaggio: i miei Travel Dreams 2015

Eccolo puntuale alla fine dell’anno il secondo round del tormentone #Traveldreams2015, e si sa che per un travel blogger è un po’ come invitare l’oca a bere, sparare sulla Crocerossa, metterti la carota ideale davanti al muso 🙂 in un dicembre umido e nebuloso su tanti fronti, quando ho visto lanciata la nuova iniziativa di Farah , Lucia  e Manuela … Ho avuto un guizzo e un sorriso spontaneo si è fatto spazio dentro di me. La lampadina della fantasia si è accesa ed è quella che spesso fa la luce più intensa 🙂 Mi verrebbe da spararle grosse, tanto sognare è gratis, però negli anni ho capito (poco nè, ma qualcosina finora l’ho capita anch’io) che “in medio stat virtus”, meglio una via di mezzo, un equilibrio tra qualcosa di serenamente raggiungibile e qualcosa meno, perché sparare troppo alto rischia poi di rimanere solo un bel post sui #traveldreams e niente altro. E l’obiettivo, anzi la speranza non è di certo questa! Quindi veniamo alle ideuzze, che quelle non mancano mai: London & New Year’s Day Questo era un mio Traveldream da parecchi anni, fattibilissimo tra l’altro e gettonatissimo, eppure nonostante abbia girato una bella fettina di mondo non è mai arrivata l’occasione giusta per andare a Londra. Sembra assurdo eppure….Poi sono diventata mamma e i primi anni di mia figlia non mi sembrava fosse la destinazione migliore. Ora l’occasione c’è, e pure tre biglietti aerei caldi caldi. A breve mi aspetta #oneweekinLondon e un Capodanno alla luce dei fuochi d’artificio sul Tamigi, una bella sferzata di energia per iniziare il 2015 col botto… anche se a dirla tutta...
Come si cambia: nuovo layout per Alla Ricerca Di Shambala

Come si cambia: nuovo layout per Alla Ricerca Di Shambala

Mi viene in mente Fiorella Mannoia e il suo “come si cambia…per ricominciare” 🙂 Beh, insomma, non è che io abbia mai smesso, ormai è una dipendenza dichiarata! Alla ricerca di Shambala è per me un’oasi di pace, un angolo mio e basta dove star bene e ogni tanto ospitare qualche amico interessante, un angolo per viaggiatori, quelli veri e quelli da poltrona, quelli adventure, quelli backpackers nell’animo e autonomi a oltranza, i sognatori e quelli all-inclusive mojito di benvenuto compreso, chiunque insomma ami il viaggio come esperienza di vita e grimaldello per aprirsi la mente. Però. C’è un però. Succede che il mestiere di travel blogger non te lo insegna nessuno, l’unica insegnante è la propria pelle e l’esperienza che puoi fare sul campo, provando, riprovando, aprendo un blog tuo tra mille perplessità e cercando una TUA strada. Per differenziarsi nella mucchia, per essere amati e seguiti, per essere utili, ma soprattutto per sé stessi. Avere un blog è un buco nero in termini energie, è una strada in salita, è continua evoluzione e apprendimento, è apertura e confronto con la rete, è uno sforzo di costanza. E quando ti sembra di aver raggiunto una piccola vetta ne scorgi subito un’altra, l’asticella si alza, ci sarà sempre chi fa meglio di te, ma AMEN… diamoci pace 🙂 Sono passati due anni scarsi dai miei primissimi tentativi di post, mi sembrano anni luce dagli attuali. E soprattutto c’è lui, quel vestitino che avevi scelto e che rispondeva a logiche precise, su cui avevi pensato parecchio. Ecco, dopo due anni che ce l’hai davanti mica te lo vedi più!!!! Succede...
I ponti dei miei viaggi

I ponti dei miei viaggi

Partecipo sempre volentieri al #sensomieiviaggi, una delle poche inizative in rete senza nessuno spirito competitivo, che prende spunto da immagini scattate in viaggio per aprire delle porte su momenti di vita, cercando sempre di approfondire il perchè di ogni esperienza. Questo mese il tema è “i Ponti dei miei viaggi” prescelto da Alessandra, di quelli che appena li leggi ti si aprono modello windows le cartoline nella mente 🙂 e allora scelgo 3 fotografie e vi spiego il perché. Il primo ponte è made in Italy, intravisto in una calle di Venezia magari di quelle meno battute, più silenziose, più misteriose, illuminate dai lampioni in un equilibrio antico di volumi, luci ed ombre. Provate a immaginarvelo centinaia di anni fa illuminato solo dai lumini a olio portati a mano dai passanti, o con i cesendelli appesi ai muri, con le prime lanterne a olio accese dagli impizadori, che sapore doveva avere. Perché possiamo girare il mondo intero, vedere i ponti più grandi, più moderni, più tecnologici, ma poi fatevi un giro a Venezia by night e ne riparliamo 🙂 Il secondo ponte è europeo, un omaggio alla città che mi ha ospitato 4 anni, e i tanti ponti di Praga. No, non è stata un’esperienza di quelle che passano inosservate vivere con le finestre della mansarda a due passi da Malà Strana, all’ombra del Pražský Hrad, coll’ufficio in Karlòva proprio tra il Ponte Carlo e la Torre dell’Orologio. 4 anni che più densi non si può, di eventi, di lavoro, di vicissitudini, di iniziative, di soddisfazioni, di strada fatta e perché no anche un pizzico di realizzazione personale (che male non...
Di traslochi e mantovanità

