Cinque Terre: tra scaglie di mare e roventi muri d’orto

Cinque Terre: tra scaglie di mare e roventi muri d’orto

Il primo impatto colla situazione attuale dei sentieri alle Cinque Terre, lo ammetto, è un po’ destabilizzante. Perché i classici ora non sono percorribili, perché la Via dell’Amore (da Manarola a Riomaggiore) e buona parte del Sentiero Azzurro (da Manarola a Corniglia e da Corniglia a Vernazza) sono oggi ancora chiusi per manutenzione e lavori di messa in sicurezza, quindi le vie più accessibili che non richiedono particolare preparazione fisica e collegano i borghi delle Cinque Terre nella loro parte bassa… nada, fino a data ancora incerta bisogna scordarseli. Mmmmmh 🙁 Gli ostacoli però vanno ribaltati, spesso nascondono grandi opportunità. E’ così che ci si apre una ragnatela di sentieri alti alternativi, quelli che per secoli sono stati le uniche vie di collegamento di questa terra, che uniscono i borghi con le alture, con i santuari, le frazioni e l’alta Via. Quindi bando alle ciance, abbiamo la fortuna che nostra figlia (7 anni) è un’ottima camminatrice, scarpe da trekking ai piedi per tutti e mappa dei sentieri alla mano. Il dislivello può arrivare fino a 500 mt, serve un po’ di fiato e di esercizio, ma niente di mostruoso. E con la ragnatela di sentieri alternativi…arriva anche un mondo di conoscenza inaspettata 🙂 il primo giorno partiamo da Manarola percorrendo il 531, per poi percorrere un tratto di 532, la via dei Santuari e arrivare fino al borgo di Riomaggiore. La primavera è alle porte, e la giornata di sole ripaga dello sforzo. Appena si sale su per i terrazzamenti è una boccata di ossigeno. La prospettiva privilegiata che si ha da quassù è qualcosa di unico, e certo le...
Marmirolo (Mantova): il Bosco della Fontana, microcosmo di pace

Marmirolo (Mantova): il Bosco della Fontana, microcosmo di pace

Avete bisogno di essere un attimo isolati dal mondo? Non è che serve sempre andare lontano, anzi questa domenica il posto giusto l’ho scoperto a due passi da casa… interrompo per un attimo la serie di post neozelandesi (noi travel blogger amiamo saltare di palo in frasca 🙂 ) e per la sezione Mantua Local mi baricentro sulla statale 236 in direzione Mantova, poco dopo il paese di Marmirolo un’indicazione segna la deviazione per “il Bosco della Fontana”…che già il nome ha un sapore antico e ti catapulta lontano da ogni tecnologia, corsa, obiettivo, dovere, responsabilità, scadenza. Ci sono luoghi fermi nel tempo, magari abbandonati e lasciati pian piano diventare nei secoli un tutt’uno con la natura che li circonda. Io trovo che abbiano qualcosa di magico. Un misto di memoria, timore e fascino è ciò che li rende unici. Diventano sospesi, luoghi d’ispirazione e coinvolgono emotivamente chi ha la fortuna di incrociarli. Diventano potere evocativo. Ed è questa la loro forza. I mantovani lo sanno bene, ma gli altri? E allora provo a raccontarvelo. Quello che è stato Il Bosco della Fontana, una manciata di ettari (in realtà 223) di foresta rimasti stranamente intatti qui in pianura, è stata per secoli la riserva di caccia dei Gonzaga, signori di Mantova. Lo testimonia quello che i nobili mantovani chiamavano il “capanno di caccia”, eh sì capanno per modo di dire! Vi metto due foto per farvi un’idea, in realtà il capanno è un piccolo castello al centro d’una radura nel cuore del parco, che non sfigurerebbe nemmeno nella valle della Loira 🙂 Un pò parco dei divertimenti, il principe ci organizzava...
La Basilica di Sant’Andrea a Mantova e il Sacro Graal

La Basilica di Sant’Andrea a Mantova e il Sacro Graal

E’ tempo di riprendere in mano la sezione del blog Mantua Local, nata da poco dopo il mio trasferimento a Mantova, per far conoscere anche ai “lettori veloci” del web e ai viaggiatori che amano le voci insiders la grandezza di questa città. Calma e sangue freddo, lo so che in rete vanno di brutto i post brevi e un oggetto architettonico, seppur meraviglioso, non è un tema semplice da affrontare. Tantomeno se si parla di un caposaldo del Rinascimento. Ma tranquilli, non ho nessuna intenzione di farvi un panegirico sulla storia dell’architettura. Già mi è bastato l’esame del primo anno di università 🙂 Quindi bando ai timpani, ai transetti, alle lesene e ai lacunari, vi prometto di essere meno tecnica possibile, anche se la tentazione è forte e qualche strumento ce l’avrei. Fate finta di essere da questi parti, in centro storico, e di avvicinarvi a piazza Mantegna. Ecco siete di fronte a un piccolo dizionario dell’arte rinascimentale, perché i Gonzaga non scherzavano affatto e anche ora che Mantova sembra una sonnacchiosa cittadina di provincia, le testimonianze che conserva la dicono lunga sul suo passato. Si sa, Mantova insieme a Ferrara nel 400 fu una città-corte, un crocevia vivace di artisti, di gente illuminata, di cultura e individualità. Leon Battista Alberti presenta a Ludovico II Gonzaga un progetto “piu’ capace piu’ eterno, piu’ degno e piu’ lieto” che indusse il marchese a far iniziare i lavori, anche se subito dopo l’Alberti morì, e i lavori andarono avanti senza di lui. Comunque era chiaro da quelle carte quanto la piccola Mantova avrebbe poi influenzato molte altre chiese a livello mondiale. Iniziate dalla facciata,...
Palazzo Ducale a Mantova, sulle orme di Daverio

