Ggantija a Gozo: la civiltà perduta dei giganti

Nel corso della storia molte civiltà sono nate e si sono perse: la civiltà di Rapa Nui sull’Isola di Pasqua, i Nabatei che ci hanno lasciato Petra in Giordania, gli Olmechi in Messico, gli Anasazi che scavavano nei canyon tra Arizona, Utah, Colorado, le vestigia di Angkor Wat dell’impero Khmer in Cambogia, la civiltà della Valle dell’Indo tra Pakistan e India, la civiltà peruviana dei Moche … solo per citane alcune.

Civiltà del passato nate e fiorite in ogni angolo del mondo, per poi svanire nel nulla o quasi: sulla loro scomparsa si indaga ancora oggi. Ci restano monumenti in rovina, frammentarie emergenze di civiltà lontanissime, punte d’iceberg di realtà sepolte. E affascinanti perchè aprono anche ai meno esperti finestre di conoscenza, chiamano la mente alla ricerca, ci spingono a riportare alla luce qualcosa di sommerso, divorato dal tempo, incompleto.

A Gozo ce n’è una di queste e l’isola mi ha affascinato soprattutto per una ragione: è antichissima, è stata un crocevia di dominazioni di Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Arabi, Normanni, Aragonesi, Francesi e Inglesi e vanta un immenso patrimonio archeologico risalente alla preistoria. Gozo ci parla di viaggio, di scoperta, del fascino dell’ignoto, di natura e cultura intrecciate, di sfida ai luoghi comuni, di misteri e civiltà perdute, di costruzioni “inconcepibili” per l’epoca in cui furono realizzate.

Malta vide svilupparsi una civiltà megalitica agli inizi della Età del Bronzo, attorno al 3500 a.C. (già solo a pensarci non ci si crede), contemporanea alla diffusione nelle terre fredde della cultura dei menhir dell’Europa occidentale. Sulle isole sorsero grandi complessi cultuali utilizzati per circa un millennio fino al 2500 a.C., dopodichè la popolazione locale è scomparsa misteriosamente, lasciando come testimonianza edifici che gli isolani pensavano fossero stati eretti da un popolo di giganti, “ġgant” in maltese vuol dire giganti.

Il più significativo esempio dell’architettura preistorica maltese è il tempio a Gozo di Ggantjia, nei pressi di Xagħra. Nel 1980 fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e la nomina venne estesa nel 1992 anche agli altri complessi analoghi presenti sull’isola di Malta, tutti costruiti tra i 5600 e i 4500 anni fa.

Ggantjìa è precedente alla creazione delle Piramidi d’Egitto e di Stonehenge !!!

Il centro della costruzione sono due templi a forma di trifoglio, a cui si affiancano un cortile, due camere e un tempio minore. Entrambi presentano 5 absidi ciascuno, con un preciso alternarsi di pietre e spazi per far filtrare i raggi del sole. In determinati giorni dell’anno, in certe ore, si vanno infatti a formare giochi di luci e di ombre ritenuti simbolici. Tutt’intorno, un massiccio muro di cinta protegge la sacralità del luogo con megaliti alti più di 5 metri, del peso di oltre cinquanta tonnellate.

Come avrebbero potuto degli uomini realizzare tutto ciò, senza nessun tipo di strumento o mezzo di trasporto? Come è stato possibile spostare blocchi da oltre 50 tonnellate? Il mistero è tutt’ora irrisolto.

Gli edifici si ipotizza fossero usati per cerimonie religiose, legate al culto della fertilità. Malta vedeva una società basata sul sistema matriarcale e sulla presenza influente di sacerdotesse. Il femminile all’ennesima potenza sarebbe dunque stato omaggiato qui, invocando sempre fertilità per la popolazione. Secondo la leggenda, le pareti del tempio furono costruite in un giorno e una notte da un gigante femmina di nome Sunsuna, mentre allattava un bambino. La parola maltese Ggantija significa appunto ”grotta del gigante.”

L’architettura è molto raffinata: ogni blocco pesa svariate tonnellate e può essere alto fino a 5 metri. Eppure gli enormi blocchi presentano piante e orientamenti che seguono il corso di certi astri, hanno camere dove si verificano speciali risonanze, forse erano luoghi di guarigione, sono state ritrovate statuette che raffigurano parti anatomiche.  Ci sono dei lunghi corridoi che conducono a degli altari interni, su cui si ipotizza venissero sacrificati degli animali. Le statuine ritrovate ritraggono delle donne dalle forme molto accentuate su fianchi, pancia e seni. Forse poteva essere praticato un qualche culto della Dea Madre.

C’è poi un altro mistero: perchè in un’isola così ristretta avevano bisogno di un così gran numero di templi (ci sono circa 35 costruzioni megalitiche)? Forse ai tempi in cui iniziò la costruzione dei complessi megalitici, Gozo non era isola. Un’ipotesi accreditata è che la Sicilia e l’arcipelago maltese fossero uniti da un lembo di terra. Il livello dei mari poi si sollevò, forse un cataclisma, un’eruzione vulcanica. Negli anni Novanta furono individuate delle costruzioni sott’acqua, forse un altro tempio ormai sommerso.

Vi do un consiglio spassionato: per capirci veramente qualcosa di questo sito archeologico è necessario fare una visita guidata, riuscirete a immaginare come era la vita 3600 anni fa, e perchè quei massi enormmi sono arrivati fino a lì e si sia potuto costruire un tempio simile, perchè vi siano resti di ossa di animali, focolari, pietre completamente tonde e altre con scavati cerchi perfetti. Forse vi verrà anche il dubbio che qualche tassello della nostra storia, è stato saltato e che forse i Giganti sono veramente esistiti.

A me le spiegazioni hanno fatto venire in mente che esistano luoghi della Terra – magari lontanissimi fra loro – che appaiono come testimonianze di un passato comune, di un’unica storia: da Tiahuanaco in Bolivia, a Giza, la porta dell’aldilà per gli Egizi, da Machu Picchu, la città sacra degli Inca, a Angkor Wat in Cambogia, dalla piramide a nove gradini di Quetzalcoatl-Kukulkan, dadicata al dio serpente piumato del Messico, a Stonehenge in inghilterra. Siti nei quali le vestigia di civiltà scomparse appaiono miracolosamente capaci di essere un tentativo di confronto, dell’uomo agli inizi della sua storia, coi grandi misteri della vita.

Un anelito religioso comune a tutta l’umanità, all’alba della nostra storia.

 

video credit @Gozo Drone

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1 Commento

  1. Affascinante! Sono entrato, per vedere altro , poi ho scoperto un nuovo vecchio mondo nascosto ai più!

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