Può scomparire la voglia di viaggiare?

Chiudo l’anno con un post diverso dal solito, l’omologazione non è mai stata il mio forte e i post di fine anno di soli ringraziamenti e auto-celebrazioni non li posso leggere, figuriamoci scriverli. La domanda per tutti i viaggiatori incalliti, i travel addicted, i travel bloggers, i travel writers, chi ama la strada e la sensazione di scoperta che il viaggio sa trasmetterti sempre, chi ama dopo parlarne, scriverne, o anche solo leggerne dal divano per godere ciclicamente il prima, il durante e il dopo dell’esperienza, è:

può scomparire la voglia di viaggiare dopo anni di passione?

 

Sono convinta di no: i grandi amori, quelli veri, quelli sinceri, quelli “di pancia” e non di facciata, soprattutto quelli sani, non ti voltano la schiena, non ti ingannano nutrendosi della tua fiducia, non li perdi mai nonostante gli alti e bassi. E per me da sempre i viaggi sono un grande amore, non l’unico per fortuna. Però la vita capita riservi brutte sorprese, cadute, voltafaccia, teatri svelati, fughe improvvise, difficoltà che mai e poi mai avresti potuto immaginare, e allora le energie le devi raccogliere per sopportare e superare i momenti bui, per andare avanti, per evolvere nonostante tutto (e sto pensando seriamente di scrivere un libro al riguardo, ma tranquilli i viaggi non c’entrano nulla questa volta!).

Perché dietro ai blog, anche quelli di appassionati viaggiatori c’è sempre una persona e la sua vita, dove i viaggi fanno solo parte del gioco, in fondo sono solo sabbia e schiuma”, citando il Profeta di Gibran.

Ed è così che la voglia di viaggiare può finire appesa a un filo, sospesa, schiacciata tra una peso e l’altro, magari scomparire proprio per un pò. La grande voglia di partecipare, organizzare, sperimentare, provare sulla propria pelle, vivere quell’esperienza, la accantoni per forza di cose. Qualcuno volutamente ha provato a strapparti il tuo giocattolo preferito, a rompere tutto in malo modo, per ferirti, per punirti, perché si diverte così a vederti in difficoltà e avere la sua piccola vittoria. L’importante è crederci. Io credo in qualcos’altro:

Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. (Lao Tzu)

 

Conoscete il racconto buddista della zattera? Lo trovate qui  ed è molto significativo per me in questo preciso momento, magari può interessare anche qualcuno di voi lettori: “La zattera ci aiuta ad attraversare le acque, questa è la sua funzione, ma dopo dobbiamo abbandonarla”, chi lo sa magari anche questo blog mi ha portato esattamente dove mi doveva portare e a breve si trasformerà in qualcos’altro. E anche il bisogno di viaggiare si trasformerà adattandosi ai momenti della vita, piegandosi, aspettando, e perché no annientandosi perché il verme diventi bruco e poi farfalla meravigliosa pronta a volare e ripartire più energica ed entusiasta che mai.

Col grande augurio a tutti di fine anno di lasciar andare quello che ci lega, ci appesantisce e ci impedisce di esprimerci fino in fondo, di capire che ciò che è stato utile non lo è più, e che il nostro viaggio deve proseguire altrove, per crescere. Per un 2018 col botto 😀

 

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2 Comments

  1. Penso di capirti. O meglio, ho trovato in queste tue righe qualcosa che mi rispecchia in questa fase della mia vita.
    Buon 2018 a te e che il nuovo anno porti cose belle!
    Valentina

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    • Grazie Valentina, ce n’è parecchio bisogno, cose belle e serenità a manetta 😀

      Reply

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