Cinema e viaggi: “Vado a Scuola” di Pascal Plisson

Si può viaggiare con gli occhi e con la mente anche solo di fronte al grande schermo di un cinema. Personalmente amo tantissimo i film cosìddetti “On the road” e ne potrei citare davvero molti che sono stupendi, quali ad esempio Thelma  e Louise, Rain Man l’uomo della pioggia, Fandango, Elizabethtown, This must be the place,  Sideways, I diari della motocicletta, Quasi famosi, Parto col folle, Little Miss Sunshine, Priscilla la regina del deserto, Piovuta dal cielo, A proposito di Schmidt, Middle of nowhere e Into the wild.

Complice la domenica di pioggia vedo in programmazione a 40 km da casa (lo danno solo in un cineforum 🙁  ma tant’è) un film che mi ispira tantissimo e ho l’impressione sia perfetto anche per la mia nanetta che ha da poco iniziato le elementari. Si va, io e lei. E’ Vado a scuola di Pascal Plisson. E inizia con una frase:

< Dimentichiamo troppo spesso che andare a scuola è una fortuna.  In alcune parti del mondo, arrivare a scuola è un’impresa e accedere all’istruzione una conquista. Ogni mattina, a volte a rischio della loro stessa vita, eroici bambini si incamminano verso la conoscenza. Questi scolari sono i protagonisti delle loro storie, storie di vita vissuta. Storie vere. >

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Quattro bambini, quattro parti del mondo a cavallo fra Africa, Asia ed America del Sud, quattro famiglie che vivono di niente e i loro lunghi viaggi per arrivare a scuola ogni giorno. Certo non aspettatevi #Pechino Express o Alle Falde del Kilimangiaro della Colò (di cui io comunque sono una aficionada)… sono quattro binari, crudi e commoventi, attraverso i quali vedere da un’altra prospettiva l’istruzione. Come ricerca di dignità, di crescita, come speranza in qualcosa di meglio della pura sopravvivenza. Una piccola odissea quotidiana.

Savana del Kenya. Jackson e Salome

I due fratelli partono da soli alle 5.30 di mattina. Camminano per 15 km (idem al ritorno) con il rischio di incontrare elefanti e animali feroci. Una tanica dietro riempita di acqua, scavando colle mani nella sabbia. Che serve per tutto, dissetarsi, lavarsi il viso, sciacquare gli indumenti. E un padre in una capanna piena di figli che il primo giorno di scuola, alla loro partenza, ha un sorriso meraviglioso e gli augura buon viaggio, grato per poter dar loro un’opportunità.

Montagne dell’Atlante in Marocco. Zahira

Zahira, 12 anni, vive in un villaggio di montagna: la sua scuola dista 22 km, 4 ore di cammino, per cui lei e due amiche si fermano la settimana in collegio, e ogni lunedì ripartono, tra valli e cime, sentieri sassosi e passaggi di fortuna. Sogna di diventare un medico e convincere le famiglie dei villaggi a mandare a scuola le bambine.

Patagonia. Carlito e la sorella.

11 anni lui e 8 lei, capelli neri e gote rosse. 18 km a cavallo tra guadi, praterie, paesaggi da pelle d’oca e il freddo di prima mattina. Due bambini dolcissimi, la loro sintonia e le loro cavalcate quotidiane nei paesaggi della Patagonia battuta dal vento. E la voglia di studiare.

Golfo del Bengala. Samuel

La storia più dura. 13 anni, costretto sulla sedia a rotelle dalla poliomelite; ogni mattina i due fratellini lo trasportano a scuola spingendolo a mano per 4 km, su una sedia rudimentale di plastica sistemata su due ruote arrugginite, su sabbia, sterrati, acqua e percorsi accidentati. No, non c’è pietismo in queste scene. Solo oggettività e la capacità di cogliere il lato positivo di ogni giorno, nonostante tutto.

In sala con noi tante famiglie con bambini… magari anche quelli accompagnati a scuola sui suv neri, sempre vestiti a puntino, svogliati e sempre alla ricerca dell’offerta migliore per l’ultimo Ipad. Tutto necessario, tutto subito. Spero che questo film, così semplice e così espressivo, abbia fatto vedere a me come a tutti la vita al di fuori delle nostre comode città, dove un rubinetto con l’acqua potabile o una strada asfaltata ti cambiano l’esistenza. Un film che di sicuro non farà grandi incassi, ma la dice lunga…

<Un bambino, un insegnante, un libro,

una penna possono cambiare il mondo>

Malala Yousafzai

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2 Comments

  1. Che bello, spero di poterlo vedere anch’io. Si sa che diamo troppe cose per scontate e ci lamentiamo sempre per niente… questo genere di storie fanno sempre riflettere molto.
    Quanto ai road movie, hai citato molti dei miei preferiti: Sideways e I diari della motocicletta su tutti!

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    • a quanto ho capito c’è solo nei capoluoghi di provincia, o almeno io l’ho beccato solo a Vicenza. Io Thelma e Louise (e so già chi sarebbe Thelma e chi Louise :-))

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