Palazzo Ducale a Mantova, sulle orme di Daverio

Ho bazzicato Mantova per anni, parecchi, sai com’è ho sposato un mantovano! Capita. Di questa meraviglia architettonica, il Palazzo Ducale,  ne ho sempre sentito parlare in termini entusiastici, sì da loro, dai mantovani. E lo ammetto candidamente, non ci avevo mai messo piede dentro. E’ un po’ come quando sei di casa da qualche parte, alla fine sì tutto bello, ma ci si abitua subito a quello che si ha davanti agli occhi di continuo. Così dallo straordinario diventa ordinario e poi quasi non te ne accorgi più 🙁 Poi questa estate, per destino o per scelta, a Mantova siamo diventati residenti e: non era mica accettabile continuare a vivere qui nell’ignoranza; mi sono un po’ stufata dell’immagine monotematica che Mantova ha all’esterno, manco uno che mi abbia detto “ah sì, vai a Mantova, quella del Palazzo Ducale” e invece tutto un coro di “buoniiii i tortelli di zuccaaaaa”, con tutto il rispetto per l’arte culinaria, che da queste parti la conoscono bene; complice una mattinata di sole ho deciso che bisognava colmare il gap. Quando si entra da piazza Sordello non ci si rende proprio conto della complessità e dell’ampiezza di questo edificio. In realtà sono di fronte alla residenza storica della famiglia Gonzaga che per 4 secoli (fino al XVII sec.) governò la regione e realizzò quelle che per noi oggi sono circa 500 camere o sale da ammirare oltre ai cortili e camminamenti. Solo una parte sono oggi visitabili e, dopo il terremoto del 2012, ancora meno, anche se dal 16 luglio al 5 ottobre 2014 è stato temporaneamente riaperto il Castello S. Giorgio per apprezzarne...
Curtatone (Mantova): il Santuario della Beata Vergine delle Grazie e i barcaioli del Mincio

Curtatone (Mantova): il Santuario della Beata Vergine delle Grazie e i barcaioli del Mincio

Spezzo per un attimo la lunga fila dei miei ultimi post filo-americani per un angolino Local, spero il primo di una lunga serie. Eh sì, perché la vita da pochissimo mi ha portato a vivere in quel di Mantova e, finito di sistemare casa dopo i lavori e il trasloco, ho iniziato le mie micro-esplorazioni del territorio. Ogni angolo d’Italia ha il suo perché, nessuno escluso, come raccontai qualche tempo fa qui. E anche a questo giro ho scovato qualcosa di interessante…certo l’acqua calda per i mantovani che dal ‘300 venerano questo posto 🙂 Ma se siete “foresti” e capitate da queste parti a pochi chilometri da Mantova c’è un angolo da non perdere, un santuario unico nel suo genere, col silenzio del verde e del lago che si insinuano tutt’intorno, con le grandi ninfee a fare da quinte, colle tracce dei madonnari ormai portate via dalla pioggia che ancora si intravedono nel piazzale di fronte, con i barcaioli che lenti attraversano il Mincio. Che siate qui per motivi religiosi, per scappar via dai ritmi frenetici, per meditare o pescare, per scoprire in estate la fioritura dei fiori di loto o semplicemente perché siete un po’ curiosi di vedere che sapore strano ha questo luogo, non rimarrete delusi. Iniziamo dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Curtatone… il protagonista di scene del film Novecento di Bertolucci? quello del coccodrillo (poi vi spiego)? quello che emerge dalle acque del lago tra i canneti delle valli del Mincio? quello dei madonnari provvenienti da tutto il mondo il 15 agosto di ogni anno? Esatto, proprio quello! Il santuario è gotico lombardo,...
Vicenza: la mostra “Verso Monet”

Vicenza: la mostra “Verso Monet”

Se siete a Vicenza e dintorni o avete in mente di farci una scappata, questa è veramente l’occasione giusta! io non sono veneta, non conoscevo minimamente questa città fino a quando la vita mi ha portato a vivere proprio qui vicino e piano piano mi sta regalando sorprese positivissime 🙂 una di queste è stata ieri, in occasione dell’anteprima della mostra Verso Monet. Ringrazio l’amica Monica di Viaggi e Baci per avermi dato la dritta giusta e lo Studio Esseci di Padova per aver potuto partecipare all’anteprima stampa , un vero onore. Il contesto è di quelli d’eccellenza, quella basilica palladiana studiata sul mitico Watkin e sui “4 Libri dell’architettura” del Palladio all’università che ogni tanto mi piace ancora tirar giù dalla libreria e sfogliare. Entrarci dentro già mi fa un certo effetto, secoli di ammirazione e io oggi sono solo l’ultima col naso all’insù. Le logge, le serliane, la nobiltà esterna lasciano spazio al laterizio delle pareti, al terrazzo alla veneziana dei pavimenti e soprattutto a un’enorme impressionante volta lignea della basilica, da poco restaurata. La bellezza accoglie altra bellezza. E quale posto migliore per questa mostra? Gli onori di casa li fa il curatore Marco Goldin, che ci accompagna e virtualmente ci prende per mano. No, non capita tutti i giorni di lasciarsi raccontare l’arte da chi la ama e la conosce a fondo, e soprattutto da chi non ti fa sentire tra una cerchia di pochi eletti, ma ti dice che l’arte va approcciata come una cosa semplice e te ne apre le porte. Di sicuro è un piccolo privilegio ed è un vero piacere ascoltarlo....

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