Hai un volo con destinazione Yangon in Myanmar (Birmania) con Qatar Airways, e devi fare un lungo scalo a Doha in Qatar. Che si fa? No, non ci si lamenta, perché viaggiare insegna a mettere da parte i pregiudizi e ad approfittare degli imprevisti: bisogna pensare che ogni luogo può riservarci delle sorprese. E di sicuro a Doha c’è una sorpresa con la S maiuscola, di cui voglio parlarvi perché mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta. Si tratta del MIA – Museum of Islamic Art (Museo di Arte Islamica), un po’ opera da archistar, un po’ edificio-scultura, un po’ immagine simbolo del paese, ma di sicuro una tappa obbligata di una giornata alla scoperta di Doha.
Negli ultimi anni pare che il Qatar, piccola protuberanza dell’Arabia Saudita, stia diventando il centro culturale di gravità permanente dei paesi del Medio Oriente, e di certo i mezzi per raggiungere l’obiettivo alla famiglia reale e all’emirato con il reddito-pro capite più alto del mondo non mancano 😛 Il Qatar sta diventando meta prediletta per gli appassionati d’arte orientale e anche terreno fertile per i grandi studi internazionali di architettura… di fronte al nostro hotel avevamo il cantiere immenso dove si sta costruendo il Museo Nazionale di Doha, un progetto “ultraterreno” di Jean Nouvel ispirato alle forme della rosa del deserto.
A piedi, in mezzo al traffico assolato e ordinato di una Doha dove pare che il pedone non esista più contro migliaia di veicoli bianchi nuovi di zecca, raggiungiamo il MIA. L’architettura di I.M.Pei (autore fra l’altro della Piramide del Louvre, dell’East Building della National Gallery of Art di Washington, e della sede di Hong Kong della Bank of China) è un connubio tra contemporaneità occidentale e tradizione islamica: da lontano assomiglia a un’antica fortezza dalle linee geometriche e cubiste, realizzata su un’isola artificiale nel golfo, circondata di palme.
Un corpo espressivo e apparentemente semplice, che sovrappone giganteschi elementi quadrangolari ruotati tra loro di 45 gradi. Come se un bimbo avesse giocato con dei blocchi geometrici, fuori è un corpo innocente….la geometria interna, invece, rivela tutta la sua ricchezza e la sua cura dei particolari, nei materiali scelti nei minimi dettagli, negli spazi espositivi e dei percorsi tematici. Il MIA di Doha ospita 45.000 metri quadri, la più grande collezione al mondo di oggetti artistici e reperti archeologici islamici proveniente da tutto il Medio Oriente. Non so se rendo l’idea.
Una vera collezione di tesori dal valore inestimabile, dal più grande tappeto indiano, un giardino delle delizie di 15,96 m. x 3,25 m., tessuto nel 17° secolo, ai gioielli Moghul, alle armature per cavalli e cavalieri, in un percorso da Mille e una Notte attraverso tre continenti e tredici secoli. La collezione del museo comprende oggetti di grande pregio, realizzati dal VII al XIX secolo, attraverso le diverse tecniche tradizionalmente praticate nelle regioni in cui è arrivato l’islam. Dalla ceramica al vetro, dai gioielli alle monete, dai tappeti agli arazzi e dalle miniature alla calligrafia, passando per le sculture in legno o in metallo e avorio, stoffe, agli antichissimi astrolabi mesopotamici.
- La collezione di ceramiche utilizzate, di solito in casa per elaborare pannelli di piastrelle, le ceramiche erano una parte vitale della vita quotidiana nel mondo islamico; in esse sono esemplificate le influenze esterne e la creatività interna che hanno ispirato l’arte islamica nel corso di 12 secoli.
- La collezione dei vetri comprende alcuni tra i più importanti oggetti in vetro dell’arte islamica, che vanno dai primissimi oggetti a colori alle meravigliose lampade delle moschee, oltre a calici e vasi del periodo medievale.
