Cinque Terre: tra scaglie di mare e roventi muri d’orto

Il primo impatto colla situazione attuale dei sentieri alle Cinque Terre, lo ammetto, è un po’ destabilizzante. Perché i classici ora non sono percorribili, perché la Via dell’Amore (da Manarola a Riomaggiore) e buona parte del Sentiero Azzurro (da Manarola a Corniglia e da Corniglia a Vernazza) sono oggi ancora chiusi per manutenzione e lavori di messa in sicurezza, quindi le vie più accessibili che non richiedono particolare preparazione fisica e collegano i borghi delle Cinque Terre nella loro parte bassa… nada, fino a data ancora incerta bisogna scordarseli. Mmmmmh 🙁

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Gli ostacoli però vanno ribaltati, spesso nascondono grandi opportunità. E’ così che ci si apre una ragnatela di sentieri alti alternativi, quelli che per secoli sono stati le uniche vie di collegamento di questa terra, che uniscono i borghi con le alture, con i santuari, le frazioni e l’alta Via. Quindi bando alle ciance, abbiamo la fortuna che nostra figlia (7 anni) è un’ottima camminatrice, scarpe da trekking ai piedi per tutti e mappa dei sentieri alla mano. Il dislivello può arrivare fino a 500 mt, serve un po’ di fiato e di esercizio, ma niente di mostruoso.

E con la ragnatela di sentieri alternativi…arriva anche un mondo di conoscenza inaspettata 🙂 il primo giorno partiamo da Manarola percorrendo il 531, per poi percorrere un tratto di 532, la via dei Santuari e arrivare fino al borgo di Riomaggiore. La primavera è alle porte, e la giornata di sole ripaga dello sforzo. Appena si sale su per i terrazzamenti è una boccata di ossigeno. La prospettiva privilegiata che si ha da quassù è qualcosa di unico, e certo le vie basse se la scordano 🙂 se poi uno ha sempre la macchina fotografica dietro, il dado è tratto.

Eccovi qualche immagine di cosa si può vedere salendo

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Io non sono affatto una camminatrice doc (anzi), però viaggiatrice curiosa e interessata di sicuro, e camminare qui ti dà proprio l’impressione di incastro tra terra e mare…beh in Liguria io ci sono nata e cresciuta, la conosco bene, però sono andata via e mi piace moltissimo tornare e riscoprirla ora con occhi diversi. Legioni romane, pellegrini romei, commerci del sale e oggi noi, camminatori dell’ultima ora, a ripercorrere strade e sentieri sempre in salita o in discesa, a picco sul blu del Mediterraneo.

Poi uno si chiede il perché del carattere apparentemente schivo del ligure? Venite alle Cinque Terre, tra valli impervie, spazi da rosicchiare, terre strappate al mare, salsedine che erode e terrazze modellate da un lavoro costante, la natura piegata alle esigenze dell’uomo con rispetto. Poi capirete 🙂 E fare trekking è il modo migliore per conoscerle. E’ così che il secondo giorno decidiamo di provare a capire qualcosa in più e ci facciamo accompagnare da Sara, guida ambientale , su per i sentieri alti.

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Si parte da Manarola lungo i sentieri 506-586-587 direzione Volastra-Corniglia. La voglia di scoprire il parco insieme a chi ne sa di più è tanta. Si cammina tra sentieri stretti, terrazzamenti, muretti a secco, e vigne, la nana fa mazzolini di erica arborea, fumaria e cipollasso dal fiocco (di cui io prima manco sapevo l’esistenza!). La vigna è un po’ l’identità delle Cinque Terre, incrociamo Luciano uno dei tanti coltivatori che dedicano a questa terra il loro tempo, si sentiva ormai un po’ abbandonato…

Poi nel 2014 è nata la Fondazione Cinque Terre , il pay-off la dice lunga “for the landscape Renaissance”, l’obiettivo è pulire i terreni abbandonati, in cui il bosco si è riappropriato dello spazio, ricostruire i muretti a secco franati, recuperare i sentieri abbandonati, riprendere l’uso agricolo, preservare e valorizzare tutta la cultura agreste, ridare al paesaggio l’aspetto e la funzione che ha avuto per secoli.

E’ bellissimo poter attraversare quest’opera dell’uomo e della natura ed essere accompagnato da chi in questa terra c’è nato, cresciuto, ci lavora e ne sa sulle coltivazioni, le essenze, il terriorio, la sua gente. E’ un modo per viaggiare e prendere coscienza dell’ambiente che stiamo attraversando. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Cinque paesini arroccati come nidi d’acquila, un unico territorio dichiarato nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Nello stesso anno è nata l’Area Marina Protetta e due anni dopo è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Credo un po’ di consapevolezza, qui, sia il minimo 🙂

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E’ tutto un su e giù di camminamenti a picco sul mare, panorami unici, scalette in pietra, terrazzamenti costruiti con la forza di tante braccia e tanto sudore, per ricavarne pochi ettari di terra, coltivati a vigne e olivi, ma che, anno dopo anno stanno scivolando via, erose dal mare e dall’incuria. Giù il mare mosso dal libeccio che come dceva Montale “scaglia scaglia, livido muta colore”.

A fine giornata io ho un ginocchio ballerino e mi aspettano 24 ore di acido lattico da smaltire (la nana invece un fiore saltellante)….però ragazzi lo rifarei domani!!! Quindi mi raccomando, se capitate da queste parti ricordatevi che non c’è solo la Via dell’Amore, ma andate di trekking, che qui non si sbaglia 😀

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8 Comments

  1. Confermo, anch’io ci sono stata di recente, sul crinale tutti aperti, sulle scogliere quasi tutti chiusi. Nonostante questo anch’io ho fatto (e rifarei) passeggiate indimenticabili come solo le Cinque Terre sanno regalare.

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    • D’accordissimo Carla, l’unico accorgimento è evitare salite e discese in caso di maltempo e con calzature non adeguate, per il resto indimenticabili, i sentieri alti regalano punti di vista impressionanti. E la prossima volta saliremo ancora più su 🙂

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  2. Poco da dire e poco da aggiungere al tuo post. Secondo me tra i sentieri più belli del mondo, da consigliare almeno una volta nella vita…anche due, anche tre 🙂

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    • Ecco, l’hai detto, tra i più belli (e aggiungo particolari).

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  3. Forse in tutto il Mediterraneo può competere solo a costiera amalfitana. Sarà un caso che siamo state scelte e amate da Byron, Montale e Shelley? non credo. Grazie delle parole e delle fotogafie, passare di qui è sempre un piacere per me. B

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    • Seeee, altro che caso BiancaMaria…e la concorrente che dici tu spero di vederla prestissimo 🙂 piacere mio di averti qui

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  4. Grazie per questo post!
    Sono felicissima che i sentieri “alti” ti siano piaciuti. In molti li snobbano perché per anni il marketing si è concentrato sul sentiero n°2, ma in realtà gli scorci dall’alto e la via dei santuari sono realmente ciò che meglio rappresenta l’unicità del nostro territorio. Per i più pigri o per i meno allentai poi ci sono i minibus che portano in quota 😉
    Grazie ancora.
    Silvia

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    • Ciao Silvia, diciamo che la sfiga di trovare il 2 chiuso, salendo su è diventata una gran fortuna. Grazie a te di essere passata di qui 🙂

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