Viaggio in Perù e Bolivia: cosa ho imparato sulle Ande

Ogni volta che torno da un viaggio, prima di scriverne, ho bisogno di un distacco perché riuscire a comunicare ad altri quanto vissuto sulla propria pelle, qualunque sia l’argomento, non è mai banale e la distanza consente alle emozioni e poi alle parole di essere messe a fuoco. E il viaggio in Perù e Bolivia è stato per me un vero schiacciasassi di energie spese, di energie assorbite e ricambiate, di esperienze meravigliose. Quando vivi qualcosa di così atteso e intenso non puoi “bruciartelo” con post anonimi di cui il web è pieno, devi metterci del tuo. Ed è questo che proverò a fare nella prossima serie di articoli dedicati.

Siate pronti a decollare con la fantasia, le tappe di questo viaggio saranno tantissime, ma prima di partire per il Sudamerica, come avevo già fatto tempo fa per il viaggio nel Nord-Est del Brasile , vi anticipo i pensieri liberi (accompagnati per ora solo da qualche foto volante fatta col cellulare) che a caldo mi ero annotata lungo la strada. Le cose che ho imparato sulle Ande: brevi note introduttive a questo viaggio speciale.

Lezione nr.1 : il Sudamerica chiama

Sono convinta che, ovunque si vada, noi scegliamo la destinazione di viaggio che più ci è affine in ogni parentesi di vita. Può essere la ricerca di relax, di adrenalina, di un senso, di uno scambio, di stupore, di uno spazio di libertà o la risposta a un bisogno temporaneo di qualunque tipo. L’ispirazione di nuovo mi ha portato in Sudamerica, è come se avessi un mappamondo ideale che ruota davanti e il mio indice si fermasse sempre lì, ultimamente. Forse qualcosa il Sudamerica mi deve dire e non smetterò di cercarlo. Sono pronta a rimanere in ascolto.

Lezione nr. 2 : viaggio è valore

Durante questo viaggio dove le emozioni forti, la stanchezza, l’altalena caldo-freddo, le tappe impegnative, i continui spostamenti, spesso l’assenza di agi e il necessario spirito di adattamento hanno fatto da padroni … ho capito che il viaggio restituisce valore a tutto. Sei isolato tra vulcani e lagune e cactus? Fa nulla, per qualche giorno non avrai nè doccia nè wi-fi. I gabinetti lungo la strada non hanno lo scarico che funziona, né carta e spesso c’è un bel secchio vicino per risolvere il problema? Si farà alla vecchia maniera. E se in camera a 4200 mt (che di notte vi garantisco c’è freschino) il riscaldamento non sanno cos’è? Bene, basta un sandwich di 4 coperte di lana, spesse una spanna ciascuna, che quando sei sotto ti immobilizzano e ti passa ogni paura. Viaggi in 4×4 in mezzo al nulla e all’improvviso vi fermate e va sostituito un mozzo della ruota? Qualcuno si fermerà, qualcuno passerà ore piegato e senza grandi strumenti a risolvere il problema e capirai che il tempo in Sudamerica è un concetto molto relativo.

Sono solo alcuni esempi di imprevisto, ma bisogna mettersi in gioco quando le certezze finiscono (non solo in viaggio) e sulle Ande finiranno di sicuro.

Lezione nr. 3 : il Perù è un puzzle completo a 360°

Ci sono mete monotematiche o dove un tema (religioso, naturalistico, culturale) prevale sugli altri nettamente. Il Perù mi ha sorpreso perché non manca davvero nulla: storia millenaria dell’impero Inca, cultura autentica, patrimonio naturalistico, siti archeologici, gastronomia locale, città coloniali e spettacolari panorami andini. Ci sono gli animali selvatici, le comunità di montagna, gli abiti tradizionali, i volti incredibili della gente, le tradizioni popolari ancora sentite, i mercati vivacissimi, musica e danze celebrative, rituali antichi. Come un grande puzzle completo, e finalmente dopo aver atteso tanti anni per riuscire a vederlo, ora è lì davanti ed è esattamente come te lo aspettavi.

Lezione nr. 4 : la Bolivia è ruvida, ostica e purissima

La Bolivia forse è stata la sorpresa più grande in assoluto: ne ho visto solo una parte, ma quanto basta per rimanerne incantata. Aspra, lunare, purissima ed essenziale come i suoi paesaggi, senza turismo di massa,  con un contesto naturale e umano rimasto ancora integro (perle rare ormai). Visitare il Salar de Uyuni è un vero sogno nel cassetto per ogni viaggiatore, tremare per il freddo e per l’incanto della Laguna Colorada di fronte alle sue metamorfosi di colore ripaga di ogni sforzo, camminare in mezzo a un mercato di La Paz tra le cholite coi cappelli a bombetta e le loro trecce corvine, il traffico caotico, il profilo della teleferica sopra la testa, le case abbarbicate sulle montagne e intrecci impossibili di cavi elettrici è un’esperienza da provare. La Bolivia colpisce dritta al cuore con la sua apparente durezza e la sua infinita autenticità.