- La collezione in metallo era invece utilizzata da califfi, imperatori e sultani. Oggetti in rame, ottone o acciaio, decorati con oro e argento, dagli svariati utilizzi: dalle armi e agli strumenti scientifici, dalle armature agli oggetti per la casa, la collezione rappresenta i lavori in metallo nel mondo islamico, dal VII secolo in poi.
- La collezione di oltre 800 manoscritti risalenti al VII secolo, fino ad arrivare ad alcune opere ottomane del XIX secolo; oltre ai Corani (tra cui il ‘Corano Blu’), manoscritti sulla scienza, letteratura e su soggetti religiosi.
- Infine, la collezione tessile (che io ho adorato) con alcuni dei maggiori esempi di tappeti antichi e costumi islamici, oltre ad una grande varietà di tessuti prodotti per l’élite del mondo islamico.
Ma è l’insieme a colpire il visitatore. Soprattutto il cortile interno, un atrio centrale a cupola alto 50 metri che si sviluppa su cinque piani. La pietra calcarea riesce a catturare i cambiamenti di luce e ombra durante il giorno. Il fulcro dell’attenzione è una doppia scala curva che porta al primo piano e sopra di essa, un lampadario sospeso di metallo circolare, che segue la curvatura della scala. A completare il colpo d’occhio una finestra verticale, alta cinque piani (circa 45 metri), che offre una vista spettacolare sulla baia. I motivi geometrici del mondo islamico adornano tutti gli spazi e creano un ambiente unico per custodire le collezioni del museo.
Bilancio finale: sapete quando non vi riesce proprio di trovare un difetto? Ecco.
- ingresso gratuito (a Doha i musei sono gratuiti);
- location da urlo e vista meravigliosa da una parte su Doha City e sullo skyline degli avveniristici grattacieli del centro, dall’altra sul porto coi vecchi barconi locali;
- architettura bellissima;
- mostra super-interessante: pezzi in esposizione di pregio ed allestimento impeccabile, suddiviso per periodi, aree geografiche e tipologia degli oggetti esposti, ben distribuiti nello spazio espositivo e ben descritti nei pannelli espositivi. L’allestimento è poi valorizzato da grandi spazi, finiture splendide e illuminazione studiata nei minimi dettagli. Davvero uno dei migliori musei mai visitati.
- per completare il quadro: cafeteria, ristorante, bookshop di design, con arredi di serie e su misura tutti made in Italy disegnati da Jean Michel Wilmotte e firmati dall’azienda milanese Cassina. D’altronde non potevano non essere all’altezza.
Lo consiglierei a chiunque.
Che dire, solo un grazie a Qatar Airways per questa esperienza… Sì perché Qatar Airways, se non lo sapete, fornisce un ottimo servizio di appoggio a chi ha un transfer di lunga durata. Telefonando alla compagnia, se non ci sono voli alternativi, anche in economy avrete diritto, come è successo a noi, a un voucher gratuito che comprende:
- visto di ingresso a Doha (uscire dall’aeroporto costa 25 USD);
- notte in ottimi hotel indicati al momento del transito dal desk della compagnia;
- transfer gratuito dall’aeroporto all’hotel a/r;
- pranzo o cena nell’hotel ospitante.
Quindi, se capitate a Doha, ragazzi approfittatene!
Ho soggiornato a Doha dal 2008 al 2011 e assistito all’inaugurazione fantastica del MIA: il museo più straordinariamente emozionante che abbia mai visto. L’ho fotografato nei minimi dettagli. Dal contesto logistico agli interni, tutto appare di una perfezione assoluta, sede anche di Mostre temporanee di altissimo livello qualitativo ed espositivo. Merita da solo un viaggio a Doha, sebbene le architetture di grande prestigio non mancano (v. le opere di Jean Nouvel e altri grandi maestri)
Hai ragione Fiorenza, da solo il MIA merita una visita a Doha, è una vera meraviglia per chi ama l’arte. Grazie di essere passata di qua 🙂
Ma wow!! Mi hai ispirato alla grande ??? Ok, ci andrò!
Vai vai Roberta, è curatissimo, ricco di manufatti splendidi, e uno spettacolo di museo. Baci