Di traslochi e mantovanità

La vita diciamolo può essere un pantano per tanto, troppo tempo, e poi all’improvviso trasformarsi in una montagna russa dove devi tenerti abbastanza forte da non volare di sotto. Ecco diciamo che ultimamente (6 mesi more or less) mi sento un po’ così, in un grande frullatore impazzito. Ne sono successe parecchie. Non che i miei ultimi 16 anni siano stati esattamente “casa e chiesa”, tutt’altro. Ma è come se tutto quello che non è successo prima ti venisse una mattina a bussare alla porta e non hai il tempo di pensarci su, di far quattro chiacchiere, di bighellonare o ragionarci con calma. Sei risucchiato dall’onda e tutto quello che puoi fare è tentare di riemergere per respirare un po’. Quindi chiedo venia a chi per caso o per volontà passa su queste pagine virtuali e nota la mia assenza, ho avuto ottime ragioni vi garantisco per “trascurare” un attimo questo blog. L’ultima è il mio recente trasloco in un’altra città italiana. Questa volta eccoci a Mantova. E sul traslocare ormai ho una discreta esperienza sul campo, sono al settimo comprensivo di TUTTO. E quando dico tutto non si scherza mica: dai mobili, ai quadri, ai tappeti, alle lampade, a tutte le amenità stipate con dovizia in cantina, alle piante, ai piatti, alle pentole, al servizio Wedgwood da 12 del matrimonio o quello bavarese bordato oro della nonna (mai usato ovviamente), al servizio di 100 bicchieri da acqua-rosso-bianco-spumante-whisky-superalcolico, i vassoi da portata, i sottopiatti, le caraffe, i decanter e “ca**i e mazzi”… provate a imballarveli uno per uno, poi la domanda sorge spontanea: ma perchèèèèèèèè? #spaccotutto 🙂 In fondo quelle 2...
A papà

A papà

Perdonatemi, lo so, non c’entra nulla coi viaggi, il mondo travel e la natura di questo blog. Ma “ubi maior minor cessat”, dicevano i latini, e un blogger è prima di tutto una persona. A cui la vita non risparmia i lutti delle persone più care. Mi fermo per un po’ lasciandovi questo brano di Henry Scott Holland, che in questi giorni mi ha aiutato molto: “La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.” Buon viaggio...
Le strade dei miei viaggi

Le strade dei miei viaggi

Acchiappo al volo il nuovo tema lanciato da Senso dei miei Viaggi e questa volta l’argomento è un ventaglio così ampio, di quelli che lasciano spazio all’interpretazione di ognuno. Quindi le mie “Strade dei miei viaggi” no, non saranno legate a luoghi fisici. Metterò tre fotografie come da regolamento ma in realtà in questo post vi racconto un’unica storia, che è realmente accaduta (senza nomi o troppi dettagli) e che ha fatto dare una sterzata netta alla mia vita. Perché le strade dei miei viaggi in 20 anni di peregrinazioni saltuarie si sono incrociate con tante persone, e tra queste anche con uomini (pochi nèèè, non fate subito i maliziosi!) che hanno lasciato il segno. Non nascondiamoci dietro ad uno spillo, il viaggio è anche un’opportunità di incontro per uscire dal solito giro di amici, colleghi, conoscenti, per togliersi dalla propria confort zone, per lanciarsi in situazioni diverse e tra i tanti incontri sulla strada può capitare perché no di innamorarsi. A me è successo e chissà a quanti di voi 🙂 La mia storia comincia un bel po’ di anni fa e gli ingredienti in sintesi sono questi: io viaggiavo in compagnia di due amiche, lui viaggiatore solitario di quelli che avevano girato mezzo mondo e molto più grande di me, ultima settimana di viaggio, quindi più stanziale dopo 3 settimane di on the road. La location una famosa isola thailandese. Ci conosciamo, si parla un sacco, si noleggia uno scooter insieme, si fan dei gran bagni lontano da tutto e tutti, ci si guarda in quel modo che non ci sono storie. Ok c’è feeling, ma parecchio,...

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