Cimitero monumentale di Staglieno a Genova: museo a cielo aperto

Saramago disse: “Nel cimitero non si sente la morte, ma l’ opera dei vivi”, e il Cimitero Monumentale di Staglieno a Genova è esattamente questo, espressione di umanità, di vita vissuta e racconto di aneddoti, leggende, storie private, storie pubbliche, filosofia, concetto della vita e della morte, oltre ad essere un vero e proprio museo a cielo aperto, oggi considerato uno dei più importanti e affascinanti d’Europa.

Per me non è certo un cemetery safari, Genova è la mia città, le mie radici sono qui, mio padre è sepolto qui, e Staglieno è e sarà sempre un luogo speciale. E’ un luogo in cui arte e natura, luce e ombra, vita e morte si intrecciano indissolubilmente; monumenti e tombe famose sono solo parte della meraviglia. Penso sia quasi impossibile, anche per chi lo visita in modo superficiale, sottrarsi al suo fascino. Lo stesso fascino della sua città: contrasti su livelli separati dall’impossibile, labirinti di gallerie, salite e discese, angoli oscuri e piani in cui la luce regna sovrana. Una città non immediata, mai banale, mai scontata, complessa e bellissima.

photo e video credit: @Gerardo Capaldo

L’arte funeraria di Staglieno

L’arte funeraria è capace di trasmettere vibrazioni. E commuovere, tanto.

Il cimitero monumentale di Staglieno, il più grande d’Europa sia per estensione che per importanza artistica, è un vero e proprio capolavoro di architettura e scultura funeraria, un immenso museo a cielo aperto. Al suo interno si possono ammirare, immerse nella natura e allineate in gallerie, porticati e cappelle funebri, centinaia di statue realizzate da scultori famosi spaziando per stili differenti: dal realismo neogotico e neorinascimentale, al liberty e al simbolismo.

Genova è stata culla e rifugio di molte personalità importanti e a Staglieno si trovano le tombe di tantissimi personaggi famosi: Giuseppe Mazzini, Ferruccio Parri, Nino Bixio; Fabrizio De André, Giberto Govi, Antonio Burlando, Constance Lloyd, moglie di Oscar Wilde, Alfred Noack, Michele Novaro, compositore dell’inno di Mameli,  il cantautore Fabrizio De André, il pittore Federico Sirigu, la scrittrice Fernanda Pivano, il poeta Edoardo Sanguineti, Enrico Alberto d’Albertis, Raffaele Rubattino, Gian Carlo Di Negro, e moltissimi altri.

È stato anche meta di personalità giunte da tutto il mondo, tra cui: il filosofo Friedrich Nietzsche, scrittori come Guy De Maupassant, Ernest Hemingway e Mark Twain, l’imperatrice Elisabetta d’Austria “Sissi”, e cantanti come Peter Hook, il bassista della band Joy Division, che nel 2015 ha visitato la tomba Appiani utilizzata per la copertina dell’album “Closer”.

Storie di Staglieno

C’è chi viene a trovare un familiare, c’è l’appassionato di fotografia che è arrivato qui con l’idea di catturare qualche scatto, c’è il turista straniero. Nessuno però è pronto a quella quantità di volti che ti guardano, esprimendo emozioni, dolore, speranza, preghiera, disperazione, rassegnazione, pace. Ogni tomba e ogni scultura racconta la sua storia, centinaia di vite passate, sguardi, gesti, sorrisi e parole.

C’è la Signora delle noccioline: Lorenzo Orengo – Tomba Campodonico. Cattainin Campodonico, popolana di Portoria, ebbe una vita non proprio semplice, con un marito ubriacone, l’amore finì e Caterina rimase sola. Vendeva le collane di nocciole, canestrelli e ciambelle ed era una persona semplice, parsimoniosa ed oculata. Lei aveva però un grande desiderio, un sogno da realizzare: un monumento a Staglieno, una statua che la ritraesse, con i suoi dolci e le sue nocciole. E così, quando ancora era in vita, commissionò l’opera allo scultore Lorenzo Orengo e dal marmo scaturì “Cattainin dae reste”.
I risparmi e la fierezza di una vita per una statua eterna tra i grandi, col suo grembiule orlato di pizzo, lo scialletto con le frange, gli orecchini. E così è stato, una delle statue più amate dai genovesi e non.

C’è l’Ultimo bacio: Luigi Orengo – Tomba Delmas. E’ una sensuale interpretazione del dualismo Eros-Thanatos (amore-morte), unisce simbolismo liberty a un erotismo necrofilo, rappresenta un uomo seminudo si china sul corpo altrettanto nudo di una giovane donna morta, baciandole il capo. Una bellezza di abbracci, schiene nude, seni che si svelano prepotenti oltre la veste, volti languidi e mani e piedi. La bellezza del corpo, che fra metà Ottocento e gli inizi del Novecento fu raccontata senza vergogna, a tratti quasi gridata, consegnandoci opere sublimi come questa.

