Frammenti di un weekend ad Amsterdam

Sono finiti per me i tempi del viaggio bulimico, non è detto che arrivare in una capitale significhi volerla vedere tutta, tutte le attrazioni principali (che in questo post salto a piè pari), i musei principali, i quartieri e i locali principali, le cose da fare e da vedere perché altrimenti sei out, gli stessi luoghi prevedibili, le stesse strade calpestate in fretta. Sempre più spesso mi capita di prepararmi poco e lasciare andare il viaggio per le strade che vuole lui 🙂

 Smarrirsi in una città, come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare

Walter Benjamin

Amsterdam da questo punto di vista è una meta perfetta, canali concentrici che girano all’infinito e una dimensione contenuta, dove perdersi riserva sempre qualcosa di inaspettato: una fila di houseboat vissute, una vetrina di gente che fuma, librerie con testi scritti in una lingua incomprensibile, spuntini olandesi di pane e aringa, ponti e biciclette monochrome poco inclini all’estetica, mobilità su due ruote con pedalate vigorose, gente di tutti i colori e mescolanze che ti fanno sentire parte di un tutto in movimento, e un cielo variabilissimo come ne ho visto pochi.

E’ così che inizia la nostra due giorni creativa, a spasso per una capitale europea indubbiamente bellissima. Con gli occhi ben aperti, muovendoci a piedi e senza nessuna pretesa di esaustività. Vi propongo random qualche scorcio di Amsterdam, sicura che spesso le curiosità ispirino e invoglino a partire molto di più dei tomi didascalici 🙂

Ponti, canali e canal cruise

Amsterdam nasce dalla bonifica di zone paludose e l’acqua è la parola magica, grazie ai sistemi di canalizzazione, alle isole artificiali e alle palafitte per costruire gli edifici. Il primo colpo d’occhio quando si arriva, guardando la mappa, è tutto riservato alla Grachten, la sua rete di canali artificiali del XVII sec.  Concentrici, labirintici, a mezzaluna, esaurienti, dispersivi, si può percorrere una riva o seguirne il perimetro o saltare da un punto d’interesse all’altro tipo scacchiera. Io li ho trovati affascinanti e originali e vi consiglio questi tre scorci:

  • Gouden Bocht: da Leidsestraat a Vijzelstraat, è il canale con le case più prestigiose di Amsterdam.
  • Quindici ponti: il ponte all’angolo traReguliersgracht Herengracht ha una vista unica su ben quindici ponti. La vista migliore al lato della strada con i numeri civici dispari.
  • Magere Brug: il ‘Ponte magro’ è uno dei ponti più pittoreschi e romantici di Amsterdam, soprattutto la sera. La leggenda vuole che ci si baci una volta qui sotto <3
  • Canal cruise: se non siete dei gran camminatori, un modo alternativo è godersi i canali dall’acqua, grazie a uno dei tanti tour dei canali di Amsterdam.

Le houseboat un modus vivendi

Sono le case galleggianti attraccate lungo i canali e fanno parte integrante del paesaggio urbano. C’è chi ci vive dentro e le ha attrezzate come abitazioni complete di elettricità, acqua corrente, cucina, salotto e tutto ciò che serve per fare di una barca una casa , c’è chi le affitta ai turisti trasformandole in B&B alternativo, c’è chi le utilizza solo nel tempo libero. Una volta erano battelli per il trasporto merci, poi trasformati in alloggio negli anni Sessanta, oggi rappresentano un vero modus vivendi 🙂 Ci sono un po’ ovunque, ma per vederle in tutto il loro splendore, anche in questo caso, vi do qualche dritta:

  • Canale Singel: è il canale con “solo” 750 houseboatsormeggiate;
  • Canale Prinsengracht: si trova ai limiti del quartiere Joordan, uno dei più caratteristici;
  • Museo dell’Houseboat: al 296 Prinsengracht c’è il Woonbootmuseum , un’abitazione sull’acqua aperta al pubblico, allestito dove? Ovvio, un’ex imbarcazione da carico del 1914.

Le facciate del centro, alte e strette (e storte)

Quasi tutte le facciate del centro storico di Amsterdam sono accomunate da una caratteristica, anzi tre: sono alte, strette e storte. E allora va bene girare sol naso all’insù, ma qualche domandina viene da farsela 🙂  Scopro così che la tassazione di una volta prevedeva un’imposta proporzionata alla larghezza della facciata, più la facciata era larga più il proprietario pagava. Ma fatta la legge, trovato l’inganno (tutto il mondo è paese): le case cominciarono ad essere costruite il più strette possibili in modo da ridurre i costi fiscali. Tuttavia, case troppo strette avevano anche scale ripide e tortuose che impedivano i traslochi. Allora si cominciò a usare le finestre e costruire montacarichi sulle facciate in modo da trasportare il mobilio per mezzo di una carrucola. Per evitare che i mobili caricati sbattessero sulle facciate, queste cominciarono ad essere costruite “storte”, inclinate in avanti. Se andate nella capitale olandese fateci caso:

  • Reguliersgracht: all’altezza deiSette Ponti si possono vedere alcune delle facciate più pericolanti
  • Begijnhof 34: qui c’è la casa più antica di Amsterdam,attraverso una porticina si arriva nel cortile dove si trova la Houten Huys (casa di legno), del 1425. È parte di un complesso un tempo destinato a una comunità religiosa per sole donne e ha una facciata in legno in stile gotico.
  • Canale Singel 7 e via Oude Hoogstraat 22: qui ci sono due delle case più strette al mondo; al Singel 7 la facciata è larga un solo metro è infilato tra due case più grandi. Anche se l’apparenza può ingannare: l’ingresso è in realtà il retro dell’abitazione. La casa più piccola si trova, invece, nella via accanto alla East India House, ben 2.02 metri di larghezza e 6 metri di profondità.
  • Casa-Museo di Rembrant, Jodenbreestraat 4-6: se volete salire in un’abitazione d’epoca potete farlo nella Rembranthuis dalle persiane rosse, dove nel ‘600 visse il pittore, con arredi del tempo, acqueforti e una collezione di dipinti di altri artisti.