Lezione nr. 5 : mappe geografiche

Ogni volto sulle Ande è una mappa geografica incredibile, segnato dalla vita, dal sole e dal clima. E ogni mappa, ogni ruga, ogni espressione racconta la sua storia. Può essere quella di una donna china a raccogliere patate a Chinchero, di una bimba vivace in un villaggio vicino Chivay, di una vecchietta che trasporta come niente fosse col suo telo colorato sulle spalle un peso più grande di lei e si fa 300 gradini di pietra sulle terrazze dell’isola di Taquile. Mai come da queste parti ho trovato nel silenzio dei volti una capacità di comunicare così forte.

Lezione nr. 6 : lama, vigogne e fenicotteri

Non sapete la differenza tra alpaca, vigogne, guanachi e lama? Male! Qui potete farvi una cultura. Sembrano simili perché la famiglia è la stessa (quella dei Camelidi, cioè cammelli, dromedari, lama) ma in realtà a vederli da vicino sono proprio differenti per dimensioni, forma, vello e colori. E ne vedrete tantissime varietà, selvatici o addomesticati, non temono l’alta montagna né l’ossigeno rarefatto nè i pendii più rocciosi, come se niente fosse un ostacolo.

E poi io non immaginavo di trovare a oltre 4000 mt stormi di fenicotteri rosa, vengono nelle lagune boliviane a nutrirsi di alghe, sono lassù al freddo in mezzo ai vulcani, con le zampe nell’acqua, a mangiare alghe microscopiche che danno alla laguna un colore rossastro meraviglioso. Un angolo di mondo che farebbe sbiadire persino la tavolozza di Joan Mirò.


Lezione nr. 7 : acquisti compulsivi

Passando a temi più futili, sulle Ande anche il più allergico allo shopping crolla di fronte a un artigianato fantastico e coloratissimo; preparatevi a raptus compulsivi alla ricerca del vostro cappello peruviano, di un poncho o una coperta di lana di alpaca, tessuti di ogni forma e colore, con i disegni Inca di frutti, fiori, geometrie dalla Pachamama creano chumpis (fasce), chompas (maglioni), cullo (cappelli con paraorecchie), llicllas (scialli), queperinas (teli per trasportare i bambini). All’improvviso vi servirà tutto come se non aveste niente in casa: guantoni da cucina, tovagliette, sciarpe, foulard, persino il flauto di pan o un pisco come aperitivo per gli amici. Questa parte di mondo seduce anche con l’immensa creatività e la cromoterapia.

Lezione nr. 8 : empanadas salvagente

Benedetto sia lo street food, e se volete un viaggio eno-gastronomico sulle tracce di una delle cucine più cool del momento, in Perù siete nel posto giusto. No no, niente ristoranti stellati, attenzione, ma cibo vero!  Gli ingredienti più usati sono le patate, il peperoncino (nella varietà locale ajì amarillo o il rocoto), il cheviche (pesci crudi marinati con spezie e limone), il mais (accompagnamento d’obbligo di ogni portata). E come bevande il tè de tilo, il mate de coca, il mate de muña, tutti ottenuti con erbe locali. Quando non sai veramente su cosa buttarti c’è sempre un piano B … è l’empanada! Un fagottino di pasta a mezzaluna ripieno di formaggio o di carne o di verdure, il pasto tipico del viaggiatore di corsa.

Lezione nr. 9 : oltre i 5000 mt

Venire sulle Ande significa fare i conti con i propri limiti, fisici e mentali. Sali, sali, sali e i malesseri per l’altitudine e l’ipossiemia (carenza di ossigeno) non vanno mai sottovalutati… io non sono certo un’atleta e i miei limiti li conosco bene, in questo viaggio li ho affrontati e sfidati, e fino a 5000 mt mi è andata di lusso. Poi al cospetto del mitico Vinicunca, la Rainbow Mountain del Perù è successo l’inaspettato: dopo un primo tragitto a cavallo, quindi con uno sforzo fisico relativo, l’ultimo tratto in salita fino a 5200 mt era da fare a piedi e avete presente l’uomo appena sbarcato sulla Luna dall’Apollo 11? Più o meno la mia velocità di movimento era quella di un bradipo, ogni piccolo movimento uno sforzo sovrumano, e una serie di malesseri uno dopo l’altro mi han fatto desistere, a malincuore, dal raggiungere la vetta. Ma con la salute sulle Ande non si può davvero scherzare.


E finalmente nel prossimo post passiamo all’itinerario e poi alle tappe … stay tuned  🙂

 

 

 

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5 Comments

  1. Leggendo questo post mi hai fatto rivivere tante delle emozioni vissute durante i fantastici 5 mesi passati in Sud America.Leggerò con molto piacere i tuoi passi in questi due paesi…mi dispiace per il Vinicunca, ma sono sicura che le emozioni forti non ti saranno mancate!

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    • 5 mesi??? Spettacolo Fiammetta e per me ormai utopia… comunque non posso certo lamentarmi e poi posso sempre tornare. Alla prossima allora

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  2. bello, bello, bello! Mi hai fatto rivivere il viaggio dello scorso anno e mi sono rivista in molte tue osservazioni. Io sono stata anche in Cile nello stesso viaggio, ma la Bolivia anche per me è stata la grande sorpresa. E poi le Empanadas, mamma mia…

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    • Infatti in Bolivia voglio tornare prima o poi, le terre estreme e ancora autentiche hanno un fascino tutto loro. Grazie Sara

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  3. Ti capisco, il Sudamerica chiama. Ho una voglia infinita di tornarci <3

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