C’è l’Angelo della Resurrezione: G.Monteverde – Tomba Oneto. L’Angelo di Monteverde è una figura androgina che appare quasi smarrita, quasi come volesse cercare di trovare una sua strada, capire dove andare: un’anima che è ancora sospesa tra la Vita e la Morte, indecisa sul cammino che sta per intraprendere. E’ il “punto di rottura” da una visione positivista della morte che trovava nel realismo il linguaggio più congeniale, a quella dubbiosa che sfocerà nel clima decadente-simbolista. L’angelo perde la connotazione cristiana di guida verso il Paradiso per divenire, distaccato, testimone del mistero del nulla.

C’è Il compianto delle pie donne: Demetrio Paernio – Tomba Appiani. Per chi cerca ispirazioni musicali, i componenti del gruppo inglese Joy Division hanno scelto le opere di Staglieno per ben due dischi del 1980:  sulle cover del singolo Love Will Tear Us Apart e dell’LP Closer appaiono due fotografie in bianco e nero che immortalano due statue del cimitero genovese, un angelo e una deposizione.

Ma tranquilli, sono solo 117.600 tombe e oltre 2.000.000 di sepolture  😀

Info utili

Come arrivare al Cimitero di Staglieno

Cimitero Monumentale di Staglieno
Piazzale Resasco
16137 Genova

In auto: Autostrada: uscita Genova Est
In autobus: Linea 13 – 14 – 34 – 48
In treno: Stazione Brignole + autobus linea 14 / Stazione Principe + autobus linea 34
In aereo: Aereoporto Cristoforo Colombo + Volabus linea 100 per Stazione Brignole + autobus linea 14

Orario: tutti i giorni 7.30 – 17.00 / 25 dicembre e Pasqua: 7.30 – 13.00.
Chiusure: 1° e 6 gennaio, lunedì dell’Angelo, 24 giugno, 15 agosto, 26 dicembre.

Visite guidate

Nel sito di VisitGenoa  non solo trovi tutte le informazioni sugli eventi e gli appuntamenti che sono in programma in città, ma anche un elenco aggiornato delle guide turistiche, che si occupano anche delle visite.
È inoltre possibile scaricare su dispositivo mobile (iOS o Android) una app gratuita ARtour per accedere ad una guida interattiva che utilizza realtà aumentata, mappe dinamiche e altre caratteristiche. È semplice e funziona anche “offline”. Scaricando l’applicazione sul cellulare si potrà utilizzare la guida del Cimitero di Staglieno (disponibile in italiano e inglese).

Quanto tempo dedicargli

Il cimitero copre 33 ettari, quindi per avere un’idea è impossibile pensare ad una visitina veloce, serve minimo una mezza giornata. Presenta un Pantheon (o Cappella dei Suffragi), gallerie e porticati con centinaia di monumenti che testimoniano la straordinaria arte dell’Otto e Novecento ligure, e il Boschetto Irregolare, ispirato agli schemi dei giardini romantici, in cui si trovano le tombe dei Mille e di altri eroi del Risorgimento. Un percorso tutto da esplorare tra sculture e viali alberati.

All’ingresso vi verrà fornita mappa e itinerari possibili con indicazione di tutte le tombe, dovrete procedere seguendo un percorso e se riuscite a farvi accompagnare da una guida è ancora meglio, perché sono molte le opere che altrimenti rischiate di perdervi.

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1 Commento

  1. Un simile esempio di arte scultorea, per bellezza e numero, assolutamente raro e definirei unico, senza tema di smentite, stupisce ogni volta che se percorrono gli spazi. All’uscita resta la voglia di tornare, tanto la malinconica bellezza ti coinvolge e ti prende. Unico neo, seppure molto importante, resta, come per altri insiemi monumentali, la ragionevole o irragionevole cura da prestarsi al mantenimento delle opere e dell’ambiente che le ospita e le rende fruibili.
    L’obiezione naturale che viene a mente è rappresentata dalla cronica mancanza di fondi da dedicare alla ordinaria e straordinaria manutenzione
    che rarità come questa rappresentano per l’intera cultura italiana.
    Non si potrebbero, allo scopo, utilizzare gli studenti di Licei Artistici, Accademie ed Università che potrebbero trarre indubbi vantaggi da stage di intervento mirato che sicuramente amplierebbero dilatandole capacità di lavoro e rispetto per i nostri Beni Culturali troppo spesso ignorati?

    Grazie per lo spazio a disposizione ed eventualmente per il tempo riservato alla lettura di queste mie considerazioni.

    Alfredo Capovani architetto

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