Bloemenmarkt,  il mercato dei tulipani

L’unico mercato dei fiori galleggiante in Europa, realizzato su delle chiatte sui canali, è uno dei luoghi più colorati e angoli più sfiziosi di Amsterdam (per chi come me la vede per la prima volta, poi basta). Lo trovate tra Muntplein e Koningsplein, la merce è esposta su barconi galleggianti fino alle 17 (Lun-Sab), e potete sbizzarrirvi tra bulbi di ogni dimensione e foggia tulipani, narcisi e giacinti, mazzi veri e finti, colori e fragranze in vendita sia sfusi sia in confezioni varie. Qui ad Amsterdam la cultura del mercato è molto radicata e no, non occorre essere appassionati di giardinaggio per visitarlo, se avete il pollice tutto fuorchè verde ci troverete persino gli starter-kit di tantissime piante, Cannabis compresa 😛

In effetti è una meta nella città molto turistica, ma non è l’unico mercato ad Amsterdam, ce ne sono molti altri tutti da scovare, date un occhio qui.

Quartieri e identità

Il bello è, in pochi passi, passare da un quartiere all’altro e coglierne le identità differenti: c’è il Joordan District che una volta serviva come zona residenziale per la classe operaia, zona di migranti spagnoli, francesi e ebrei. Oggi quartiere cool, di designer, artisti, studenti, hippies attratti dagli affitti bassi e le case a prezzi più accessibili. E’ un labirinto di accommodation, pub, negozietti vintage, vecchi caffè, gallerie e studi d’arte.

C’è il trito Red Light District, o come lo chiamano gli abitanti del posto Rosse Buurt (area a luci rosse), qui i marinai venivano a cercare compagnia femminile, oggi tra un Erotic Museum, un museo del profilattico, un sexy-shop e le famose vetrine dove bellissime ragazze svestite posano in attesa dei clienti e lavorano legalmente… oggi girano turisti, famiglie, passeggini, sì insomma pare di essere in un Truman Show all’olandese.

C’è il quartiere ebraico, lo Joden Buurt, tra il Nieuwmarkt, la Waterlooplein e la Weersperplein. Viste le code chilometriche  e il freddo pungente, abbiamo a malincuore saltato la casa di Anna Frank ed era il minimo dedicare del tempo al quartiere ebraico, entriamo nelle sinagoghe dello Joods Historisch Museum in Jonas Daniël Meijerplein 2-4, che offre un’immagine dell’identità ebraica in questa città, in memoria dei 3000 ebrei , deportati e uccisi tra il 1940 e il 1945 nei campi di concentramento.

E poi c’è il pianeta a parte della stazione, l’ Amsterdam Centraal Station dove su più livelli magicamente si incrociano tutti i trasporti e funzionano a meraviglia, treni, autobus, tram e milioni di biciclette, milioni di traiettorie diverse e nessun ritardo.  Un mistero di sincronicità tutto olandese <:-) I ciclisti qui non scherzano, sono loro i veri padroni della strada: 881.000 bici registrate (sella e manubrio altissimi, per lo più nere e senza marchi), bisogna sempre stare attenti a tutte le direzioni quando si cammina, perché loro sfrecciano, si infilano, i bambini davanti e il cane dietro nel portapacchi, l’intera città viaggia sulle due ruote e i pedoni devono adeguarsi.

E il Museum Quarter, dove è impossibile non andare se è la prima volta che capitate ad Amsterdam. Tra le collezioni d’arte del Rijksmuseum e la pinacoteca imperdibile del Museo Van Gogh e l’oasi verde del Vondelpark, tutti si accalcano per un selfie sotto una lettera di I am Amsterdam (anche questo per me un mistero)…certo se il tempo stringe dovrete fare una scelta, ma di qui passerete di sicuro.

Questi sono solo alcune zone visitate, di sicuro due giorni pieni sono pochissimi per quanto ha da offrire una città come Amsterdam (ce ne vorrebbero almeno 4-5), quindi ripeto, le mie sono solo impressioni di passaggio. In questa città di certo voglio tornare. Qui potete trovare le info pratiche su come organizzare una visita ad Amsterdam ed evitare qualsiasi tipo di problema   🙂


Consigli utili

Come muoversi in centro? 

Un buon modo per risparmiare è comperare la I Amsterdam City Card : la tessera può essere acquistata sul sito ufficiale o in loco (presso i chioschi presenti in tutta la città, l’Aeroporto Schiphol e l’ufficio informazioni ubicato di fronte alla Stazione Centrale). I vantaggi della card sono : accesso illimitato ai mezzi pubblici, accesso gratuito o ridotto presso le principali attrazioni turistiche, sconti per le attrazioni turistiche secondarie, negozi e ristoranti della capitale.

 

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